Le risposte alle domande chiave sull’anzianato (parte 4)
Quali sono le qualità di un anziano?
I Timoteo 3 e Tito 1 identificano le qualità di un anziano. I Tim. 3:1-7 dice :
“Questa parola è sicura: Se uno desidera l’ufficio di vescovo, desidera un buon lavoro. Bisogna dunque che il vescovo, sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, assennato, prudente, ospitale, atto ad insegnare, non dedito al vino, non violento, non avaro, ma sia mite, non litigioso, non amante del denaro; uno che governi bene la propria famiglia e tenga i figli in sottomissione con ogni decoro; (ma se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?). Inoltre egli non sia un neoconvertito, perché non gli avvenga di essere accecato dall’orgoglio e non cada nella condanna del diavolo. Or bisogna pure che egli abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, affinché non cada nell’ingiuria e nel laccio del diavolo”.
Qui, la sola, determinante qualità, della quale le restanti sono un supporto, è quella di essere irreprensibile. Cioè, egli deve essere un capo che non può essere accusato di nulla di peccaminoso. Tutte le altre qualità, eccetto forse l’insegnamento e il governo delle propria casa, amplificano soltanto quell’idea.
Un anziano deve essere irreprensibile nella propria vita coniugale, sociale, familiare, lavorativa, e spirituale. “Marito di una sola moglie” (lett. “uomo di una sola donna”) non significa semplicemente che è sposato con una sola donna – quella non sarebbe una qualità spirituale. Piuttosto, significa che un anziano deve essere un uomo totalmente determinato nella sua devozione a sua moglie. Se non è sposato, non deve essere il tipo incline ai flirt. “Temperato” sembra dare l’idea di una vita equilibrata, moderata. “Prudente” è un altro termine per definire “saggio”. “Rispettabile” significa che ha dignità e rispetto per i suoi pari. “Ospitale” significa che ama gli stranieri – non necessariamente che organizza tante cene, piuttosto che non è snob. “Atto ad insegnare” è didaktikos, o “abile nell’insegnamento”. Altre caratteristiche sono, il “non essere dedito al vino” (Timoteo stesso apparentemente non beveva; I Tim. 5:23); non “violento” (che non scende nelle risse o fisicamente ingiurioso); “gentile”; “pacifico”; e “non amante del denaro”.
Tutte queste, devono essere qualità e abilità provate e dimostrate, e il primo posto in cui deve manifestarle è casa sua. Egli deve governare bene la sua famiglia, e tenere sotto controllo i suoi figli con dignità. “Famiglia” nel versetto 5 probabilmente si riferisce ad una famiglia allargata, comprende servi, terre, possedimenti, e può includere acquisiti e altri parenti. Tutti questi erano gli elementi di una famiglia del primo secolo, ed erano richiesti un grande compito di capacità di governo e carattere spirituale, per coordinarli bene. Se un uomo non riusciva a dirigere la sua famiglia, come poteva essere incaricato del governo della chiesa?
Le qualità di un anziano, quindi, vanno ben al di là delle buone caratteristiche morali. Un anziano deve essere evidentemente capace come insegnante e amministratore. Se qualcosa nella sua vita indica una debolezza in queste aree, non è degno. Se ha dei debiti, se i suoi figli sono ribelli, se qualunque cosa degli affari lavorativi sotto il suo controllo, non è irreprensibile, non può essere un anziano.
Comprensibilmente, non può essere un neoconvertito, perché c’è bisogno di tempo per maturare, come del tempo per esaminare la sua vita e valutare le sue qualità. In aggiunta, elevando un neoconvertito ad un posto di guida, si corre il rischio di renderlo presuntuoso.
Per riassumere tutto, egli deve avere una reputazione impeccabile con quelli che sono fuori della chiesa. Anche i suoi affari e le sua attività sociali nella comunità, devono essere irreprensibili.
In Tito 1:5-9, Paolo elenca delle qualità simili. Scrivendo a Tito, che fu incaricato della responsabilità di sorvegliare la nomina degli anziani nell’isola di Creta, dice:
“Per questa ragione ti ho lasciato a Creta, affinché tu metta ordine alle cose che restano da fare e costituisca degli anziani in ogni città, come ti ho ordinato; ciascuno di loro sia irreprensibile, marito di una sola moglie, e abbia figli fedeli che non siano accusati di dissolutezza né insubordinati. Il vescovo infatti, come amministratore della casa di Dio, deve essere irreprensibile, non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido di disonesto guadagno, ma ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, padrone di sé, che ritenga fermamente l’insegnamento secondo la fedele parola, per essere in grado di esortare nella sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono”.
Molte di queste qualità, fanno eco o sono parallele quelle date in I Timoteo. Paolo dice ancora che un anziano deve essere uomo di una sola donna, avere figli che credono e di cui la vita non è caratterizzata da ribellione o dissipazione, che è una compiacenza peccaminosa. In altre parole, i suoi figli non devono essere ribelli a lui o ai valori di una casa e una famiglia giusta, e non devono vivere una vita sregolata.
Il vescovo deve essere “irreprensibile come amministratore di Dio”. Ancora, questo implica che è già provato nel ministero. Egli “non è arrogante”, cercando i propri interessi. Non è “iracondo”, “dedito al vino”, e “non è violento”. Non cerca di fare soldi in modo illecito o discutibile. Egli è “ospitale”, amante di ciò che è buono, e “sensibile”, o discreto. Egli è giusto, devoto a Dio, e “autocontrollato”.
E in aggiunta a tutto questo, deve dimostrare abilità nel maneggiare la Parola di Dio così che possa sia “esortare nella sana dottrina” che “convincere quelli che la contraddicono”.
Le due liste di qualità sono strettamente simili. Notate i parallelismi e le differenze:
I Timoteo 3 | Tito 1 | |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||
|
||
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
||
|
||
|
Non c’è nessuna clausola che permetta alle donne di servire come anziani. I Timoteo 2:11-12 dice, “La donna impari in silenzio, con ogni sottomissione. Non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sull’uomo, ma ordino che stia in silenzio”. Le donne devono stare sotto l’autorità degli anziani, escluse dall’insegnamento agli uomini o da ruoli di autorità su di loro.
Le ragioni per cui le donne si devono sottomettere alla guida degli uomini non sono culturali, e nemmeno riflettono un pregiudizio di Paolo, come alcuni esigono. Piuttosto, la ragione è radicata nell’ordine della creazione: “Infatti è stato formato per primo Adamo e poi Eva” (v.13). La Caduta dell’uomo conferma l’ordine: “E non fu Adamo ad essere sedotto ma fu la donna che, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione” (v.14).
(Continua nella parte 5)
Clicca qui per leggere la parte 1
Clicca qui per leggere la parte 2
Clicca qui per leggere la parte 3
Tematiche: Anzianato, Chiesa, Leadership, Pastorato
© GTY.org, © Coram Deo
Il presente articolo può essere utilizzato solo facendone previa richiesta a Coram Deo. Non può essere venduto e non si può alterare il suo contenuto.