Sentiamo molto parlare di genitori addolorati. E suppongo che essere genitori in questo mondo in rovina sia praticamente una garanzia di dolore per i genitori. Quindi cosa fare quando i tuoi figli crescono nella chiesa, ma poi abbandonano la fede, e ti rimane la persistente domanda su dove hai fallito nel percorso. L’e-mail di oggi arriva da un padre: “Pastore John, Dio promette di salvare i miei figli? Alcuni insegnanti dicono che ho bisogno di avere fede e che dovrei dichiararla e Dio li salverà. Ho quattro figli. Tutti cresciuti nella chiesa locale. Tutti si sono allontanati dalla fede. Due sembrano essersi riavvicinati ma entrambi lottano con stili di vita peccaminosi. Gli altri due sono molto lontani da Dio. Sono così depresso per la condizione spirituale dei miei figli e ho chiesto al Signore di perdonarmi per essere depresso. Hai qualche consiglio per me?”

 


Ci sono due domande dolorose qui: (1) La Bibbia promette di salvare i nostri figli? (2) Cosa faccio se mi sento come se avessi fallito o se sono depresso perché non so dove ho fallito?

Promette di salvare ?

Primo, Dio promette di salvare i miei figli? Questo è il modo in cui alcune persone interpretano Proverbi 22:6: ” Ammaestra il fanciullo sulla via da seguire, ed egli non se ne allontanerà neppure quando sarà vecchio.”. Dubito che questa sia una promessa assoluta, ma è una promessa generica per cui possiamo sperare, pregare e per cui possiamo lavorare.
In effetti, c’è un’altra possibile traduzione di questo versetto: “Alleva il bambino a modo suo” – questa è una traduzione letterale – “e quando sarà vecchio non se ne allontanerà”. “A modo suo” potrebbe essere un male, il che significa che è una minaccia, non una promessa. Alleva un bambino a modo suo e lo perderai. Quindi non allevarlo a modo suo; allevalo alla maniera di Dio.
Ma in entrambi i casi (non ho intenzione di discutere sulla traduzione), avvertimento o promessa, non vedo il contesto dei Proverbi o del resto della Bibbia che suggerisce che questa sia una garanzia assoluta per i genitori credenti e fedeli, di avere figli credenti.
Ho tre e più motivi per sostenere questo, ma eccone tre:
1. In Isaia 1:2 Dio dice: “Udite, o cieli, e ascolta, o terra, perché l’Eterno ha parlato: «Ho allevato dei figli e li ho fatti crescere, ma essi si sono ribellati contro di me..'”. Ora, se fosse vero che una buona genitorialità ha sempre portato a figli fedeli, sarebbe una cosa molto strana da dire per Dio Onnipotente, che è il genitore perfetto.
2. Sto leggendo in questo momento questa lunga, triste storia dei re di Israele – con i re cattivi seguiti da figli che si sono rivelati buoni re, e buoni re che sono stati seguiti da figli che si sono rivelati essere cattivi re. È una miscela semplicemente sbalorditiva di bene e male e mi dà l’occasione per fermarmi a riflettere e non fare supposizioni semplici e veloci sul fatto che i cattivi genitori producono sempre bambini cattivi e buoni genitori producono sempre bambini buoni. Semplicemente non è vero. Non è così semplice – non nella Bibbia.
3. Il terzo è il più importante per me. Gesù parlò dei rapporti familiari e dell’effetto che il suo vangelo ha su di essi:
“Pensate voi che sia venuto a mettere pace sulla terra? No, vi dico, ma piuttosto divisione; perché, d’ora in avanti, cinque persone in una casa saranno divise; tre contro due e due contro tre. Il padre sarà diviso contro il figlio e il figlio contro il padre; la madre contro la figlia e la figlia contro la madre; la suocera contro la sua nuora e la nuora contro la sua suocera”. (Luca 12:51–53)
Ancora più sorprendente, Matteo 10:21: “Ora il fratello consegnerà a morte il fratello e il padre il figlio; e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire”.
Ora, tutto sommato (mentre guardo a queste e a molte altre cose), non penso che la Bibbia dia alcuna promessa assoluta ai genitori che la genitorialità fedele si tradurrà in figli fedeli. È probabile che produca figli fedeli e dovremmo pregare e sperare che lo farà. Ma non credo che esista una promessa assoluta, il che ci porta ora all’ultima parte della domanda.

Speranza per la genitorialità fallita

Che cosa ne farò dell’orribile scoraggiamento che provo? Il nostro ascoltatore sta parlando della depressione che lo sta divorando a causa dell’incredulità di tutti e quattro i suoi figli. Che cosa dobbiamo fare?
La prima cosa che vorrei dire è che nessuno di noi può esprimere un giudizio definitivo sulla propria genitorialità, e nemmeno i nostri figli. I loro ricordi e i nostri ricordi sono fallibili. Le situazioni sono molto complesse. Possiamo sapere con certezza che ci saranno sempre alcuni peccati che commetteremo contro i nostri figli, peccati che dovrebbero essere confessati a Dio, confessati a loro e cercare di sistemare le cose nella misura in cui ci permetteranno di farlo. Ma questo non è un giudizio finale su ciò che abbiamo fatto, in quanto genitori, e su come lo abbiamo fatto. Questo avverrà solo all’ultimo giorno, e questo è vero per i nostri figli nella loro valutazione così come nella nostra valutazione.
Ciò significa che le possibilità di pace, gioia, speranza e amore nel momento presente non possono dipendere in modo decisivo dalla nostra valutazione o da che genitori siamo stati.
Tutti abbiamo peccato. Tutti abbiamo fatto meno di quanto potevamo. Nessuno di noi ha pregato quanto poteva. Nessuno di noi digiunava quanto poteva. Non avete digiunato affatto? Nessuno di noi si è umiliato quanto possibile. Nessuno di noi è stato coerente nella propria vita come avrebbe potuto essere. Nessuno di noi era fedele alla parola di Dio come avrebbe potuto essere. Nessuno di noi nell’esortazione, nella gentilezza, nella mitezza o nella dolcezza era bravo come avrebbe potuto essere. È inutile basare la nostra pace e gioia attuali sulla certezza che abbiamo fatto un buon lavoro come genitori. È come costruire una casa sulla sabbia.

Rivestito da Cristo

La nostra speranza nel momento presente di sopravvivere emotivamente e persino prosperare in mezzo alle profonde e strazianti delusioni della vita è il fatto che Gesù Cristo venne nel mondo per salvare i peccatori, per salvare i genitori dai loro peccati e per salvare i figli dai loro peccati.
Dobbiamo costruire la nostra vita presente sul Vangelo, non sui successi genitoriali e non dobbiamo essere abbattuti dai fallimenti che viviamo come genitori. È negare il Vangelo. La chiave è cercare, chiedere a Dio, mediante lo Spirito Santo, di darci la fede e la saggezza necessarie a collegare insieme i seguenti tre passi della Scrittura e camminare sulle orme dell’apostolo Paolo. Eccoli. Sembra assolutamente impossibile da fare, ma ascoltatemi.
1. “Ho grande tristezza e continuo dolore nel mio cuore. Infatti desidererei essere io stesso anatema e separato da Cristo per i miei fratelli, miei parenti secondo la carne ” (Romani 9:2–3).
Abbiamo angoscia per coloro che amiamo e che non credono.
2. “Fratelli il desiderio del mio cuore e la preghiera che rivolgo a Dio per Israele è per la sua salvezza” (Romani 10:1).
Ci dedichiamo instancabilmente, mattina e sera, giorno dopo giorno, a pregare sinceramente che coloro che amiamo siano salvati. Ci impegniamo in periodi speciali di preghiera mirata. Coinvolgiamo gli amici in questo. Noi, guidati dal Signore, digiuniamo per i nostri figli.
3. “Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento. E la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:6–7).
Consegniamo le nostre anime e le anime dei nostri figli alla bontà sovrana e alla saggezza di Dio e abbandoniamo l’ansia.

 

Combo impossibile

Ora, nel cuore naturale e umano, questa combinazione di emozioni è impossibile. Certamente è così per per me ogni tanto: (1) angoscia incessante nel tuo cuore a causa della perdizione dei tuoi cari, (2) intercessione quotidiana e sincera a Dio in loro favore, (3) pace che supera ogni comprensione perché affidiamo noi stessi e i nostri cari a Dio.
Suppongo che questo sia precisamente il motivo per cui Paolo la chiama “pace che sorpassa ogni intelligenza”. Non si basa su una deduzione razionale.
La pace di Dio in questo tipo di situazioni, situazioni dolorose, quella pace è un miracolo. È un dono. Non può essere prodotto dalla mente razionale naturale.

Quindi, che il Signore ci dia (dia al nostro amico che ha scritto questa lettera dolorosa), la grazia di vivere in questo tipo di pace nonostante tutti i nostri problemi, in modo che i nostri figli possano vederlo, perché è ciò di cui hanno bisogno più di ogni altra cosa.

 

 

Tematiche: Ansietà, Bambini, Chiedi al pastore John, Domande dei lettori al pastore John Piper, Famiglia, Figli, Genitori, podcast, Vita Cristiana


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John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.