Quattro strumenti per la Chiesa nei giorni di divisione

 

 

Maschere. Culti. Didattica a distanza. Hashtag. Elezioni. Questo è stato un incredibile anno di divisione.

Non sappiamo quello che porterà il 2021, ma ci sarà la possibilità di avere una nuova serie di cose a dividerci.

Come possono i cristiani vivere saggiamente in tempi di divisione, in un panorama mediatico in cui gli algoritmi perpetuano e le aziende traggono profitto dalla polarizzazione?  Nella sua sovranità e grazia, Dio dà alla sua chiesa gli strumenti per resistere alla spinta verso la disunione.  Eccone quattro.

 

1. Scritture (per modellare il pensiero)

L’informazione non è neutrale. Siamo formati da quello che ci informa. Le informazioni che assorbiamo ci porteranno inevitabilmente a qualche tipo di trasformazione. Telegiornali, social media, streaming, tutto questo ci sta disciplinando in base a quello che mette nelle loro menti.

Ecco perché Charles Spurgeon saggiamente ha detto “Leggi molti libri, ma vivi nella Bibbia”. Nelle Scritture vediamo la natura gloriosa di Dio, il suo piano inarrestabile piano di redenzione, e la saggezza per la crescita umana. Non dovremmo focalizzarci sulla Sua rilevazione nelle Scritture più di qualsiasi altra cosa?

Anche Gesù ha letto Deuteronomio quando il serpente l’ha tentato nel deserto. Le Scritture non potrebbero essere sufficienti per noi in questi aridi giorni di divisione, con tante voci ingannevoli?

 

2. Preghiera (per allontanare le preoccupazioni)

La preghiera cambia le cose. Mentre le montagne situazionali possono essere spostate dalla preghiera, la stessa postura della preghiera può anche spostare le montagne di ansia, stress e paura che ci paralizzano.

Sia che Davide scappi per la sua vita da Saul, che Geremia soffra per l’imminente giudizio del popolo di Dio, o che Paolo provi ansia pastorale per il benessere delle chiese, la Bibbia è piena di persone ansiose che gridano a Dio. E nella preghiera hanno incontrato la sua pace trascendente.

Ho un diario di preghiere in cui elenco le mie preoccupazioni e richieste. Che io stia pregando per un vaccino, l’elezione o un’iniziativa del ministero, il processo mi consente di espirare i fumi della preoccupazione mentre respiro l’ossigeno della pace e della sovranità di Dio.

 

3. Comunità (per ammorbidire i cuori verso gli altri)

In questa stagione di costante indignazione, può sembrare naturale demonizzare gli altri per qualunque punto di vista discutibile abbia. In un mondo in cui interagiamo virtualmente con persone che non conosciamo veramente, a parte le loro opinioni e avatar pubblicati, può essere facile vedere gli altri come mostruosi cattivi piuttosto che preziosi portatori di immagini di Dio.

Questo è il motivo per cui la tangibile comunità locale di una chiesa è un dono in tempi di divisione. Quando partecipiamo alla vita con coloro che non sono esattamente come noi, Dio ci spinge gentilmente dal modellare gli altri al vederli come esseri umani;  dalle generalizzazioni astratte a “fratelli” e “sorelle” incarnati;  da “l’altro” a “uno di noi”, una comunità di membri adottati della famiglia di Dio.

Gesù ha modellato questo nel modo in cui ha costruito la sua comunità di discepoli.  In un tempo in cui gli esattori delle tasse dicevano “Approfittiamo dei romani ferendo il nostro stesso popolo” e gli zeloti “Approfittiamo del nostro popolo ferendo i romani”, Gesù chiamò nella sua cerchia sia Matteo il pubblicano che Simone lo Zelota  (Matteo 10:3–5).  La cultura circostante li ha resi nemici;  la loro comunità, il culto e la missione condivisi li hanno resi fratelli.

 

4. Generosità (per vagliare l’egoismo)

I tempi di divisione di stress possono amplificare l’egocentrismo.  “I miei fatti”, “I miei sentimenti”, “I miei diritti”, “La mia felicità”. Eppure, ironia della sorte, la focalizzazione su noi stessi ci prosciuga e ci priva della vera gioia.

Questo è il dono e il genio dell’invito di Gesù alla generosità. La vera contentezza deriva dall’amare Dio e gli altri più di quanto amiamo noi stessi. Il pizzico a breve termine del sacrificare tempo, energia e risorse per servire gli altri non è niente in confronto allo stress a lungo termine di una vita incentrata su se stessi. La gioia arriva quando seguiamo l’ammonimento di Paolo: “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri” (Filippesi 2:3–4).

Quando scrivi parole incoraggianti a un amico, fai visita ad un vicino anziano o dai soldi all’iniziativa di sensibilizzazione della tua chiesa, non stai solo obbedendo al Grande Comandamento;  stai diventando più gioioso e contento in un mondo di ansia e stress.

Gesù visse e ministrò in una scena politica, sociale e religiosa ancora più tumultuosa della nostra. E cosa ha fatto? Si rivolgeva regolarmente alla Scrittura, si ritirava per la preghiera, si sottometteva alla sua comunità e si dava generosamente all’opera del Padre.

Oggi ci offre questi strumenti, insieme al potere e alla guida dello Spirito che abita in noi.  Usiamo questi strumenti, non perché siano la risposta in sé e per sé, ma perché ci aiutano a vivere vite controculturali che puntano a Cristo, la vera risposta per il nostro mondo diviso.

 

 

Il presente articolo è stato precedentemente pubblicato sul sito ImpattoItalia.org. Per gentile concessione.

 

Tematiche: Bibbia, Chiesa, Divisioni

Steve Bang Lee

Steve Bang Lee

 

 

Serve come pastore presso il Mariners Church di Irvine, California. É sposato con Angela, ha tre figli (Isaiah, Elizabeth, e Aaron), e scrive su www.bangblogs.org.

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