Oggi parliamo di benessere personale. È interessante notare come all’’inizio del libro di Giobbe, Giobbe fosse un uomo benestante. Alla fine del libro di Giobbe, Giobbe è doppiamente benestante. È giusto quindi presumere che Dio voglia che i suoi figli siano doppiamente benestanti? Questa è una domanda suggerita da Giobbe e inviataci da un ascoltatore.

“Ciao Pastore John, il mio nome è Genesis, ho 23 anni e vivo nelle Filippine. Non credo ai predicatori della prosperità che dichiarano che Dio voglia il maggior benessere possibile per tutti i cristiani. D’altra parte, è peccato pregare che Dio mi assicuri sufficienti entrate per poter vivere una vita confortevole? Oppure noi cristiani siamo chiamati solo ad una vita di sofferenza e precarietà? È possibile pregare e ricercare un comfort materiale maggiore o rappresenta un pericolo? C’è un modo sano di pregare che la nostra povera rete raccolga il doppio nel tempo? Da quanto leggo nella Scrittura, vedo che Dio voleva raddoppiare il benessere di Giobbe alla fine (Giobbe 42:10-17). Era solo riservato a Giobbe o Dio invita anche oggi i cristiani a pregare con questo fine?”

 

 

Sento essenzialmente 3 domande qui: (1) è giusto pregare che io abbia abbastanza soldi per vivere una vita confortevole? (2) il cristiano è chiamato solo a vivere in sofferenza e miseria? (3) Dio intende che il raddoppio delle ricchezze di Giobbe sia un modello per noi per cui pregare? Lasciatemi gettare una luce biblica su ognuna di queste domande iniziando dall’ultima.

 

Raddoppiare i tuoi soldi?

Dio intende che il raddoppio delle ricchezze di Giobbe sia un modello per noi per cui pregare? Se Dio lo ha fatto con Giobbe, vuole farlo anche con noi?

Ora, questo è quel tipo di domanda a cui non è possibile rispondere per tutti allo stesso modo. Per esempio, sono assolutamente certo che sarebbe un peccato per me pregare che le mie entrate siano raddoppiate in questo momento, perché avendo uno stile di vita confortevole tipico della classe media americana, su base globale sono molto più benestante di miliardi di povere persone in tutto il mondo.

 

“ Il Nuovo Testamento, ci spinge continuamente verso una vita di semplicità ed economie per l’avanzamento del vangelo”

 

Il peso che devo portare nelle mie preghiere, non è che io possa accumulare tesori su questa terra, ma che io possa donare, donare e ancora donare sempre più e investire maggiormente nelle altre persone accumulando tesori in cielo (Matteo 6: 19-20), usando ciò che ho per il bene altrui stando attento, attento e ancora attento, perché Gesù disse che è più difficile per un ricco entrare nel regno dei cieli (Luca 18:24).

Tuttavia, se qualcuno guadagna un euro al giorno lavorando al massimo delle proprie possibilità per mantenere la propria famiglia, raddoppiare le sue entrate significherebbe arrivare a 2 euro e sarebbe ancora povero, solo meno povero. Chi potrebbe biasimarlo per chiedere e pregare di poter raddoppiare le sue entrate da 1 a 2 euro al giorno con lo scopo di provvedere meglio ai bisogni della sua famiglia?

Così, vedete che non si può rispondere alla prima domanda nello stesso modo per tutti.

 

“Vieni e vedi”

 

C’è un principio cardine che dobbiamo considerare quando utilizziamo testi dell’antico testamento per giustificare il perseguimento del benessere. Giobbe era già benestante. Dio raddoppiò il benessere di un uomo benestante. Quindi perché non applicare la stessa cosa a te stesso, Piper?

Ecco perché: Dio intendeva che la religione del vecchio testamento fosse, a grandi linee, una religione del “vieni e vedi”, portando la prosperità all’estremo come una testimonianza della fedeltà di Dio verso Israele. La regina di Sceba arrivò dalle estremità della terra e rimase senza fiato vedendo il benessere e la saggezza di Salomone (1 Re 10: 1-13). Questa è la religione del “vieni e vedi”.

 

“Vai e racconta”

 

Dio però vuole che la religione del Nuovo Testamento sia una religione del “vai e racconta” piuttosto che del “vieni e vedi”. Una religione del “vai e racconta” basata sulla semplicità, il sacrificio e la generosità per compiere la missione di raggiungere tutte le nazioni del mondo, mostrando che il nostro tesoro non è in questo mondo ma in Cristo nel Cielo. Lui è la nostra imperscrutabile ricchezza (Efesini 3:8). Quando leggiamo il Nuovo Testamento, ci spinge continuamente verso una vita di semplicità ed economie per l’avanzamento del vangelo, lontani dal lusso, opulenza e sfarzo.

Ho davanti a me in questo momento 24 passi delle Scritture che ci spingono in questa direzione. Lasciate che ve ne citi alcuni.

Luca 6:20: “Quindi egli, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio”.

Luca 6:24: “Ma guai a voi ricchi, perché avete la vostra consolazione”.

Luca 8:14: “E la parte che è caduta fra le spine sono coloro che hanno udito la parola; ma, strada facendo, sono soffocati dalle sollecitudini, dalle ricchezze e dai piaceri di questa vita, e non giungono a maturità”.

Matteo 6:19: “Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano…”.

Luca12:33: “Vendete i vostri beni e dateli in elemosina; fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove il ladro non giunge e la tignola non rode”.

Luca 14:33: “Così dunque, ognuno di voi che non rinunzia a tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo”.

Luca 18:24: “Allora Gesù, visto che si era molto rattristato, disse: Quanto è difficile per coloro che hanno delle ricchezze entrare nel regno di Dio!”.

2 Corinzi 6:10: “Come contristati, eppure sempre allegri; come poveri eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo tutto”.

 

“L’obiettivo del cristiano non è soffrire, ma amare e accettare qualunque sofferenza questo comporti”

 

E così via, testi come questi spingono i cristiani di tutto il mondo verso la necessità e non il comfort. Vivere in semplicità. Condurre uno stile di vita come in tempo di guerra.

Così la mia risposta è no. No, Giobbe non deve essere usato come giustificazione per consentirci di chiedere a Dio di raddoppiare le nostre risorse economiche. Potrebbe essere perfettamente giusto per una persona povera desiderare che le proprie entrate siano raddoppiate e pregare per questo.

Non sto criticando questo atteggiamento a priori, ma certamente non dovrebbe essere basato su Giobbe. In nessun modo. Dovrebbe invece essere basato su altri testi.

 

Destinati alla sofferenza?

Seconda domanda: il cristiano è chiamato ad una vita di sofferenza e miseria? No.

  • Siamo chiamati a pregare per la guarigione se siamo malati (Giacomo 5:16).
  • Siamo chiamati a pregare per la gioia se siamo scoraggiati (Romani 15:13).
  • Siamo chiamati a pregare per portare frutto ed essere efficaci se la nostra vita è sterile (Filippesi 1:11 – Colossesi 1:10).
  • Siamo chiamati a pregare per la pace nella nostre relazioni se viviamo conflitti dolorosi (Filippesi 4:6-7).
  • Siamo chiamati a pregare per la vittoria sui peccati che minacciano la nostra vita come la droga, l’alcolismo o la fornicazione (Romani 6:12-14).

 

Tutte queste sono preghiere e desideri che sopravanzerebbero alcuni tipi di sofferenze e miserie. In altre parole, sofferenza e miseria non sono cose che in se stesse Dio definisce come desiderabili. Potrebbero essere però dei mezzi attraverso cui Dio ci porta a qualcos’altro, ad esempio l’avanzamento del vangelo. Ma non devono essere ricercate e desiderate fini a se stesse.

In 1 Timoteo Paolo mette in allerta contro coloro che insegnano ai cristiani che i piaceri del cibo e del matrimonio siano malvagi. Ecco la sua risposta: “i quali vieteranno di maritarsi e imporranno di astenersi da cibi che Dio ha creato, affinché siano presi con rendimento di grazie da coloro che credono e che hanno conosciuto la verità”.

Sofferenza e miseria sono gli strumenti di Dio per la nostra santificazione. Non prendiamo il bisturi del chirurgo e iniziamo a tagliare noi stessi. Semplicemente dobbiamo ubbidire al dottore e fare quello che dice. Se avremo bisogno di un intervento chirurgico nel percorso, ci fideremo del dottore e glorificheremo la sua saggezza e grazia nella nostra sofferenza. L’obiettivo del cristiano non è soffrire, ma amare e accettare qualunque sofferenza questo comporti.

 

Cosa dice il tuo cuore?

Ed infine la terza domanda: è giusto pregare perché possiamo avere abbastanza soldi da godere una vita confortevole?

Ancora una volta non si può rispondere allo stesso modo per tutti. Alcune persone benestanti, e ne conosco, vogliono sempre più cose perché pensano che non vivranno abbastanza confortevolmente finché non avranno due auto, due case o 10 camicie, anche se nel mondo ci sono milioni di persone secondo cui il termine confortevole significa: “posso avere almeno una camicia, abbastanza cibo per la mia famiglia, un tetto sulla testa, l’istruzione base per i miei bambini e un’assistenza sanitaria minima?

L’apostolo Paolo disse: “ 7 Non abbiamo infatti portato nulla nel mondo, ed è chiaro che non possiamo portarne via nulla, 8 ma quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci, saremo di questo contenti” (1 Timoteo 6:7-8). Penso che questo sia il modo di dire di Paolo che non c’è nulla di sbagliato nel desiderare uno stile di vita minimo che si consenta di perseguire opere significative e fruttuosa nella nostra vita. Non è sbagliato volerlo e non è sbagliato pregare per questo.

Tutto ciò, mi sembra, è una questione legata al cuore. Il tuo cuore dice insieme all’apostolo Paolo: “Cristo è così prezioso per me che ho imparato il segreto di affrontare la sazietà e la fame, abbondanza e penuria”? (Filippesi 4:11-13). Oppure il tuo cuore dice: “Devo avere sempre di più per essere soddisfatto”? Solo Dio conosce la vera condizione del tuo cuore. Ecco dove viene combattuta la vera battaglia.

Così, che Dio possa rendere chiaro per ognuno di noi quanto delle nostre risorse possiamo utilizzare per la diffusione del vangelo e quanto possiamo giustamente trattenere per noi stessi.

 

 

 

 

 

Tematiche: Biografie, Calvinismo, Chiedi al pastore John, Domande dei lettori al pastore John Piper, podcast


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John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.