Un modo più semplice per leggere l’Apocalisse
Immagina di guardare la finale di una partita di football da varie angolazioni della videocamera.
Prima angolazione della camera dal pilone: un giocatore segna un touchdown su corsa.
Seconda angolazione da dietro i pali della porta: segna un touchdown e schiaccia la palla.
Terza angolazione dal dirigibile: segna un touchdown, schiaccia la palla e la folla corre nel campo e riempie lo stadio.
La nostra comprensione di questo evento cresce in intensità e significato quando viene mostrato da molte angolazioni. Nelle sue lezioni al Reformed Theological Seminary, Michael Kruger usa questa utile metafora per spiegare uno strumento biblico letterario chiamato ricapitolazione.
La ricapitolazione è l’atto o l’istanza di riassumere e riformulare un racconto per dare una diversa enfasi o prospettiva. Uno dei libri biblici che utilizza la ricapitolazione con un effetto straordinario è Apocalisse.
Guardare il mondo attraverso il 7
Apocalisse è notoriamente disorientante, ma non deve essere così. Sì, ci sono i dragoni, gli angeli, gli anticristi e (apparentemente) molti ritorni di Cristo. Ma se leggiamo il libro attraverso le lenti della ricapitolazione, diventa più semplice capirlo.
È ampiamente riconosciuto il fatto che Apocalisse sia strutturato sulla ripetizione del numero sette: sette chiese, trombe, coppe e così via. Ma sorgono delle domande riguardo la sequenza e il campo di applicazione della successione di questi sette. Come sono tenuti insieme tra loro? Quando compaiono? Quanto sono distanziati tra loro? La ricapitolazione ci aiuta a rispondere a queste domande.
L’Apocalisse non è intesa per essere semplicemente letta come una cronologia di eventi fantastici. Dovrebbe essere vista come un insieme di eventi ripetuti sette volte, ognuno con una intensità crescente. L’Apocalisse è apocalittica: un genere definito da immagini, simboli e riferimenti all’Antico Testamento e all’antico mondo di Giovanni. Il suo scopo è quello di aiutare le chiese alle quali è stato scritto a vedere il mondo in modo diverso.
Come scrive Richard Bauckham: “L’effetto delle visioni di Giovanni… è di espandere il mondo dei suoi lettori, sia spazialmente (nel paradiso) che temporalmente (in un futuro escatologico)”. Questo è in accordo con altra antica letteratura ebraica apocalittica (come Daniele e altri libri extra-canonici), ma diversamente dalla letteratura extra-biblica, Apocalisse rimane distintamente cristiana e focalizzata su Cristo.
Cosa descrivono le sette sezioni?
Le sette sezioni descrivono i due avventi (o ritorni) di Gesù e il tempo che passa tra questi. In modi diversi, ognuno di essi racconta la stessa storia del ritorno di Gesù per salvare e giudicare. Letto in questo modo, vediamo l’enfasi chiara e ripetuta di Giovanni sul giudizio finale, e vediamo l’unico evento del ritorno di Gesù nella sua totale bellezza.
1 – Apocalisse 1:1–3:22
Dall’inizio del libro, il numero sette possiede un peso simbolico. Bauckham sostiene che i sette spiriti davanti al trono (1:4) simboleggino lo Spirito Santo nel Suo pieno potere e nella Sua presenza nelle chiese. Inoltre, Gesù si rivolge a sette chiese. Queste chiese rappresentano tutte le chiese che esisteranno nel periodo dell’inter-avvento, ovvero il periodo tra la prima e la seconda venuta di Gesù.
Sappiamo questo perché nella letteratura ebraica apocalittica, il numero sette rappresenta perfezione e completezza. Non è una coincidenza che ci siano sette chiese, candelabri, sigilli, pergamene e giorni della creazione, sette volte l’aspersione all’altare e sette anni di giubileo. Come osserva G. K. Beale: “Sette nell’Antico Testamento e nell’Apocalisse si riferisce figurativamente alla completezza e alla pienezza.”
2 – Apocalisse 4:1–7:17
La seconda sezione presenta la pergamena, i sette sigilli e i 144000. La pergamena rappresenta il piano di Dio per il periodo che intercorre tra le due venute.
I sette sigilli rappresentano le prove messe sulla terra durante il periodo tra le due venute, che culmineranno con il giudizio di Dio. Quando il settimo sigillo viene aperto, vediamo la prima angolazione del ritorno di Gesù.
I 144000—12000 da ogni tribù moltiplicato per 12—mostrano la pienezza del popolo di Dio in Israele e nella chiesa (12 tribù e 12 discepoli). Il focus non è sulla precisione numerica ma su un gruppo così ampio che nessuno può contarlo, da ogni tribù, nazione e lingua.
3 – Apocalisse 8:1–11:19
Le sette trombe vengono suonate. Giovanni si sposta verso un’altra angolazione del periodo tra le due venute, con uno schema che si mantiene identico attraverso tutte le serie in cui ogni tromba viene suonata. Come afferma Beale: “Verso la fine di ogni serie, c’è una descrizione del giudizio seguita da una raffigurazione della salvezza.”
Le trombe introducono il giudizio di Dio nelle sette aree della creazione: la terra, il mare, i fiumi, i cieli (sole, luna e stelle), le profondità degli abissi, il fiume Eufrate, i fulmini e la grandine. Nel capitolo 11 vediamo inoltre il ritorno di Gesù da una seconda angolazione con maggiore intensità mentre i 24 anziani lodano Dio. Il giudizio finale porta alla gratificazione dei santi, piccoli e grandi. Le parole usate qui per il giudizio finale sono usate nuovamente in Apocalisse 20:12, inserendo il lettore nella realtà che i giudizi di Apocalisse 11 e 20 sono lo stesso evento visto da angolazioni differenti.
4 – Apocalisse 12:1–14:20
Questa sezione presenta di nuovo la seconda venuta mentre un dragone, Satana, perseguita la chiesa. Se questo evento fosse inteso per seguire il capitolo 11, la cronologia sarebbe confusionaria. È meglio vedere questa sezione come un’altra ricapitolazione, l’intensità cresce con Giovanni che usa l’immagine di un tino sanguinante per il giudizio della grande vendemmia di Dio.
5 – Apocalisse 15:1–16:21
In questa quinta sezione, Giovanni descrive le sette coppe che rappresentano l’ira di Dio che viene versata. Tutto ciò culmina nella grande battaglia di Armagheddon.
Nel verso 16:17, la voce dal trono dice: “È fatto!” Se letto in ordine cronologico, sarebbe difficile comprenderne la finalità, ma questa è un’altra angolazione della fine.
6 – Apocalisse 17:1–19:21
La ricapitolazione è specialmente evidente qui. Come sottolinea J. D. Shaw, piuttosto che vedere gli eventi in successione, la visione torna al capitolo 12. Tutti i personaggi sul palcoscenico dell’Apocalisse iniziano a cadere. Babilonia, la bestia, il falso profeta e (come vedremo nel capitolo 20) il diavolo stesso sono gettati nello stagno di fuoco. Gli unici due personaggi rimasti sul palco sono la donna e il bambino. Queste sono la grande battaglia e le nozze della chiesa all’Agnello.
7 – Apocalisse 20:1–22:21
Di nuovo la battaglia! Questa ultima visione mette in evidenza il trionfo di Cristo e la vittoria finale del piano di redenzione di Dio. Questo include il dragone che viene legato (20:1-3), che mostra la vittoria di Cristo sul male. Satana è trattenuto e incapace di ingannare le nazioni o di ostacolare l’avanzamento del vangelo per mille anni. In ultimo, sono rivelati i nuovi cieli e la nuova terra. Dio dimora con il Suo popolo e non ci saranno più peccato, sofferenza e morte.
Attraverso tutto il libro, quando Giovanni usa frasi come “dopo di ciò” o “dopo queste cose”, non sta indicando la cronologia storica degli eventi che descrive, sta piuttosto l’ordine in cui ha ricevuto una serie di visioni. Le diverse angolazioni mostrano il giudizio di Dio e il trionfo ultimo di Gesù Cristo: l’unico grande evento del Suo ritorno.
Traduzione a cura di Gloria Loguercio
Coram Deo, per approfondire, ti consiglia la lettura del libro Beati di Nancy Guthrie.
Tematiche: Bibbia, Risurrezione, ritorno di Gesù, Teologia
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