Verità che riemergono mentre affonda l’economia
Il giornalista colombiano José Alejandro Castaño pubblicò, 6 anni fa, un libro dal titolo “Cierra los ojos princesa” (Chiudi gli occhi principessa). Quel libro fu scritto mediante un’intervista di circa 20 giorni alla moglie ed ai figli di Pablo Emilio Escobar Gaviria (01/12/1949 – 02/12/1993) uno dei più noti e ricchi trafficanti colombiani di cocaina e marijuana nella storia del mondo. All’interno del libro, ciò che emerge maggiormente è l’amore di Pablo per sua figlia Manuela. Uno degli aneddoti più interessanti è sicuramente quello raccontato dal figlio. Ossia la volta in cui, mentre si trovavano nascosti in una casa sulle montagne vicino Medellìn, Pablo compì un gesto straordinario, quasi folle. Essendo braccati dalla polizia e non avendo altro a disposizione, per evitare che la piccola Manuela andasse in ipotermia, non esitò a bruciare due milioni di dollari in contanti.
Ho appositamente scelto di utilizzare un esempio iniziale molto forte, in cui emergessero da una parte l’enorme quantità di denaro, seppur ricevuto mediante attività illecite, e dall’altra un gesto carico di amore paterno verso la propria figlia. Che valore aveva il benessere della figlia Manuela agli occhi di Pablo? Fino a che punto sarebbe stato disposto ad arrivare? Forse a bruciare ancora più soldi per lei. Quante persone eticamente e moralmente “ineccepibili” avrebbero fatto altrettanto? Quanti genitori hanno sacrificato gran parte del tempo, che avrebbero potuto passare con i propri figli, per poter accumulare più denaro con la scusa che, in fin dei conti, lo stavano facendo per il loro futuro?
Siamo tutti perfettamente consapevoli del fatto che questa pandemia mondiale sta colpendo, in modo molto violento, l’economia planetaria. Perciò anche la nostra economia. Non soltanto a livello nazionale, perché gli effetti che il Covid-19 sta avendo sul sistema economico sono penetrati capillarmente anche nel delicato equilibrio finanziario di quasi tutte le famiglie italiane. Poiché viviamo innegabilmente in un mondo quasi totalmente incentrato sull’economia, al punto tale da considerarla spesso più importante della salute fisica, emotiva e spirituale delle persone che lo abitano, è fondamentale sfruttare questo momento drammatico per fare delle riflessioni, per ridimensionare l’importanza del denaro rispetto ad altri valori della nostra breve vita. Mi auguro pertanto che le seguenti 4 affermazioni possano aiutarti a relazionarti in modo più corretto con il denaro.
I° – Sei un semplice amministratore di ciò che erroneamente ritieni “tuo”
Salmo 24:1 Al SIGNORE appartiene la terra e tutto quel che è in essa, il mondo e i suoi abitanti.
1 Cronache 29:12 Da te provengono la ricchezza e la gloria; tu signoreggi su tutto; in tua mano sono la forza e la potenza, e sta in tuo potere il far grande e il rendere forte ogni cosa.
Il ragionamento è piuttosto semplice da comprendere. Se è vero che a Lui appartiene tutto e che signoreggia su tutto, ne consegue che anche tutto ciò che abbiamo è Suo. Pertanto, se l’essere umano non possiede nulla, in quanto tutto è di Dio, non è che un semplice amministratore di quanto gli viene affidato. Io e te abbiamo quindi la responsabilità ed il dovere di amministrare in modo saggio tutto ciò che Dio ci ha affidato: il tempo, la casa, la macchina, le forze fisiche, la salute, i talenti e così via. Sicuramente, una delle cose più difficili ed impegnative da amministrare è sicuramente il denaro ritenuto “proprio”.
1 Samuele 2:7 Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza.
La ricchezza ed il benessere che possediamo sono limitati al progetto sovrano di Dio. È Lui che ha deciso ciò che dobbiamo amministrare. Questo è molto importante da accettare per contrastare alla radice qualsiasi insoddisfazione del proprio stile di vita od i problemi economici che ci si troverà ad affrontare nella vita. Egli, un giorno, valuterà la nostra vita anche in base al rapporto che avremo instaurato con i nostri beni perché, molto spesso, il cuore di un uomo ed il suo livello spirituale sono chiaramente verificabili dal modo in cui li gestisce. È interessante osservare come, nella Bibbia, vi siano oltre 2000 versetti che parlano del denaro e di ciò che l’uomo possiede e come più di 300 si trovino nei 4 vangeli, perché Gesù parlò più del rapporto uomo-denaro che di inferno e paradiso messi insieme.
II° – L’amore per il denaro è idolatria
Matteo 6:24-25, 31, 34 Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona. 25 Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? 31 Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?” 34 Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.
Nel sermone sul monte Gesù non si scaglia contro l’accumulo di denaro (ciò che chiama “Mammona” rappresenta la personificazione dei beni materiali) ma contro l’amore nei confronti del denaro stesso, facendolo diventare un idolo del cuore. L’amore per il denaro lo renderà l’oggetto del nostro desiderio, gli concederà la chiave per la porta del nostro cuore, ma ciò ci condurrà inevitabilmente tra le braccia dell’ansietà. Tale stato d’animo non sarà alimentato unicamente dalla paura di non riuscire ad ottenere il necessario per vivere. Solitamente, più denaro le persone riusciranno ad ottenere e più facilmente si attaccheranno ad esso, con l’inevitabile terrore di perderlo e di essere privati dell’oggetto della propria idolatria.
Proverbi 18:11 I beni del ricco sono la sua roccaforte; sono come un’alta muraglia, nella sua immaginazione.
Proverbi 23:4-5 Non ti affannare per diventare ricco; smetti di applicarvi la tua intelligenza. 5 Vuoi fissare lo sguardo su ciò che scompare? Poiché la ricchezza si fa delle ali, come l’aquila che vola verso il cielo.
Sappiamo perfettamente che nessuno ama letteralmente i propri soldi. Ciò che conquista il nostro cuore è il potere che essi ci permettono di acquisire. Il denaro offre, a chi lo idolatra, un’illusoria sensazione di “onnipotenza”. È una vera e propria “scarica di adrenalina” per il nostro orgoglio. Infatti, una persona ricca svilupperà una forte influenza su chi la circonda, sarà attorniata da persone che la aiutano e la cercano unicamente per poter ricevere da essa soldi o regali. Chi possiede molto denaro avrà la possibilità di viaggiare (ovviamente quando questa pandemia cesserà), di permettersi le cure migliori e di sentirsi protetta dalle incognite della vita.
Il denaro ha una forza seduttiva enorme, in grado di attrarre a sé ogni ceto sociale. Infatti, sia il ricco che ne possiede molto, che il povero che ambirebbe a possederne molto di più, possono illudersi che sia in grado di infondere vera gioia e vera sicurezza. Eppure tale stato d’animo non è che un grande inganno spirituale. Chi si illude di poter soddisfare il proprio bisogno di sicurezza e di valore con il denaro ha inevitabilmente scelto di sostituire l’oggetto della propria fiducia, che dovrebbe essere riposta unicamente nel vero Dio, con un idolo. Certo molto potente, ma pur sempre infinitamente inferiore al Creatore.
Ecclesiaste 5:10 Chi ama l’argento non è saziato con l’argento; e chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta. Anche questo è vanità.
Come ogni altro idolo, anche il denaro alla fine delude. Pertanto, chi ama il denaro non sarà mai soddisfatto dal denaro. Lo comprova il fatto che, molto spesso, le persone ricche e famose sono profondamente infelici e vuote, perché solo Gesù Cristo può essere ritenuto la fonte della vera pace e della vera gioia. Una persona avida ed infelice, povera o ricca che sia, rivela che il dono è amato più del Donatore, perché se tutto è un dono di Dio, l’insoddisfazione verso ciò che si possiede è sempre un’accusa velata e silenziosa nei confronti della generosità divina.
Un ottimo test per verificare l’idolatria del cuore è ricordare questo semplice principio: un idolo è ciò per cui sei pronto a peccare per ottenerlo od a reagire peccando se ti viene tolto.
III° – Non puoi usare i “tuoi” soldi unicamente per te
Proverbi 11:24 C’è chi offre liberalmente e diventa più ricco, e c’è chi risparmia più del giusto e non fa che impoverire.
Efesini 4:28 Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno.
1 Giovanni 3:17 Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l’amore di Dio essere in lui?
I soldi che possediamo devono essere usati non soltanto per provvedere alle necessità proprie e quelle familiari, ma anche per le vere necessità altrui. Dio desidera che il frutto del nostro lavoro mostri concretamente l’amore che nutriamo per Lui e per il nostro prossimo. L’avarizia nasconde idolatria, incredulità ed un profondo egoismo, in quanto ci porta a privare altri, che Dio mette appositamente sul nostro cammino, del nostro aiuto e quindi del necessario. Nonostante quanto detto, occorre ricordare che il cristiano non è chiamato a dare denaro ad ogni mendicante, ma a valutare le reali necessità di chi chiede aiuto.
Proverbi 3:9-10 Onora il SIGNORE con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita; 10 i tuoi granai saranno ricolmi d’abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di mosto.
Il passo non ci incoraggia a pensare alla logica del “vangelo della prosperità”, ossia che se doniamo 100 euro per l’opera del Signore Lui ci ricompenserà facendocene guadagnare 1000. Piuttosto comporta l’idea che ogni persona che eviti di donare parte delle proprie risorse per onorare l’opera di Dio (spese della chiesa locale, sostegno dei conduttori, missioni, ecc.) per mancanza di fiducia nei Suoi confronti o per poterne gestire di più per sé stessa, nasconda una profonda mancanza di fiducia. Che non stia ritenendo Dio in grado di prendersi cura delle proprie necessità e di donare abbondanza di gioia, di serenità ed una vita ricca di significato.
IV° – Ciò che SEI conta molto di più di ciò che possiedi
Luca 12:15 Poi disse loro: «State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita».
I nostri soldi non sono né buoni e né cattivi. Alcuni pensano erroneamente che i veri cristiani non dovrebbero possedere nulla, non avere case di proprietà o beni di lusso. In tal modo riuscirebbero a resistere alle insidiose tentazioni del denaro. In realtà, Dio può fornire liberamente ricchezze ai Suoi figli per permettergli di godere della Sua generosità. Ciò che conta non è ciò che possiedi, ma chi sei, e chi sei lo mostrerai dal modo in cui saprai gestire ciò che hai. O meglio, ciò che ti è stato affidato.
1 Timoteo 6:6-7, 9-10, 17-18 La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno. 7 Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla. 9 Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione. 10 Infatti l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori. 17 Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d’animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo; 18 di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare.
Non sono unicamente i ricchi ad amare il denaro, anche i poveri possono amare quel poco che hanno e scendere a compromessi per ottenerne di più. È una questione di atteggiamento del cuore. Purtroppo però l’amore per il denaro apre le porte all’insoddisfazione e conduce alla rovina. I cristiani ricchi dovrebbero manifestare la propria generosità rendendo altri partecipi del loro denaro. In tal modo dimostreranno che non si stanno concentrando sulla quantità di ricchezze che possiedono ma sul vero tesoro del cuore, Dio. Perfettamente consapevoli che è Lui a provvedere per loro tutto ciò di cui hanno realmente bisogno.
Proverbi 15:16-17 Meglio poco con il timore del SIGNORE, che gran tesoro con turbamento. 17 Meglio un piatto d’erbe, dov’è l’amore, che un bue ingrassato, dov’è l’odio.
Anche chi possiede molto denaro deve far proprie le parole di Salomone che abbiamo appena letto. Se lo farà mostrerà di essere riuscito a considerare la propria relazione con Dio e con i propri cari dei valori fondamentali, per nulla disposto a barattarli per il denaro o per un’occupazione lavorativa più redditizia.
Matteo 16:25-26 Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà. Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua? O che darà l’uomo in cambio dell’anima sua?
Viviamo in una società in cui i detti popolari sono “i soldi fanno la felicità” e “i soldi fanno girare il mondo”. In realtà sono entrambi errati. Dio dona la felicità ed è padrone del mondo. A Lui appartengono le nostre vite (ne determina la durata) ed anche il nostro denaro, noi siamo solamente degli amministratori. Un giorno quindi ci chiederà conto non solo di come lo avremo gestito, ma anche di ciò che abbiamo ritenuto più importante.
In questa vita il denaro può aprirci molte porte, ma quando compariremo davanti all’Eterno non potremo addolcire o corrompere il giudizio divino in alcun modo. Il Suo perdono gratuito sarà rivolto unicamente a coloro che, per fede, avranno “perduto” la vita, ossia saranno stati disposti a rinunciare agli schemi ed ai valori secolari per via della fiducia e della devozione totale verso Gesù. Mi auguro che anche tu sia tra questi.
Tematiche: Denaro, Idolatria, Vita Cristiana
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