Vivi per il tuo desiderio più grande

 

 

 

Per oltre vent’anni, la bandiera che ha svolazzato sopra le conferenze di Passion è una dichiarazione del profeta Isaia. Se vai sul sito Passion 2020 e clicchi su “more information” (più informazioni) e scorri verso il basso, questo è ciò che vedrai di Isaia 26:8 (sfumato dal giallo, al magenta, al rosso):

Sì, nella via dei tuoi giudizi, o Eterno, noi ti abbiamo aspettato. Il desiderio della nostra anima si volge al tuo nome e al tuo ricordo.

Questo non è mai cambiato, fin dall’inizio di Passion. O Dio, il tuo ricordo, la tua fama sono il desiderio delle nostre anime e così sì Signore, noi ti aspettiamo. Noi ti desideriamo; tu sei il nostro desiderio più grande.

 

Nome sopra ogni nome

La ragione per cui dico “tu, Signore” e non solo “il tuo nome” è il nostro desiderio, non è solo perché il testo dice “noi abbiamo aspettato te” ma anche per ciò che “il tuo nome” significa: il tuo nome è la tua essenza, chi tu sei. Tu hai detto che il tuo nome è Yahweh, “Io Sono Colui che Sono” (Esodo 3:14). Quindi, quando noi diciamo che il suo nome è il nostro desiderio, intendiamo che la sua essenza è il nostro desiderio.

 

Ora, da questa parte dell’incarnazione, ti conosciamo con un altro nome: Gesù, che disse la più oltraggiosa, la più gloriosa, la più vera affermazione che un uomo abbia mai detto: “Prima che Abrahamo fosse nato, Io Sono” (Giovanni 8:58). Così Gesù è “Io Sono”. Gesù è Yahweh. “Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio” (Giovanni 1:1). La Parola era Yahweh, “Io Sono Colui che Sono”. “E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi” (Giovanni 1:14); e di questo grande, incarnato “Io Sono”, l’angelo disse “e tu gli porrai nome Gesù, perché egli salverà il suo popolo dai loro peccati” (Matteo 1:21).

 

Per oltre vent’anni non ci sono stati dubbi, né cambiamenti: questa è la bandiera che svolazza sopra a Passion. Il nostro desiderio, il nostro desiderio più grande sei tu Dio, l’“Io Sono”, colui che assolutamente è, nessun inizio, nessuna fine, nessun divenire. Tu, Yahweh. Tu, l’incarnato Dio-uomo. Tu, Gesù, l’unica persona nell’universo che può salvarci dai nostri peccati, perché sei Dio e uomo: tu sei il nostro desiderio più grande.

Per la fama del nome di Dio

Non solo privatamente, Dio, no; noi desideriamo il tuo ricordo, la tua fama. “Il desiderio della nostra anima si volge al tuo nome e al tuo ricordo”. Noi desideriamo che tu sia famoso! Noi desideriamo che tu sia conosciuto, ammirato, amato, adorato e apprezzato da tutte le persone di tutto il mondo, di tutte le città, di tutti i campus, di tutte le chiese.

 

Nessun Re in competizione

Quando diciamo che tu sei il nostro desiderio – il tuo nome, la tua fama – non intendiamo che lo sarai un giorno, forse. Forse tu sarai famoso, forse no. Questo non è ciò che Isaia 26:8 significa; non è ciò che noi intendiamo. Non lo è mai stato né mai lo sarà. La fama di Dio non è un forse, sta arrivando, è più sicuro del sole che sorge.

 

Tutte le estremità della terra si ricorderanno dell’Eterno e si convertiranno a lui, e tutte le famiglie delle nazioni adoreranno davanti a te. Poiché all’Eterno appartiene il regno, ed egli signoreggia sulle nazioni. (Salmo 22:27-28)

 

Questo non è un forse; il Vangelo del tuo nome, tuo Figlio, la tua salvezza, raggiungeranno le nazioni. Egli radunerà le sue pecore, egli costruirà la sua chiesa. “Poiché all’Eterno appartiene il regno, ed egli signoreggia sulle nazioni”. Gesù non è morto invano! Egli ha comprato il suo popolo. Lui lo avrà da qualsiasi nazione; il suo sangue non è stato sprecato.

 

Sei stato ucciso, e col tuo sangue ci hai comprati a Dio da ogni tribù, lingua, popolo e nazione. (Apocalisse 5:9)

Essi sono riscattati, arriveranno. La gloria mondiale di Gesù non è un forse.

I regni del mondo sono divenuti il regno del Signor nostro e del suo Cristo, ed egli regnerà nei secoli dei secoli. (Apocalisse 11:15)

 

Non ci sono forse, non ci saranno re in competizione. Il suo nome e la sua fama saranno supremi e universali ed ogni contendente per il suo trono sarà sconfitto.

L’alterigia dell’uomo sarà abbassata e l’orgoglio degli uomini eminenti sarà umiliato; soltanto l’Eterno sarà esaltato in quel giorno. (Isaia 2:17).

 

Il tuo desiderio più grande

Tutti gli umili e i modesti, il cui desiderio più grande è stato il nome e la fama di Gesù, soddisferanno il loro desiderio pienamente. Noi saremo con lui e lui sarà con noi, e ogni ostacolo al nostro godimento della sua presenza, del suo nome e della sua fama sarà rimosso.

 

Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate. (Apocalisse 21:3-4)

“Dio si offre a noi come il tesoro infinitamente prezioso, infinitamente bello e completamente soddisfacente dell’universo per il nostro completo e infinito godimento.”

 

Tutto questo sta arrivando: la sua fama, il suo nome, questo Dio-uomo, Gesù, Yahweh, sta arrivando. Definire questo il desiderio delle nostre anime non è un desiderio incerto, un compimento incerto: no. Possiamo già assaporarlo. Infatti, se non potessimo assaggiarlo, non potremmo desiderarlo; e se non lo desideriamo, non lo avremo (1 Pietro 2:3). Essere nato di nuovo significa assaporare che Dio è desiderabile più di ogni altra cosa, e questo Dio che desideri è Gesù.

 

Nulla è più importante nella tua vita del risveglio di questo desiderio. Il trionfo di questo desiderio sopra a qualsiasi altro desiderio. Se il nome e la fama di Gesù, il Salvatore, il Figlio di Dio, il Re dei re, non diventa il tuo desiderio più grande, non stai solo sprecando la tua vita; la perderai.

 

Desiderio: amico o nemico?

Tutto questo conduce a due domande o due obiezioni, e la mia speranza e preghiera è che rispondendo a queste due domande, ti convincerò a non darti pace finché Gesù, personalmente prezioso e mondialmente famoso, non sarà il tuo desiderio supremo.

 

  1. Alla fine, tutta questa enfasi sul desiderio, non sarà controproducente? Anche se dici che il nome e la fama di Dio sono il tuo desiderio, ti stai esprimendo così tanto sul tuo desiderio, lo stato del tuo cuore, che finisci per creare un dio dal tuo desiderio. Se spendo la mia vita a ricercare il mio desiderio, non sto ponendo me stesso, il mio desiderio come la cosa più importante, al posto di Dio? E così tutto questo diventa controproducente, no? Questa è una domanda.
  2. Ecco l’altra: cosa succede se ti incoraggio non solo a desiderare il nome e la fama di Dio sopra ogni cosa, ma anche a fare di questo desiderio il motivo per ogni cosa che fai, la forza sostenitrice di ogni opera buona? Di ogni atto di amore? Cosa che peraltro faccio. Non contaminerei dunque il tuo amore per gli altri trasformando l’amore in egoismo? Avrò il mio desiderio soddisfatto nel fare del bene a te. E così rovino la bellezza morale dell’amore altruista, trasformandolo in egoista: la ricerca del mio desiderio.

 

Se pensassi che queste due paure, la paura di creare un dio dal mio desiderio e la paura di rovinare l’amore ricercando il mio desiderio, fossero solo una minaccia alla conferenza Passion o qualcosa di negativo per Passion, probabilmente non le avrei tirate fuori. Ma la mia sensazione è che centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo sono indebolite nella loro relazione con Dio dal sospetto che il desiderio è un alleato pericoloso nell’adorazione e la mia sensazione è che centinaia di migliaia di persone sono ostacolate nell’amore genuino per gli altri dal sospetto che ricercare il mio desiderio è un motivo corrotto per qualsiasi buona opera.

 

Quindi, cosa dovremmo fare? Il mio suggerimento è questo: prima di rimanere impigliato in argomentazioni psicologiche, filosofiche o etiche, guarda Gesù nella sua parola e chiediti: che cosa disse riguardo a questo? E quando agiva per amore, come era motivato? Qual era il ruolo del desiderio nell’insegnamento e nelle azioni di Gesù?

 

Misuriamo la forza di queste obiezioni guardando Gesù.

 

Approfondisci il rinnegare te stesso e il desiderio

Forse chi obietta che noi creiamo un dio dal desiderio quando mettiamo così tanta enfasi su questo, anche se Dio è il nostro desiderio, mi porterebbe a Marco 8:34 e direbbe: il tuo enfatizzare sul conseguimento del tuo desiderio contraddice l’enfasi di Gesù sul rinnegare se stessi e seguirlo. Gesù disse:

Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

Ma tu Piper dici: “Non rinnegare i tuoi desideri, inseguili! Soddisfali! Rendili più intensi!” Il che è vero, se desideri Dio.

 

La mia risposta: “Hai bisogno di guardare più attentamente a ciò che effettivamente Gesù disse e come argomenta in questo testo. Non è come pensi. Infatti, questo testo non solo non è un problema per quello che sto insegnando ma è la base di questo.”

 

So che sembra il contrario. Come può l’insegnamento di Gesù, che dovremmo rinnegare noi stessi, davvero insegnare che dovremmo soddisfare il nostro desiderio per Dio? Ma questo è esattamente ciò che Gesù insegna, lo vedremo tra un minuto. L’abnegazione di tutti i cristiani è per il fine della massima ed eterna soddisfazione in Dio. Infatti, lo sforzo di negare a te stesso Dio come il tuo desiderio supremo è idolatria e blasfemia.

 

Ricerca il vero piacere

Dio si offre a noi come il tesoro infinitamente prezioso, infinitamente bello e completamente soddisfacente dell’universo per il nostro completo e infinito godimento. Questo è ciò che dice il Salmo 16:11.

Ci sono gioie a sazietà in tua presenza;
alla tua destra vi sono delizie in eterno.

 

Pienezza e per sempre; questo non può essere migliorato. Non c’è nulla di più pieno della pienezza o più lungo di per sempre. Se voltiamo le spalle a questa offerta, agli eterni piaceri della presenza di Dio come compimento del desiderio della nostra intera vita, dicendo: devo negare a me stesso quel pieno ed eterno godimento di Dio, siamo blasfemi ed idolatri e abbiamo rifiutato la parola di Gesù. Ascolta di nuovo Gesù:

 

Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. (Marco 8:34)

“Ogni giorno devo considerarmi morto con Cristo. Qui c’è il vero rinnegare se stessi. Il cristianesimo è costoso”

 

Quindi non commettere errori; c’è un reale rinnegare se stessi, c’è una croce reale. Vera sofferenza da sopportare per Gesù, una morte vera da morire. Il vecchio John Piper deve essere crocifisso. Ogni giorno devo considerarmi morto con Cristo. Qui c’è il vero rinnegare se stessi. Il cristianesimo è costoso, costerà a molti di voi la vostra vita, letteralmente.

 

Ma, in che modo Gesù argomenta nel versetto successivo per motivarci a vivere in questo modo, in questo modo sacrificale? Ecco cosa dice:

Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà. (Marco 8:35)

 

Vedete come sostiene il rinnegamento di se stessi? Perché non dovremmo provare a salvare le nostre vite servendo Gesù? Perché se lo facciamo, perderemo le nostre vite, per sempre. Perché dovremmo essere desiderosi di perdere le nostre vite servendo Gesù in questo mondo? Perché se lo facciamo le salveremo, per sempre.

 

Gioia ad ogni costo

Così, cosa presume questo? Presume che nessun vero discepolo getterà via l’eterna gioia in Dio per soli 80 anni di comoda e mondana indulgenza. I discepoli di Gesù non sono idioti, Gesù presume che un vero discepolo desideri la gioia eterna in Dio più di quanto vogliamo tutto quello che questo mondo può dare. Questo è il presupposto, questa è la premessa di base, così è come funziona la questione.

 

Se perseguire il nostro desiderio, la gioia eterna in Dio, ci costa tutto qui, allora noi negheremo a noi stessi tutto qui. Così funziona! Ecco come nascono i cristiani coraggiosi. È da qui che provengono i missionari che si assumono rischi; qui è dove il tuo mondo si capovolge.

 

No. No. No. Non stiamo creando un dio dal desiderio. I nostri desideri fanno chiarezza su chi è il nostro dio: il mondo o Dio, il nostro nome o il suo nome, la nostra fama o la sua fama. I nostri desideri non sono ciò che adoriamo; sono la nostra adorazione e ciò che noi desideriamo più di tutto è il nostro Dio. Se appartieni a Gesù, dirai dal cuore:

Il desiderio della nostra anima si volge al tuo nome e al tuo ricordo. (Isaia 26:8)

 

Ciò che sostiene il vero amore

Qualcun altro potrebbe obiettare: “Ho capito dove vuoi arrivare. Tu ci stai mostrando che dicendo che dovremmo desiderare il nome e la fama di Gesù sopra ogni cosa, questo ci porta a dire che questo desiderio dovrebbe essere il motivo, la forza sostenitrice per ogni cosa che facciamo. Giusto?” Sì. “Questo significa che ogni atto di amore diventa un sentiero per il compimento del nostro desiderio per Dio. È corretto?” Sì. “E la soddisfazione che speri di trovare in Dio ti permette di sopportare il doloroso costo dell’amore ora. Giusto?” Giusto.

 

“Come può questo non contaminare l’amore per gli altri, trasformandolo in qualcosa di egoistico? Tu avrai i tuoi desideri soddisfatti presumibilmente facendo del bene a me. Quindi rovini la bellezza morale dell’amore, trasformandola in egoistica. Dipende tutto da te e dai tuoi desideri”.

 

Nessun sacrificio più grande

Ancora una volta, misuriamo la forza di questa obiezione guardando Gesù. Guardiamo Ebrei 12:1-2.

Corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

 

Lo scrittore descrive la tua vita come una maratona. Puoi vederlo nelle prime parole: “Corriamo con perseveranza la gara”. Non hai bisogno di perseveranza per una corsa di 100 metri. Hai bisogno di forza, ma per una maratona hai bisogno di perseveranza. La vita cristiana è una maratona lunga una vita di amore costoso. Paolo disse: “Tutte le cose che fate, fatele con amore.” (1 Corinzi 16:14) La vita è una lunga corsa di amore.

 

La maratona di Gesù è durata 33 anni ed egli corse le ultime ore della corsa con una corona di spine sulla sua testa e chiodi nelle sue mani e nei suoi piedi: e ha finito. O Dio, potrei desiderare che anche in un gruppo così ampio (credenti e non credenti) che noi tutti saremmo d’accordo che non c’è mai stato né mai ci sarà un atto di amore più grande di quello del Figlio di Dio che ha volontariamente sacrificato se stesso per salvare i suoi nemici.

 

Tutto per la gioia

Così, la domanda è: qual è stata la forza sostenitrice che ha permesso a Gesù di continuare a correre nell’amore fino alla fine, anche con i chiodi nei suoi piedi? La risposta del testo è chiara, puoi vederla nel mezzo del testo.

Corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

“Per la gioia che gli era posta dinanzi”, oltre, al di là della sofferenza e della morte e della resurrezione. Gioia che poteva assaporare (vedi Ebrei 11:1). Ha considerato l’infamia (i criminali venivano crocifissi nudi e insultati) e ha disprezzato l’infamia, cosa significa?

 

Ha figurato l’infamia, la vergogna come una specie di tentatore e ha detto: “Vergogna, so cosa stai provando a fare. So la potenza che hai di distogliere le persone dal sentiero dell’obbedienza e dell’amore. So come hai creato nell’anima umana un desiderio quasi irresistibile di non essere imbarazzato o svergognato. Ma ascoltami, vergogna, io posso assaporare, proprio ora, una gioia diecimila volte maggiore di quella che avrei avuto temendoti. Vergogna, io disprezzo ciò che stai provando a fare, a creare in me un desiderio più grande del mio desiderio per la gioia che mi sta aspettando sul sentiero di questa obbedienza. Vattene, vergogna. Questa gioia, posta dinnanzi a me è troppo grande e il mio desiderio per essa è assolutamente invincibile.”

 

E con questo egli sopportò la croce, gettò al vento la vergogna, morì per il peccato, risuscitò dai morti e raggiunse la gioia che gli era posta davanti alla presenza di suo Padre (Giovanni 17:5,24). Così, prendi nota! Il più grande atto di amore che fu mai compiuto è stato sostenuto dal desiderio della gioia alla presenza di Dio.

 

Fissa lo sguardo su Gesù

Corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù… Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

 

Quando il testo dice “fissando lo sguardo su Gesù” non significa: “Non comportarti come Gesù, non essere motivato dalla ragione per cui lo era Gesù, non lasciare che il tuo amore sia sostenuto dal desiderio della gioia alla presenza di Dio” No. “Fissando lo sguardo su Gesù” non significa: “Attenzione! Se sei motivato dalla ragione per cui lo era Gesù, trasformerai l’amore in qualcosa di egoistico. Rovinerai la bellezza morale del sacrificio trasformandola nel sentiero per la soddisfazione del tuo stesso desiderio. Non essere così, Gesù non è un buon esempio qui.” Questo non è ciò che significa “fissando lo sguardo su Gesù”.

 

Significa: non provare ad essere motivato da qualcosa di più nobile e virtuoso di quello per cui lo fu Gesù. Per la gioia che gli era posta davanti lui amò al costo della sua vita. Provare ad essere migliori di Gesù è blasfemia.

 

Il vero amore cristiano

Quindi se ogni atto di vero amore cristiano è di fatto sostenuto dal nostro desiderio per la gioia di Dio posta dinanzi a noi, l’esperienza di sentire Gesù dire “entra nella gioia del tuo Signore” (Matteo 25:21), unisciti a me nel godimento di Dio per sempre, se ogni atto di vero amore cristiano è sostenuto dal nostro desiderio e speranza per questa gioia, allora, perché questo non rovina ogni atto di amore, trasformandolo in egoistico?

 

Per dirlo in parole povere, dal momento che Gesù ha amato così, perché la croce di Cristo non è mero egoismo? Lui è morto per avere la sua gioia!

“Essere nato di nuovo significa assaporare che Dio è desiderabile più di ogni altra cosa, e questo Dio che desideri è Gesù.”

 

La risposta è questa: l’egoismo è usare o ignorare gli altri per ottenere la tua felicità a loro spese. Ma questo non è ciò che sta succedendo sulla croce. Nemmeno in ogni atto d’amore cristiano. Gesù non sta usando o ignorando gli altri per ottenere la sua propria felicità; Gesù sta soffrendo e morendo proprio per includere gli altri nella stessa felicità che lui stesso desidera e spera, la gioia che gli era posta dinanzi. Non si chiama egoismo quando il tuo scopo è aumentare la tua felicità in Dio includendo gli altri in questo, specialmente quando ti costa la tua vita. Questo non è egoismo, questo è amore.

 

Il desiderio delle nostre anime

Quindi, torniamo all’inizio. La bandiera che svolazza sopra Passion ti invita a sperimentare un miracolo nella tua vita: il miracolo del desiderio. Miracolo perché non puoi fare in modo che accada: è un dono. La bandiera di Isaia 26:8 sta svolazzando. Lo stesso spirito che la fa svolazzare è lo spirito che risveglia il tuo desiderio. Dio ti sta chiamando ad abbracciare il miracolo di dire dal tuo cuore:

Il desiderio della nostra anima si volge al tuo nome e al tuo ricordo. (Isaia 26:8)

 

Nulla è più importante nella tua vita del trionfo di questo desiderio sopra a tutti gli altri desideri. Se il nome e la fama di Gesù, il Salvatore, il Figlio di Dio, il Re dei re, non diventa il tuo desiderio più grande, non stai solo sprecando la tua vita; la perderai.

 

Ma se Gesù diventa il tuo desiderio più grande, anche se questo dovesse costarti la vita, finirai la corsa, ne porterai molti con te e insieme entrerete nella gioia del vostro Signore, per sempre.

 

 

Traduzione a cura di Debora Betti

 

Tematiche: Gioia del Signore, Gloria di Dio, Vita Cristiana

John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.

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