Pastori, formate i futuri pastori
“È mia responsabilità inviare giovani pastori nella terra in cui io non posso andare: il futuro”.
Ho ascoltato queste parole circa dieci anni fa, mentre servivo come tirocinante sotto la guida di Mark Dever. Prima di allora, avevo fatto il pastore per sette anni, ma non mi ero mai reso conto che essere fedeli al ministero del vangelo significasse anche investire in altri pastori. Fare il pastore era già stato abbastanza faticoso di per sé, figuriamoci aiutare altri pastori.
Tuttavia, studiando la Scrittura e osservando i pastori che rispettavo, fui persuaso del fatto che i pastori hanno l’opportunità e la responsabilità di formarne altri. Non tutti lo fanno allo stesso modo, ma ognuno di loro dovrebbe svolgere questo compito.
Formare i pastori non significa solo aggiungere un’altro dovere alla lista delle cose da fare; in un certo senso, questo è un compito centrale della nostra figura. Vogliamo proteggere e proclamare il vangelo non solo nella nostra generazione, ma anche in quelle future. Dobbiamo formare i pastori più giovani affinché portino il vangelo nella terra in cui noi non possiamo andare.
Il modello biblico
Mentre il vangelo si espandeva da Gerusalemme, i peccatori si ravvedevano e venivano fondate nuove chiese. Il Signore ordinò a Paolo e a Barnaba di designare “degli anziani in ciascuna chiesa, avendo pregato e digiunato” (Atti 14:23). Dio affidò loro il compito di individuare, formare e stabilire pastori che guidassero le chiese nel portare avanti il grande mandato.
Tuttavia, la formazione pastorale non era riservata solo agli apostoli. Considerate le istruzioni che Paolo dette a Timoteo: “Le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri” (2 Tim 2:2). Uno dei modi in cui Timoteo avrebbe “custodito il buon deposito” del vangelo (2 Tim 1:14) sarebbe stato quello di formare altri uomini, i quali, a loro volta, avrebbero insegnato ad altri.
Paolo affidò un compito simile anche a Tito: “Ti ho lasciato a Creta, affinché tu metta ordine alle cose che restano da fare e costituisca degli anziani in ogni città, come ti ho ordinato” (Tito 1:5). Sembra che anche l’apostolo Pietro si aspettasse che degli uomini giovani venissero formati sotto la cura di anziani più esperti, mentre essi avrebbero aspettato la loro opportunità di servire nello stesso ruolo (1 Pt 5:1-7).
Leggendo la Scrittura non troverete seminari che formavano dei pastori, bensì pastori che formavano altri pastori. Per essere chiari, i seminari hanno la loro funzione, ma le chiese non devono affidare ad altri il compito di formare i ministri del vangelo. I seminari dovrebbero fungere da supporto alle chiese nella formazione pastorale, non da sostituti.
Suggerimenti pratici
Essere un pastore che forma altri pastori richiede una leadership attenta. Di seguito troverete cinque cose necessarie a sviluppare un ministero di formazione pastorale. Leggerle potrebbe scoraggiarvi, ma vi incoraggio a condividere il più possibile con altri fratelli quello che state già facendo.
1. Implorate Dio con perseveranza
Gesù regala pastori alla sua Chiesa come dono (Ef 4:1-16; 1 Cor 12). Se egli non li dà e non li fa crescere, tutta la nostra formazione sarà vana. (Sl 127:1). Dunque “pregate il Signore della messe che spinga degli operai nella sua messe” (Mt 9:38). Supplicate Dio affinché egli faccia sorgere dei pastori in cui potete investire. Pregate che Dio faccia sorgere dei pastori che servano insieme a voi, pastori da inviare e pastori che un giorno vi sostituiscano.
2. Equipaggiate gli uomini in modo intenzionale
Nonostante i pastori siano dei doni, crediamo anche che i doni di Dio vadano coltivati e non trascurati (1 Tim 4:14; 2 Tim 1:6). A tale scopo, create dei contesti in cui i futuri pastori possano essere formati. Che stiate investendo in un fratello o in più di uno, fatelo in modo intenzionale.
Man mano che raffiniamo il nostro programma di formazione pastorale, ci chiediamo continuamente: se aspirassi a diventare pastore, cosa vorrei e cosa avrei bisogno che mi venisse insegnato? Quali libri importanti dovrei leggere? Quali capacità dovrebbero essere insegnate? Quali convinzioni teologiche dovrebbero essere consolidate? Quali opportunità e quali feedback dovrebbero essere dati? Farvi delle domande come queste vi aiuterà a sviluppare un approccio intenzionale alla formazione degli aspiranti pastori.
3. Siate degli esempi vulnerabili di fede
Molte delle lezioni più preziose che abbia mai imparato nel ministero le ho apprese osservando altri pastori in azione. Questo perché la formazione viene sia trasmessa che insegnata. Gli aspiranti pastori dovrebbero sentirsi dire da noi: “Siate [nostri] imitatori, come anche [noi] lo [siamo] di Cristo” (1 Cor 11:1; cfr. 1 Cor 4:6, 10:33; Fil 3:17; 1 Tess 1:6; 2 Tess 3:9; Eb 6:12). Essi dovrebbero avere un posto in prima fila per “considera[re] il risultato della [nostra] condotta [e] imita[r]e la [nostra] fede” (Eb 13:7).
Una cosa che dico sempre ai nostri tirocinanti pastorali è di osservare me. Osservatemi mentre servo bene e mentre fatico. Osservatemi mentre resisto al peccato e mentre lo confesso. Osservatemi mentre servo la mia famiglia e mentre faccio dei disastri. Dico loro di essere un libro aperto imperfetto. Osservandomi, vedranno aspetti della mia vita e del mio ministero che vorranno imitare e altri che vorranno evitare.
4. Date molte opportunità
Dal momento che il ministero non è meramente teorico, la formazione deve includere anche delle opportunità di servizio. Trovate dei modi creativi per coinvolgere gli aspiranti pastori. Date loro delle opportunità di pregare, predicare, insegnare, discepolare, consigliare, guidare incontri, visitare membri, fare funerali, ecc. Resistete alla tentazione di rimanere attaccati alle opportunità del ministero come se appartenessero solo a voi. Ricordatevi che questo è il regno di Gesù e che egli è contento quando investiamo nei pastori che si prendono cura delle sue pecore.
5. Esaminate il loro lavoro in modo onesto
Uno degli elementi più importanti della formazione pastorale è fornire un feedback regolare, onesto e costruttivo. Se i fratelli servono senza ricevere incoraggiamenti e critiche amorevoli, non sapranno cosa devono fare per crescere. Studiate 1 Timoteo 3:1-7 insieme e fate in modo che essi vedano cosa stanno facendo bene, individuando le aree in cui hanno bisogno di crescere. Date loro delle opportunità di predicare e poi dite loro il vostro parere su quello che avete trovato edificante e quello che potrebbero migliorare. Fate in modo che notino i loro punti di forza e aiutateli a riconoscere in quali aspetti hanno bisogno delle capacità degli altri per complementare le proprie.
A volte, questo comporta dire ai fratelli che non sono pronti per essere pastori. Queste sono alcune delle conversazioni più difficili che potreste avere, ma se un fratello non è chiamato o non è pronto, voi servite loro, le loro famiglie e altre chiese dicendo loro la verità. Mentre li formate dovreste essere gentili; ricordatevi che dopotutto Giovanni Marco si rivelò utile (2 Tim 4:11; cfr. Atti 15:36–41).
Sarò eternamente grato ai pastori che mi hanno amato abbastanza da prendersi il tempo di aiutarmi a coltivare i miei doni e a individuare i miei difetti. Se non avessero passato del tempo a insegnarmi le Scritture e a farmi da esempio su come applicarle, so che oggi non sarei di grande aiuto alle persone che mi circondano.
Fratelli, prego che mentre leggete questi consigli, non li troviate pesanti. Dio ci ha chiamati a svolgere questo compito e la mia preghiera per noi è che possiamo essere “fortificati nella grazia che è in Cristo Gesù” (2 Tim 2:1). Dio è contento di trattarci con grazia, perciò abbiamo molta speranza!
Tematiche: Discepolato, Formazione e training, Pastorato
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