Sì, cantare cambia davvero le persone!
Quando mi sono convertito al cristianesimo, da adulto, più di vent’anni fa, mi sono ricordato vividamente della prima domenica in chiesa con mia madre. A quel tempo avevo molte poche idee su come un culto in chiesa dovesse essere. Crescendo ero andato in chiesa solo in occasione di qualche funerale. Mia madre e qualche altro cristiano che conoscevo mi avevano invitato in chiesa per anni, un invito che io avevo sempre educatamente declinato, sbuffando al solo pensiero che io avessi avuto bisogno della salvezza.
Ma ora era tutto diverso. Qualche settimana prima avevo dato la mia vita a Gesù dopo aver letto il vangelo di Giovanni. Improvvisamente avevo visto il mondo con occhi nuovi. Sebbene non conoscessi nulla della chiesa, pensavo che se c’era un gruppo di persone che desideravano così ardentemente esaltare il mio prezioso Signore Gesù, che si era rivelato potentemente a me, allora era quello che faceva per me!
Come entrai in chiesa, fui subito sorpreso dall’atmosfera festosa, accogliente. Mentre andavo verso il mio posto, innumerevoli fedeli mi fermarono più volte per salutarmi con un caldo abbraccio; qualcuno mi disse che aveva pregato per me per anni. Quando cominciò la musica, tutti si alzarono e si diedero completamente alla “lode e adorazione” per l’ora successiva. Si cantava, si battevano le mani, si danzava e si gridava. L’impiego di tutto il corpo della congregazione indicava chiaramente che Dio è qualcosa di grande e che era importante esaltarlo.
Ogni canto era completamente nuovo per me. Ma appena imparai le melodie, mi unii al coro. Un canto in particolare catturò la gioia e la semplicità del mio nuovo amore per Dio e per il Vangelo:
“IL TUO NOME INNALZO, OH DIO,
LE TUE LODI AMO CANTARE
SONO FELICE CHE TU SIA NELLA MIA VITA
FELICE CHE SEI VENUTO A SALVARCI
SEI VENUTO DAL CIELO IN TERRA
PER MOSTRAR LA VIA
DALLA TERRA ALLA CROCE
PER PAGARE IL MIO DEBITO
DALLA CROCE ALLA TOMBA
DALLA TOMBA AL CIELO
IL TUO NOME INNALZO, OH DIO”
In quei primi anni del mio cammino con il Signore, vedevo il cantare in chiesa principalmente come un mezzo per lodare Dio riflettendo sulla mia salvezza, come nel canto sopra citato. Cosa che non consideravo molto è che il canto è un mezzo di grazia per la santificazione dei credenti.
Quando pensi alla santificazione, cosa ti viene in mente? Molti di noi direbbero le Scritture, la fede, lo Spirito Santo, le prove, la tentazione, la sofferenza e la preghiera. Tutte queste hanno certamente un ruolo nel renderci più simili a Cristo. Ma col passare degli anni, sono giunto ad apprezzare il ruolo che ha il canto nell’aiutare sia i singoli credenti sia la congregazione a crescere nella grazia e nella conoscenza del Signore Gesù Cristo.
In 2 Corinzi 3, l’apostolo Paolo mette a confronto la gloria della legge di Mosè con la maggiore gloria del Nuovo Patto rivelato nella persona e nell’opera di Gesù. Al verso 18 dà una potente rappresentazione di come i seguaci di Cristo siano santificati: “E noi tutti, contemplando a volto scoperto come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore”. (2 Cro.3:18)
Qualche verso dopo, vediamo che questo glorioso lavoro di santificazione è rafforzato dalla Parola di Dio quando l’apostolo cita apertamente la verità che si trova nelle Scritture. Di solito associamo questo passaggio a sermoni, o a studi biblici, o a meditazioni private, ed è giusto. Ma avete mai pensato che questa trasformazione possa succedere anche cantando salmi, inni e canti spirituali (cfr. Ef. 5:19)? Sì, cantare cambia davvero le persone!
Certamente lo possiamo vedere nei numerosi salmi che vedono il salmista affrontare ansie, difficoltà, dubbi o scoraggiamento, per concludere con espressioni di rinnovata fiducia e speranza in Dio (cfr. Salmi 3; 22; 31:9-24; 38; 73 e altri). Quello che i salmisti sperimentavano non era semplicemente un miglioramento del loro umore, ma qualcosa di profondamente spirituale: un’accresciuta fede e un maggiore amore per Dio, qualità che possono essere prodotte solo dallo Spirito Santo. I Salmi erano in origine il libro dei canti del popolo di Dio. Mentre la chiesa li ripeteva durante gli anni, innumerevoli credenti hanno sperimentato gli stessi cambiamenti spirituali degli scrittori originali quando li hanno composti.
Questo si applica anche ai giorni nostri, quando cantiamo canti intrisi di Scritture e vangelo. La Parola di Dio non ritorna a Lui vuota, sia essa predicata o cantata. Il vangelo è potenza di Dio per la salvezza di tutti quelli che credono, che sia letta silenziosamente o vocalizzata melodiosamente. Ci sono poche cose al mondo più potenti di un gruppo di cristiani che cantano gioiosamente e appassionatamente le lodi del Signore insieme, sottomettendosi alla verità della Parola di Dio e ricordandosi vicendevolmente che sono uniti da Gesù Cristo crocifisso, risorto ed esaltato.
Quante volte la tua fede è stata fortificata, il tuo amore per il vangelo accresciuto, il potere del peccato diminuito e il tuo amore per Dio innalzato, tutto mentre cantavi inni intrisi di Scrittura e centrati sul vangelo nell’assemblea riunita? Non è un caso. Questo è 2 Corinzi 3:18 all’opera. Questa è la dolcezza del nostro Padre celeste che ama dare buoni doni al suo popolo per la nostra gioia e per la sua gloria.
Sono convinto che succeda molto di più di ciò che vediamo durante i nostri culti. Ebrei 6 suggerisce questo quando parla della nostra partecipazione alle “potenze del mondo a venire”. Non so cosa questo voglia dire per intero, ma il potere santificatore dello Spirito Santo è certamente connesso. Naturalmente lo perderemo facilmente se siamo distratti dalla discussione avuta prima di andare in chiesa, dal volume della tastiera, o dai nostri programmi per il pranzo dopo il culto. Ma se siamo entrati con l’attesa che Dio ci cambi veramente, potremmo trovarci a piangere di gratitudine, cantando di peccatori che perdono tutte le loro ombre di peccato. Potremmo essere spinti a ravvedimento quando confessiamo cantando che tendiamo ad allontanarci e vagare lontano dal Dio che amiamo. Potremmo essere sopraffatti dalla grandezza mentre ci rivolgiamo al Santo, Santo, Santo, pietoso e potente, Dio in tre persone, beata trinità. Potremmo avere maggior coraggio nell’affrontare il lunedì perché domenica ci siamo resi conto che Lui ha già vinto, e la maledizione del peccato non ha più potere su di noi.
Una delle tradizioni della nostra chiesa è quella di cantarci la benedizione l’uno con l’altro alla fine dei culti. Adattato da 2 Corinzi 13:13, cantiamo:
“LA GRAZIA DEL NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO,
L’AMORE DI DIO PADRE,
E LA PRESENZA DELLO SPIRITO SANTO
SIA CON TE ADESSO E PER SEMPRE
CON TE ADESSO E PER SEMPRE”.
Cantando, guardiamo i nostri fratelli e sorelle e ci incoraggiamo a vicenda cantando le Scritture.
Ogni settimana la mia storia è sempre la stessa. Indipendentemente da come mi sono sentito andando in chiesa, o da quanto sia stata dura la settimana trascorsa, quei momenti di contatto visivo con i santi mentre cantiamo produce qualcosa, non solo PER me, ma IN me. Non posso sempre capire esattamente cosa, ma per fede so che dopo aver cantato non sono lo stesso di quando sono entrato. Non è sempre sconvolgente, ma c’è una differenza ed è soprannaturale.
In altre parole, cantare cambia veramente le persone.
Traduzione a cura di Alessia Pescarmona
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