Perché Dio creò Eva partendo da Adamo?

 

Da un’intervista con John Piper

Trascrizione audio: Perché Dio ha avuto bisogno di un pezzo di Adamo per fare Eva dal momento che creò Adamo dalla polvere? È una domanda biblica posta da un’ascoltatrice del nostro programma; non abbiamo il suo nome, ma abbiamo la sua domanda: “Salve, pastore John! Mi stavo chiedendo perché mai Dio abbia scelto di operare Adamo per rimuovere una delle sue costole per creare Eva quando, in quanto Dio, avrebbe potuto semplicemente creare Eva partendo dalla polvere, proprio come fece con Adamo? Sono molto incuriosita da questo fatto contenuto nella Genesi e mi chiedo se ha qualche idea per spiegare perché ha agito in questo modo, e se ha un significato particolare il fatto che l’abbia agito così, grazie“.

 

In effetti è affascinante, anche perché ci sono elementi nel testo che potrebbero sfuggirci e che lo renderebbero ancora più interessante se lo osservassimo con maggiore attenzione: leggiamo dunque il passo a cui si riferisce la domanda e poi vi illustrerò alcune possibili conclusioni sorprendenti.

 

Una sfilza di animali

“Allora il Signore Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui” (Genesi 2:18). Quindi, il Signore sta per completare la sua creazione in modo da renderla pienamente soddisfacente, ed è questa l’impostazione all’inizio del paragrafo: “La renderò pienamente buona, e ancora“. Gli farò un aiuto adatto a lui “, la parola adatto significa adeguato, appropriato, corrispondente.

Credo sia importante notare che il Signore sta cercando un aiutante adatto ad Adamo per completare la sua creazione perciò, inizia creando dal suolo gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo. “Ora il Signore Dio aveva formato dal suolo ogni animale… e li condusse all’uomo per vedere come avrebbe voluto chiamarli” (Genesi 2:19). Così l’uomo darà un nome a questi animali per discernere la loro natura, cioè la loro idoneità a essere una controparte adatta a lui, e finirà per dare un nome anche alla donna; dunque, abbiamo questo parallelismo tra: “Cominciamo con gli animali e vediamo cosa succede e poi andiamo avanti”, e “E qualunque nome l’uomo avesse dato a ogni creatura vivente, quello sarebbe stato il suo nome” (Genesi 2:19).

L’uomo dà un nome all’animale, riconoscendone la natura e l’idoneità a diventare il proprio compagno, prosegue: “L’uomo diede un nome a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e a ogni animale dei campi. Ma per Adamo non fu trovato un aiuto adatto a lui” (Genesi 2:20).

Quindi il primo passo che fece fu quello di creare un aiuto adatto tra gli animali, cosa che fallì completamente; dobbiamo chiederci: perché Dio ha voluto fare questo? Perché Dio ha intrapreso un percorso di creazione di animali quando sapeva che non avrebbe funzionato, che non avrebbe trovato un aiutante adeguato?

 

Qualcuno come Adamo

“Il Signore Dio fece cadere sull’uomo un sonno profondo e, mentre dormiva, prese una delle sue costole”, questa parola può significare anche fianco; perciò non dal piede e non dalla testa, ma dal fianco, “e ne richiuse la carne al suo posto” (Genesi 2:21); dunque, fece proprio un’operazione chirurgica, aprì la pelle, estrasse una costola e la richiuse. “E la costola che il Signore Dio aveva preso dall’uomo la trasformò”, letteralmente la costruì, “in una donna e la portò all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa è finalmente ossa delle mie ossa e carne della mia carne; sarà chiamata…»”. Questo è un riferimento alla denominazione degli animali. “Così ho trovato un’essenza, una realtà, un carattere, un essere come me”,”Sarà chiamata donna, perché è stata tratta dall’uomo” (Genesi 2:22-23). Sarà chiamata ishah, perché è stata tratta da ish, in ebraico. “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. E l’uomo e sua moglie erano entrambi nudi e non si vergognavano” (Genesi 2:24-25).

 

Nessun aiutante tra gli animali

A questo punto, la nostra amica ci chiede il significato del fatto che la donna sia stata creata dal fianco, o dalla costola dell’uomo, e non dalla terra; direi che non si tratta di una parte casuale del testo e in effetti ha ragione a chiederselo; per comprenderne il significato dobbiamo seguire ciò che sta accadendo.

In primo luogo, si dice che Adamo era solo, e questo non è un bene, quindi il testo è pensato per dirci come Dio rende la sua creazione finalmente buona e cioè con Adamo che non è più solo. Tuttavia, quello che accade dopo è strano: crea tutti gli animali (sottolinea che Dio ha fatto tutti gli animali), e li porta all’uomo quindi notiamo tre cose:

  • Egli dice esplicitamente che furono fatti dalla terra (Genesi 2:19).
  • Li portò all’uomo per dargli un nome (Genesi 2:19).
  • L’attribuzione del nome è legata al fatto che gli animali sono adatti o idonei ad aiutarlo (Genesi 2:20).

Quindi Adamo, nel nominare gli animali, sta di fatto identificando la loro indole, la loro idoneità o inadeguatezza per lui come compagnia, capace di rendere la creazione finalmente e compiutamente buona perciò, ci si potrebbe chiedere: perché Dio, nell’attesa di un aiutante adatto a lui, ha fatto comparire gli animali prima di Adamo, visto che sapeva che non l’avrebbe trovato in loro? La mia risposta è che l’ha fatto proprio perché sapeva che non l’avrebbe trovato, in altre parole, lo fece per dire chiaramente ad Adamo: “Quello che ho progettato per te nella mia mente, non lo troverai tra gli animali, non pensare nemmeno di poter trovare ciò che ho preparato per te tra gli animali, il tipo di compagno che ho in mente per te, Adamo, non è di quel tipo”. “Ma per Adamo non fu trovato”, tra tutti quegli animali, “un aiuto adatto a lui” (Genesi 2:20).

 

Un complemento perfetto

Perciò, dopo aver chiarito questo punto, Dio addormenta Adamo e fa un vero e proprio intervento chirurgico aprendogli il fianco, dopodiché, gli prende una costola e richiude il fianco; e poi si legge che Dio trasformò la costola che aveva preso dal fianco in una donna; la parola è ishah, mentre la parola generica per Adamo è ish (uomo, ish). In seguito dice, e qui usa le stesse parole di prima quando portò gli animali ad Adamo per dargli un nome: “la portò all’uomo” (Genesi 2:22); aspettiamo di vedere come la chiamerà, cioè quale natura troverà in lei che corrisponda o meno alla sua stessa natura. Ecco cosa risponde: “Finalmente è ossa delle mie ossa e carne della mia carne e si chiamerà ishah, perché è stata tratta da ish” (Genesi 2, 23).

Quindi, a differenza della designazione dei nomi agli animali, il nome di questa creatura mostra che è della stessa natura dell’uomo mentre gli animali non lo erano; “Probabilmente è per questo che li ha tirati fuori dal suolo e ha tirato fuori lei da me”, disse Adamo. “Perciò la chiamo ishah, perché è stata tratta da ish“, cioè: “È l’aiutante adatta, si proprio adatta, corrisponde a me, non è un animale. È la mia unica specie, è umana come me, è una carne sola con me; pertanto, questo aspetto di aiutante non è impersonale come un animale, come i buoi possono essere aiutanti per i contadini, ma è completamente diversa; sarà essenzialmente un essere umano come me, ma allo stesso tempo perfettamente diversa da me, in modo da essere l’esatta controparte adatta a me”.
Penso che questo sia vero non solo dal punto di vista anatomico, per quanto riguarda i rapporti sessuali, se non in una prospettiva molto più in profondità, in modo personale e psicologico. Sono l’uno il complemento perfetto dell’altro, ideato da Dio; insieme sono buoni ed è un bene: la creazione è un bene, ed è un bene che l’uomo e la donna siano stati creati a immagine di Dio, con la stessa natura umana; “ossa delle mie ossa”, “carne della mia carne”, e avrebbe potuto dire molto di più, credo.

 

Ossa dalle mie ossa, carne dalla mia carne

Poi il versetto successivo riporta questa perfetta correlazione all’interno del matrimonio e dice che, poiché sono stati creati ossa da ossa e carne da carne, questa profonda unicità del rapporto di coppia la si ritroverà nel matrimonio. “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne” (Genesi 2:24); qui Adamo dice: “Lei è ossa delle mie ossa, carne della mia carne”, ed ora, nel matrimonio, diventano una sola carne. L’unione matrimoniale porta l’unità del maschio e della femmina a un livello fisico, psicologico e personale molto più profondo, che diventa un’immagine, una rappresentazione, dice il Nuovo Testamento, di Cristo e della Chiesa.

Ora, ci sarebbe molto altro da dire sulle implicazioni del fatto che l’uomo sia stato creato per primo e che la donna sia stata creata dall’uomo come sua aiutante, perfettamente adatta, e che la donna sia diventata, in Genesi 3:20, “la madre di tutti i viventi”, e Paolo ne traccia le implicazioni in 1 Corinzi 11:8-12; tuttavia, per ora direi che lo scopo di Dio nel creare la donna, non dal suolo come gli animali, ma dalla costola di Adamo cioè dal suo fianco, era quello di rendere chiaro a lui e a noi che lei è: radicalmente, gloriosamente, profondamente umana proprio come Adamo, a differenza di tutti gli animali che erano assolutamente inadatti all’uomo.

 

Traduzione a cura di Yuni Akermi

 

Foto di The Chaffins su Unsplash

 

Tematiche: Creazionismo biblico, Domande dei lettori al pastore John Piper

John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.

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