Non ottieni la chiesa che vuoi, ma quella di cui hai bisogno

 


Una guardia contro la deriva

Ora hai molte ragioni per non andare in chiesa. Perciò consideriamo questo momento storico un’occasione per riscoprire la chiesa. L’allontanamento dalla chiesa non inizia con la pandemia o con la partigianeria. Il mondo fa crescere in noi una serie di istinti che ci portano lontano dalla visione della chiesa. Se le chiese si troveranno ad affrontare qualsiasi cosa il futuro riservi loro, devono essere riscoperte.

Il linguaggio che le persone usano quando parlano di “cercare una chiesa” manifesta il problema principale. Cercare una chiesa viene equiparato allo shopping. Se fai shopping, ti chiedi cosa quella chiesa possa fare per te, non cosa tu possa fare per la chiesa. L’idea dello shopping implica anche che cercare una chiesa sia questione di mera preferenza, come scegliere tra diverse marche di pasta. E il cliente ha sempre ragione. Sei leale finché la chiesa soddisfa i tuoi bisogni.

Pensiamo al ruolo della tecnologia. I culti online e i podcast ci fanno pensare di non aver bisogno di altri cristiani per la nostra crescita spirituale. Se possiamo trovare la nostra musica preferita per la lode su YouTube e il nostro predicatore preferito su Spotify, allora possiamo vivere un’esperienza spirituale personalizzata che supera qualsiasi sforzo di mezza tacca che possiamo trovare in fondo alla strada mentre ci accalchiamo per farci spazio tra famiglie frenetiche che non ci interessa conoscere.

La sfida che la tecnologia pone alle chiese non è iniziata ieri. Anche l’automobile rappresentava un ostacolo alla disciplina di chiesa per molte comunità: improvvisamente, chiunque poteva divorziare dalla propria moglie senza motivo e raggiungere chiese in altri quartieri o città in macchina, in modo da non dover rispondere pubblicamente alla pretesa da parte dei leader della chiesa di curare l’ex moglie e i figli. Il punto è: la tecnologia non è necessariamente sbagliata, ma crea nuove sfide che spesso sottovalutiamo.

Dunque, la chiesa ha bisogno di essere riscoperta, ancora e ancora, perché tutti siamo portati a dimenticare ciò che Dio vuole da noi. L’apostolo Paolo scrisse ai Filippesi: “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri.” In questo ricordò l’esempio di Gesù: “[…] il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini” (Filippesi 2:3-4, 6-7). Gesù si umiliò morendo sulla croce per essere esaltato da Dio. Se vogliamo unità e amore nella chiesa, dobbiamo seguire il Suo stesso percorso di abnegazione. Nessun’altra via ci porterà all’approvazione di Dio: “Ben fatto, servo buono e fedele” (Matteo 25:21).

Io (Collin) conosco un pastore che dice spesso che nessuno ottiene la chiesa che vuole, ma tutti arrivano nella chiesa di cui hanno bisogno. Abbiamo bisogno di chiese che ci chiamino per qualcosa di più grande di noi stessi. Abbiamo bisogno di chiese che ci chiamino a Dio. Seguendo l’esempio di Gesù, ci troveremo nella chiesa di cui abbiamo bisogno.

 

Istituzione formativa

Siamo tutti ben allenati a usare a nostro vantaggio istituzioni come la famiglia, il lavoro, la scuola, per raggiungere i nostri obbiettivi personali di attenzione e approvazione. Quando abbiamo ottenuto ciò che volevamo, o quando ci chiedono qualcosa che non vogliamo dare, possiamo abbandonare tutto e dirigerci altrove. Trovare un nuovo lavoro, una nuova famiglia, una nuova scuola.

La chiesa ci forma per diventare uomini e donne di Dio. Insieme siamo più forti.

Ma la crescita personale non funziona così. Le relazioni non tirano fuori il meglio di te se non ti sfidano a cambiare i tuoi lati peggiori. Rifletti: chi sono le persone più importanti della tua vita? Ti danno sempre ragione, apprezzano ogni tua decisione? O sei sicuro che ti ameranno nonostante tutto, e che ti amino abbastanza da dirti la verità? Le relazioni con familiari e amici si forgiano nel bene e nel male. Saranno dietro di te nei momenti migliori, accanto a te nei momenti peggiori, e davanti a te quando sei più vulnerabile.

È questo il tipo di chiesa che dobbiamo riscoprire. La chiesa non è un’istituzione che arricchisce il nostro curriculum e che possiamo usare per potenziare la percezione di noi stessi. La chiesa ci trasforma in uomini e donne di Dio. Insieme diventiamo più forti. Allo stesso tempo, impariamo qualcosa in più sul modo in cui Dio ci vede come individui, sulle nostre abilità e le nostre passioni. La chiesa non cancella le nostre personalità. Le rafforza, mettendoci in contatto con il nostro Creatore e con gli altri, che tirano fuori da noi una forza e un amore di cui non ci crediamo capaci. Potresti non ottenere la chiesa che vuoi, ma avrai quella di cui non sapevi di aver bisogno.

Non siamo ingenui, sappiamo quante chiese falliscono nel portare avanti questa visione. Potreste pensare che sottovalutiamo le sfide. Al contrario, dati i nostri ruoli, conosciamo benissimo i lati oscuri della chiesa. Li abbiamo vissuti in prima persona. Ne abbiamo sentito parlare da altri. Li abbiamo visti nei nostri amici e familiari. Non vi stiamo chiedendo di tollerare abusi o teologia eretica. Non stiamo incoraggiando un’approvazione generale delle chiese né condonando l’abuso di potere che sappiamo essere comune nelle chiese, passate e presenti.

Tuttavia, crediamo che ci si debba aspettare l’attrito nelle chiese. Non ci si può aspettare di andare d’accordo con tutti, di condividere le stesse visioni, le stesse priorità, le stesse strategie. I momenti di attrito ci mettono alla prova. Ci fanno chiedere se tutto sarebbe più facile in un’altra chiesa. E potrebbe esserlo, almeno per un po’, ma non per sempre, perché anche in quella chiesa troverai dei peccatori redenti dalla grazia. Troverai cose positive e negative, magari in misura minore. Ma nessuna chiesa fino al ritorno di Gesù potrà evitare delusioni e discussioni.

 

Tre modi in cui la chiesa ci cambia

Pensate alla chiesa come alle onde che si infrangono sulle rocce. Le onde sono la chiesa. Voi e gli altri membri della chiesa siete le rocce. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, le onde scorrono senza sosta. Si precipitano sulle rocce e le avvicinano l’una all’altra. Non noterai grandi differenze nel giro di qualche mese. Ma negli anni, forse in decenni, vedrai il cambiamento. Quando le onde si infrangono e le rocce si rovesciano l’una sull’altra, i loro bordi ruvidi diventano lisci. Assumono un luccichio lucido al sole. Nessuna roccia mantiene la sua forma o dimensione dopo questo processo. Ognuna diventa bella a suo modo. Non dovremmo sorprenderci del fatto che Pietro, la “roccia” per eccellenza, usa l’immaginario delle pietre per descrivere la chiesa. Innanzitutto, Pietro vuole che capiamo che la chiesa si costruisce sulla persona di Gesù. Egli applica Isaia 28:16 a Gesù: “Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire.” (I Pietro 2:6).

In secondo luogo, Pietro vuole farci realizzare che Dio non si aspettava che tutti capissero quanto Gesù fosse prezioso. Perciò cita Salmo 118:22: “La pietra che i costruttori avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare” e Isaia 8:14: “Egli sarà un santuario, ma anche una pietra d’intoppo, un sasso d’inciampo per le due case d’Israele, un laccio e una rete per gli abitanti di Gerusalemme” in I Pietro 2:7-8.

Inoltre, vuole che vediamo che Gesù ha costruito qualcosa di bello: noi, la chiesa. “Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.” (I Pietro 2:4-5).

 

Libro consigliato:

 

Traduzione a cura di Rebecca Iacone.

Tematiche: Chiesa, I nostri libri

Collin Hansen

Collin Hansen

(Master of Divinity presso la Trinity Evangelical Divinity School) è vice presidente ed editor per Gospel Coalition. Gestisce il podcast Gospelbound ed è co-autore di Gospelbound: vivere con speranza risoluta in un’età ansiosa. È anche anziano della Redeemer Community Church a Birmingham, Alabama e fa parte del comitato consultivo della Beeson Divinity School. Potete trovarlo su Twitter come @collinhansen.

Jonathan Leeman

Jonathan Leeman 

 

Jonathan Leeman è il capo redattore del ministero di 9Marks. Ha conseguito un master in scienze politiche. Dopo la chiamata al ministero, Jonathan ha ottenuto un Master of Divinity e un dottorato in teologia, lavorando come pastore ad interim.

Oggi è il curatore dei libri di 9Marks e del 9Marks Journal, ed è co-conduttore di Pastors Talk.  Ha scritto per diverse pubblicazioni ed è autore o curatore di numerosi libri.

Jonathan vive con sua moglie e le quattro figlie vicino a Washington, DC e serve come anziano presso la Chiesa Battista Cheverly. Insegna come docente a contratto presso il Midwestern Baptist Theological Seminary, il Southern Baptist Theological Seminary e il Reformed Theological Seminary.

E’ autore di numerosi libri, tra cui “Essere un membro di Chiesa (Coram Deo, 2020), “La disciplina di Chiesa(Coram Deo, 2020) e Riscoprire la Chiesa (Coram Deo, 2021).

© Crossway.org, © Coram Deo

Il presente articolo può essere utilizzato solo facendone previa richiesta a Coram Deo. Non può essere venduto e non si può alterare il suo contenuto.