Perchè i cattolici pregano Maria?

 

Quella che segue è la trascrizione audio del podcast “Chiedi al pastore John”, del 9 luglio 2014.

 

Lo storico Michael Reeves è di nuovo nostro ospite dal Regno Unito, e per tutta la settimana prenderà il posto di John Piper. Michael, pregare Maria è un fenomeno impressionante nella Chiesa Cattolica Romana, almeno per noi Protestanti. Anche nell’ultimo Catechismo, il Vaticano continua a mettere enfasi sul valore e sull’importanza di liturgie, festività e preghiere dedicate a Maria. Come si è sviluppata questa pratica nel corso del tempo? Perché i Cattolici pregano Maria?

 

Ok. In realtà la storia è fatta di due parti. La prima parte ha un buon inizio. Sin dai suoi albori, la Chiesa e i suoi teologi hanno preso come immagine predominante della salvezza la visione di Paolo in Romani 5 dei due uomini (Adamo e Cristo) che decidono il destino di tutte le persone. Ci sono due uomini, Adamo e Cristo. Tutti noi dipendiamo da uno di loro per la nostra salvezza. In Adamo siamo tutti caduti nel peccato. In Cristo, quelli che sono uniti a lui sono salvati.

 

Questa divenne una caratteristica talmente accentuata nella teologia della Chiesa primitiva che le persone iniziarono a domandarsi: che ruolo ha Eva in tutto questo? Non fu solo Adamo a peccare. Anche Eva peccò. E quindi cominciarono a capire che un uomo e una donna sono all’origine della nostra dannazione. E cominciarono anche a vedere un certo ordine in questo primo Adamo e nell’ultimo Adamo — secondo le parole di Paolo in 1 Corinzi 15 — perciò alcuni teologi cominciarono a sviluppare l’idea che ci fosse una prima Eva e un’ultima Eva, che sarebbe Maria. E questo portò alla lenta elaborazione del concetto che in qualche modo Maria potesse essere una consocia nell’opera di salvezza. Anche Papa Giovanni Paolo II credeva in Maria quale co-redentrice, una redentrice insieme a Cristo, il che, ovviamente, è in chiaro conflitto con quello che si legge in Atti 4:12, vale a dire che c’è un solo nome sotto il cielo dato agli uomini per mezzo del quale dobbiamo essere salvati, Gesù Cristo.

 

Questa era una traiettoria teologica. Essa non contribuì a fare della preghiera a Maria un fenomeno di massa fino a quando non accadde qualcos’altro. Dal 500 al 1500 circa ci fu per diversi motivi un tragico declino nella conoscenza di Dio. Il vangelo fu sempre di più tenuto lontano dalla gente. La sua conoscenza fu ristretta ai monasteri. Le persone non venivano istruite a dovere nel vangelo. E con il diminuire della conoscenza di Dio, anche Cristo svanì nel cielo. La gente pensava che non poteva proprio avvicinarsi a lui. Non lo conoscevano come Salvatore. Stando così le cose, se non puoi avvicinarti a Cristo quale sommo sacerdote compassionevole e fedele che intercede per noi, abbiamo bisogno di mediatori tra noi e Cristo stesso. E così questo pensiero iniziò a farsi strada: Beh, se non posso avvicinarmi a Cristo, avvicinerò sua madre che metterà una buona parola per me con Cristo. Le persone iniziarono così a pregare Maria, la quale avrebbe pregato Cristo, che avrebbe interceduto con il Padre. Questa cosa iniziò a rafforzarsi ancora di più. Maria stessa cominciò ad acquisire questa posizione molto alta di Regina del Cielo, perciò le persone pensarono: “dovrei pregare sua madre affinché metta una buona parola con lei, e lei poi metterà una buona parola con Gesù”. Così ebbe inizio il culto di Anna, la madre di Maria. Se leggiamo la storia di Martin Lutero, troviamo quella volta in cui era un giovane studente di legge e che fu buttato a terra da un fulmine. L’invocazione che esce dalla sua bocca è: “Sant’Anna, aiutami. Mi farò monaco”. E Lutero fino a quell’età non aveva mai osato pregare direttamente Dio. Pregava soltanto i santi, mediatori tra noi e Cristo.

 

E l’altra cosa che vediamo in Lutero è che egli sentiva di non poter amare Dio. Infatti, Lutero disse: “odiavo il Dio giusto che condannava i peccatori”, e perciò doveva riporre il suo cuore e i suoi affetti da qualche altra parte o su qualcuno che appariva amabile. E poiché Cristo non appariva amabile, Lutero diceva che lui e i suoi compagni monaci riponevano i loro affetti altrove, su Maria e sui santi, perché la figura materna di Maria sembrava possedere una compassione che Gesù non aveva. E penso che questo ci aiuti a capire molto bene che Maria non è solo una figura importante per i cattolici, ma è una figura che essi amano. C’è del vero affetto e calore nei suoi confronti. E penso che questo riveli di nuovo la visione che Cristo non è un sommo sacerdote compassionevole e fedele. Di conseguenza hai bisogno di qualcuno che assuma quel ruolo al suo posto.

 

Penso quindi che Ebrei 4:14–16 sia la risposta teologica da dare a qualcuno che prega Maria, cioè che Gesù è il nostro sommo sacerdote pieno di compassione e che possiamo rivolgerci direttamente a lui.

 

Penso che questo sia assolutamente la cosa giusta da fare, perché se dovessi limitarmi a mancare di rispetto nei confronti di Maria, non sarebbe un bel modo per andare avanti con la discussione. Devo dire invece che tutta la compassione e la redenzione che stai cercando in Maria si trova in un modo migliore in Cristo. Non sto togliendo niente da te. Ti sto offrendo un vangelo migliore, un Dio più vero e un Dio di grazia.

 

Amen.

Grazie Michael.

 

Michael è l’autore di “La Fiamma Insestinguibile: Alla scoperta del cuore della Riforma” (Edizione Coram Deo), e di “Delighting in the Trinity”, uno dei miei libri preferiti del 2012. Vive nel Regno Unito e attualmente è il direttore del sito online di teologia: uniontheology.org, e Professore Senior al Wales Evangelical School of Theology.

 

Come cerchiamo di raggiungere la gioia? Tutti noi cerchiamo gioia, ognuno di noi. Siamo motivati dal perseguire la nostra gioia. Dove si trova la gioia vera, duratura, eterna? Sarà questa la domanda che domani farò al Dottor Reeves.

 

 

 

Tematiche: Cattolicesimo

Michael Reeves

Michael Reeves

 

Vive nel Regno Unito e attualmente è presidente e professore di teologia alla Union School of Theology. Conferenziere internazionale, è autore di diversi libri tra i quali La fiamma inestinguibile, edito da Coram Deo.

 

 

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