L’amicizia, raggio visibile dell’amore di Cristo
Hai mai fatto il conto di quante persone conosci? Si stima che ognuno di noi ne conosca più o meno 600.
La maggior parte delle nostre relazioni si ferma al livello di semplici conoscenze. Alcune però possono evolvere nel tempo e svilupparsi in rapporti di collaborazione temporanea o prolungata, come nel caso dei colleghi di lavoro e compagni di studio con cui trascorriamo molto tempo della nostra giornata.
Infine c’è un livello che è formato dai confidenti, amici carissimi, che sanno vita morte e miracoli di noi stessi e con cui c’è un rapporto di fiducia strettissimo. Questo è lo spazio prezioso di “chi trova un amico trova un tesoro”, bene molto raro da nutrire e coltivare.
Si parla di amicizia nella Bibbia?
Quasi ogni autore biblico scrive direttamente o indirettamente dell’amicizia mostrando che siamo creature desiderose di avere degli amici ed essere amiche.
Come mai? Perché siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio!
Lui è trino: Padre, Figlio e Spirito Santo. I tre sono uno, sono sempre stati, sono e sempre saranno insieme, non mischiati, bensì indivisibili e inseparabili. (M. Reeves, Il Dio d’amore, Soli Deo Gloria, p.31)
Essi si amano ed esprimono amore eterno e traboccante a favore delle loro creature.
Nel Vangelo di Giovanni questo amore trinitario riversato sull’umanità e in particolare in favore dei salvati è ripetuto molte volte. Un esempio è Giovanni 17:25
“Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato; 26 e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l’amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro».
L’Amicizia alla Creazione
Siamo stati creati per essere in relazione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, per essere suoi amici.
Adamo ed Eva furono le prime creature a sperimentare la bellezza di un’amicizia cristallina e limpida con il Dio trino. Dio parlava con loro, passeggiava e li incontrava nel giardino di Eden dove tutto era molto buono e molto bello! Non c’erano da pesare i pensieri perché erano già equilibrati, né da misurare le parole, perché erano armoniose, non c’erano da filtrare o ripulire espressioni, modi di fare perché erano candidi e puri. L’amore del Creatore permeava ogni cellula di Adamo ed Eva e si diffondeva in tutti i loro sentimenti: erano veramente amici con Dio e tra di loro.
La lealtà, l’armonia e la concordia della loro amicizia derivante da Dio brillavano e pervadevano il giardino, finché un’ombra entrò nel frutteto. Dai campi, un serpente parlante, col fare da amicone, si avvicinò furbescamente all’unico albero che avrebbe interrotto per sempre qualsiasi amicizia, se ne avessero colto e mangiato il frutto. La conoscenza del bene che pervadeva e riempiva la loro amicizia, sarebbe stata sovrastata dal male dell’inimicizia.
L’amicizia e la Caduta
Accadde che tra Adamo ed Eva, il serpente scelse il suo bersaglio e scoccò la sua freccia bugiarda e tentatrice nel cuore di Eva. La colpì proprio al centro dei suoi desideri passando prima attraverso la vista, poi nelle papille gustative finché in una manciata di secondi Eva fu catturata dalla vertigine di poter conoscere e diventare come Dio. Anche il suo migliore amico, Adamo, entrò con lei nella spirale dell’inganno che li precipitò insieme nell’abisso del peccato e della morte.
Disubbidendo a Dio, tradendo l’Amico che li aveva creati, lo incolparono per l’accaduto, poi si incolparono a vicenda per giustificarsi. L’amicizia intima e perfetta tra Adamo ed Eva non esisteva più. Da allora ogni relazione e rapporto tra esseri umani è a rischio di deterioramento. Sulla stessa pagina di Genesi i colori cupi della caduta si rovesciano anche su tutte le altre storie, persone ed eventi. La donna avrebbe sofferto per avere figli, avrebbe desiderato di manipolare l’uomo per primeggiare e l’uomo avrebbe abusato e dominato sulla donna anche servendosi di una falsa amicizia (Gen. 3:16). Neppure il suolo della terra sarebbe più stato amico, ma avrebbe resistito al sudore umano e al suo governo.
Caino, avrebbe tradito l’amicizia fraterna uccidendo il suo unico fratello, Abele (Gen. 4:8) e dopo poche righe, un uomo, Lamec, si sarebbe sposato con due mogli (Genesi 4:23) Ada e Zilla, mostrandosi omicida e minacciandole con la sua forza per intimorirle. L’inimicizia sembra pervadere le relazioni ad ogni livello e queste brutte storie non si sono esaurite, ma continuano ancora oggi.
C’è forse qualche spiraglio di amicizia? Dov’è finita l’amicizia?
Dopo la caduta di Adamo ed Eva, c’è un raggio che brilla quando Abramo è definito “amico di Dio” (Isaia 41:8) e Mosè è descritto come un uomo che parlava faccia a faccia con Dio come con il proprio amico (Es. 33:11).
Ruth e Naomi risplendono sullo sfondo della carestia e della morte con i raggi fulgidi di un’amicizia leale, poi Davide e Jonathan, amici solari, si muovono accendendo bagliori costanti tra pagine di invidia e sangue.
Per grazia e benevolenza di Dio, nonostante il peccato della ribellione di tutto il genere umano, il raggio dell’amicizia non è sparito dal pianeta Terra, ma lo ritroviamo perché Dio è immutabile e fedele. Il Suo patto d’amore e di amicizia, stipulato tra Padre, Figlio e Spirito Santo, prima della fondazione del mondo, si muove per redimere il genere umano dall’inimicizia con Lui.
L’amicizia viene redenta
Come? Tramite il Figlio incarnato, l’Emmanuel, il Salvatore, il Messia che si abbassa e diventa simile a noi. Gesù Cristo nei suoi 33 anni di vita in Palestina ha avuto degli amici e anche dei nemici che per disprezzarlo lo chiamavano “amico dei peccatori”(Mt.11:19).
Quello che più mi colpisce è che nelle lunghe e profonde conversazioni con i suoi discepoli più intimi, nelle ultime ore che precedevano il suo arresto, tra il giovedì e il venerdì prima di essere crocefisso, quando la luce è sempre più fioca, Gesù dà loro la sua definizione di Amicizia, una gemma nel buio.
Leggiamo Giovanni 15:12-17
12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho
amato voi. 13 Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i
suoi amici. 14 Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. 15 Io
non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore;
ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho
udite dal Padre mio. 16 Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho
scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto
rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve
lo dia. 17 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
Gesù sta per deporre la sua vita per i suoi: nei capitoli immediatamente precedenti ha pianto e risuscitato il suo amico Lazzaro, ha lavato i piedi a tutti i 12, ha mangiato la cena pasquale con loro, li ha rassicurati che avrebbe preparato un posto per loro altrove, ma che non li avrebbe abbandonati perché sarebbe arrivato lo Spirito Consolatore.
Ora al capitolo 15, usando la metafora della vigna, insegna ai suoi amici scelti e intimi a dimorare in Lui, a vivere la realtà dell’unione con Lui. Leggendo bene, non può sfuggirci che Gesù ripete due volte, all’inizio e alla fine del brano che sta dando loro un comandamento (vv12 e 17 che aveva già introdotto al cap 13:34) e che sta spingendoli ad amarsi reciprocamente nello stesso modo in cui Lui li ama. Il Suo amore scorre in loro come linfa e si irradia tra loro.
Gesù spiega che non si tratta di un ordine dato dal padrone ai servi, bensì da un Amico che mette al corrente e condivide il piano di salvezza di Dio Padre con chi ha scelto. Gli amici per Gesù sono coloro che desiderano ubbidire a Cristo, non per coercizione, ma volenterosamente, per gratitudine e adorazione.
Ci colpisce il fatto che Gesù chiami i suoi discepoli e quelli che gli ubbidiscono “Amici”? Possiamo noi considerarci amiche e amici di Cristo allo stesso modo dei suoi discepoli? Nella preghiera che Gesù rivolge a suo Padre nel giardino degli Ulivi prima della sua cattura, è Gesù stesso che chiede:
Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola (Giov. 17:20 )
Noi siamo il frutto della propagazione del messaggio nei secoli da parte dei discepoli e siamo parte del popolo internazionale di Dio, uno con loro.
È all’interno di questo popolo o corpo che ricerchiamo naturalmente rapporti di amicizia e comunione?
Il NT descrive con l’espressione “gli uni gli altri” queste relazioni reciproche intessute dal sangue di Gesù Cristo. Sono relazioni spirituali, amicizie che superano i vincoli naturali perché sono nate di nuovo alla croce. Sono amicizie riscattate da Cristo, rinnovate dalla Parola di Dio che nutre i pensieri, sospinte dallo Spirito Santo che infonde grazia e ci aiuta ad estendere il perdono quando subiamo torti, ci richiama quando eccediamo con la mancanza di controllo, ci sollecita a sopportare le offese, ci guida a parlare con prudenza.
Forse possiamo essere infastidite da amiche e sorelle che ci richiamano alla verità della Parola quando non ci accorgiamo di essercene allontanate, oppure ci sentiamo addirittura offese. Eppure Dio usa le persone all’interno del suo popolo per aiutarci a cambiare.
Prov. 27:6 (Nuova Diodati)
Fedeli sono le ferite di un amico, ma ingannevoli sono i baci di un nemico.
Prov 27.17
Il ferro forbisce il ferro, così un uomo ne forbisce l’altro.
Siamo tutti spigolosi e con angoli da smussare. Spesso siamo rigidi come il ferro, roventi e incandescenti se ci accendiamo d’ira, arrugginiti se coviamo il broncio e nutriamo la nostra presunta giustizia che altro non è che vendetta mascherata di ipocrisia.
Abbiamo bisogno di un attrezzo potente che non perda il taglio, ma che sia ben arrotato per aiutarci a cambiare.
Se siamo sagge, contorniamoci di amiche sagge che ci aiutino a non crescere deformate, ma ad assumere una forma migliore che somiglia sempre di più alla saggezza di Gesù.
È altrettanto saggio ammettere che non possiamo essere amiche con tutte allo stesso modo. Abbiamo parlato all’inizio di diversi livelli di amicizia che ritroviamo anche all’interno della cerchia degli amici di Gesù. Aveva 11 amici leali eppure visse dei momenti particolari solo con alcuni, ad es. Pietro, Giacomo e Giovanni furono i soli che lo videro trasfigurato, Giovanni è il solo che si descrive come “colui che Gesù amava” e che si poggiò sul petto di Lui.
Discernere con chi possiamo aprire il nostro cuore e stabilire una relazione di fiducia biunivoca, richiede cautela e prudenza. Quindi è bene approfondire la conoscenza nel tempo, prima di gettarsi a capofitto in un’amicizia confidenziale quotidiana e duratura che non si trova certamente nei canali social, ma come bene molto raro va perseguito faccia a faccia.
Come ricercare e iniziare un’amicizia che rispecchia l’amore che Cristo ha per noi?
Dato che il desiderio di amicizia è insito nella nostra natura di creature che seppure redente restano imperfette, cerchiamo principalmente chi ci possa soddisfare, chi è più simile a noi stesse: persone affini a noi, compagne di viaggio e di interessi, compagne di esperienze e alleate sovente per non sentirci perse o sole.
Tuttavia l’amicizia tra cristiani è una benedizione maggiore di cui Dio ha arricchito la sua chiesa per cui è soprattutto in questo popolo vivente che siamo esortati ad intessere relazioni di amicizia e comunione.
Qui di seguito c’è un elenco in cui ti propongo alcune delle azioni basilari per gettare delle buone fondamenta per amicizie significative.
1. Intraprendi conversazioni spirituali oneste: chiedi alla persona cosa sta leggendo della Bibbia? Quali libri? Chiedile come cresce nella sua meditazione personale? In quali ambiti della chiesa serve o desidera servire?
2. Ascolta bene: una buona amica sa soprattutto ascoltare. Non interromperla mentre parla. Fai delle domande sagge e ascolta le risposte senza necessariamente esprimere la tua opinione. Riporta la tua amica sempre alla persona e all’opera redentrice di Cristo, alla verità trasformatrice delle Scritture.
3. Servite insieme in un ministero della vostra chiesa, affiancatevi in un progetto di servizio per un periodo, scambiatevi materiali e risorse e cercate insieme il progresso del regno di Dio.
4. Passate del tempo insieme e divertitevi! Investite del tempo affinché la vostra amicizia si consolidi e fiorisca. Pranzate insieme, fate un’attività condivisa che piace ad entrambe. Una buona amica sa essere seria e anche divertente.
5. Conversate e pregate insieme. Scambiatevi le vostre riflessioni onestamente, incoraggiatevi ed esortatevi, non siate superficiali, non accontentatevi del più e del meno, parlate di cose profonde. Chiacchierate troppo leggere, producono menti leggere! Fate a gara a trasmettervi la speranza e l’affetto che procede da Cristo. Imparate a rispettarvi nel disaccordo e terminate sempre le vostre conversazioni e confronti di idee pregando l’una per l’altra.
6. Siate costanti: l’amicizia è come una piantina che richiede cura. Si può facilmente avere il pollice nero se non cerchiamo di sentire o vedere regolarmente la nostra amica; molte amicizie germogliano e poi seccano subito per trascuratezza.
7. Siamo peccatrici, potremmo litigare ed essere deluse: per varie ragioni potremmo farci del male e ferirci a vicenda. Impariamo a chiarire, pentirci e a perdonarci alla svelta! Viviamo la riconciliazione nella nostra amicizia.
Infine, non aspettiamoci l’universo dalla nostra amica o amico, non mettiamo loro addosso il peso delle nostre aspettative!
Spesso citiamo Proverbi 17:17
L’amico ama in ogni tempo;
è nato per essere un fratello nella sventura.
I nostri amici non sono Cristo e non lo sostituiscono. Se così fosse, sarebbero i nostri idoli! Gesù è stato ed è l’Amico che ama in ogni tempo. Lui è stato il nostro fratello nella sfortuna eterna ed è l’unico che può andare incontro al nostro bisogno di amicizia totale e assoluto.
Il peccato ci ha reso tutti sventurati, distrutti, incapaci di essere e mantenere amicizie.
Tuttavia Cristo, l’unico che ha dato la vita per i propri amici ed è risorto per loro, dopo essere asceso, ha mandato lo Spirito Santo che con la sua potenza ci rende in grado di essere amici fedeli e leali, che sanno amare anche quando le nostre amiche e amici attraversano tempi sfortunati e dolorosi.
Non sapremo farlo al massimo, sbaglieremo, ma maturando e crescendo, aumenteremo con la grazia che Dio ci provvede, l’amore per le nostre sorelle e fratelli.
Come accade nella pratica?
Un giorno alla volta, pregando e contemplando nella Bibbia e in preghiera l’amore di Cristo, ubbidendogli con gratitudine, guidate dallo Spirito Santo.
Saremo così trasformate da amici naturali ad immagine di Dio, in amici redenti che rispecchiano l’immagine di Cristo (2Cor.3:18).
Accadrà pian piano, gradualmente, ma costantemente, secondo la promessa che Colui che ha cominciato in noi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al fino al ritorno di Gesù, l’Amico fedele e veritiero. (Filippesi 1:6)
DOMANDE per una riflessione e confronto
1. Hai già riflettuto sulle relazioni di amicizia intessute nella tua vita? Come può aiutarti la suddivisione dei vari livelli delle relazioni (Conoscenti – Collaboratori – Colleghi/Compagni – Confidenti) ad esprimere l’amore di Cristo in modo pratico?
2. Stai vivendo un rapporto di amicizia che ti incoraggia a crescere nell’amore di Cristo? Cosa faresti per incentivarlo, nutrirlo e curarlo?
3. Abbiamo imparato che dopo la caduta nel peccato (Genesi 3) ogni relazione “è a rischio di deterioramento”.
a) Quali sono le cause specifiche che provocano il deteriorarsi di un’amicizia? (aiutati anche con Proverbi 16:28; 20:19; 29:5 e Giacomo 1:9)
b) Come evitare che un’amicizia si guasti e come sanarla? (motiva biblicamente la risposta)
Tematiche: Amicizia
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