Prove storiche della risurrezione
Le prove storiche della risurrezione di Cristo sono molto valide. Studiosi come William Lane Craig, J.P. Moreland, Gary Habermas e altri hanno svolto un lavoro particolarmente buono nel provvedere i dettagli di queste prove.
Lo scopo di questo articolo è di fornire una sorta di sintesi di alcuni dei punti-chiave e mostrare la solidità delle prove storiche della risurrezione di Cristo.
Un metodo comunemente usato oggi per determinare la storicità di un evento è “la deduzione con la migliore spiegazione”. William Lane Craig descrive questo metodo come l’approccio dove “partiamo dall’evidenza che abbiamo a disposizione e deduciamo ciò che, se vero, fornirebbe la migliore spiegazione dell’evidenza stessa”. In altre parole, dovremmo accettare un evento come storico se esso ci fornisce la migliore spiegazione delle prove che lo circondano.
Quando consideriamo le prove, la verità della risurrezione emerge molto chiaramente come la migliore spiegazione. Non esiste nessun’altra teoria che si avvicini in qualche modo a un valido resoconto delle prove. Pertanto esiste una base storica solida per la verità che Gesù Cristo è risorto dalla morte.
Vale la pena notare che per stabilire la storicità della risurrezione, non abbiamo bisogno di credere che il Nuovo Testamento sia ispirato da Dio e nemmeno che sia affidabile.
Sebbene io creda a entrambe queste affermazioni, ci focalizzeremo su tre verità che anche gli studiosi critici accettano. In altre parole, queste tre verità sono così solide che anche gli storici autorevoli di ogni tipo le accettano. Pertanto, ogni teoria deve tenerne conto.
Le tre verità sono:
- La tomba nella quale Gesù fu sepolto fu trovata vuota da un gruppo di donne la domenica successiva alla crocifissione.
- I discepoli di Gesù ebbero reali esperienze con quello che credevano essere il Cristo risorto.
- La risurrezione fu l’argomento centrale della predicazione dei discepoli e su questa verità ebbe inizio e crebbe la chiesa cristiana
Praticamente tutti gli studiosi che si occupano della risurrezione, indipendentemente dalla loro corrente di pensiero, sono d’accordo su queste verità.
Vedremo che la verità della risurrezione di Cristo è la migliore spiegazione per ognuna di esse. Vedremo inoltre, e questo è il punto più importante, che quando queste verità sono considerate nel loro insieme costituiscono una base ancora più solida per la risurrezione. Infatti gli scettici devono spiegare non un unico fatto storico, ma bensì tre. Queste tre verità creano una corda a tre capi che non può essere spezzata.
La tomba vuota
Innanzitutto, qual è la prova che la tomba nella quale fu sepolto Gesù fu trovata vuota da un gruppo di donne la domenica successiva alla crocifissione?
Primo, la risurrezione fu predicata nella stessa città in cui Gesù era stato sepolto poco tempo prima. I discepoli di Gesù non andarono a predicare la risurrezione in un luogo remoto dove nessuno aveva mai sentito parlare di Gesù, ma cominciarono a predicare proprio a Gerusalemme, la città dove Gesù era morto ed era stato sepolto. Ovviamente, non avrebbero potuto farlo se Gesù fosse stato ancora nella tomba poiché nessuno avrebbe creduto alla loro predicazione. Nessuno sarebbe stato così stupido da credere che un uomo fosse risorto dalla morte quando il suo corpo giaceva ancora nella tomba sotto gli occhi di tutti. Come scrive Paul Althaus, la proclamazione della risurrezione “non avrebbe retto a Gerusalemme un solo giorno, una sola ora, se non ci fosse stata la tomba vuota come dato di fatto a disposizione di tutti”.
Secondo, le prime argomentazioni ebraiche contro il Cristianesimo ammettono la tomba vuota. In Matteo 28:11-15 c’è un riferimento al tentativo da parte degli ebrei di rifiutare il Cristianesimo dicendo che i discepoli avevano rubato il corpo. Questo è significativo perché mostra che gli ebrei non negarono la realtà della tomba vuota. Invece, la loro teoria del “corpo rubato” ammette l’importante verità che la tomba era effettivamente vuota.
Il Toledoth Jesu, una raccolta di antichi scritti ebraici, è un’altra fonte che ammette la tomba vuota, anche se tenta di darne una spiegazione che esclude la risurrezione. Inoltre, abbiamo una documento del II secolo di un dibattito tra un cristiano e un ebreo, nel quale si fa riferimento al fatto che gli ebrei affermano che il corpo fu rubato. Quindi è abbastanza chiaro che i primi ebrei riconoscevano che la tomba fosse vuota.
Perché questo è importante? Ricordate che i capi ebrei si opponevano al Cristianesimo. Erano testimoni ostili. Ammettendo che la tomba era vuota, ammettevano la realtà di un fatto che non andava certamente a loro favore.
Quindi perché avrebbero dovuto ammettere che la tomba era vuota se le prove erano troppo evidenti per poterlo negare? Il Dott. Paur Maier chiama questo caso “una prova positiva da una fonte ostile. In sostanza, se una fonte ammette un fatto che non è decisamente a suo favore, allora il fatto è autentico”.
Terzo, il racconto della tomba vuota del vangelo di Marco è basato su una fonte che ebbe origine sette anni dall’evento che narra. Ciò colloca le prove della tomba vuota troppo vicine all’evento stesso per essere considerate leggendarie e le rende molto più verosimilmente accurate. Quali sono le prove per questo? Citerò due articoli. Un commentatore tedesco, Rudolf Pesch, spiega che questa fonte precedente al Vangelo di Marco non chiama mai il sommo sacerdote per nome. “Ciò implica che Caiafa, che sappiamo per certo essere sommo sacerdote in quel tempo, rivestiva ancora quella carica quando la storia iniziò a circolare”. Quindi “se fosse stato scritto prima della fine del mandato di Caiafa, il suo nome sarebbe stato usato per distinguerlo dal successivo sommo sacerdote. Ma siccome Caiafa fu sommo sacerdote dal 18 al 37 d.C., questa storia iniziò a circolare non più tardi del 37 d.C., nell’arco dei successivi sette anni dagli eventi”, come ha riepilogato Michael Horton. Inoltre, Pesch sostiene che “poiché la narrazione di Paolo riguardo all’Ultima Cena [scritta nel 56] (1 Corinzi 11) si basa sul racconto di Marco, ciò implica che la fonte di Marco risale ai primi anni” del Cristianesimo (vedi Craig). Quindi la prima fonte che Marco utilizzò colloca la testimonianza della tomba troppo prossima agli eventi per essere una leggenda.
Quarto, la tomba vuota è supportata dall’affidabilità storica del racconto della sepoltura. Gli studiosi del Nuovo Testamento sono d’accordo sul fatto che esso sia uno dei fatti più comprovati riguardo a Gesù. Una ragione per questo è l’inclusione nel racconto di Giuseppe d’Arimatea come uno di quelli che seppellirono Cristo. Giuseppe era membro del sinedrio ebraico, una specie di corte suprema ebraica. Gli appartenenti al sinedrio erano semplicemente troppo noti per cui non sarebbe stato possibile attribuire loro delle storie fittizie. I cristiani sarebbero stati smascherati come degli imbroglioni. Perciò non sarebbe stato possibile parlare del coinvolgimento di Giuseppe d’Arimatea nella sepoltura di Gesù a meno che non fosse la verità. Inoltre, se il racconto della sepoltura fosse stato una leggenda, ci si aspetterebbe di trovare testimonianze contrastanti, ma non ce ne sono.
Ma in che modo la veridicità del racconto della sepoltura di Gesù è a favore della tomba era vuota? Perché il racconto della sepoltura e della tomba vuota hanno legami linguistici e grammaticali che indicano che sono un’unica narrazione. Dunque, se il racconto della sepoltura è accurato, anche quello della tomba vuota lo è. Inoltre, se è accurato il racconto, allora tutti sapevano dove Gesù era stato sepolto. Questa sarebbe stata una prova determinante per confutare la predicazione della risurrezione da parte dei primi cristiani – perché se la tomba non fosse stata vuota, sarebbe stato evidente a tutti, e i discepoli sarebbero stati considerati nella peggiore delle ipotesi degli imbroglioni o, nella migliore, dei malati di mente.
Quinto, la tomba di Gesù non è mai stata venerata come un santuario. Ciò è di grande importanza perché era abitudine nel I secolo di costruire un santuario nel luogo dove giacevano le ossa di una persona considerata santa. Ai tempi di Gesù esistevano una cinquantina di luoghi simili, ma non ne esisteva uno simile per Gesù e ciò suggerisce che le sue ossa non si trovavano lì.
Sesto, il racconto di Marco della tomba vuota è semplice e non mostra tratti tipici da leggenda. Ciò è evidente quando lo compariamo al Vangelo di Pietro, un falso risalente al 125 circa. Questa leggenda narra come i capi ebrei, le guardie romane e molte persone provenienti dalle campagne limitrofe si radunarono per assistere alla risurrezione. Poi, tre uomini uscirono dalla tomba con le loro teste che raggiungevano le nuvole. Poi una croce parlante uscì dalla tomba! Ecco come si presenta una leggenda, e non troviamo alcuno di questi elementi nel racconto di Marco – né tantomeno in nessun’altra parte dei Vangeli!
Settimo, la tomba fu trovata vuota da alcune donne. Perché è importante questo particolare? Perché la testimonianza delle donne nella cultura ebraica del I secolo era considerata priva di valore. Come afferma Craig: “Se la storia della tomba vuota fosse una leggenda, è molto probabile che sarebbero stati i discepoli maschi a scoprire per primi la tomba vuota. Il fatto che delle donne disprezzate, la cui testimonianza non aveva alcun valore, furono i testimoni-chiave del ritrovamento della tomba vuota ha un’unica spiegazione plausibile: furono veramente loro a scoprire la tomba vuota”.
Grazie alle prove schiaccianti della tomba vuota, la maggior parte degli studiosi recenti non la negano. D.H. Van Daalen ha detto: “È davvero difficile opporsi alla tomba vuota dal punto di vista storico; quelli che si oppongono lo fanno sulla base di presupposti teologici o filosofici”. Jacob Kremer, che si è specializzato nello studio della risurrezione ed è un critico del Nuovo Testamento, ha detto: “La maggior parte degli esegeti crede fermamente all’attendibilità delle affermazioni bibliche riguardo alla tomba vuota” ed elenca ben ventotto studiosi che sostengono la sua sensazionale affermazione.
Sono sicuro che avete sentito parlare delle varie teorie usate per spiegare la tomba vuota, come ad esempio la teoria del corpo rubato. Tutti gli studiosi autorevoli oggi si fanno beffe di queste teorie che sono considerate morte e sepolte da circa un secolo. Per esempio, gli ebrei o i Romani non avevano nessun motivo per rubare il corpo, infatti entrambi volevano sopprimere il cristianesimo e non incoraggiarlo fornendogli una tomba vuota. Nemmeno i discepoli ne avrebbero avuto motivo. Furono picchiati, uccisi e perseguitati perché predicavano la risurrezione. Perché avrebbero sopportato tutto questo per una deliberata bugia?
Oggigiorno nessuno studioso serio crede a queste teorie. Forse allora vi chiederete: “Quale spiegazione offrono i critici?”. Craig ci dice che “essi hanno ammesso di non avere alcuna spiegazione da offrire. Semplicemente non c’è nessuna spiegazione naturale plausibile oggi per spiegare la tomba vuota di Gesù. Se neghiamo la risurrezione di Gesù, non ci rimane che un inspiegabile mistero”. La risurrezione di Gesù non è solo la migliore spiegazione per la tomba vuota, ma è anche l’unica spiegazione possibile!
Le apparizioni dopo la risurrezione
Un’altra prova ci è fornita dai discepoli, i quali ebbero delle reali esperienze con colui che credevano essere il Cristo risorto. Questa prova non è generalmente messa in discussione oggi perché gli stessi discepoli testimoniano di aver visto Gesù nuovamente in vita. Non è necessario credere all’affidabilità dei Vangeli per prestarvi fede. Infatti in 1 Corinzi 15:3-8, Paolo riporta un antico credo riguardo alla morte, alla sepoltura e alle apparizioni di Gesù dopo la risurrezione, un credo che è molto anteriore alla lettera nella quale Paolo lo riporta:
“3 Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch’io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, 4 che fu sepolto e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture, 5 e che apparve a Cefa e poi ai dodici. 6 In seguito apparve in una sola volta a più di cinquecento fratelli, la maggior parte dei quali è ancora in vita, mentre alcuni dormono già. 7 Successivamente apparve a Giacomo e poi a tutti gli apostoli insieme. 8 Infine, ultimo di tutti, apparve anche a me come all’aborto”.
In genere i critici sono concordi nel dire che Paolo ricevette questo credo da Pietro e Giacomo tra i tre e i cinque anni dopo la crocifissione. Ora, Pietro e Giacomo sono riportati in questo scritto come coloro che videro il Cristo risorto, perciò possiamo essere certi della loro testimonianza. Come afferma studioso ebraico Pinchas Lapide, questo credo “potrebbe essere considerato come la dichiarazione di testimoni oculari”.
Ora, mi rendo conto che solo perché i discepoli pensarono di aver visto Gesù non vuol dire automaticamente che l’abbiano visto davvero. Ci sono tre possibili alternative:
- Hanno mentito
- Hanno avuto un’allucinazione
- Hanno visto davvero il Cristo risorto
Quale di queste è la più probabile?
Hanno mentito?
Secondo questo punto di vista, i discepoli sapevano che Gesù non era risorto, ma inventarono la storia della risurrezione. Se fosse vero, perché dieci di loro accettarono di morire come martiri per aver creduto nella risurrezione? Le persone spesso muoiono per una bugia che credono essere la verità. Ma se Gesù non era risorto, i discepoli lo sapevano. Quindi, non sarebbero morti per una bugia che per errore credevano essere la verità. Sarebbero morti per una bugia che sapevano essere una bugia. Dieci persone non avrebbero tutte dato la loro vita per qualcosa che sapevano essere una bugia. Inoltre, dopo essere stati testimoni di eventi come il Watergate, possiamo noi credere in modo ragionevole che i discepoli avrebbero potuto coprire una bugia così grande?
Per via dell’assurdità della teoria in base alla quale i discepoli stessero mentendo, comprendiamo perché quasi tutti gli studiosi oggi ammettono che, se non altro, i discepoli perlomeno credevano che Gesù era apparso loro. Ma sappiamo che credere soltanto che qualcosa sia vera non la rende tale. Forse i discepoli si sbagliavano ed erano stati tratti in inganno da un’allucinazione?
La teoria dell’allucinazione non è sostenibile perché non può spiegare la natura fisica delle apparizioni. I discepoli raccontano di aver mangiato e bevuto con Gesù e di averlo toccato. Questo non è possibile con le allucinazioni. Inoltre, è molto improbabile che tutti abbiano avuto la stessa allucinazione. Le allucinazioni sono strettamente individuali e non proiezioni di gruppo.
Immaginate che venissi da voi e vi dicessi: “Non era meraviglioso il sogno che ho fatto l’altra notte?” Le allucinazioni, come i sogni, in genere non si trasmettono così. Inoltre, la teoria dell’allucinazione non può spiegare la conversione di Paolo, avvenuta tre anni più tardi. Paolo, il persecutore dei cristiani, sperava forse così tanto di vedere Gesù risorto che la sua mente ha inventato un’apparizione?
Inoltre, cosa forse più fondamentale, la teoria dell’allucinazione non può in alcun modo spiegare la prova della tomba vuota.
Dal momento che i discepoli non potevano mentire o avere allucinazioni, ci rimane un’ultima possibilità: i discepoli credevano di aver visto Gesù risorto perché veramente lo avevano visto. Così, le sole apparizioni della risurrezione dimostrano la risurrezione. Quindi, se rifiutiamo la risurrezione, abbiamo un secondo inspiegabile mistero: dopo la tomba vuota, ora abbiamo anche le apparizioni.
L’origine della fede cristiana
Infine, l’esistenza della chiesa cristiana è una prova inconfutabile della risurrezione. Perché? Perché anche gli studiosi più scettici del NT ammettono che i discepoli credevano che Gesù era risorto dalla tomba. Ma come possiamo spiegare l’origine di questa fede?
William Lane Craig fa notare che ci sono tre possibili cause: l’influenza cristiana, l’influenza pagana o l’influenza ebraica.
Potrebbe essere stata l’influenza cristiana?
Craig scrive: “Dal momento che la credenza nella risurrezione è il fondamento stesso del Cristianesimo, non può essere stata creata successivamente dal Cristianesimo”. Inoltre, come vediamo, se i discepoli l’avessero inventata, allora sarebbero stati degli imbroglioni e dei bugiardi – alternative che abbiamo mostrato essere false. Abbiamo anche mostrato l’improbabilità che essi avessero allucinazioni al riguardo.
Che dire dell’influenza pagana?
Non è stato spesso notato che c’erano molti miti riguardo a dèi salvatori che morivano e risorgevano al tempo del Cristianesimo? I discepoli non avrebbero potuto forse essere stati ingannati da questi miti e averli riportati nel loro insegnamento sulla risurrezione di Cristo? In realtà, per molte ragioni studiosi autorevoli hanno rifiutato questa teoria nella quasi totalità, a partire dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Primo, è stato dimostrato che nel I secolo queste religioni misteriche non avevano grande influenza in Palestina. Secondo, la maggior parte delle fonti che contengono delle somiglianze hanno avuto origine dopo che il Cristianesimo si era consolidato. Terzo, la maggior parte delle somiglianze sono spesso apparenti e non reali, e sono il risultato dell’uso di una terminologia approssimativa da parte di chi le ha spiegate. Per esempio, un critico ha cercato di sostenere che la cerimonia di uccidere un bue e lasciar scorrere il sangue su tutti i partecipanti equivalesse alla cena del Signore (o comunione). Quarto, i primi discepoli erano giudei e sarebbe stato impossibile per loro importare qualcosa da un’altra religione poiché erano ferventi nel credere che le religioni pagane fossero un abominio per Dio.
La fede nella risurrezione non può essere spiegata neanche partendo dalle credenze giudaiche. Infatti, nell’ebraismo del I secolo non esisteva la concezione della risurrezione dalla morte di un singolo individuo nel corso della storia. Avevano la concezione che tutti sarebbero risorti insieme alla fine dei tempi, perciò l’idea della risurrezione di un singolo individuo nel corso della storia era loro estranea. Quindi l’ebraismo di quei tempi non avrebbe mai potuto fabbricare l’ipotesi della risurrezione. Questo è un altro elemento a sfavore della teoria delle allucinazioni dei discepoli. Gli psicologi dicono che le allucinazioni si basano su fatti già noti all’individuo, ossia non si basano su qualcosa che non sia già nella mente della persona. Dato che i primi discepoli erano ebrei, non credevano alla possibilità che il Messia potesse risorgere dalla morte nel corso della storia. Quindi non avrebbero mai potuto avere allucinazioni riguardo alla risurrezione di Cristo. Tutt’al più avrebbero potuto avere un’allucinazione del rapimento di Gesù in cielo, come accadde a Elia nell’Antico Testamento, ma non avrebbero mai avuto allucinazioni riguardo alla risurrezione.
Pertanto, se la risurrezione non fosse avvenuta non esiste alcun modo plausibile per spiegare le origini della fede cristiana. Avremmo un terzo mistero inspiegabile.
Tre fatti indipendenti
Abbiamo dunque verificato questi tre fatti, accertati in modo indipendente. Se neghiamo la risurrezione, ci rimangono almeno tre misteri da spiegare. Ma c’è una spiegazione di gran lunga migliore di un debole appello al mistero o all’improbabile furto di un corpo, ad allucinazioni o a una religione misterica. La migliore spiegazione è che Cristo è effettivamente risorto dalla morte! Anche se esaminassimo ogni fatto separatamente avremmo prove sufficienti. Considerati insieme però le prove risultano ancora più solide. Per esempio, se dovessimo trovare spiegazioni alternative per due di questi fatti, rimarrebbe ancora la terza verità per affermare la storicità della risurrezione.
Questi tre fatti accertati in modo indipendente rendono ancor meno plausibili le altre possibili spiegazioni. È generalmente riconosciuto che la spiegazione che fornisce il maggior numero di prove è più probabilmente quella vera. Ossia la teoria che spiega la maggior parte delle prove e è probabilmente quella vera. La risurrezione è l’unica ipotesi che spiega tutte le prove. Se neghiamo la risurrezione, dobbiamo inventarci ben tre spiegazioni logiche indipendenti, non solo una. Per esempio, dovremmo suggerire che i giudei rubarono il corpo, che i discepoli ebbero delle allucinazioni, e che in qualche modo le religioni misteriche pagane influenzarono il loro credere per indurli a pensare alla risurrezione. Tuttavia abbiamo già visto che queste teorie non sono plausibili e cercare di metterle insieme peggiora solo le cose. Come ha detto Gary Habermas: “Mettere insieme tre improbabili teorie non produrrà una spiegazione credibile. Aumenterà solo il grado di improbabilità. È come mettere dei secchi bucati uno dentro l’altro con la speranza che ognuno contribuisca a trattenere l’acqua che fuoriesce dagli altri. Tutto quello che si otterrà è qualcosa che fa acqua da tutte le parti”.
Leggenda?
Prima d’esaminare brevemente le implicazioni della risurrezione, vorrei dare uno sguardo veloce a quella che oggigiorno è forse la teoria più conosciuta: la risurrezione è una leggenda sviluppatasi nel tempo.
Primo, abbiamo visto che la testimonianza della risurrezione risale a esperienze reali. Ricordate il credo dei testimoni oculari di 1 Corinzi 15:3-5? Questa è la testimonianza di prima mano di Pietro e Giacomo, perciò non è possibile che la credenza della risurrezione si sia evoluta nel tempo. Invece, molte persone sono state testimoni di questo avvenimento.
Secondo, come può la teoria della leggenda spiegare la prova della tomba vuota?
Terzo, la teoria della leggenda non può spiegare l’origine della fede cristiana, perché come abbiamo già visto la risurrezione di Cristo è l’unica causa accettabile per la credenza nella risurrezione.
Quarto, la teoria della leggenda non può spiegare la conversione di Paolo. Sarebbe stato forse convinto da una leggenda? Ma la sua conversione avvenne ben prima che fosse stato possibile sviluppare una leggenda. E allora come spiegare la sua conversione? Osiamo accusarlo di menzogna quando dice di aver visto il Cristo risorto?
Quinto, abbiamo visto la prova della tomba vuota nella storia di Marco, a solo sette anni dagli eventi, lasso di tempo non sufficiente per lo sviluppo di una leggenda.
Sesto, abbiamo visto che il racconto della tomba non ha i tratti tipici dello sviluppo leggendario.
Settimo, gli studiosi critici concordano sul fatto che il messaggio della risurrezione era il fondamento della predicazione della chiesa primitiva. Perciò, non può essere il prodotto della chiesa che seguì.
Ottavo, ci sono prove valide che i Vangeli e gli Atti degli Apostoli siano stati scritti molto presto. Per esempio, il libro degli Atti non riporta la morte di Paolo, che avvenne nel 64 circa, o la distruzione di Gerusalemme, che avvenne nel 70.
Dal momento che Gerusalemme e Paolo sono personaggi chiave nel libro degli Atti, sembra strano che sia stata omessa la loro scomparsa. La migliore spiegazione sembra essere che la morte di Paolo e la distruzione di Gerusalemme siano state omesse perché il libro degli Atti è stato completato prima di quegli eventi. Questo significa che Atti fu scritto prima del 64, quando Paolo morì. Atti è il secondo volume scritto da Luca, ciò vuol dire che il suo primo libro, il Vangelo che porta il suo nome, è antecedente e risale intorno al 62. Dal momento che molti studiosi sono concordi sul fatto che il Vangelo di Marco sia stato il primo Vangelo ad essere scritto, esso dovrebbe essere stato composto ancora prima, forse intorno alla fine degli anni 50. Tutto ciò per dire che dalla risurrezione alla narrazione dei Vangeli intercorre un ventennio, periodo troppo breve per dar vita a una leggenda. Quindi la teoria della leggenda non è molto plausibile.
Sulla base delle prove che abbiamo visto, mi sembra che la risurrezione sia la migliore spiegazione. Essa spiega la tomba vuota, le apparizioni della risurrezione e l’esistenza della chiesa cristiana. Nessun’altra teoria alternativa può spiegare tutte e tre questi eventi. Infatti, nessuna di queste teorie alternative può spiegarne sufficientemente uno solo. Quindi sembra che una persona razionale debba accettare che Gesù Cristo è risorto dalla morte.
L’importanza della risurrezione
Ma, alla fin fine, non dovremmo chiederci quali sono le implicazioni di tutto ciò? Perché è importante? O è solo un vecchio, arido e impolverato pezzo di storia che non ha alcuna rilevanza per la nostra vita? Io credo che la risurrezione sia la verità più importante del mondo con enormi implicazioni per la nostra vita.
Primo, la risurrezione prova che le affermazioni che Gesù fece riguardo a se stesso sono vere.
Cosa affermava Gesù? Sosteneva di essere Dio. Qualcuno potrebbe dire: “Io non credo che Lui sostenesse di essere Dio perché non credo nella Bibbia”. Il fatto rimane che, se anche considerassimo solo i versetti riconosciuti autentici perfino da studiosi scettici, può essere ancora dimostrato che Gesù sosteneva di essere Dio. Ho scritto un articolo al riguardo. Quindi è impossibile eludere il fatto che Gesù sostenesse di essere Dio. Ora, se Gesù fosse rimasto morto nella tomba, sarebbe folle credere a questa affermazione. Ma dal momento che è risorto dalla morte, sarebbe folle non crederci. La risurrezione prova che ciò che Gesù diceva di se stesso è certo: Egli è vero Dio e vero uomo.
Secondo, ti sei mai chiesto quali siano le ragioni per credere nella Bibbia?
Ci sono buone ragioni per credere che sia stata ispirata da Dio, o è solo un mucchio di miti e di leggende? La risurrezione di Gesù risponde a questa domanda. Se Gesù è risorto dalla morte, allora abbiamo visto la validità della sua affermazione di essere Dio. Se Lui è Dio, Egli parla con assoluta certezza ed autorità definitiva. Quindi, ciò che Gesù disse riguardo alla Bibbia deve essere vero. Di certo, accetterai la testimonianza di qualcuno che è risorto dalla morte più che la testimonianza di uno studioso scettico che un giorno morirà a sua volta e non sarà in grado di risuscitare il terzo giorno. Che cosa disse Gesù riguardo alla Bibbia? Disse che è stata ispirata da Dio e che non può sbagliare. Io accetto la testimonianza di Gesù piuttosto di ciò che vorrei fosse vero o delle opinioni di altri uomini e donne. Quindi credo che la Bibbia sia ispirata da Dio, senza errori. Non lasciatevi sviare dalle numerose teorie di scettici e miscredenti riguardo alla Bibbia. Fidatevi di Gesù: Egli è risorto dalla morte!
Terzo, molte persone sono confuse dalle diverse religioni nel mondo.
Provengono tutte da Dio? Ma da un’attenta analisi vediamo che non possono essere tutte da Dio perché si contraddicono l’un l’altra. Non possono essere tutte vere, come non è possibile che 2+2 possa essere al contempo uguale sia a 4 sia a 5.
Per esempio, il Cristianesimo è l’unica religione a credere che Gesù sia Dio e uomo. Tutte le altre religioni dicono che era soltanto un brav’uomo e non Dio. Chiaramente queste affermazioni non possono essere entrambe giuste! Una delle due è sbagliata. Come facciamo a sapere quale sia quella corretta? Con un semplice test: quale religione fornisce prove migliori della sua veridicità? Alla luce della risurrezione di Cristo, io penso che il Cristianesimo abbia dalla sua parte le prove migliori.
Gesù è l’unico capo religioso che è risorto dalla morte. Tutti gli altri sono ancora nella loro tomba. A chi crederesti? Penso che la risposta sia chiara: la risurrezione di Gesù è la dimostrazione della veridicità di ciò che Egli diceva. Quindi, dobbiamo accettare la sua affermazione di essere l’unica via per arrivare a Dio: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).
Quarto, la risurrezione di Cristo prova che Dio un giorno giudicherà il mondo.
L’apostolo Paolo disse: “Dio dunque, [… ] comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo ch’egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti”. La risurrezione di Cristo pone ognuno di noi davanti a qualcosa di molto personale e di estremamente importante: dovremo rendere conto di noi stessi a un Dio santo. E se siamo onesti con noi stessi, dobbiamo ammettere che non raggiungiamo i suoi standard. Siamo peccatori e quindi meritevoli della sua giusta condanna.
Ciò ci porta al nostro quinto punto. La risurrezione di Cristo è l’unica vera speranza di vita eterna.
Perché? Perché Gesù dice che se abbiamo fede in Lui, abbiamo il perdono dei nostri peccati e scamperemo alla condanna nel giorno del giudizio. Il Nuovo Testamento non ci dice che Cristo è risorto dalla morte senza spiegarcene la ragione. La ragione è che Egli lo ha fatto perché noi siamo peccatori. E poiché abbiamo peccato, meritiamo il giudizio di Dio. Dal momento che Dio è giusto, non può semplicemente ignorare i nostri peccati. La pena per i nostri peccati deve essere pagata.
La buona notizia è che Dio, per il Suo amore, si è fatto uomo in Gesù Cristo per pagare la pena dei peccatori. Sulla croce, Gesù morì al posto di quelli che avrebbero creduto in lui. Egli ha subìto la morte che noi meritiamo. L’apostolo Paolo scrive: “Egli è stato dato a causa delle nostre offese…” e continua dicendo: “…ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione”. Paolo sta dicendo che la risurrezione di Cristo prova che la Sua missione di riportare la vittoria sul peccato ha avuto successo. La Sua risurrezione prova che Egli è il Salvatore non solo disposto, ma anche capace di liberarci dall’ira di Dio che arriverà nel giorno del giudizio. Il perdono che Gesù offre mediante la sua morte e risurrezione è per coloro che confidano in Lui per la salvezza e per un futuro felice.
Permettetemi di concludere con il sesto motivo per cui la risurrezione è importante. La Bibbia dice che anche coloro che credono in Cristo risusciteranno proprio come Egli risuscitò.
In altre parole, quelli che credono in Cristo saranno un giorno risuscitati da Dio proprio come lo fu Gesù. La risurrezione prova che quelli che pongono la loro fiducia in Cristo non saranno soggetti per l’eternità a un’esistenza semi-umana nelle le loro anime, ma prova che un giorno anche i nostri stessi corpi risusciteranno.
Grazie alla risurrezione di Cristo, i credenti un giorno sperimenteranno, per sempre, la libertà di avere un’anima e un corpo glorificati.
Traduzione a cura di Eliana Laudadio
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Tematiche: Chiesa, Pasqua, Risurrezione, Teologia
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