Padri, i vostri figli hanno bisogno di voi
Tra i credenti impegnati nell’evangelizzazione all’interno delle carceri, circola ormai da tempo un aneddoto a proposito di cosa significhi oggi essere padre.
In occasione della festa della mamma, un gruppo di pastori aveva proposto di donare ai detenuti delle cartoline augurali. L’iniziativa fu accolta entusiasticamente: quasi tutti i detenuti, visibilmente contenti, apposero la propria firma sulla cartolina ricevuta e la spedirono alla rispettiva madre. L’evento riscosse un tale successo che si decise di ripetere l’iniziativa anche per la festa del papà.
Stavolta, però, si rivelò un fiasco: non aderì quasi nessuno.
Morale della storiella?
Beh, dipende da chi lo chiede. La vera causa di quel fallimento, senza dubbio, va ravvisata nella generale assenza della figura paterna, sia in termini di presenza tangibile nella vita dei propri figli (elemento che, non di rado, contribuisce ad alimentare considerevolmente la futura popolazione carceraria, oltre a scatenare una forte incidenza di varie patologie), sia in termini di sottosviluppo culturale, fattori che concorrono a far scivolare l’individuo in uno dei due baratri, quello del femminismo radicale, o quello che, non di rado, conduce all’effeminatezza.
Insomma, è la classica spada a doppio taglio: i padri sono assenti, mentre la cultura sostiene sempre più frequentemente che la loro figura non è poi essenziale. Al centro ci sono gli uomini, tanto quelli giovani che quelli più maturi, i quali si accingono ad essere padri essendo circondati dalla confusione e dal decadimento morale e culturale, cercando, in tutto questo, di capire come comportarsi.
Papà, allargate la sfera della vostra influenza.
Noi padri abbiamo un enorme ascendente che esercitiamo direttamente e indirettamente e i nostri figli sono fatti in modo da rispondere all’influenza dei padri. Un uomo può essere del tutto insignificante dal punto di vista umano o professionale, ma non appena diventa genitore, cambia tutto.
I figli non conoscono, né questo riveste particolare importanza per loro, la stima di cui gode il proprio genitore fuori dalle mura domestiche. Ai loro occhi, e per quanto li riguarda, il papà rimane la persona più importante del mondo: questo è un dato oggettivo che prescinde dai proponimenti o dalla reputazione di un uomo.
Prendiamo il mio caso: prima di diventare genitore, non mi rendevo assolutamente conto del peso che aveva la mancanza di mio padre, ma da quel momento in avanti, ho cominciato a realizzare come ciò mi abbia profondamente segnato. La sua stessa assenza sembrava avere su di me un invincibile ascendente. È importante che i neogenitori sappiano queste cose. Come dice quel vecchio detto: “un grammo di buon esempio vale più di un quintale di parole”.
In altri termini, i vostri figli non apprenderanno soltanto ciò che insegnerete loro di proposito, ma verranno forgiati molto più da ciò che non avreste mai pensato fosse un insegnamento. In questo sono inclusi molteplici fattori, tra i quali il vostro modo di comportarvi, il senso dell’humour più o meno spiccato, la personalità e le abitudini, tanto per citarne qualcuno. La nostra stessa presenza (o assenza) assume un notevole rilievo sulla personalità dei nostri figli. È una verità che riecheggia anche nella saggezza dei Proverbi: Figlio mio, dammi il tuo cuore, e i tuoi occhi prendano piacere nelle mie vie (Prov. 23:26).
Quindi, non dimentichiamolo: i figli ci osservano!
Essere papà accresce il nostro senso di dipendenza.
Prendere coscienza di tutto ciò non deve suscitare in noi quell’angoscia che paralizza i cuori, ma piuttosto essere motivo di fede unita a umiltà. Ogni padre degno di essere tale, è perfettamente consapevole di non essere all’altezza del compito.
Ci sono un sacco di cose che preferiremmo che i nostri figli ignorassero e/o evitassero, e altrettante, facenti parte del nostro carattere, che risparmieremmo loro volentieri, ma che, purtroppo, sappiamo verranno a loro conoscenza.
Ecco perché la nostra unica speranza è la misericordia di Dio.
Dobbiamo riposare ciecamente sul fatto che il Signore aumenterà a dismisura la nostra influenza positiva e ridurrà al minimo quella negativa; la nostra preghiera sia sempre: “Signore, inculca in loro la mia fede, non le mie mancanze”.
Ora, non illudiamoci, perché sappiano che le cose non andranno proprio così.
Dovremo continuamente fare i conti con i nostri lati negativi, che non possiamo far finta di ignorare, essendo essi tipici della nostra natura peccaminosa e che, di conseguenza, volenti o nolenti, ci plasmano inevitabilmente. Così, anche qui, la nostra sola speranza resta la croce.
Quando i nostri figli fanno qualcosa di buono, siamo predisposti a ingigantirle, prendendocene il merito; quando, invece, con i loro modi di fare, mettono in evidenza i nostri difetti, ci giriamo dall’altra parte, ostentando estraneità, e diciamo “non capisco cosa è potuto andare storto!”
Per quanto mi riguarda, sono convinto che entrambi le situazioni rappresentino due meravigliose opportunità per andare a Dio in semplicità e in adorazione. Il fatto è che, quantunque i miei figli imparassero da me il “meglio” che posso offrir loro, essi continuerebbero a giacere nel “peccato e privi della gloria di Dio” (Rom. 3:23).
Ciò di cui hanno veramente bisogno non può provenire in nessun modo da me. Quello di cui essi necessitano è che lo stesso Dio che ha salvato me, salvi pure loro per mezzo della sua grazia, e li preservi, fra le altre cose, dalla mia fragilità e dal mio peccato. La più grande influenza che posso sperare di esercitare su loro è far sì ch’essi, guardando al di là di me, possano contemplare Colui che salva.
Cosa deve fare il neo papà?
Sei un papà che ha mancato in qualcosa? Prega che Dio mostri benignità verso tuo figlio, nonostante il tuo peccato. Sei un papà che ritiene di aver fatto tutto bene? Allora, per prima cosa, hai bisogno di pregare che Dio demolisca il tuo orgoglio e ti faccia realizzare che, in realtà, non è come credi.
Dopodiché, prega che Dio abbia pietà anche di tuo figlio, malgrado il tuo peccato. Poi siediti e goditi il viaggio! Ti garantisco che tutto andrà molto meglio di quanto t’immagini.
Tradotto da Ciro Izzo
Tematiche: Crescita spirituale, Figli, Padre
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