Quanto sei grato?

 

 

Ogni giorno puoi trovare motivi per lamentarti. Dopotutto, vivi in un mondo a pezzi e la vita non va come dovrebbe. Familiari e amici ti faranno dei torti, la salute sarà precaria, lo Stato ti farà dei torti e così via.

Non ti sto dando una licenza per lamentarti, niente affatto. Sto solo dicendo che non è poi così difficile che la gente faccia un elenco di cose per cui farlo. Basta ascoltare le conversazioni in giro; ci sono tante lamentele!

Allo stesso tempo, però, possiamo trovare una moltitudine di ragioni per cui essere grati. La grazia di Dio ci ha messo a disposizione benedizioni fisiche in abbondanza. Attorno a questo periodo dell’anno, almeno in America, la nostra cultura ci ricorda di scoprire queste benedizioni e di ringraziare.

Cosa rivela del cuore umano la Festa del Ringraziamento? Due cose, io penso.

Prima di tutto, rivela che il cuore umano è incline alla gratitudine; qualcosa nella nostra anima ci dice che dovremmo essere persone grate. Ma in un secondo momento, ci mostra anche, che in fin dei conti, non siamo persone grate. Releghiamo la nostra gratitudine solo a pochi giorni dell’anno, mentre la maggior parte degli altri, borbottiamo, compiangiamo e ci lamentiamo.

Perciò oggi vorrei scrivere sul cuore umano, sulle lamentele e la gratitudine. Poi, alla fine di questo articolo, introdurrò un test di 13 domande per scoprire cosa c’è nel tuo cuore. La mia speranza è che lo possa usare come una risorsa sia per la tua famiglia sia per i tuoi amici prima o durante la Festa del Ringraziamento.

 

Gli occhi del cuore

Sono profondamente persuaso che la radice delle nostre lamentele, o la radice della nostra gratitudine, sia il risultato del modo in cui consideriamo noi stessi.
Ecco un’analisi di quanto accade.

 

La persona che si lamenta a giusto titolo

Se stupidamente mi considerassi una brava persona, riterrei di essere un uomo arrogantemente meritevole. Mi metterei al centro del mio mondo e vivrei con l’atteggiamento del “io me lo merito”. Vivendo con questa sorta di diritto, svilupperei un senso egoistico ed irrealistico di necessità personale.

Dando per scontate le mie necessità personali egoistiche ed irrealistiche, vivrei con la pretesa che le situazioni, i luoghi ed i rapporti nella vita di tutti i giorni concentrino la propria energia per mettersi al servizio di quelli che ho definito i miei bisogni personali. Tuttavia, nella mia follia ed arroganza, ho dimenticato che questo universo non è stato creato per servire me. Io non sono il centro della sua attenzione, nonostante ciò che mi piacerebbe credere.

Inevitabilmente, quelle persone e quei luoghi non catalizzeranno, e nemmeno riconosceranno, quelli che ritengo i miei bisogni personali. Perciò, siccome non ottengo quello che merito, ho moltissimi motivi per lamentarmi e compiangermi.

Questa lamentela dove trova origine? Nel mio cuore, perché mi sono auto-valutato con arroganza e stupidità.

 

La persona umile e grata

Cosa accadrebbe se, invece di dare per scontato che io sia una persona brava e meritevole, mi osservassi attraverso le lenti della Scrittura?

Quando siamo onesti con noi stessi, con Dio e con gli altri, scopriremo che siamo stati più arroganti, esigenti e presuntuosi di quello che pensavamo

La Bibbia mi insegna che in questo universo tutto è stato creato da Dio e per la gloria di Dio. Ciò significa che questo mondo, con tutti suoi piaceri, non ha la funzione di celebrare me. Al contrario, le glorie create in questo mondo sono state designate per essere uno strumento di celebrazione al Creatore.

In altre parole, non sono io il centro di questo racconto.

Inoltre il Vangelo mi dice che non sono una brava persona, infatti sono malvagio e l’unica cosa che merito in questa vita è l’ira di Dio. Perciò, se mi ricordo che, con un atto di estrema grazia, Dio ha rivolto su di me il suo volto misericordioso e benigno e che tutto ciò che c’è di buono nella mia vita è una benedizione immeritata, il mio cuore sarà riempito di sentimenti di umiltà e gratitudine (piuttosto che di risentimento ed egoismo).

In altre parole, non sono io il centro di questo racconto.

Invece di sfruttare le situazioni, i luoghi e i rapporti per il mio tornaconto, mi avvicinerò alle persone e ai luoghi con un cuore da servo. Sarò così ricolmo di gratitudine pensando al sacrificio di Cristo e che la mia vita diventerà un riflesso di quel sacrificio.

Ora è tutto diverso!

 

Il succo del discorso

Penso che quello che sto domandando sia in definitiva questo: con quale accuratezza ti consideri?

Pensi di essere una persona buona e meritevole che è stata dimenticata ingiustamente? O, come John Newton, ti consideri un miserabile salvato da un’immensa grazia? Ciò fa una differenza enorme.

Ecco cosa voglio che tu faccia, prima o durante il Ringraziamento. Qui sotto troverai 13 domande di auto-valutazione, per esaminare il tuo cuore. Non correre, solo sii onesto e pieno di buone intenzione mentre apri il tuo cuore.

Quando siamo onesti con noi stessi, con Dio e con gli altri, scopriremo che siamo stati più arroganti, esigenti e presuntuosi di quello che pensavamo. Ma non aver paura di quello che potrà venire a galla mentre rispondi con onestà a queste domande.

Dio ci ha già perdonati completamente alla croce, e quando gridiamo aiuto, Lui ci dà una grazia abbondante e rinnovante per liberarci da uno stile di vita di lamentela e ci inviterà ad uno stile di vita di gratitudine.

 

Test di valutazione per il Ringraziamento

  1. Le persone che ti circondano, ti definirebbero più uno che si lamenta o uno che è grato?
  2. Quando è stata l’ultima volta che ti sei seduto per contare letteralmente le tue benedizioni?
  3. Quando è stata l’ultima volta che hai trascorso del tempo a lamentarti, compiangerti e sbuffare?
  4. Quando guardi il mondo, sei pessimista per tutto quello che non va?
  5. Quando guardi il mondo, ti scopri a ringraziare per la grazia comune di Dio?
  6. Ti consideri uno che spesso viene messo da parte e scavalcato?
  7. Ti consideri uno che ha ricevuto ingiustamente tante benedizioni?
  8. Quante volte riempi gli spazi vuoti con mormorii del genere: “Se solo avessi…” o “Vorrei che… fosse diverso”?
  9. Quanto spesso riempi gli spazi vuoti con gratitudine, del tipo: “Non posso credere che Dio mi abbia dato…”?
  10. Nei tuoi rapporti, sei uno che incoraggia amici e familiari a continuare a lamentarsi?
  11. Nei tuoi rapporti, incoraggi amici e familiari a scoprire motivi per cui ringraziare Dio?
  12. Nei tuoi rapporti, ti ritrovi spesso a criticare gli altri?
  13. Nei tuoi rapporti, ti ritrovi spesso ad edificare e incoraggiare gli altri?

 

 

Traduzione a cura di Susanna Giovannini

 

 

 

Tematiche: Crescita spirituale, L'amore di Dio, Vita Cristiana

Paul D. Tripp

Paul David Tripp 

È pastore, scrittore e conferenziere. E’ presidente di Paul Tripp Ministries, la cui missione consiste nell’applicare la potenza trasformatrice di Gesù Cristo alla vita quotidiana. Questa visione lo ha portato a scrivere 17 libri sulla vita cristiana, a realizzare 14 serie di insegnamenti e a viaggiare in giro per il mondo per parlare come oratore di conferenze. La passione che motiva Paul nel suo ministero è aiutare le persone a capire come il vangelo di Gesù Cristo offra speranza concreta in tutte le circostanze che le persone vivono in questo mondo travagliato.

© Paul Tripp Ministries, © Coram Deo

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