“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l’impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace. Non ci sarà fine all’incremento del suo impero e pace sul trono di Davide e sul suo regno, per stabilirlo fermamente e rafforzarlo mediante il giudizio e la giustizia, ora e sempre. Questo farà lo zelo dell’Eterno degli eserciti (Isaia 9:5-6)”
Stiamo entrando nel periodo dell’anno dove i cristiani e persino i non credenti celebrano il Natale. È un periodo speciale fatto di colori, profumi, incontri e sorrisi unici che non si riscontrano in altri mesi.
Ci viene detto dai media che dobbiamo essere più buoni e che possiamo pensare di più al nostro prossimo. Il vero senso della nascita del Salvatore è svanito e forse non c’è nemmeno mai tanto stato per le vie della nostra città. Sicuramente Gesù non è nato il 25 dicembre, ma quanto questo possa importare non lo so.
Alcuni si domandano se sia giusto celebrare il Natale e se noi abbiamo un albero di Natale in casa nostra.
Alcuni miei fratelli non lo celebrano e altri lo fanno, ognuno ha buoni motivi per essere convinto di ciò che crede nel suo cuore.
Quando amici e credenti mi domandano se io celebro il Natale il 24 e il 25 dicembre, ho imparato a rispondere positivamente dando diverse motivazioni, ma la più importante penso che sia questa:
Celebro il Natale perché ogni giorno ringrazio il Signore per essere nato ed essere morto per me (quindi celebro il Natale 365 giorni all’anno). Non lo celebro una volta all’anno, ma tutti i giorni della vita. Quindi anche a dicembre c’è e ci sono tanti motivi per ricordare la nascita e le opere eterne del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
Buon Natale.
Andrea Artioli
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