Roma ha davvero cambiato volto?

 

La Chiesa Cattolica, 501 anni dopo.

Il 31 ottobre 2018 ha segnato il 501° anniversario della Riforma. L’affissione delle novantacinque tesi alla porta della Cattedrale di Wittenberg quel giorno del 1517 per mano di Martin Lutero è uno degli avvenimenti più importanti nella storia del mondo.

Molti evangelici fanno risalire le loro origini a quel momento che diede inizio al movimento Protestante, del quale ci consideriamo gli eredi.

La Riforma è stata circa cinquecento anni fa! Come per quasi ogni cosa cinquecento anni dopo il suo inizio, le cose sono cambiate. Ma lo sono davvero?

Quali questioni hanno suscitato la Riforma? Quali erano le principali proteste contro la Chiesa Cattolica di quel tempo? Le stesse condizioni perdurano anche adesso, tanto da rendere la Riforma incompiuta?

 

Cinquecento anni fa.

Le novantacinque tesi di Lutero rappresentavano una chiamata a dibattere alcuni degli errori più evidenti della Chiesa Cattolica del tempo. I suoi scritti successivi denunciavano molti altri problemi:

  • la negazione della giustificazione per grazia che si riceve per sola fede in Cristo solo;
  • una visione non biblica della salvezza che unisce Dio e i peccatori così che la grazia divina, comunicata dai sacramenti della Chiesa, inizia il processo che dura per tutta la vita, e l’uomo risponde attraverso i suoi sforzi compiendo le buone opere per meritare la vita eterna;
  • un sistema di autorità erroneo che mette insieme in modo illegittimo le Scritture con la tradizione e il papato;
  • la deprecabile Messa Cattolica che minimizzava la Parola di Dio, ignorava l’importanza della fede e rendeva l’Eucaristia poco più di un mero rituale;
  • l’erronea credenza per cui, durante la Messa, Gesù Cristo si rende fisicamente presente per mezzo della transustanziazione;
  • l’elevazione inappropriata del ruolo di Maria come mediatrice tra suo figlio, Gesù Cristo, e i peccatori, e come interceditrice che prega per loro e li soccorre;
  • una prospettiva errata sui sette sacramenti che comunicherebbero la grazia di Dio ex opere operato;
  • la speranza, non biblica, nel purgatorio, la permanenza nel quale può essere ridotta comprando le indulgenze.

Queste erano le questioni fondamentali che Lutero denunciava e criticava nella Chiesa Cattolica dei suoi giorni.

 

Cinquecento anni dopo.

È comunemente noto che l’unica costante nel nostro mondo è il cambiamento, e questo è vero anche nella dinamica tra Cattolici e Protestanti dopo cinquecento anni. Un felice esempio è che i due gruppi non sono più in guerra tra loro; anzi, Protestanti e Cattolici collaborano fianco a fianco nella politica, nell’istruzione, nell’assistenza sanitaria, nell’etica e altro ancora. Sono impegnati in cobelligeranza, battendosi insieme contro peccati angoscianti come l’aborto, l’eutanasia, l’eugenetica, il controllo delle nascite, la violenza, la promiscuità e l’intolleranza religiosa. Il clima una volta teso si è ammorbidito.

Inoltre, le due tradizioni sono inclini a sottolineare i punti in comune che le uniscono. Da una prospettiva Protestante, queste similarità (almeno in parte) includono la Trinità, la natura di Dio, la rivelazione divina, la persona di Cristo e la sua crocifissione e risurrezione, lo Spirito Santo, l’immagine di Dio, la corruzione morale del peccato, l’iniziativa divina nella salvezza, e la speranza futura. Da una prospettiva Cattolica (favorita in gran parte dai cambiamenti cominciati con il Concilio Vaticano Secondo, 1962–1965), i Protestanti non sono più destinati all’inferno ma, come fratelli e sorelle separati, fanno l’esperienza della salvezza (ma non della sua pienezza, che è solo per i fedeli Cattolici).

Tuttavia, importanti differenze continuano a dividere le due tradizioni. Prendiamo in considerazione uno per uno i punti sopra elencati.

 

1. Giustificazione.

Il “principio materiale del Protestantesimo” (il suo contenuto fondamentale) continua a essere un tema scottante del dibattito. Da una parte, la Federazione Mondiale Luterana ha sottoscritto un accordo ufficiale con la Chiesa Cattolica su questa dottrina nella loro Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione (1999). Dall’altra parte, la maggioranza dei Protestanti continua a considerare questa dottrina un punto di differenza fondamentale.

Questo è precisamente il caso quando si esaminano le definizioni di giustificazione accettate dalle due tradizioni. La giustificazione, secondo il Protestantesimo, è un atto legale mediante il quale Dio dichiara i peccatori “non colpevoli”, ma “giusti”, imputando o attribuendo loro la giustizia perfetta di Cristo. Per il Cattolicesimo, “la giustificazione non è soltanto la remissione dei peccati, ma anche la santificazione e il rinnovamento dell’uomo interiore” (Concilio di Trento, Decreto sulla giustificazione, 7). La dottrina Cattolica unisce rigenerazione (la nuova nascita, che avviene, secondo il Cattolicesimo, con il sacramento del Battesimo), santificazione (trasformazione che dura tutta la vita, sostenuta dai sacramenti), e perdono. Una fusione della giustificazione con la rigenerazione e la santificazione di questo genere contraddice la concezione Paolina della giustificazione (per esempio, in Romani 3–4), che è al centro del dibattito.

La giustificazione, che è il cuore della salvezza, continua a essere un serio argomento di divisione.

 

2. Salvezza.

A causa di queste differenze riguardanti la giustificazione, il modo in cui Dio salva i peccatori continua a dividere le due tradizioni. Secondo la teologia Protestante, la salvezza è monoenergistica (mono = solo; ergon = opera): Dio è l’unico agente finale che opera la salvezza mediante la giustificazione, la rigenerazione, l’adozione e altro ancora. Egli dispensa la grazia (mediante la sua Parola, il suo Spirito, la predicazione, e gli ordinamenti, sebbene non limitati esclusivamente al battesimo e alla Cena del Signore) che compie la salvezza per mezzo della fede suscitata dallo Spirito (At. 18:27; 1 Pt. 4:11).

Secondo la teologia Cattolica, la salvezza è sinergistica (syn = insieme; ergon = opera): Dio e gli uomini operano insieme per la salvezza dei peccatori. La grazia di Dio inizia il processo, e il fedele Cattolico coopera con tale grazia. In particolare, la grazia è infusa attraverso i sacramenti, trasformando così il fedele in modo che egli possa compiere le buone opere per meritare la vita eterna. Poiché la salvezza è un processo che dura tutta la vita, e poiché si può scadere dalla grazia divina, i Cattolici credono che la salvezza si possa perdere. Di conseguenza, non possono avere la certezza della salvezza, una dottrina sostenuta da molti Protestanti.

La salvezza (il modo in cui Dio opera per soccorrere i peccatori) continua a essere un serio punto di divisione dottrinale.

 

3. Autorità.

Chi o che cosa costituisce l’autorità nel rapporto tra Dio e le persone? Il “principio formale (la struttura di autorità) del Protestantesimo” continua a essere un tema di divisione tra le due tradizioni.

Il sola Scriptura Protestante (la Scrittura soltanto) significa che la Parola di Dio è l’autorità finale in tutte le materie di fede e di pratica. Ogni dottrina, ogni azione morale, e altre cose simili devono essere fondate nelle Scritture. Questa posizione non nega il valore dei credi della chiesa primitiva, delle confessioni di fede Protestanti, e dei tratti distintivi dell’evangelicalismo, bensì attribuisce a questa sapienza del passato un’autorità ministeriale (ha una funzione di utilità), non un’autorità magisteriale, o finale. A ciascuna chiesa Protestante, Dio ha dato pastori che hanno autorità per insegnare, guidare, esercitare la disciplina, impegnarsi nella missione e altro ancora.

La struttura di autorità Cattolica è come uno sgabello a tre piedi.

Un piede è la Scrittura, che è la parola scritta di Dio. Cattolici e Protestanti continuano a essere in disaccordo sul canone (l’elenco ufficiale dei libri) del Vecchio Testamento. La Bibbia Cattolica contiene gli Apocrifi, sette libri aggiuntivi (Tobia, Giuditta, Sapienza di Salomone, Siracide, Baruc, 1 e 2 Maccabei) e parti aggiuntive di Ester e Daniele. Poiché questi scritti non hanno mai fatto parte della Bibbia Ebraica di Gesù e degli apostoli e poiché non sono stati accettati nel canone dell’Antico Testamento dalla chiesa primitiva fino alla fine del quarto secolo, i Protestanti rifiutano gli Apocrifi.

Il secondo piede è la Tradizione, ossia l’insegnamento che Gesù trasmise oralmente ai suoi apostoli, che a loro volta lo trasmisero ai loro successori, i vescovi, e che è conservata dalla gerarchia della Chiesa Cattolica. Due esempi di Tradizione sono l’immacolata concezione di Maria e la sua assunzione corporea.

Il terzo piede è il Magistero, o l’ufficio d’insegnamento della Chiesa. Costituito dal papa e dai vescovi, il Magistero continua a fornire l’interpretazione ufficiale delle Scritture e a proclamare la Tradizione, e lo fa in modo infallibile.

Scrittura, Tradizione e Magistero costituiscono insieme la struttura dell’autorità nella Chiesa Cattolica. La questione dell’autorità continua a essere un importante punto di divisione.

 

4. La Messa.

Dal Concilio Vaticano II, la Chiesa ha istituito molti cambiamenti alla sua Messa. Il cambiamento più evidente è la sua celebrazione nella lingua del popolo, non più in Latino. Mentre in precedenza alle Scritture era data una scarsa attenzione, ora ha un posto di rilievo, specialmente nella prima parte della Messa, la Liturgia della Parola. Sono previste letture dall’Antico Testamento, dal Nuovo Testamento, e da uno dei Vangeli. Inoltre, l’omelia del sacerdote (o predica) riflette idealmente questi tre testi ed espone il loro comune significato. I fedeli sono incoraggiati a partecipare alla Messa con la giusta disposizione d’animo (fede, umiltà, ricettività) e non come a un mero rito.

Benché i Protestanti siano ancora in disaccordo con molte delle cose che avvengono in essa, la Messa ha subìto molti cambiamenti significativi dal tempo di Lutero.

 

5. Transustanziazione.

Il disaccordo più evidente dei Protestanti con la Messa Cattolica riguarda la presenza di Cristo nel sacramento dell’Eucaristia. È il più evidente perché ai Protestanti è proibito ricevere questo sacramento.

La Chiesa Cattolica crede che, durante la Messa, la potenza di Dio, le parole e le azioni del sacerdote producano un cambiamento nella natura del pane in modo che esso diventa il corpo di Cristo, e un cambiamento nella natura del vino in modo che esso diventa il sangue di Cristo. La crocifissione di Gesù duemila anni fa non è un evento che rimane confinato nello spazio e nel tempo. Anzi, la sua morte è ripresentata durante la Messa. In questo modo, l’Eucaristia, “fonte e culmine di tutta la vita cristiana” (Catechismo della Chiesa Cattolica, sezione 1324), rinnova il sacrificio unico di Cristo ripetutamente.

Questa è stata la prospettiva della Chiesa fin dal tredicesimo secolo, e rimane ancora oggi il suo credo. I Riformatori erano in forte disaccordo con la transustanziazione, e nessun Protestante da allora l’ha mai accettata. La transustanziazione continua a essere un importante punto di divisione.

6. Maria.

Contrapposte dalla grande divisione tra Cattolici e Protestanti su Maria, le due tradizioni hanno quantomeno tre punti in comune: Maria è la madre di Dio; ossia, colui che nacque da lei è il Figlio di Dio, pienamente divino. È una donna benedetta perché fu la madre del nostro Salvatore e Signore (Lc. 1:42, 48). È un modello di obbedienza della fede perché si sottomise all’ardua volontà di Dio per lei (Lc. 1:38, 45).

Nondimeno le dottrine fondamentali che i Protestanti rifiutano, comprendono l’immacolata concezione di Maria, la sua vita senza peccato, la sua verginità perpetua, la sua partecipazione alle sofferenze di Gesù per compiere la salvezza, e la sua assunzione corporea in cielo. I Protestanti respingono anche i titoli Mariani di “Avvocata, Aiutante, Benefattrice e Mediatrice” (CCC, 969). Il ruolo di Maria continua a rappresentare una differenza importante tra Cattolici e Protestanti.

 

7. I Sacramenti.

La Chiesa Cattolica riconosce sette sacramenti: Battesimo, Confermazione, Eucaristia, Penitenza, Unzione degli Infermi, Matrimonio, e Ordine Sacro. I Riformatori ridussero questo numero a due, sottolineando che solo il battesimo e la Cena del Signore furono istituiti da Gesù e hanno segni fisici che li accompagnano (battesimo: Mat. 28:18–20, acqua; Cena del Signore: Mat. 26:26–29, pane e calice).

Inoltre, i Protestanti dissentono sull’efficacia di questi sacramenti nel conferire grazia ex opere operato, ossia con la sola amministrazione del sacramento. Per esempio, quando un sacerdote amministra il Battesimo, la grazia è infusa al bambino ed è purificato dal peccato originale, nato di nuovo, e incorporato a Cristo e alla sua Chiesa. Il suo battesimo è efficace indipendentemente dalla condizione morale del sacerdote che ha amministrato il sacramento, e chiaramente il bambino non è pronto per la salvezza. I Protestanti danno enfasi all’associazione del battesimo e della Cena del Signore con la Parola di Dio e con la fede che accetta la grazia di Dio, la quale non è infusa nelle persone.

Il numero, la natura e l’amministrazione dei sacramenti continua a essere un importante punto di divisione.

 

8. Purgatorio.

Secondo la teologia Cattolica, se un Cattolico muore nella grazia di Dio (quindi, senza avere peccati mortali non confessati che lo condannerebbero all’inferno), ma non del tutto purificato, la sua anima va in purgatorio. Questo è uno stato temporaneo di purificazione finale dalle macchie del peccato perdonato, nel quale l’anima è purificata così da potere alla fine andare in paradiso. Mentre subisce sofferenze passive nel purgatorio, il tempo da trascorrere in esso può essere abbreviato. I santi in paradiso intercedono per lui. I Cattolici in vita pure pregano per lui, pagano denaro per celebrare Messe di suffragio e ottengono indulgenze per suo conto. Un’indulgenza rimette la punizione temporanea del tutto o in parte.

La teologia Protestante dissente da questa dottrina perché essa trae il suo sostegno da 2 Maccabei 12:38–45, uno scritto apocrifo, e da un’interpretazione sbagliata di altri testi biblici (1 Cor. 3:15; Mat. 12:32). Oltretutto, se la giustificazione dichiara una persona peccatrice “non colpevole”, ma “giusta”, non c’è bisogno di ulteriore purificazione dal peccato dopo la morte.

Il purgatorio continua a essere una differenza importante.

 

Ancora da riformare.Se da un lato alcune cose sono cambiate nella Chiesa Cattolica Romana per avvicinare Cattolici e Protestanti dopo cinquecento anni, molte differenze importanti li dividono ancora.

Un approccio a queste difficoltà è minimizzare la divisione. Per esempio, ci si aspetta che entro pochi anni Papa Francesco dichiari che la Riforma sia finita. Partendo dalla Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, citerà gli accordi raggiunti su questa dottrina un tempo controversa e sottolineerà che gli anatemi (condanne) del sedicesimo secolo verso i Protestanti da parte dei Cattolici e verso i Cattolici da parte dei Protestanti sono stati rimossi. Così la Riforma sarà ufficialmente conclusa.

Tristemente, questa prospettiva omette di affrontare le differenze che permangono tra le due tradizioni. La Chiesa Cattolica professa ancora false dottrine su giustificazione, salvezza, autorità, transustanziazione, Maria, sette sacramenti efficaci ex opere operato, e purgatorio. Non è utile a nessuno aggirare queste questioni per amore di un approccio minimalista.

Mentre possiamo essere d’accordo sul fatto che molto è cambiato, dobbiamo anche prendere atto che la Riforma resta incompiuta.

 

 

 

Per gentile concessione di Impatto Italia

 

Tematiche: Cattolicesimo, Storia della Chiesa, Teologia

Gregg R. Allison

Gregg R. Allison

 

È professore di teologia cristiana al Southern Baptist Theological Seminary. È segretario dell’Evangelical Theological Society, un editore per il Journal of the Evangelical Theological Society. Allison ha insegnato in molti college e seminari, ed è autore di numerosi libri tra cui Historical Theology: an Introduction to Christian Doctrine.

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