Bentornati a questa nuova puntata del podcast.
Ci sono molti fattori che screditerebbero un uomo dal ricoprire l’ufficio di anziano, o pastore, in una chiesa locale. E questo solleva un’importante discussione sul passato di un uomo.
Fino a che punto, oggi, il passato peccaminoso di un uomo entra in gioco nel suo essere qualificato (o non esserlo), in particolare quando quel peccato è un peccato sessuale?
Questa è la domanda che abbiamo ricevuto da un giovane ascoltatore.
“Caro pastore John, ciao! Da quando mi sono convertito circa quattro anni fa, ho sentito un forte desiderio di perseguire l’incarico di pastore a tempo pieno. Il desiderio del mio cuore è di servire il Signore e il suo gregge per il resto della mia vita. Quel desiderio è diventato più intenso col passare del tempo. Non solo, in quest’ultimo anno, il Signore ha posto davanti a me tutto il necessario per perseguire questo fine, come ad esempio la frequentazione del seminario e il sostegno dei miei anziani. C’è solo una domanda importante a cui devo rispondere.
La mia vita di fornicazione pre-conversione mi squalifica dal ministero pastorale?
Mi sono pentito, ma quella vita era piena fino all’orlo di peccato.
Secondo 1 Corinzi 6:16, sono diventato una sola carne con la ragazza con cui ho commesso questo peccato. Ora non sono sposato.
Ma considerando 1 Timoteo 3:2, il mio passato peccaminoso mi squalifica al presente dall’anzianato?”


No, non penso che la tua fornicazione passata ti squalifichi per il ministero, non in sé e per sé.
E la ragione per cui lo dico, è perché sarebbe un elemento squalificante se fosse ancora presente una tendenza continuativa di schiavitù alla lussuria, o alla pornografia, o alla mancanza di autocontrollo.
La fornicazione passata non deve necessariamente escludere dal ministero a meno che non faccia parte di un atteggiamento sbagliato continuativo, peccaminoso, non santificato, nel presente.
Quindi lasciatemi fare un passo indietro e dare tre (penso che siano solo tre) motivazioni dalla Scrittura per cui penso che sia vero, vale a dire, perché penso che un uomo, che è stato ribelle in una stagione della sua vita commettendo fornicazione, essendo poi stato successivamente liberato da quel peccato, pentendosi dell’orrore morale e spirituale che disonora Cristo e lo abbia fatto abbastanza a lungo da dimostrare la sua genuina novità di vita, perché possa essere giusto considerare quell’uomo qualificato per il ministero cristiano nella chiesa di Cristo.

Paolo, il primo dei peccatori

Quindi ecco la prima motivazione.
L’esempio di Paolo della sua vita passata e del suo ministero presente esercitato con la benedizione di Cristo, è davvero sorprendente, visto l’uso concreto che egli stesso fa di quell’esempio.
Paolo fu complice dell’omicidio di Stefano in Atti 7 (vedi Atti 7:58; 8:1).
Poi, quando è diventato un capo tra i persecutori, ha dedicato tutti i suoi sforzi nel tentativo di sradicare il cristianesimo, imprigionando e uccidendo i credenti, diventando ancora più spietato e determinato.
Atti 9:1–2:
1 Saulo intanto, spirando ancora minacce e strage contro i discepoli del Signore, si recò dal sommo sacerdote, 2 e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato alcun seguace della Via, uomini o donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme.
In breve, Paolo era un assassino, e “voi sapete che nessun omicida ha la vita eterna dimorante in sé”, disse Giovanni (1 Giovanni 3:15).
La valutazione che faceva Paolo della sua vita pre-cristiana era che egli fosse il peggiore, il primo dei peccatori.
Il fatto che Dio lo avesse salvato e usato comunque è una realtà preziosa nella Scrittura, proprio come esempio per coloro che si sentono senza speranza circa la possibilità di poter ricevere il perdono ed essere utili nel ministero.
Ecco il modo in cui lo dice in 1 Timoteo 1:15-16:
“15 Questa parola è sicura e degna di essere pienamente accettata, che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. 16 Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo facesse conoscere in me, per primo, tutta la sua clemenza, per essere di esempio a coloro che per l’avvenire avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna”.
Quindi Paolo dà la sua testimonianza della misericordia ricevuta, come esempio che penso si estenda ad una persona che potrebbe non aver ucciso, ma abbia di fatto commesso fornicazione.
Questo è la mia prima motivazione.

 

Marito di una donna

In secondo luogo, ed è un po’ più complicato perché il giovane con cui abbiamo a che fare è intelligente, ha studiato e ha riflettuto sui possibili ostacoli al suo anzianato ponendo una domanda più sottile. Egli chiede sulla base di 1 Corinzi 6:16 se, in effetti, la fornicazione sia un tipo di peccato specifico che può escludere dal ministero laddove, nella realtà dei fatti, l’omicidio non può.
Ora, questa è una domanda ben ponderata visto il modo in cui Paolo argomenta contro la fornicazione in 1 Corinzi 6, e considerato il passo di 1 Timoteo 3:2, a cui fa riferimento.
In quel testo, Paolo dice che un ministro della chiesa deve essere “marito di una sola moglie”, che alcuni traducono come “uomo di una sola donna”.
Questa è una parafrasi abbastanza comune, “uomo di una sola donna”.
In altre parole, il nostro amico si chiede se può definirsi come uomo di una sola donna, avendo commesso fornicazione.
Questo è il modo in cui lui vede la questione ed è un buon modo di pensare, voglio dire, è una buona domanda da porre.
Significa che non sta facendo insinuazioni. Non sta cercando scappatoie dai rigori della Scrittura.
Quindi lasciatemi cercare di chiarire cosa penso che Paolo intenda per “marito di una sola donna” (questo è importante per il modo in cui funziona la sua argomentazione contro sé stesso), e perché penso che “uomo di una sola donna” possa essere una traduzione fuorviante.
Ho molti amici che traducono questa espressione in questo modo e ho dei dubbi su questa traduzione.
Supponiamo che il tuo pastore sia single (ora, penso che questo sia legittimo: Gesù era single; Paolo era single. Penso sia legittimo avere un uomo single come pastore).
Supponiamo che il vostro pastore sia celibe e che commetta fornicazione regolarmente con una sola donna.
Si potrebbe definire come un uomo di una sola donna?
Bene, bel problema.
Tecnicamente sì, ma sappiamo tutti che non è quello che Paolo intendeva.
Quindi tradurre “marito di una sola donna” come “uomo di una sola donna” può metterci in difficoltà se non stiamo attenti.
Paolo sta veramente riferendosi al matrimonio e in questo caso, o un uomo è fedele a sua moglie oppure commette adulterio.

 

La fornicazione può essere intesa come matrimonio?

La domanda allora diventa: cosa ne facciamo dell’argomentazione di Paolo contro la fornicazione in 1 Corinzi 6?
Alcuni potrebbero dire:
“Beh, Paolo sostiene davvero che, in sostanza, una relazione sessuale prima del matrimonio è un tipo di matrimonio”.
Allora il nostro giovane amico potrebbe trarre la conclusione:
“Beh, quindi in un certo senso ero sposato, e oggi non sono fedele a quella ragazza non essendo sposato con lei ufficialmente, per non parlare del fatto che non posso nemmeno sposarmi legittimamente se sono ancora sposato con lei a causa di quella vecchia relazione”.
È questo che intendeva Paolo?
Egli dice in 1 Corinzi 6:13-18:
“il corpo però non è per la fornicazione, bensì per il Signore, e il Signore per il corpo… 15 Non sapete voi che i vostri corpi sono membra di Cristo? ”
E qui sta diventando molto specifico Paolo; intende i nostri organi sessuali.
Quindi le nostre parti del corpo sono parti del corpo di Cristo.
“Prenderò io dunque le membra di Cristo, per farne le membra di una prostituta?”
E grida: “Così non sia”.
E poi ecco la parte difficile. Dice così:
“Non sapete voi che chi si unisce ad una prostituta forma uno stesso corpo con lei? Qualunque altro peccato che l’uomo commetta è fuori del corpo, ma chi commette fornicazione pecca contro il suo proprio corpo”.
E cita Genesi 2:24, che parla del matrimonio:
“«I due infatti», dice il Signore, «diventeranno una stessa carne». 17 Ma chi si unisce al Signore è uno stesso spirito con lui. 18 Fuggite la fornicazione”.
Questa è la fine di 1 Corinzi 6:13-18.
Così Paolo ritrae l’orrore della fornicazione per il cristiano come il prendere le parti del corpo di Cristo, perché le nostre sono sue, per renderle parti del corpo di una prostituta.
Ecco quanto è intimo e profondo il rapporto sessuale nella mente apostolica e ispirata di Paolo: diventi un solo corpo con lei.
Ciò che rende il testo inquietante per il nostro giovane amico è che Paolo cita Genesi 2:24, che è un testo sul matrimonio: “I due diventeranno una sola carne”.
Quindi Paolo intende dire che, in sostanza, colui che fornica con una prostituta è sposato con lei? Questo è ciò che si chiede. Questo lo escluderebbe dal pastorato a causa di 1 Timoteo 3:2.

 

Prostituzione sessuale

La mia risposta è no, non è quello che intende Paolo. Avrebbe potuto dirlo. Non mette insieme le due cose e non arriva a questa conclusione.
Sarebbe stata un’affermazione forte se l’avesse detta, ma non l’ha fatto. Quindi cosa intende?
Penso che quello che vuole significare sia questo.
Egli dice:
“Ciò che rende la fornicazione così orribile è che prende il disegno di una sola carne del matrimonio e lo prostituisce”.
Prostituisce quella parte del matrimonio togliendola dal rapporto di alleanza del matrimonio e trattandola come se fosse stata progettata per una prostituta.
È proprio il fatto che non si tratta di un matrimonio che rende la prostituzione delle parti del corpo di Cristo così orribile.
L’unione di una sola carne progettata per il matrimonio (che rappresenta Cristo e la Chiesa, motivo per cui non è idolatria avere rapporti sessuali nel matrimonio) e toglierla da quella sacra alleanza con una moglie e con Cristo per prostituirla nella fornicazione, è ciò che rende la fornicazione così orribile.

Quindi concludo che Paolo non stava riferendosi alla fornicazione come a una sorta di matrimonio.
Non c’è alcun patto stipulato con questa prostituta e questo è precisamente ciò che rende l’analogia sessuale della fornicazione con il matrimonio, così moralmente e spiritualmente ripugnante.
Pertanto, non credo che l’argomento di Paolo in 1 Corinzi 6 significhi che il nostro giovane amico pentito e trasformato, dovrebbe usare questo testo per sostenere che è escluso dall’anzianato semplicemente a causa di 1 Timoteo 3:2, che dice che deve essere “marito di una sola [donna]”.

 

Lavato, santificato, giustificato

Un’ultima osservazione, anch’essa preziosa.
In questo stesso capitolo, Paolo si riferisce specificamente alla fornicazione come qualcosa nella chiesa che è stato purificato e perdonato. 1 Corinzi 6:9-11:
“Non v’ingannate: né i fornicatori…
(e si riferisce specificamente alla fornicazione, perché in seguito si riferisce agli adulteri)
erediteranno il regno di Dio…
(Il fornicatore non erediterà il regno di Dio)
Or tali eravate già alcuni di voi; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù e mediante lo Spirito del nostro Dio”.
Al che dico: “Lode a Dio che ognuno di noi può essere salvato dal proprio peccato”.
Quindi la mia conclusione è che gli anziani della chiesa di questo giovane uomo dovrebbero valutare attentamente e biblicamente le sue qualifiche per il ministero e non lasciare che il peccato di fornicazione passato sia decisivo per escluderlo.

 

 

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John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.