Sì, le ordinanze trasformano davvero le persone

 

 

Gli evangelici sono i discendenti della Riforma protestante. Crediamo che la salvezza avvenga per sola grazia, attraverso la sola fede, in Cristo soltanto. Tra le altre cose, i Riformatori hanno rifiutato il sistema sacramentale della Chiesa cattolica, che interpretava erroneamente il battesimo e la Cena del Signore come strumentali per la salvezza.

 

Tuttavia, il fatto che i protestanti abbiano rifiutato le ordinanze come strumentali alla salvezza non significa che non siano necessarie nella vita cristiana. Crediamo che il Signore Gesù abbia istituito le ordinanze affinché il popolo di Dio le osservi quando si riunisce per il culto. Sono un segno dell’unione del cristiano con Cristo e gli uni con gli altri.

 

Crediamo quindi che le ordinanze cambino davvero le persone. Lasciate che vi spieghi tre motivi.

 

1 . Le ordinanze sono la Parola resa visibile

Le ordinanze sono intrinsecamente legate alla Parola di Dio. Inoltre, è attraverso la Parola di Dio che i non credenti giungono alla fede (Romani 10:13-17) e i cristiani diventano conformi a Gesù (Giovanni 17:17). Quando la Chiesa si riunisce per il culto, la Parola è al centro dei nostri incontri: attraverso la preghiera e la predicazione, la lettura e il canto, e attraverso la pratica del battesimo e della Cena del Signore. Queste ordinanze sono la Parola resa visibile.

Nostro Signore Gesù ha istituito sia il battesimo (Matteo 28:18-20) sia la Cena del Signore (Luca 22:14-20; 1 Corinzi 11:23-30). Sono parte dei piani di Dio per l’edificazione della sua Chiesa. Egli ordina alla sua Chiesa di osservare il battesimo e la Cena del Signore perché sono utili per noi come mezzo per la nostra santificazione. Proprio come la Parola di Dio, le ordinanze non sono magiche di per sé. Ma sì! Trasformano davvero le persone.

 

2 . Le ordinanze indicano la nostra unione con Cristo e la nostra unione reciproca

Le ordinanze sono segni visibili del Vangelo. Che cosa significa? Lasciate che vi spieghi.

Nel battesimo, vediamo il Vangelo rappresentato nell’immersione del peccatore ravveduto. Nel battesimo, il suo peccato è stato “lavato” (Atti 22:16); il battesimo proclama che è unito a Cristo nella sua morte e risurrezione (Colossesi 2:11-12; cfr. Romani 6:3-4).

Nella Cena del Signore, vediamo il Vangelo rappresentato quando la Chiesa locale, come un unico corpo, partecipa al Pane e al Calice (1 Corinzi 10:16-17). La Cena del Signore è un memoriale in cui il corpo di Cristo ricorda il corpo che Cristo ha dato al posto del suo popolo e il sangue che Cristo ha versato per stabilire la nuova alleanza.

Questi simboli non sono astratti. Mostrano visibilmente le verità invisibili della salvezza, della rigenerazione e dell’unione con Cristo. Ecco perché Cristo ha dato questi simboli alla Chiesa. Coloro che partecipano alle ordinanze devono essere cristiani, in modo che la rappresentazione visibile corrisponda alla realtà invisibile. In altre parole, sì, le ordinanze trasformano le persone. Ma indicano anche persone cambiate. Ecco cosa intendo.

Quando ci siamo battezzati, ci siamo identificati sia con il nostro ravvedimento (Atti 2:38; cfr. Romani 6:3-4) sia con la nostra rigenerazione, cioè la nostra nuova vita in Cristo (Giovanni 3:5-7; Romani 6,4). Inoltre, affermiamo pubblicamente il nostro impegno non solo verso Dio, ma anche verso il suo popolo. Quest’ultimo impegno è cristallizzato dalla Cena del Signore, in cui la chiesa locale si riunisce per ricordare la morte del Signore Gesù e anticipare il giorno del suo ritorno (1 Corinzi 11:23-26).

Se leggiamo 1 Corinzi 11, è chiaro che una corretta partecipazione alla Cena del Signore richiede un esame di coscienza (1 Corinzi 11:28). Richiede di porsi almeno due domande: Com’è il nostro rapporto con il Signore? E com’è il nostro rapporto con i fratelli e le sorelle?

La Cena del Signore ci invita a ricordare l’opera di Cristo in nostro favore e a riconsacrare la nostra vita a Dio. Questo tipo di autoesame porta al pentimento. Il cambiamento è parte integrante delle ordinanze. In altre parole, sì, le ordinanze trasformano davvero le persone.

 

3 . Le ordinanze hanno un significato reale

Infine, il modo in cui la Scrittura parla delle ordinanze dovrebbe convincerci che esse cambiano davvero le persone. Nella sua prima lettera, Pietro dice che “il battesimo… ora salva, non come rimozione di sporcizia dal corpo, ma come richiesta a Dio di una buona coscienza, mediante la risurrezione di Gesù Cristo” (1 Pt 3,21; cfr. Rm 6,3-4; Col 2,11-12). Si noti che non è l’acqua a salvare, ma la richiesta a Dio attraverso la risurrezione di Gesù Cristo. È comunque significativo che si possa dire che il battesimo “salva”. Come possiamo dare un senso a questo fatto, visto quanto ho detto prima sul fatto che il battesimo non è necessario per la salvezza?

 

Potremmo paragonarlo a una coppia che si sposa. L’uomo e la donna potrebbero semplicemente riunirsi e avere un accordo privato e reciproco. Ma una cerimonia pubblica, con un giuramento pubblico davanti a testimoni, è un contratto visibile e trasforma tutto. Nella cerimonia nuziale, l’uomo e la donna, con il loro giuramento pubblico, sono dichiarati marito e moglie. Allo stesso modo, nel battesimo, la persona—con la sua pubblica professione di fede—viene riconosciuta dalla Chiesa come cristiana. La persona battezzata entra ora in una nuova vita, una nuova identità, in una nuova relazione di fedeltà. Appartiene a un nuovo popolo.

 

Per quanto riguarda la Cena del Signore, Paolo chiede ai Corinzi: “Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse la comunione con il sangue di Cristo? Il pane che spezziamo non è forse la comunione con il corpo di Cristo? Poiché c’è un solo pane, noi, che siamo molti, siamo un solo corpo, perché tutti partecipiamo all’unico pane” (1 Corinzi 10:16-17; cfr. Giovanni 6:53-58).

 

Il calice e il pane sono segni visibili e materiali. Ma quando i membri di una chiesa locale partecipano a questi elementi, essi diventano qualcosa di più. Diventano il mezzo attraverso il quale siamo in comunione con Cristo e tra di noi. Ecco perché Paolo dice che “non si può prendere parte alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni” (1 Corinzi 10:21). Quando partecipiamo in modo corretto, c’è una vera comunione con Dio e tra di noi. Quando non partecipiamo correttamente, siamo in comunione con qualcos’altro.

 

Naturalmente, l’acqua battesimale, il pane e il calice non hanno proprietà magiche. Come le parole della Scrittura devono essere credute per essere utili a noi, così anche le ordinanze devono essere ricevute con fede per essere utili a noi. In altre parole, sì, le ordinanze trasformano davvero le persone. Ma prima deve esserci la fede.

 

 

 

 

Traduzione a cura di Andrea Lavagna

 

Tematiche: Battesimo, Chiesa, Comunione, culto

Tiago Oliveira

Tiago Oliveira

È membro della Capitol Hill Baptist Church e studente in dottorato (studi biblici) presso il Puritan Reformed Theological Seminary.

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