Renata di Francia: una donna della Riforma
Renata di Francia potrebbe non essere un nome familiare, ma è stata una figura significativa durante la Riforma Protestante. Principessa francese e duchessa italiana, ha avuto un’influenza politica che ha contribuito a diffondere le idee della causa protestante.
Il ‘Giorno della Riforma’ può essere un po’ fuorviante, non è vero? Perché mentre penso all’anniversario della Riforma, sono tentato di credere che tutto sia accaduto in quel particolare giorno. Non è stato così. Sono anche tentato di pensare che Martin Lutero, Ulrich Zwingli e Giovanni Calvino – uomini — siano stati gli unici protagonisti della Riforma. So che non può essere vero, ma chi sono gli altri? E più precisamente, c’erano donne importanti della Riforma?
Alla scoperta di Renata di Francia
Renata di Francia non è un nome che mi aspetto che molti di voi conoscano; Certamente non me lo aspettavo fino a un mese fa, quando ho iniziato a considerare la domanda di cui sopra. Ma quando ho letto della sua amicizia con Giovanni Calvino, sono rimasto affascinato. Ed fui ancora più incuriosito quando seppi che Renata era una principessa curiosa e spesso anche una tenace duchessa, perché questi due aggettivi descrivono anche me. Forse potrei identificarmi con questo Riformatore prima sconosciuto.
Simonetta Carr ha scritto un resoconto avvincente della vita di Renata. Il suo libro ci permette di “sperimentare [la Riforma protestante] attraverso le lotte, i desideri, le perplessità, le convinzioni e le ricerche di qualcuno che l’ha vissuta — in questo caso, una donna schietta e curiosa — Renata di Francia”.
Renata nacque nell’autunno del 1510 al re Luigi XII di Francia. Sua madre Anna, duchessa di Bretagna, all’epoca era considerata la donna più ricca d’Europa e morì quando Renata aveva solo 3 anni. All’età di 5 anni perse anche suo padre. Nell’aprile del 1528, appena 18enne e soggiogata da un matrimonio combinato, Renata sposò il duca Ercole II d’Este e si trasferì a Ferrara, in Italia. Diede alla luce la sua prima figlia, Anna, nel 1531, seguita da Alfonso nel 1533, Lucrezia nel 1535, Leonora nel 1537 e Luigi nel 1539. Tra un brutto matrimonio e una manciata di bambini, Renata fiorì come giovane mamma, moglie reale e devota amica che eseguiva “tutti i doveri tradizionali di carità e distribuzione di elemosine, che includevano la funzione pubblica di lavare i piedi ai poveri della città il Giovedì Santo”.
Durante tutta la sua vita, Renata fu spesso disorientata dalle incertezze e frustrata dalla fede. “La fede è una questione privata? Possiamo semplicemente credere segretamente nei nostri cuori? Non dovremmo nascondere e sopprimere alcuni aspetti della nostra fede se offendono gli altri? Cosa voleva dire Cristo quando ci ha detto di amare i nostri nemici? Qual è il ruolo della chiesa nella nostra vita, specialmente quando siamo posti in una posizione di responsabilità?”
Renata di Francia e Giovanni Calvino
Anche se Renata non avrebbe mai ereditato il trono, come principessa francese e duchessa italiana, divenne uno strumento nella politica estera e aiutò il progresso del Vangelo. Nel 1536, Giovanni Calvino visitò Ferrara sotto il nome di Carlo d’Esperville, forse a causa della persecuzione dei protestanti in quel momento. La ragione della sua visita è sconosciuta, ma è probabile che Calvino fosse un rifugiato religioso accolto dalla comunità dei credenti protestanti alla corte di Renata.
Renata di Francia è una persona da osservare durante la Riforma Protestante per la sua pietà, ospitalità e generosità verso coloro che erano in pericolo a motivo della loro fede.
Dopo la sua breve visita a Ferrara, Calvino inizia una corrispondenza con Renata. La sua prima lettera fu lunga e si scusò per aver inviato un consiglio pastorale non richiesto. “Ho osservato in voi un tale timore di Dio e una fedele disposizione ad obbedirgli, che anche senza considerare l’alto rango che Egli vi ha dato tra gli uomini, ho potuto apprezzare le virtù che vi ha conferito e mi tormenterei se non approfittassi di quelle opportunità per servirvi”, scrisse Calvino. Chiuse la sua lettera con una nota incoraggiante sull’obbedienza a Dio: “Perciò signora, a cui Dio ha dato, nella Sua infinita misericordia, la conoscenza del Suo nome, illuminandovi nella verità del Suo santo Vangelo, dovrete adempiere alla vostra vocazione”.
Come sappiamo dalla sua politica, l’obiettivo di Calvino era sempre la verità. Non esitò a parlare sinceramente con Renata. “Ciò che mi spinge a parlare è che non posso tollerare che la Parola di Dio sia nascosta, pervertita, corrotta e degradata in tal modo di fronte a voi riguardo questioni essenziali, da coloro che avete onorato con la vostra fiducia e con il dono di autorità.” Questo obiettivo era chiaro mentre scriveva una lettera dopo l’altra a Renata, per tutto il periodo della loro conoscenza, fino alla sua morte nel 1564.
Collaborare per il flusso della teologia riformata
Renata di Francia è una persona da osservare durante la Riforma Protestante per la sua pietà, ospitalità e generosità verso coloro che erano in pericolo a motivo della loro fede. “Dalla Germania furono importati tradotti e riprodotti libri, soprattutto a Venezia, una città a nord est di Ferrara. Secondo alcuni studiosi, infatti, la rete clandestina di Venezia per la diffusione della letteratura protestante era senza eguali in Europa. Sappiamo che Renata aveva stretti legami con gli stampatori veneziani, finanziando la produzione di Bibbie e altri libri religiosi, non solo in italiano ma anche in altre lingue”.
Non c’è da meravigliarsi che la Chiesa di Roma fosse preoccupata.
Vedete, nel 1540, Renata ricevette in regalo una villa a Consandolo, dove costruì una grande biblioteca di libri e trattati riformati, ospitò chiunque desiderasse e godé della predicazione dei ministri protestanti. Nella sua ultima lettera a Renata, Calvino scrisse: “Essi vi hanno tanto amata e onorata perché hanno capito che siete stata influenzata da una onesta e pura professione di cristianesimo, non solo a parole, ma nel modo più ovvio e tangibile. Da parte mia, vi assicuro che questo mi ha permesso di poter grandemente apprezzare le vostre virtù.” Questa lettera è datata 4 aprile 1564. Calvino morì 23 giorni dopo.
Dunque, chi era Renata di Francia?
“Per alcuni, era una devota figlia della Chiesa di Roma, fuorviata e ingannata da Giovanni Calvino e da altri riformatori. Per altri, un’eroina della Riforma, che mantenne la sua fede — nonostante la crudele persecuzione.” La Carr non ci dà una risposta definitiva ma ci dà “una breve occhiata alla vita di una donna che fece scelte difficili e domande stimolanti — qualcuno come la maggior parte di noi.” Renata non era perfetta, fallì e cadde — ed era audace, coraggiosa e fedele. La sua strada per la santificazione non è molto diversa dalla nostra, perché la grazia di Dio non dipende dalle nostre opere, e 500 anni dopo, lottiamo ancora per credere questa verità.
Nota: nella foto, Renata di Francia , duchessa di Ferrara.
(Traduzione a cura di Maddalena Bennardo)
Tematiche: Biografie, Donne, Persecuzione, Storia della Chiesa, Vita Cristiana
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