Sei principi nel ministero degli adolescenti

 

 

“Cosa offre la tua chiesa agli studenti delle scuole medie e superiori?”, mi è stato chiesto di recente da un amico pastore.

Non ho particolari competenze con gli adolescenti ma tendo a credere che esista una certa dose di flessibilità nei programmi. Organizzi un evento settimanale? A chi è indirizzato? Cosa fai? Progetti speciali o viaggi? Lascio a te il riordinare le idee.

 

Tuttavia qui illustrerò qualche principio biblico a cui dovremmo in ogni caso prestare attenzione e che a mio avviso molti adolescenti non applicano.

 

1. Qualsiasi cosa fai mantieni un confine netto tra chiesa e mondo

Gesù, Paolo, Pietro e gli altri sono irremovibili sul fatto che dobbiamo mantenere una chiara linea tra la chiesa e il mondo, sia che una persona abbia 14 oppure 84 anni (ad es. Matteo 18:15-20; II Cor. 6:14-7:1; I Pietro 2:9-12). Davvero poco moderno! Ma come nel Vecchio Testamento Dio aveva profondamente a cuore coloro che si identificavano nel suo nome, così Gesù nel Nuovo Testamento si preoccupa di chi fa pubblica professione di fede nel nome suo (ad es. Ezech. 36:20-27, 36; Matt. 18:20; 28:19; I Cor. 5:4).

 

La tentazione del gruppo degli adolescenti, se posso utilizzare questo termine, è di alleggerire questa linea. Pensa, hai un gruppo misto di ragazzi credenti e non credenti. Alcuni dicono di essere cristiani, altri non lo sono. Ma chi può dirlo con esattezza, giusto?

 

Bene, questo è il fulcro centrale della questione, ovvero il motivo per cui molte chiese preferiscono non battezzare gli adolescenti, una presa di posizione che probabilmente avrai considerato anche tu.  Potrai essere d’accordo o meno con questa posizione, in ogni caso assicurati che le tue parole, i tuoi programmi e metodi aiutino gli adolescenti a capire che “C’è la chiesa e c’è il mondo. Punto”. Puoi amare maggiormente i tuoi ragazzi aiutandoli a comprendere che la decisione più importante che potranno mai prendere è decidere da quale parte della linea rimanere. Chi è dalla tua parte?

 

Di conseguenza non trattare il ministero degli adolescenti come un’ala separata della chiesa dove le regole normali, le aspettative e l’identità dei membri di chiesa non trovano applicazione. Piuttosto …

 

2. Se battezzi gli adolescenti, trattali come adulti

Di nuovo, non ti sto consigliando di battezzare gli adolescenti. Non sono certo che dovresti farlo. Ma se lo fai, e so che molti di voi lo fanno, devi trattarli come dei cristiani adulti. Questi ragazzi sono stati battezzati in nome della stessa famiglia (Matt. 28:19). Perciò sono responsabili, insieme a tutta la chiesa del titolo di famiglia (Matt. 18:10; I Cor. 5:4-5). Essi fanno parte di un corpo e quindi devono essere vincolati nel prendersi cura del corpo (I Cor. 12:21-26; II Cor. 2:6).

 

A loro dovrebbe essere riservato il diritto di voto nell’assemblea di chiesa. Dovrebbero essere soggetti alla disciplina di chiesa se vengono trovati alle feste della scuola e se cominciano una vita di peccato senza un pentimento. Si dovrebbe richiedere loro la frequentazione dei principali incontri di chiesa e di pregare per la chiesa. Dovrebbero riconciliare ogni relazione interrotta prima di prendere la Santa Cena. Devono essere sottoposti al controllo degli anziani. E così via.

 

Dopo tutto evidenziare la piena responsabilità dei membri adulti di chiesa significa insistere sulle responsabilità di base che essere cristiano comporta. Gesù vuole che tutto il suo gregge abbia a cuore l’identità familiare, che vegli l’uno sull’altro, che si edifichi l’un l’altro nell’amore, che sia pacifico. Non insegnare qualcosa di diverso agli adolescenti attraverso il tuo esempio.

 

Battezzare un adolescente nella fratellanza di chiesa vuol dire conferire alla chiesa un certo tipo di autorità sulla professione di fede degli adolescenti, che non possono avere i loro genitori. I conduttori di chiesa senza alcun dubbio dovrebbero sempre coinvolgere i genitori nella cura pastorale del loro figlio o della loro figlia. Tuttavia in ultima battuta il genitore deve delegare l’autorità alla chiesa quando si tratta includere o escludere dall’assemblea il proprio figlio battezzato. E’ la chiesa che ha l’autorità di possedere le chiavi, non il genitore (Matt. 16:18-19).

 

Tutto ciò dovrebbe farti andare con i piedi di piombo riguardo il battesimo? Si!

 

3. Battezzati o no, integrateli nella cronologicamente abbondante vita di chiesa

I media e le imprese occidentali spendono un’enormità di dollari ogni anno nella pubblicità diretta agli adolescenti per abituarli ad essere consumatori: “Ciao ragazzi, potete avere quello che volete subito e alle vostre condizioni”. In questo modo gli adolescenti di oggi non vanno in chiesa pensando di vivere in un mondo di adulti, come avrebbero fatto un secolo fa. Si aspettano di uscire con delle persone che sono uguali a loro, loro simili.

 

Vorrei incoraggiarti ad essere molto cauto nell’usarti di questi istinti nei tuoi programmi giovanili considerato che il consumismo va in direzione opposta alla maturità dell’altruismo. Ma qualsiasi cosa fai tieni presente che fare discepoli in modo genuino funziona meglio vincolando gli adolescenti all’interno della vita ricca di appuntamenti di chiesa. Di nuovo, loro hanno bisogno di vedere l’intero corpo al lavoro per comprendere quello in cui consiste realmente il cristianesimo. Devono vedere i grandi disciplinare i più giovani e i più giovani apprendere dagli anziani (ovvero I Tim. 5:1; Tito 2:2-6; I Pietro 5:5).

 

La via del cristianesimo è la via dell’unità tra i santi giovani e anziani nel corpo e se vuoi che gli adolescenti intraprendano questo percorso devi indicare loro la strada.

 

4. Prepara i genitori per la cura pastorale dei loro adolescenti

La Bibbia ordina ai genitori, non ai responsabili degli adolescenti, di far crescere i propri figli nella via che dovrebbero seguire (ad es. Ef. 4:11; 6:4). Non sto dicendo che dovremmo togliere i responsabili degli adolescenti. Sto dicendo ai conduttori: assicuratevi che il vostro operato e la vostra programmazione non dia la possibilità ai genitori di sollevare una qualche scusa per non ubbidire alla Bibbia, ma al contrario che possa facilitare il compito dei genitori dell’ubbidienza alla Parola di Dio.

 

5. Approfitta dell’opportunità di evangelizzazione di questo periodo

Come anziano di chiesa leggo ogni singola domanda di iscrizione all’assemblea dei membri comunicanti e quindi ogni testimonianza delle persone che appartengono alla nostra chiesa. (Quanto è appagante per la mia anima!) Ciò che colpisce è l’elevato numero di persone che si avvicinano alla fede durante la scuola media o superiore, provenienti sia da famiglie cristiane che non credenti. Questa fase si rivela propizia per condividere il vangelo con le persone.

 

Come si traduce tutto ciò in termini di programmi? Non lo so. Ma fai qualcosa!

 

6. Qualsiasi cosa tu faccia in termini programmatici dal punto 1 al 5, non permettere ai tuoi piani umani di interferire con questi obiettivi biblici. Facilitali.

Assicurati che i gruppi o le organizzazioni di cui fai parte non vadano in direzione opposta al coinvolgimento dei giovani nella vita della comunità, oppure che non affievoliscano la linea di confine tra chiesa e mondo. Augurati che vengano discepolati dai membri più anziani, non soltanto dai loro coetanei.

 

Non ho la formula magica in merito a come tutto questo possa tradursi in modo programmatico (l’ho già detto?) ma la mia sensazione è che ci siano dei margini di riflessione su questo aspetto. Per quale motivo pensi che così tanti genitori vedano i loro giovani “cristiani” andarsene all’università e abbandonare la fede? La mia ipotesi è che, in molti casi, ci sono stati due fallimenti: un fallimento nel discepolato e un fallimento nell’esercitare la saggezza nelle questioni strutturali del battesimo, la fratellanza e la disciplina.

 

Perciò come mantieni accuratamente una netta linea tra la chiesa e il mondo con il tuo gruppo degli adolescenti e allo stesso tempo li aiuti ad essere annunciatori dell’evangelo? Sentiamo qualche proposta!

 

 

 

Traduzione a cura di Elena Merlini

 

 

Tematiche: Adolescenza, Chiesa, Crescita spirituale, Ministero

Jonathan Leeman

Jonathan Leeman 

 

Jonathan Leeman è il capo redattore del ministero di 9Marks. Ha conseguito un master in scienze politiche. Dopo la chiamata al ministero, Jonathan ha ottenuto un Master of Divinity e un dottorato in teologia, lavorando come pastore ad interim.

Oggi è il curatore dei libri di 9Marks e del 9Marks Journal, ed è co-conduttore di Pastors Talk.  Ha scritto per diverse pubblicazioni ed è autore o curatore di numerosi libri.

Jonathan vive con sua moglie e le quattro figlie vicino a Washington, DC e serve come anziano presso la Chiesa Battista Cheverly. Insegna come docente a contratto presso il Midwestern Baptist Theological Seminary, il Southern Baptist Theological Seminary e il Reformed Theological Seminary.

E’ autore di numerosi libri, tra cui “Essere un membro di Chiesa (Coram Deo, 2020), “La disciplina di Chiesa(Coram Deo, 2020) e Riscoprire la Chiesa (Coram Deo, 2021).

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