Lavorare dopo la gravidanza?

 

Poco più di un anno fa, scoprii una delle cose più bella della mia vita: sarei diventata mamma. Mio marito e io eravamo felicissimi all’idea di dare alla luce una nuova vita, ma allo stesso tempo mi chiedevo cosa ne sarebbe stato del mio lavoro.

Quale responsabile di un’azienda nel settore della tecnologia, il mio lavoro comporta molto stress, necessita di un intenso lavoro mentale e delle buone abilità pratiche ed emotive. Tutto questo non mi pesa, anzi lo adoro. Sì, amo il mio lavoro.

Ma, prima della gravidanza, non avrei mai pensato che la passione per il mio lavoro mi avrebbe incoraggiata a costruire una famiglia.

 

Le nostre aspettative riflettono ciò che abbiamo vissuto

Sono cresciuta in una famiglia con Cristo al centro di tutto, timorosa di Dio e ho sempre guardato mia madre vivere la sua vita al servizio di Cristo come casalinga e come moglie di un pastore. Grazie alla sua passione, è riuscita ad arricchire la nostra casa e le nostre vite da bambini, mostrandoci cosa volesse realmente dire essere la moglie di un pastore.

Per molti anni, ho pensato che anch’io avrei fatto la stessa cosa. Il mio futuro marito avrebbe avuto una chiamata per il ministero e io avrei servito al suo fianco sia a casa sia in chiesa. Come molti di noi, le lenti attraverso le quali vedevo il mio futuro erano il risultato di ciò che avevo vissuto in casa dei miei genitori. Non vedevo l’ora di essere una mamma a tempo pieno.

La pensavo così anche dopo l’università e il matrimonio. Immaginavo, infatti, che avrei lavorato solo per alcuni anni e che poi avrei deciso di dedicarmi alla mia famiglia e rimanere a casa. Ma dopo due lauree e tante ore di lavoro, mio marito e io continuavamo a nutrire una profonda passione per il nostro lavoro. Durante la mia gravidanza, più i mesi passavano, tanti amici, familiari, colleghi di lavoro e addirittura clienti mi chiedevano: “Cosa farai dopo che il bambino sarà nato?”

 

Riconsiderare le nostre aspettative

Fare la mamma o lavorare? Un grande dilemma che spesso ci porta a prendere posizioni opposte ed estremiste. Sono sicura che anche tu hai già la tua opinione a riguardo, sia essa frutto della tua cultura o delle Scritture. Invece di discriminare la scelta degli altri, dovremmo piuttosto esaminare le nostre convinzioni sul lavoro e su cosa voglia dire essere fedeli.

Quando noi cristiani parliamo di “lavoro” o di “vocazione,” spesse volte intendiamo ciò che Dio ci ha chiamati a fare nella nostra vita.

Ecco due cose che la Parola di Dio ci dice sul nostro lavoro.

 

1) Il nostro lavoro è molto importante agli occhi di Dio.

Ogni essere umano ha il potere di influenzare e trasformare la propria cultura. Siamo chiamati a portar frutto, a essere fedeli e a prenderci cura di tutto ciò che Dio ci ha affidato (Giovanni 15:2; 1 Corinzi 4:2; Colossesi 3:23). Ma tendiamo, in un modo o nell’altro, a vedere il lavoro come un mezzo attraverso il quale raggiungere un determinato obiettivo. Sì, un mezzo per raggiungere un tipo di vita che vorremmo vivere sempre, una sorta di vacanza senza fine. Il lavoro è per noi una fatica, un peso.

Ma le Scritture ci dicono che il lavoro è un dono (Genesi 1:26-31). Dio ci ha fatto questo dono affinché tramite esso potessimo mettere in pratica e mostrare i talenti e le capacità che Egli ci ha dato – un mezzo attraverso il quale abbiamo la possibilità di partecipare alla Sua opera sulla terra. Quindi, a prescindere dal luogo in cui ci troviamo, dobbiamo chiederci se stiamo facendo davvero il lavoro che Dio ha stabilito per noi. Il nostro lavoro è importante per le nostre famiglie, le nostre chiese, i nostri vicini, le nostre città e le nostre culture.

 

2) Tutti dobbiamo lavorare


Dio ha istituito il lavoro al momento dalla creazione, il che implica che non si tratta di un optional. Tuttavia, contrariamente a quanto ci viene trasmesso dalla nostra cultura, il nostro lavoro non è determinato dalla presenza della busta paga, ma da ciò che Dio ha deciso per noi. Che il tuo lavoro ti porti in giro per il mondo con una valigetta o in giro per casa a cambiare pannolini, puoi essere certa del fatto che Dio ti ha dato questo lavoro per la Sua gloria.

“Dobbiamo lavorare insieme per rendere questo mondo un posto migliore, per aiutarci l’un l’altro e per dare un senso alle nostre vite”, afferma Timothy Keller nel suo libro Every Good Endeavor: Connecting Your Work to God’s Work (Viking, 2012). “La nostra fede dovrebbe rendere migliore il nostro lavoro e il nostro lavoro dovrebbe contribuire alla crescita della nostra fede”. Si tratta di una verità ciclica: la nostra fede influenza il nostro lavoro e il nostro lavoro modella la nostra fede. Ciò in cui crediamo e le nostre vocazioni sono due elementi strettamente legati fra loro, sono inseparabili. Nel momento in cui dividiamo la nostra vita in compartimenti come “casa”, “lavoro” e “chiesa”, distruggiamo quell’unità che Dio ha progettato per la nostra vita.

 

Il fatto che Dio ci abbia creati con l’intento di farci lavorare e che abbia preparato per ciascuno di noi del lavoro da svolgere prima che venissimo al mondo, ha per noi un immenso valoro intrinseco. Se quello che fai permette al genere umano di prosperare per la gloria di Dio, allora puoi considerare il tuo lavoro come parte integrante del Suo piano per il tempo presente e, forse, anche per quello futuro.

Inoltre, se svolgi il tuo lavoro con diligenza, seguendo Cristo in ogni cosa, vedrai che la tua vita porterà frutto in modi che mai avresti immaginato.

 

Allargare i propri orizzonti

Dopo un glorioso (e delirante) congedo di maternità di 12 settimane, ho deciso di ritornare a lavoro perché sono riuscita a raggiungere un accordo con il mio datore di lavoro per dei ritmi lavorativi consoni alla mia vita familiare. Sebbene il mio lavoro possa sembrare diverso da quello di altre mamme, sento comunque di servire Dio con esso, nella Sua immensa grazia.

 

Che questa preghiera presa dal The Park Forum possa avere un impatto sul nostro modo di pensare:

“Padre, desideriamo dedicare le nostre vite a cose che vanno ben oltre quello che possiamo immaginare o che pensiamo di poter fare.
Aiutaci a vedere con i tuoi occhi l’opera che possiamo compiere per gli altri.
Aiutaci a vedere quanto possiamo fare con il nostro lavoro, la nostra casa o la nostra famiglia, e come contribuire al bene dell’umanità per la tua gloria.
Aiutaci a vedere oltre e a rimanere concentrati su di Te, anche nei momenti di grande difficoltà, affinché possiamo contribuire all’opera del tuo regno, qui e ora”.

Nel nome di Gesù.
Amen

 

(Traduzione a cura di Alessandra Saporito)

 

Photo by Leonard Beck on Unsplash

Tematiche: Famiglia, Teologia, Vita Cristiana

Macy English

Macy English è vice direttore marketing e vendite presso la SocialCentiv, un compagnia di marketing con sede a Dallas, Texas. Frequenta e collabora con la chiesa The Village Church con suo marito e suo figlio. Macy adora stare a contatto con le persone, ama la cultura e il marketing ed è pronta a battersi per tutto ciò che davvero conta nella vita. Puoi seguirla su Twitter @macyenglish o su Instagram @macyenglish.

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