Le risposte alle domande chiave sull’anzianato (parte 2)
Com’è usato il termine anziano in riferimento alla chiesa?
La chiesa del Nuovo Testamento inizialmente era ebrea, così sarà stato naturale per loro adottare il concetto di ruolo di anziano che fu usato nella chiesa primitiva. Anziano era l’unico termine ebraico comunemente usato per il governo, libero da ogni connotato di monarchia o sacerdozio. Questo è significativo, perché nella chiesa ogni credente è co-reggente con Cristo, in modo tale che non ci possa essere un re terreno. E, a differenza d’Israele, la chiesa non ha un sacerdozio terreno specificamente designato, perché tutti i credenti sono sacerdoti. Così, di tutti i concetti giudaici del governo, l’anziano identifica il tipo di governo ordinato per la chiesa.
Gli anziani d’Israele erano uomini maturi, capi di famiglia (Esodo 12:21); uomini abili, di forte spessore morale, timorosi di Dio e possedenti verità e integrità (Esodo 18:20-21); uomini pieni di Spirito Santo (Numeri 11:16-17); uomini capaci di saggezza, discernimento ed esperienza – uomini imparziali e coraggiosi che intercedono, insegnano e giudicano giustamente e onestamente (Deuteronomio 1:13-17). Tutte queste caratteristiche erano inseparabili nel termine presbuteros del Nuovo Testamento. L’uso di quel termine per descrivere i capi di chiesa, enfatizza la maturità della loro esperienza spirituale, dimostrata nella forza e nella consistenza il loro spessore morale.
Presbuteros è usato circa venti volte negli Atti e nelle epistole in riferimento ad un unico gruppo di guide nella chiesa. Sin dal primo inizio della chiesa, fu chiaro che un gruppo di guide spirituali mature era identificato nell’avere la responsabilità dell’assemblea. La chiesa di Antiochia, per esempio, dove i credenti furono chiamati per la prima volta “cristiani”, mandò Barnaba e Saulo agli anziani di Gerusalemme con un dono da consegnare ai fratelli nel bisogno in Giudea (Atti 11:29-30). Questo dimostra che gli anziani esistevano già nella chiesa di quel periodo e che i credenti di Antiochia riconoscevano la loro autorità.
Quando la chiesa di Antiochia si slegò dal ministero di Gerusalemme, probabilmente erano già presenti degli anziani. Infatti, è verosimile che Paolo stesso avesse la funzione di anziano ad Antiochia, prima di uscirne con il ruolo di apostolo. Egli è contato in Atti 13:1 come uno degli insegnati di quella chiesa.
Gli anziani ebbero un ruolo importante nel consiglio di Gerusalemme, come è scritto in Atti 15 (vedi vss. 2, 4, 6, 22, 23; e 16:4). Ovviamente, essi influenzarono molto le basi della vita della chiesa primitiva.
Quando Paolo e Barnaba iniziarono a predicare in nuovi posti, e la chiesa iniziava ad estendersi, il processo d’identificazione delle guide di chiesa venne definito più chiaramente, e dall’inizio alla fine nel Nuovo Testamento, come la chiesa si sviluppava, i capi venivano chiamati anziani.
Presto nella narrativa biblica, come in Atti 14, vediamo che uno dei passi chiave nello stabilire una nuova chiesa, era identificare e stabilire gli anziani per la guida della chiesa. “Dopo aver designato per loro degli anziani in ciascuna chiesa, e aver pregato e digiunato, li raccomandarono al Signore, nel quale avevano creduto” (Atti 14:23).
Di quasi tutte le chiesa che conosciamo nel Nuovo Testamento, è detto specificamente che avevano degli anziani. Per esempio, Atti 20:17 dice: “Da Mileto mandò a Efeso a chiamare gli anziani della chiesa”. E’ significativo che la chiesa di Efeso avesse gli anziani, perché tutte le chiese dell’Asia Minore – quelle elencate in Apocalisse 1:11 – erano l’estensione del ministero di Efeso. Possiamo dedurre che anche quelle chiese definirono il loro governo seguendo l’esempio degli Efesini: cioè una pluralità di anziani.
Pietro ha scritto ai credenti dispersi nel Ponto, Galazia, Cappadocia, Asia, e Bitinia, “ Esorto gli anziani tra di voi… pascete il gregge di Dio” (I Pietro 5:2). Il Ponto, la Galazia, la Cappadoci, l’Asia e la Bitinia, non erano città, ma piuttosto dei territori. Così, Pietro stava scrivendo ad un numero di chiese disperse in tutta l’Asia e tutte avevano degli anziani.
Che relazione c’è tra l’anziano, il vescovo e il pastore?
Vescovi e pastori non sono distinti dagli anziani; i termini sono semplicemente modi diversi per identificare le stesse persone. La parola greca per vescovi è episkopos, dalla quale la chiesa Episcopale prende il nome. Il termine greco per pastore è poimen. La prova testuale indica che tutte le tre parole si riferiscono allo stesso incarico. I requisiti di un vescovo, elencati in I Timoteo 3:1-7, e quelli di un anziano, in Tito 1:6-9, sono indubbiamente paralleli. Infatti, in Tito, Paolo usa entrambi i termini per riferirsi allo stesso uomo (1:5-7).
I Pietro 5:1-2 usa tutti e tre i termini insieme. Pietro istruisce gli anziani ad essere dei buoni vescovi nel pascere: “Esorto dunque gli anziani [presbuteros] che sono tra di voi, io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò pure partecipe della gloria che deve essere manifestata: pascete [poimano] il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo [episkopeo], non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio”.
Anche Atti 20 usa tutti i tre termini in modo interscambiabile. Nel versetto 17, Paolo chiamò tutti gli anziani (presbuteros) della chiesa per dar loro il suo messaggio di commiato. Al versetto 28, dice, “Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi (episkopos), per pascere (poimano) la chiesa di Dio”.
Nell’uso generale, preferisco la parola anziano, perché sembra essere libero dei molti connotati e sfumature di significato che ci sono stati imposti dalla nostra cultura, sia di vescovo sia di pastore.
Episkopos, il termine per vescovo, significa “sorvegliante” o “guardiano”. Il Nuovo Testamento usa episkopos cinque volte. In I Pietro 2:25, Gesù Cristo è chiamato l’episkopos delle nostre anime. Cioè, Egli è il Solo ad avere una visione chiara di quello che siamo davvero, che ci comprende al meglio, ed è “il Pastore e il Guardiano delle (nostre) anime”. Gli altri quattro usi di episkopos, sono riferiti alle guide della chiesa.
Episkopos è l’equivalente della cultura secolare greca, dell’idea storica ebraica degli anziani. I vescovi erano stabiliti dagli imperatori per guidare le città-stato conquistate o appena fondate. Il vescovo era responsabile di fronte all’imperatore, ma la sorveglianza era delegata a lui. La sua funzione di incaricato era di regolare gli affari e l’acquisizione della nuova colonia.
Così, episkopos suggerisce due idee alla mente del greco del primo secolo: responsabilità davanti ad un potere superiore e l’introduzione ad un nuovo ordine di cose. Un gentile convertito avrebbe compreso immediatamente quei concetti, nel significato stesso del termine.
E’ interessante rintracciare gli usi biblici del termine episkopos. Esso appare nel libro degli Atti una sola volta, verso la fine (Atti 20:28). Indubbiamente, a quel tempo, c’erano relativamente pochi gentili nella chiesa, e così il termine non era comunemente usato, ma apparentemente, come i gentili furono salvati e la chiesa iniziava a perdere il suo orientamento Giudaico, la parola della cultura greca episkopos, venne usata più frequentemente per descrivere coloro che svolgevano l’incarico di anziani (I Timoteo 3:1).
Il vescovo del Nuovo Testamento, o sorvegliante, svolge un ruolo di governo unico, specificatamente responsabile dell’insegnamento (I Timoteo 3:2), nutrimento, protezione, e generalmente dell’istruzione del gregge (Atti 20:28). Biblicamente, non c’è differenza dal ruolo di un anziano e quello di un vescovo; i due termini si riferiscono ad uno stesso gruppo di guide. Episkopos enfatizza la funzione; presbuteros, il carattere.
Poimen, la parola per pastore, è usata diverse volte nel Nuovo Testamento, ma Efesini 4:11 è l’unico passo in cui è tradotto “pastore”. Due delle tre volte in cui appare nelle epistole, poimen si riferisce a Cristo. Ebrei 13:20-21 è una benedizione: “Or il Dio della pace che in virtù del sangue del patto eterno ha tratto dai morti il grande pastore (poimen) delle pecore, il nostro Signore Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, affinché facciate la sua volontà”. I Pietro 2:25 dice: “Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore (poimen) e guardiano (episkopos) delle vostre anime”.
In Efesini 4:11, pastore (poimen) è usato con la parola insegnante. La costruzione greca qui indica che i due termini vanno insieme – potremmo unirle con una lineetta (pastore-insegnante). L’enfasi è sul ministero dell’insegnamento del pastore.
Poimen , allora, enfatizza il ruolo pastorale di curare e nutrire, sebbene anche il concetto di guida sia inerente nella figura di un pastore. Il centro del termine poimen è nell’attitudine dell’uomo. Per essere qualificato come pastore, un uomo deve avere un cuore amorevole di pastore.
Così il termine anziano enfatizza chi è l’uomo. Vescovo parla di quello che compie. E pastore tratta di quello che prova. Tutti tre i termini sono usati per le stesse guide di chiesa, tutti e tre identificano coloro che guidano e nutrono la chiesa, ma ognuno ha un’enfasi unica.
(continua nella parte 3)
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Tematiche: Anzianato, Chiesa, Leadership, Pastorato
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