Ma davvero la scienza nega l’esistenza di Dio?

 

 

 

Lettera aperta ad un caro ateo

 

Caro Daniele,

l’altro giorno mi hai chiesto come faccio a credere in Dio, considerando tutta la conoscenza che abbiamo oggi. Ci ho scherzato un po’ su, immaginando che anche gli Egiziani venissero similarmente colpiti dalla propria elevata conoscenza tecnologica di piramidi e birra; tuttavia, onestamente, la tua è una domanda che considero in maniera molto seria. La verità è che ho dedicato la mia carriera sia accademica che professionale a considerare una qualche versione della tua domanda, soprattutto dal lato del suo rapporto con la scienza.

 

Ho desiderato mettere qui per iscritto alcuni dei miei pensieri a riguardo per te – così puoi pensarci su quando hai tempo. Non mi aspetto che ciò che dirò ti convincerà immediatamente.  Però sarei sorpreso se (eventualmente) non cambiasse proprio per niente il modo in cui pensi riguardo all’evidenza per o contro Dio, perlomeno dal lato scientifico.

 

Nessuno degli argomenti che propongo qui intende dare certezza assoluta; nessuna quantità di ragionamenti potrebbe fare ciò – siano essi per o contro Dio. Onestamente è per questo che trovo frustranti e di nessun aiuto i trionfalisti rumorosi, siano essi credenti o non-credenti. Il rapporto tra la loro fiducia in se stessi e la loro competenza manca di proporzione con la realtà e la loro esagerata fiducia in se stessi danneggia una seria discussione.

 

Comunque sia, considero la tua domanda in maniera molto seria, e il mio stesso scetticismo ha avuto un profondo effetto sulle mie vedute riguardo alle risposte che dovremmo aspettarci. Detto questo, negli anni sono gradualmente diventato sempre più fiducioso che credere in Dio è la migliore spiegazione per gli aspetti più importanti delle nostre vite – cose come la scienza, la moralità e il senso di tutto. Ripeto, non dico fiducia al cento per cento, ma molta più fiducia rispetto a quanta ne serve per sostenere l’evidenza per comprovare l’ateismo.

 

L’evoluzione e la Teoria M

Come te, io sono un grande appassionato della scienza. Gli scienziati sono dei veri e propri eroi (per me lo sono soprattutto i fisici). Ma la scienza, che sicuramente è una fonte impressionante della nostra conoscenza, non ha forse dimostrato che non c’è Dio, o perlomeno che Dio è improbabile? Dopo tutto, dei biologi di primo livello come Richard Dawkins ci dicono che la libera evoluzione neo-Darwiniana sa spiegare in modo naturale (e non soprannaturale) lo sviluppo di forme di vita complesse, anche di esseri umani. Non c’è bisogno, né spazio, per Dio che crea umani o qualsiasi altra specie.

 

Su scala cosmica, fisici come Stephen Hawking hanno argomentato che l’esistenza stessa dell’universo è spiegabile tramite le leggi della fisica – nello specifico con una sorta di teoria delle stringhe chiamata “La Teoria M.” Hawking ci dice che l’universo è stato creato da fluttuazioni quantistiche,  dunque non abbiamo bisogno di Dio per spiegare come è venuto fuori l’universo.

 

Inoltre, continuando con questa spiegazione, queste fluttuazioni quantistiche hanno causato non solo il nostro universo, ma innumerevoli altri, ognuno con il proprio insieme unico di leggi e condizioni d’esistenza iniziali. L’esistenza di questo “multiverso”, con la propria eventuale evoluzione di organismi, spiega così l’improbabilissima esistenza di vita umana (o qualsiasi tipo di vita) complessa e molto ben delineata: almeno uno di questi tanti universi (da 10500 in su – un numero più grande degli atomi nell’universo del quale siamo a conoscenza!) deve per forza essere il fortunato vincitore.

 

Il Fine delle Origini

Nonostante queste spiegazioni, non è ancora chiaro che la scienza, sia essa il neo-Darwinismo, la relatività, la teoria del campo quantico o la Teoria M, dia un vero e proprio sostegno all’ateismo nel parlare contro l’esistenza di Dio.

 

Supponiamo che tutte queste teorie siano interamente vere. Sicuramente un essere onnipotente come Dio può aver fatto l’universo usando gli stessi oggetti e gli stessi meccanismi descritti in queste teorie. Se ci fosse un Dio, avrebbe potuto facilmente condurre la selezione naturale e fatto in modo che ci fossero quelle variazioni genetiche necessarie per gli sviluppi evolutivi. Avrebbe anche potuto creare un numero enorme di universi tramite fluttuazioni quantistiche, facendo in modo che almeno uno degli universi arrivasse fino a noi. Non esiste alcuna incoerenza naturale tra il credere in Dio e le nostre attuali teorie scientifiche.

 

Ma sembra che queste spiegazioni che ci sono offerte non spieghino ciò che dovrebbero, cioè l’esistenza e l’ordine dell’universo. Per esempio, da dove sono venute in prima istanza quelle fluttuazioni quantistiche? Non hanno anch’esse bisogno di una spiegazione? Esattamente cos’era che fluttuava e da dove è venuta quella cosa? Da dove è venuto il multiverso nella sua interezza? Le fluttuazioni quantistiche provengono dalle leggi che sono di sola proprietà del nostro universo. E perché esistono queste “leggi-meta” che governano l’universo stesso. Cosa ce lo spiega? Sicuramente ci saranno (molte) altre possibili leggi-meta che potrebbero portare all’esistenza di multiversi come questo, o anche governarli, o prevenirli. Perché considerare proprio le nostre leggi-meta che abbiamo e ci risultano umanamente concepibili?

 

Comunque sia, non riesco più a capire come la scienza abbia fatto qualcosa di simile per dimostrare che Dio non esiste, dimostrandolo con una spiegazione che sostituisce Dio. Anzi, probabilmente la scienza non può mai fare una cosa del genere, per il semplice motivo di come la scienza è definita: l’insieme delle nostre teorie sui meccanismi naturali dell’universo. Queste teorie non potrebbero mai spiegarsi da sole, neanche per principio; non è nella descrizione delle loro mansioni. Semplicemente le leggi scientifiche non sono in una posizione capace di rispondere al “Perché proprio queste leggi?”. Inoltre, le nostre teorie riguardano il solo comportamento della materia dell’universo (senza considerare cosa essa poi diventi), e non riguardano il fine delle origini della materia stessa.

 

L’Ateismo contro La Scienza

Ciò che la scienza ci ha detto non è in conflitto con il credere in Dio, anzi rispetto all’ateismo è il credere in Dio che si coniuga meglio con la scienza. Se consideriamo la scienza in modo serio (e noi due siamo d’accordo che si dovrebbe fare così), sono semplicemente convinto che l’ateismo non ha le risorse per spiegare la scienza stessa.

 

Considera, per esempio, il semplice fatto che gli umani sanno fare fisica, possono scoprire le leggi di meccanica quantistica e fisica delle particelle. Tanti degli oggetti descritti da queste teorie, come gli elettroni, i quark, e i bosoni sono (e saranno sempre) ben oltre la nostra capacità di osservazione. Inoltre, si comportano in modo così diverso dagli oggetti della nostra esperienza ordinaria che è davvero limitato anche solo chiamarli “oggetti”. Le nostre intuizioni ordinarie sul come gli oggetti a noi familiari si comportano sono state un ostacolo da superare per arrivare alla fisica di oggigiorno. Dunque, si è  giunti a queste quasi (letteralmente) inimmaginabili teorie tramite metodi sbalorditivi, quasi magici: più che altro da una combinazione di matematica oscura, immaginazione, sesto senso e un vago senso di intuizione estetica (confermata da esperimenti strazianti e complessi).

 

I fisici stessi, tra cui Einstein, Paul Dirac, Werner Heisenberg, Eugene Wigner, Richard Feynman e Steven Weinberg (tutti vincitori del Premio Nobel), sono rimasti stupiti e colpiti da come tutto sia stato possibile.

 

E dunque, Dan, la domanda che ti ripongo è questa: considerando “tutta la conoscenza che abbiamo oggi,” quali sono le probabilità che la libera evoluzione abbia portato alla formazione di organismi dalle abilità notevoli come noi? E considerando le odierne teorie sull’evoluzione e la fisica, davvero i primati dovrebbero esseri bravi in fisica?

 

Dopo tutto, la selezione naturale passa al vaglio le mutazioni genetiche e le caratteristiche che danno un vantaggio per la sopravvivenza. Arrivare fino a produrre umani con un hardware ed un software capaci di scoprire le particelle subatomiche sarebbe un po’ eccessivo. Le nostre proprie capacità intellettuali sarebbero state un lusso ed uno spreco – perlomeno nella savana africana dove, così ci dicono, i nostri antenati scappavano via dai ghepardi o chissà cos’altro.

 

Così facendo, l’evoluzione neo-Darwiniana sarebbe andata ben oltre il proprio dovere. Suppongo che non sia impossibile, ma sembra altamente improbabile, considerando le attuali teorie sulla fisica e l’evoluzione. E sarebbero proprio quelle, le stesse teorie che dovrebbero dimostrare che Dio non esiste. Questa è una tensione estrema. Comunque sia, considerando tutta la nostra conoscenza che abbiamo oggi considerando ciò che ci ha detto la scienza, come puoi essere così fiducioso nel tuo ateismo?

 

Punti di discussione più importanti

Forse la domanda che faresti ora (sicuramente è la domanda che farei io), è: “Anche se credere in Dio è coerente con la scienza contemporanea, il Cristianesimo in particolare nel seguire ciò che la Bibbia afferma, non contraddice forse alcune delle cose che ci dice la scienza?” Vorrei che avessi più spazio e tempo (o spaziotempo) per discutere su questo argomento, ma per ora dirò questo: l’insegnamento e lo scopo vero e proprio della Bibbia sono più in linea con la scienza contemporanea di ciò che si pensa. Un po’ della ragione per cui si pensa il contrario è perché spesso la gente crede che la scienza o la Bibbia o entrambe, dicono delle cose che in realtà non dicono. O almeno così mi sembra.

 

Sono diverse le ragioni per cui credo in Dio, considerando ciò che sappiamo grazie alla scienza (e sulla scienza stessa). Tuttavia, in realtà, ci sono delle cose più importanti nei dintorni, non solo sul ciò che sappiamo, ma sul come viviamo. Una di queste è la natura della moralità. Cosa significerebbe per la mia vita di tutti i giorni se prendessi seriamente in considerazione l’idea di seguire un codice morale basato solamente sull’essere umano? Oppure un’altra cosa è la ragione e lo scopo della vita stessa. Perché alzarsi dal letto la mattina? Perché pormi gli obiettivi che ho per la vita e perché portare avanti dei rapporti personali, soprattutto se l’universo e i suoi contenuti (tra cui noi) non fa altro che andare verso la propria fine con ciò che i fisici chiamano “la morte termica”? E se questo fosse tutto ciò che c’è, sarebbe forse un problema?

 

Spero che un giorno possiamo discutere di queste cose più importanti.

 

 

Traduzione a cura di Steven Hamilton

Tematiche: Scienza e fede

Mitch Stokes 

Mitch Stokes 

 

(Dottorato dall’università di Notre Dame) attualmente docente di filosofia al New St. Andrews College. Ha scritto diversi libri, tra cui il più recente How to Be an Atheist: Why Many Skeptics Aren’t Skeptical Enough [Come Essere Atei: Il Perchè Molti Scettici Non Sono Abbastanza Scettici].

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