Le risposte alle domande chiave sull’anzianato (parte 6)
Gli anziani devono essere sostenuti finanziariamente dalla chiesa?
Anche nella chiesa primitiva, alcuni anziani erano pagati dalla chiesa, per il loro lavoro. I Tim. 5:17-18 dice, “Gli anziani che tengono bene la presidenza, siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento; infatti la Scrittura dice: “Non mettere la museruola al bue che trebbia”; e: “L’operaio è degno del suo salario”. “ONORE”, nel versetto 17, si riferisce alla remunerazione finanziaria. [Notate che Paolo riporta un verso dell’Antico Testamento (Deut. 25:4) e un verso del Nuovo Testamento (Matteo 10:10) e li chiama entrambe Scrittura].
In I Corinzi 9:1,3-9 Paolo dice:
“Non sono io apostolo? Non sono io libero? Non ho io veduto Gesù Cristo, il nostro Signore? Non siete voi la mia opera nel Signore?… Questa è la mia difesa nei confronti di coloro che fanno inchieste a mio riguardo. Non abbiamo noi il diritto di mangiare e di bere? Non abbiamo noi il diritto di condurre attorno una moglie, che sia una sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli, i fratelli del Signore e Cefa? O soltanto io e Barnaba non abbiamo il diritto di non lavorare? Chi mai va alla guerra a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto? O chi si prende cura di un gregge e non mangia del latte del gregge? Dico queste cose secondo l’uomo? Non dice queste cose anche la legge? Nella legge di Mosè infatti sta scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia». Si dà forse Dio pensiero dei buoi?”
In altre parole, è legato alla natura del servizio il fatto che coloro che guidano, debbano essere sostenuti. I soldati sono sostenuti dal governo. I contadini mangiano del loro campo. I pastori bevono il latte del loro gregge. Anche i buoi sono nutriti attraverso il lavoro che fanno. Così anche il pastore deve essere sostenuto dalla chiesa. Egli aggiunge nel verso 13 : “Non sapete voi che quelli che fanno il servizio sacro mangiano delle cose del tempio, e quelli che servono all’altare hanno parte dei beni dell’altare?”.
Proprio come i sacerdoti vivevano delle offerte del popolo, così quelli che lavorano sotto il Nuovo Patto, dovrebbero essere sostenuti da coloro che amministrano.
Nondimeno, Paolo stabilisce anche che tale sussidio è facoltativo. E’ un diritto, ma non un ordine. Nel verso 6, dice, “O soltanto io e Barnaba non abbiamo il diritto di non lavorare?”. Lui e Barnaba si sostenevano attraverso il lavoro al di fuori del campo della chiesa. Rinunciarono al loro diritto di non lavorare. Paolo chiarisce che come ministri, loro avevano il diritto di essere sostenuti dalla chiesa, anche se hanno scelto di non esercitare quel diritto. Loro lavoravano per scelta, non per necessità, perché volevano offrire il vangelo gratuitamente (v.18), e non volevano mettere il peso del loro sostentamento sulla chiesa (I Tess. 2:9).
Ogni anziano ha lo stesso diritto. Se il suo anzianato è una chiamata del Signore, se la chiesa lo riconosce, e se la sua chiamata è stata confermata dallo Spirito di Dio alle guide della chiesa, egli ha il diritto di essere sostenuto dalla chiesa. Se sente la guida dello Spirito di Dio nel cercare sussidio così da poter essere più libero di fare ciò che Dio ha messo nel suo cuore di fare, la chiesa è obbligata tramite il riconoscimento del suo pastorato, a sostenerlo.
Ma anche il ruolo di “fabbricante di tende” è una possibilità. Se un anziano sceglie di guadagnare un reddito in un altro modo, ciò è contemplato nelle Scritture. Gli anziani possono scegliere di sostenersi lavorando fuori della chiesa, come ha fatto Paolo, per innumerevoli ragioni. Essi possono desiderare di non far pesare il loro sostentamento sulla chiesa. Possono pensare che la loro testimonianza possa aver un maggiore impatto se non ricercano il supporto economico. In una chiesa con un pluralità di anziani, è conveniente che alcuni si sostengano da sé, e altri vengano sostenuti dalla chiesa. Questo sarà determinato dal gruppo. Ad ogni modo, questo non influenza il ruolo dell’uomo come anziano.
I termini laico e clero non sono biblici. Ciò non significa che non siano utili. In certe circostanze, può essere utile distinguere tra coloro che sono sostenuti completamente dalla chiesa e coloro che sono sostenuti per lo più da altre occupazioni; ma nelle Scritture, tali distinzioni artificiali non vengono fatte. Non ci sono classi differenti di santi, e in termini di posizione, biblicamente non ci sono differenze tra un anziano laico e un pastore. Ogni anziano ha l’incarico di sorvegliare, curare, nutrire, proteggere e insegnare al gregge. Tutti gli anziani insieme costituiscono il governo e l’esempio per il resto della chiesa. Tutti sono stati ordinati dalla chiesa, chiamati da Dio, e separati da Dio per un ruolo pastorale come viene definito nelle Scritture. Essi sono chiamati allo stesso livello di impegno e allo stesso incarico. Il sussidio non dovrebbe essere un tema di divisione. Ogni anziano ha la facoltà di essere sostenuto, o di sostenersi da solo – qualsiasi delle due opzioni riflette la volontà di Dio.
In realtà, coloro che decidono di non accettare il sostenimento dalla chiesa possono avere un vantaggio nel ministero, che non potrebbero godere se fossero pagati dalla chiesa. Sono in una posizione unica per mostrare al mondo la loro testimonianza di essere irreprensibili. Essi sono più esposti ai non credenti nel posto di lavoro, e sono in trincea in una dimensione della vita diversa, capaci di relazionarsi con persone con le quali, altrimenti, la chiesa non avrebbe contatti. Possono portare ad una grande credibilità l’intero gruppo di anziani. Così, il sussidio di un anziano è facoltativo; le sue qualità spirituali invece no.
Il pastorato è un lavoro di squadra?
Chiaramente, tutti i dati biblici indicano che il pastorato è un lavoro di squadra. E’ significativo che ogni posto nel Nuovo Testamento in cui è usato il termine presbuteros, è al plurale, eccetto dove l’apostolo Giovanni lo usa per sé stesso in II e III Giovanni, e dove Pietro lo usa per sé stesso in I Pietro 5:1. La norma nella chiesa del Nuovo Testamento era una pluralità di anziani. Non c’è nessun riferimento, in tutto il Nuovo Testamento, ad una comunità guidata da un solo pastore. Questo non vuol dire che non ce ne fossero, ma che non sono menzionate. E’ significativo che Paolo abbia indirizzato la sua epistola ai Filippesi: “a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi (pl. episkopos) e con i diaconi” (1:1).
Alcuni hanno detto che Apocalisse 1, avvalora il concetto dell’unico pastore. In quel passo, l’apostolo Giovanni parla “agli angeli delle sette chiese” (v.20). Angelo può significare “messaggero”, e quelli che credono alle chiese con un solo pastore, dicono che i messaggeri, qui e nei capitoli 2 e 3, sono i pastori delle chiese. Ci sono numerosi problemi con questa interpretazioni. Primo, non può essere provato che angelos si riferisce ad un pastore. Questi “angeli” non sono mai chiamati “anziano”, “vescovo”, o “pastore”. In realtà, è discutibile se siano messaggeri umani. Angelos, in nessuna parte del Nuovo Testamento è usato in riferimento ad un pastore, anziano, o vescovo, e ogni altra volta che angelos appare nel libro dell’Apocalisse, si riferisce agli angeli.
Secondo, anche se fosse possibile dimostrare che quegli angeli fossero i pastori, questo ancora non prova che non fossero i rappresentanti di un gruppo di pastori. Il chiaro modello del Nuovo Testamento, del governo della chiesa, è una pluralità di anziani. Atti 14:23 dice, “E dopo aver designato per loro degli anziani in ciascuna chiesa, avendo pregato e digiunato, li raccomandarono al Signore nel quale avevano creduto”. Tito 1:5 dice, “Per questa ragione ti ho lasciato a Creta, affinché tu metta ordine alle cose che restano da fare e costituisca degli anziani in ogni città, come ti ho ordinato”. E’ possibile che ogni anziano nella città, avesse un gruppo individuale del quale doveva prendersi cura. Ma la chiesa era vista come una sola chiesa, e le decisioni venivano fatte tramite un processo collettivo e in relazione al gruppo, non alle parti individuali.
Può essere detto molto sui benefici di un governo condotto da una pluralità di uomini devoti. I loro consigli combinati e gli aiuti della saggezza assicurano che le decisioni non siano caparbie o utili ad un singolo individuo (vedi Proverbi 11:14). In realtà, il governo di un solo uomo è caratteristico delle mode, non della chiesa.
(continua nella parte 7)
clicca qui per leggere la parte 1
clicca qui per leggere la parte 2
clicca qui per leggere la parte 3
clicca qui per leggere la parte 4
clicca qui per leggere la parte 5
Tematiche: Anzianato, Chiesa, Leadership, Pastorato
© GTY.org, © Coram Deo
Il presente articolo può essere utilizzato solo facendone previa richiesta a Coram Deo. Non può essere venduto e non si può alterare il suo contenuto.