Le origini del pentecostalismo
Sarebbe impossibile tentare di esaminare l’ultimo secolo di storia del cristianesimo o il suo stato attuale senza spiegare l’improvvisa ascesa del pentecostalismo, nonché l’enorme diffusione e l’impatto mondiale che esso ha avuto.
A tal fine, ho letto diversi libri sull’argomento, incentrati soprattutto sul risveglio di Azusa Street, infatti, secondo la maggior parte degli storici, fu proprio in occasione di tale risveglio che il pentecostalismo mosse i suoi primi passi. Ecco quindi i concetti principali che ho imparato riguardo al risveglio di Azusa Street e alla missione nella quale ebbe inizio.
Il risveglio di Azusa Street affonda le sue radici nel Movimento di Santità
Le origini del risveglio di Azusa Street e del pentecostalismo che ne derivò, sono strettamente collegate al Movimento di Santità del tardo XIX secolo. Quest’ultimo consisteva in un movimento di rinnovamento nato all’interno della tradizione wesleyana la quale attribuiva molta importanza alla santificazione completa e insegnava che i cristiani potessero raggiungere lo stato di perfezione morale. Inoltre, uno dei tratti distintivi del Movimento di Santità era la sua forte enfasi sulla santità personale, la quale si rifletteva in una stretta osservanza della legge come mezzo per avvicinarsi a Dio. In generale, il pentecostalismo delle origini si fondava sulla teologia wesleyana a cui aggiunse nuovi elementi.
Il risveglio fu guidato da William Seymour
La Missione di Azusa Street fu guidata da William J. Seymour, un afroamericano figlio di ex schiavi nato e cresciuto in Louisiana. All’età di venticinque anni, Seymour si trasferì a Indianapolis, dove frequentò una chiesa episcopale metodista. Fu in questa chiesa che egli si convertì, tuttavia, abbandonò tale denominazione dopo aver iniziato a credere nel premillenarismo e nella possibilità di ricevere rivelazioni personali. In seguito, probabilmente, divenne membro di un gruppo chiamato Evening Light Saints (Santi della luce della sera), venendo così a contatto con le sue politiche, come l’uguaglianza etnica e di genere, l’antisettarismo e il rifiuto di attenersi ad uno statuto, principi a cui egli aderì e che in seguito promosse. Nonostante sentisse una chiamata al ministero, Seymour si oppose ad esso fin quando non ebbe contratto il vaiolo, la qual cosa lo portò a credere che Dio lo stesse punendo per averGli disubbidito.
Il risveglio di Azusa Street si sviluppò da un precedente movimento
Nonostante sia corretto affermare che fu la Missione di Azusa Street a segnare l’inizio del pentecostalismo, molte delle dottrine e delle pratiche di William Seymour erano basate su quelle di Charles Parham. Parham era giunto alla convinzione che i cristiani dovessero riscoprire i doni miracolosi dello Spirito Santo, specialmente quello del parlare in lingue. Tale dono avrebbe portato alla rapida espansione delle opere missionarie in terra straniera, anticipando così il ritorno del Signore. Parham fondò una scuola biblica a Topeka, in Kansas, dove, nel 1901, uno dei suoi studenti ricevette lo Spirito Santo e inizò a parlare in lingue. Nonostante Parham fosse palesemente razzista e avesse un punto di vista eterodosso riguardo a molte dottrine fondamentali, per un breve periodo, Seymour studiò nella sua scuola. Quest’esperienza lo portò ad aderire alla sua posizione circa la continuità dei doni miracolosi. Poco dopo, Seymour fu chiamato a ricoprire il ruolo di pastore in una chiesa di Los Angeles e si separò da Parham. Ben presto Seymour prese il posto di Parham come padre del pentecostalismo, cosa per cui quest’ultimo, a quanto pare, non lo perdonò mai.
Il risveglio ebbe inizio vicino ad Azusa Street
In realtà, il risveglio di Azusa Street ebbe inizio in una piccola casa situata nella vicina Bonnie Brae Street. Nell’aprile del 1906, Seymour indisse un digiuno di dieci giorni che praticò insieme ad altri afroamericani. Il terzo giorno del digiuno, il 9 aprile, Seymour impose le mani a uno dei partecipanti e pregò per lui affinché ricevesse lo Spirito Santo. Il risultato fu che quell’uomo cadde a terra e iniziò a parlare in lingue. Il gruppo si precipitò quindi a casa di Richard e Ruth Asberry, in Bonnie Brae Street, dove anche altre persone aspettavano di essere battezzate nello Spirito Santo. Presto anche altri ebbero un’esperienza simile e furono battezzati nello Spirito Santo, parlando e cantando in lingue. Quest’evento attirò l’attenzione dei vicini e nel giro di pochi giorni la casa fu così piena di gente che i partecipanti furono costretti a spostarsi in un edificio abbandonato al 312 di Azusa Street. Oggi quell’edificio non esiste più, mentre la casa di Bonnie Brae Street è stata trasformata in un museo.
Il risveglio si distingueva per l’uguaglianza di genere nel ministero
Fin dall’inizio, la Missione di Azusa Street permise sia agli uomini sia alle donne di ricoprire qualunque ruolo di guida, compresa la predicazione. Inoltre, la missione era anche a favore dell’uguaglianza etnica. I bianchi e le altre minoranze prendevano parte agli stessi culti, cosa che molti all’epoca avrebbero considerato scandalosa. Dal momento che la gente provava repulsione di fronte a uomini neri e donne bianche che adoravano insieme, alcune delle prime critiche mosse al movimento trasudavano un razzismo maligno. La multietnicità del pentecostalismo delle origini contribuì a quella che poi divenne nota come l’adorazione pentecostale, la quale combinava elementi appartenenti a tradizioni culturali diverse. Ad ogni modo, Seymour, successivamente, cambiò idea riguardo all’uguaglianza di genere nel ministero e riservò alcuni ruoli di guida solo agli uomini.
Il risveglio di Azusa Street ravvivò una visione particolare della santificazione
Nonostante alcune persone affermassero di essere state salvate dal risveglio di Azusa Street, l’evangelizzazione non fu l’elemento principale del risveglio. Inoltre, a differenza del grande risveglio, non furono molti coloro che giunsero alla convinzione di essere dei peccatori. Piuttosto, il movimento era prevalentemente basato sulla santificazione e sulla ricerca del battesimo nello Spirito Santo. Secondo la definizione wesleyana, la “perfezione cristiana”, chiamata anche “santificazione completa”, consisteva in un atto istantaneo da ricercare in seguito alla giustificazione, come seconda opera di grazia. Mentre la giustificazione salvava il credente, la santificazione lo purificava. A questa dottrina wesleyana, i pentecostali aggiunsero una terza esperienza, ovvero il “battesimo nello Spirito Santo”. Quest’ultimo non consisteva in un’opera di grazia, bensì in un potenziamento mediante il quale lo Spirito Santo rendeva una persona particolarmente utile per il ministero cristiano.
La caratteristica più significativa del movimento era il parlare in lingue
L’esperienza tipica delle persone coinvolte nel risveglio era quella del battesimo nello Spirito Santo, mentre il parlare in lingue era la prova che una persona avesse ricevuto tale battesimo. Inizialmente si credeva che tali lingue fossero umane e alcuni, facendo contenti i media, provarono persino a mettere per iscritto ciò che veniva detto. Ci vollero mesi o addirittura anni per capire che in realtà non si trattava di lingue umane. Nel frattempo, però, molti missionari erano stati mandati all’estero pensando di poter parlare le lingue locali. La dottrina delle lingue angeliche o di preghiera venne elaborata soltanto in seguito.
L’adorazione non si limitava solo al parlare in lingue
Durante i primi due o tre anni del movimento, la Missione di Azusa Street organizzava tre culti al giorno. Di conseguenza, l’edificio era continuamente pieno di persone le quali prendevano parte a diverse forme di adorazione. Nonostante il parlare in lingue fosse uno dei tratti distintivi dell’adorazione, vi erano anche altri elementi.
Cecil Robeck afferma che “sebbene la missione attribuisse molta importanza e celebrasse la spontaneità, i culti includevano anche cose prevedibili. Si pregava in pubblico, si cantava, si testimoniava, si predicava, si impartivano insegnamenti biblici e si trascorreva del tempo intorno all’altare o in una delle stanze del piano disopra per pregare in privato”. Alcuni elementi dell’adorazione pentecostale potevano essere facilmente riconosciuti da cristiani di qualsiasi denominazione, mentre altri erano nuovi e unici. Gastón Espinosa insiste sul fatto che “il messaggio principale di Seymour non era quello del parlare in lingue, delle missioni o dell’escatologia degli ultimi tempi, bensì che le persone dovevano nascere di nuovo se volevano andare in paradiso”. Nonostante ciò sia vero, il parlare in lingue ricopriva un ruolo molto importante poiché era considerato il segno evidente della pienezza dello Spirito.
Il movimento si diffuse rapidamente
Il risveglio di Azusa Street innescò un movimento che si diffuse, con una rapidità sorprendente, prima in tutta Los Angeles, poi in tutti gli Stati Uniti e infine nel resto del mondo. Molte delle persone che avevano trascorso del tempo alla Missione di Azusa Street presero quel “fuoco” e lo portarono nello loro chiese e nelle loro città. Altri ancora lo portarono all’estero e nel giro di qualche mese l’influenza del movimento pentecostale si diffuse anche in terre lontane. Ben presto avrebbe messo radici in tutti i continenti e in molti luoghi avrebbe sopraffatto opere missionarie già esistenti, fino a diventare l’espressione principale del cristianesimo.
Fu indebolito da un’escatologia malsana
I leader del movimento erano convinti che il parlare in lingue fosse la prova che lo Spirito Santo avesse iniziato ad operare in un modo nuovo che preannunciava l’imminente ritorno di Cristo. Questo produsse nei membri del movimento un senso di urgenza che spesso offuscava loro la ragione e il buon senso. I missionari venivano mandati in terra straniera senza alcuna preparazione, senza requisiti biblici e senza sapere quando e come sarebbero tornati. Sostenevano che Dio avesse dato a ciascuno di loro la capacità di parlare una determinata lingua, che li avesse chiamati al servizio e che Cristo stesse per tornare. Questi missionari venivano immediatamente mandati all’estero, a volte anche dopo essere stati battezzati nello Spirito Santo da pochi giorni o persino da poche ore. Non sorprende il fatto che un tale modo di agire andasse spesso a disturbare e a danneggiare opere missionarie già esistenti.
Collassò a causa di scandali e conflitti interni
Nonostante Seymour fosse in grado di guidare la missione, si dimostrò inadatto a guidare il movimento. In primo luogo, alcuni di quelli che volevano prendere il suo posto lo tradirono e cercarono di rimpiazzarlo. Il movimento unitariano, il quale insisteva sul fatto che il battesimo in acqua andasse amministrato solo nel nome di Gesù, causò un’ulteriore divisione all’interno del movimento pentecostale. Un collaboratore di Seymour che aveva lavorato a stretto contatto con lui fuggì con la lista dei contatti con cui egli aveva esteso la sua influenza in tutto il mondo. William Durham cercò di apportare al pentecostalismo delle origini una visione più calvinista della santificazione e attirò a sé molte delle persone coinvolte nel risveglio.
Il movimento iniziò anche a sperimentare problemi dovuti a motivi razziali, un fatto che Seymour attribuì principalmente ai pregiudizi di quei bianchi che volevano prendere il controllo dell’opera da lui iniziata. Egli rispose stabilendo che nessun bianco avrebbe ricoperto ruoli di guida finché il clima sociale non fosse migliorato. L’unità che il movimento aveva inizialmente sperimentato lasciò il posto a una serie di scandali e lotte interne.
Nel 1908 la missione aveva già iniziato ad indebolirsi. Entro la fine del 1909, a soli tre anni dal suo inizio, non rimaneva alcun dubbio sul fatto che il movimento fosse entrato in una fase di grave declino. Tuttavia, il pentecostalismo riuscì a sopravvivere e a prosperare. Oggi nel mondo vi sono cinquecento milioni di persone che si definiscono pentecostali o carismatiche e tutte quante possono, in un certo senso, far risalire le proprie origini al risveglio di Azusa Street.
Tematiche: Storia della Chiesa
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