Yahweh e Allah sono uguali?
Una rosa è una rosa che è una rosa. Questa massima rafforza il motto in base al quale una rosa che viene chiamata con qualsiasi altro nome rimane comunque una rosa. Il concetto è che l’essenza della rosa non è condizionata dal nome che le viene dato. È il suo res, non il suo nomina, che determina quello che è. Lo stesso fiore è chiamato in nomi diversi nelle varie lingue, ma rimane lo stesso fiore.
Se applichiamo questo concetto alla teologia la questione diventa complessa. Infatti il motto della rosa è stato adattato indiscriminatamente alla religione per farne un concetto teologico. L’idea è: “Dio, chiamato in modi diversi, rimane sempre Dio”. Certamente è pacifico che l’essenza immutabile di Dio non viene mutata dal cambiamento del Suo nome. In italiano lo chiameremo “Dio”, in tedesco “Gott”, in greco “Theos”, tuttavia ognuna di queste parole viene utilizzata per fare riferimento alla stessa divinità.
Al di là di questo, le cose diventano in ogni caso poco chiare. E’ un andare oltre quanto affermato il sostenere che se Dio viene chiamato in modi diversi è comunque lo stesso Dio, per poi dire che tutte le principali religioni del mondo credono nello stesso Essere anche se Lo chiamano con nomi diversi.
Questa inspiegabile deduzione è suscitata dalla popolare metafora della montagna. Tale analogia afferma che ci sono molte strade che conducono ad una montagna. Alcune avanzano in vie più dirette mentre altre si snodano in vari circuiti, che però prima o poi giungono alla stessa meta, sulla cima della montagna.
In questo modo si afferma che ci sono molte strade che portano a Dio. Possono esserci diverse strade che però conducono tutte verso lo stesso posto – allo stesso Dio. Ciò significa che le svariate strade non presentano delle differenze nel Dio che troviamo. La persona di Dio, allora, diventa il minimo (oppure il massimo) comune denominatore di tutte le religioni.
La metafora delle strade trova sostegno nella democratica verità lapalissiana in base alla quale tutte le religioni si equivalgono per definizione. La falla di questa tesi sta nel pensare che tutte le religioni debbano considerarsi non opinabili soltanto per il fatto che godono di pari tolleranza davanti alla legge. Ciò sarebbe vero se non esistesse nessun Dio, ma in tal caso si dovrebbe affermare che, quanto alla loro tesi principale, sono tutte ugualmente confutabili.
Sostenere che tutte le religioni in definitiva credono nello stesso Dio è per antonomasia un’affermazione che non ha senso. Lo rivela un’analisi anche superficiale del contenuto di ogni singola religione. La natura della divinità cananea Baal si distingue profondamente dalla natura del Dio della Bibbia. Essi non si equivalgono neanche lontanamente. Questa distinzione netta si ritrova anche mettendo a confronto il Dio di Israele con gli déi e le dee della mitologia romana, greca o nordica.
La questione diviene ancora più complessa quando consideriamo che spesso religioni diverse utilizzano lo stesso nome per identificare Dio mentre la loro visione della natura di Dio è estremamente diversa. Pensa, ad esempio, alla religione dei Mormoni. Questa afferma di riconoscere la Bibbia (al pari del libro di Mormone, la Perla di grande valore e la dottrina dei patti) e professa di credere nel Dio della Bibbia come nel Cristo descritto dalla Bibbia. I Mormoni si attribuiscono la denominazione di Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli ultimi giorni. Tuttavia il cristianesimo storico non riconosce la religione di Mormone come una branca o denominazione del cristianesimo. Perché? Perché la concezione della natura di Dio e di Cristo portata avanti da Mormone è nettamente diversa sul piano dei fondamenti della fede. Per esempio, il Mormonismo rifiuta categoricamente la piena deità di Cristo affermando che Cristo è pre-esistente, ma non eterno. È grandemente esaltato – quindi adorato – ma nella teoria mormonica rimane una creatura, non il Creatore.
Cosa possiamo dire riguardo l’Islam? L’Islam è una delle più grandi religioni al mondo. Nella città di Gerusalemme la cupola della roccia rappresenta uno dei templi sacri più belli del pianeta. L’Islam dichiara di riconoscere il Dio del Vecchio Testamento. Tiene in elevata considerazione i patriarchi della fede, riservando perfino un certo onore a Gesù quale grande profeta, ma Egli diventa insignificante rispetto all’importanza di Maometto, che in questa dottrina è il profeta supremo: “Allah è Dio e Maometto è il Suo profeta”.
Questo ci obbliga a chiederci: “Allah e Yahweh sono lo stesso Dio, soltanto con un nome diverso?”. Oppure potremmo porre la questione in altri termini: “Allah è lo stesso Dio della Bibbia?”
La risposta a queste domande dipende prima di tutto dalla risposta alla questione: “Il Dio del cristianesimo coincide con il Dio del Vecchio Testamento, cioè Yahweh?”. Se l’essere che viene chiamato “Dio” nel Nuovo Testamento è il Dio chiamato “Yahweh” nel Vecchio Testamento, allora è evidente che il Dio dell’Islam non è il Dio della Bibbia. Dato che Yahweh rivela Sé stesso costantemente attraverso il mandato di Cristo e degli apostoli, appare evidente che Yahweh si distingue da Allah in ogni aspetto. Infine non è possibile coniugare la teologia del cristianesimo con la teologia dell’Islam. Le due divergono in merito ai punti fondamentali.
La differenza più evidente riguarda la trinità. I cristiani professano la natura trina di Dio. Il termine “natura” può essere frainteso in questo contesto dato che in merito a Dio la dottrina cristiana afferma che Dio nella sua essenza (o natura) è unico e allo stesso tempo tre entità diverse in una persona. Ciò significa che la distinzione di Dio in più persone non è una differenziazione nell’essenza, che ci porterebbe ad avere tre déi. Se vogliamo essere precisi siamo costretti ad esprimerci sul filo del rasoio dicendo che la distinzione di Dio in più persone è una differenziazione essenziale, ma non una separazione nell’essenza. Dio è un unico essere (o essenza), ma è fondamentale attestare la personale differenziazione di Dio, perché la definizione che gli è data dalla Bibbia si spinge fino a questo punto.
E’ su questo punto che il concetto musulmano di Dio si distingue in maniera evidente rispetto alla comprensione cristiana della figura di Dio: il termine “dio” non fa riferimento allo stesso essere in tutte le religioni perché è chiaro che Allah non è trino. Secondo l’Islam non esiste la seconda persona della trinità che diventa carne e concretizza la nostra salvezza, tantomeno può esistere una terza persona della trinità che opera la redenzione in noi. Perciò le concezioni circa la persona di Dio resa efficace per l’opera e l’essere di Cristo e per mezzo della persona e l’opera dello Spirito Santo rimangono su posizioni radicalmente opposte.
Ci sono altre due differenze cruciali tra il cristianesimo e l’islam. L’islam non contempla la croce e la resurrezione, pilastri della fede che sono l’essenza del cristianesimo e che hanno un’importanza fondamentale per il piano del Dio della Bibbia. Alla sua morte Maometto non ha compiuto l’espiazione per i nostri peccati. E quando è morto, non è tornato in vita.
Ci sono altre differenze fondamentali che potremmo approfondire su come Dio viene inteso nel cristianesimo ortodosso e come venga invece concepito dall’islam ortodosso. Alla luce di quanto detto finora è sufficiente concludere che Yahweh e Allah non sono lo stesso dio. Il primo è il Dio vivente, mentre l’altro è un idolo.
Traduzione a cura di Merlini Elena
Tematiche: Cristianesimo, Islam
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