L’aborto spontaneo mi ha cambiato
I palmi delle mie mani stavano iniziando a sudare. Le pareti iniziavano a stringersi intorno a me. Ho stretto ancora più forte la mano di mio marito mentre il freddo strumento scivolava lungo il mio addome in cerca di vita.
Invece del rapido battito del cuore del nostro bambino, un silenzio assordante riempì la stanza…
“Mi dispiace, non c’è più battito”.
Il cuore mi affondò nel petto e i miei occhi si gonfiarono di lacrime. Ero incinta di dodici settimane, ma il piccolo cuore del mio bambino non batteva più. E il mio cuore era talmente rotto che pensai che avrebbe smesso di battere anch’esso.
Appena dopo la visita dal dottore, sperimentai il trauma e il dolore immenso della perdita del nostro primo bambino. La settimana che passò fu un susseguirsi sfuocato di visite della mia famiglia e dei miei amici. La vita si era come fermata mentre piangevamo la perdita del nostro piccolo. I giorni si trasformarono in settimane. La vita doveva continuare, ma sentivo dentro di me un peso enorme.
Cosa s’impara quando si passa “nella valle”
Sono passati tre anni dai giorni appannati di quel dolore, ma i ricordi del mio cuore spezzato sono ancora vividi. Ringrazio Dio per come ci ha benedetto con due figli da allora, ma desidero ancora fortemente stringere tra le mie braccia il bambino che abbiamo perso.
Nonostante il lutto del mio cuore sia stato guarito, quell’aborto spontaneo mi ha cambiato e mi ha insegnato cose che non avrei mai imparato se ciò non fosse mai accaduto – anche se, sono onesta, darei in cambio tutte queste cose per il mio bambino.
Ringrazio Dio per aver ascoltato i miei pianti sinceri e che sia stato così paziente e compassionevole col mio cuore dolorante. Anche se nel dolore, lo lodo e ringrazio per quello che ho imparato mentre ero nella valle e per aver camminato a fianco al mio cuore spezzato anche quando i biglietti e le visite sono finiti.
Se mai ti trovassi nel mezzo della nebbia del tuo aborto spontaneo, o se dovessi incoraggiare un’amica nel suo dolore, queste sono le quattro cose che Dio mi ha insegnato a seguito di questa prova.
1. L’aborto spontaneo ti cambia
Guardandoti dall’esterno, niente è cambiato. Eravamo una famiglia composta da due persone prima dell’aborto e siamo rimasti tali anche dopo. Ma non potevamo riprendere tutto da prima del momento in cui abbiamo saputo della mia gravidanza.
I mesi seguenti non sarebbero stati segnati da foto di pance in crescita, feste per la nascita del bambino, o dalla preparazione della sua cameretta.
I pancioni intorno a me sembravano deridermi, ricordandomi di come sarebbero potuti essere i mesi seguenti se avessi avuto il mio bambino. Il mio cuore si riempì di paura man mano che il termine della mia gravidanza perduta si avvicinava.
Casa nostra era tristemente calma e pulita, estranea a pianti di neonati e vestitini sporchi da lavare.
Anche se era piccolo quanto un chicco d’uva, la perdita del nostro bambino ci ha cambiato e ci ha lasciato in una nuova normalità che arrivò piano piano, tramite dolorosi aggiustamenti. Dopo il nostro aborto spontaneo, le gravidanze e l’essere genitori sembravano cose a cui non avevamo più diritto. Vedemmo chiaramente che solo Dio è Colui che crea e permette la vita e che i bambini sono un immeritato, miracoloso e fragile dono.
2. Gioisci nelle gioie altrui
Non solo la vita andava avanti come sempre per le persone intorno a me, ma tra i nostri amici ci furono nuove gravidanze e bambini nati. Non ero preparata per questo. Ma Dio nella sua immensa bontà mi ha portato avanti e gli amici furono magnanimi e gentili, così imparai come ci si sente a gioire con gli altri anche nel mezzo del tuo personale dolore.
Dio dona e toglie in modi diversi e in tempi diversi. Non sei obbligato a dire “SI” al primo invito che ricevi per la festa di un nuovo nascituro, ma sei chiamata a trovare un modo per gioire insieme a coloro che gioiscono.
Anche se dopo vai a casa e piangi nel tuo dolore, cerca sempre di gioire, per quanto ti sia possibile, con coloro che stanno gioendo durante un tuo periodo di immenso dolore.
Allo stesso modo in cui i tuoi amici hanno pianto con te la tua perdita, sei chiamata e gioire con loro quando essi ricevono qualcosa. Anche se può far male, cerca di farlo con l’aiuto e la forza dati da Dio. Egli sarà onorato, e il tuo cuore guarirà passo dopo passo.
3. Dio ti darà grazia per il futuro
Il pensiero di affrontare il giorno del termine della mia gravidanza con le braccia vuote o essere incinta e vulnerabile ancora una volta, m’intimoriva moltissimo. L’innocenza della gravidanza era ormai perduta e la paura degli ultrasuoni silenziosi o di vedere sangue prima del tempo erano ormai realtà che avrebbero segnato ogni futura gravidanza.
Grazie a Dio abbiamo un sommo sacerdote che può simpatizzare con le nostre debolezze, perché anche lui ha subito dolore e perdita (Giovanni 11:35; Ebrei 4:15). Quando la data del termine finalmente arrivò, quando vidi un altro test di gravidanza positivo e quando arrivò di nuovo il tempo di entrare in quella stanza di ospedale, mi sono accostata a Dio e ho trovato benedizioni e grazia per aiutarmi nel momento del bisogno.
4. Dio darà di nuovo
Abbiamo un Dio che dona. Possiamo vederlo chiaramente sulla croce.
Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?” (Romani 8:32).
Anche se può non darci sempre quello che vogliamo, speriamo o ci aspettiamo, Egli ha promesso che beni e bontà accompagneranno i Suoi figli tutti i giorni (Salmo 23:6). Forse una delle grazie più dolci, per coloro che hanno fede in Gesù, è la Sua promessa di non lasciarci mai e non dimenticarsi di noi (Ebrei 13:5). Lui ci dona sé stesso, la sua presenza avvolgente e ho scoperto che è di solito in tempi di perdita e dolore che Lo adoro e Lo apprezzo di più.
Egli vede le ferite del cuore che nessun’altro può vedere, è capace di guarire, confortare, rafforzare e donarti ancora secondo i Suoi tempi e modi perfetti.
(Traduzione a cura di Gloria Leccese)
Tematiche: Aborto, Famiglia, Femminilità, Vita Cristiana
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