La tipica settimana di un pastore qualsiasi

 

Martedì pomeriggio.

Il pastore entra nel parcheggio della chiesa dopo un lungo incontro a pranzo con un membro, quando gli squilla il telefono. “Salve, pastore. Come sai, mia moglie si sta ancora riprendendo da un intervento chirurgico. Sono state due settimane davvero difficili, e volevo solo farti sapere che nessuno si è preso cura di noi. Beh, un po’, ma non come ci aspettavamo. Apprezzo che sia venuto in ospedale a pregare con noi, ma non torneremo più nella tua chiesa”. Il pastore offre delle scuse e riaggancia il telefono, scoraggiato.

Un’ora dopo, chiama un membro malato. “Pastore, grazie mille per la chiamata. Siamo stati così sopraffatti e benedetti dal modo in cui la chiesa ci ha amato e curato durante questa crisi. Grazie di tutto”. Dopo aver pregato con loro, riaggancia, grato.

Mentre si prepara a lasciare l’ufficio, un diacono passa senza preavviso. “Ehi, pastore, hai un minuto? Ascolta, alcune persone stanno ancora parlando di quello che è successo nell’ultima riunione. Non sentono di aver avuto molta voce in capitolo nella decisione e sono piuttosto arrabbiati. Pensavo solo che dovessi saperlo”. Il pastore si piega indietro sulla sua sedia, timoroso.

La sera, in un ristorante locale, un altro diacono si ferma al suo tavolo mentre esce. “È bello vederti, pastore. Ascolta, voglio che tu sappia che siamo grati per la tua leadership. Sosteniamo te e gli altri leader. Fammi sapere se c’è qualcosa in cui posso aiutarti”. Finisce il suo pasto, incoraggiato.

 

Mercoledì

La mattina dopo, fa una pausa dalla preparazione dello studio biblico del mercoledì e controlla la sua e-mail. “Buongiorno, pastore. Speravo di potervi incontrare, ma sono tutti impegnati. Comunque, volevo farti sapere che inizieremo a frequentare altre chiese. È solo che stiamo cercando qualcosa di diverso”. Lui china la testa e lascia uscire un profondo sospiro.

Più tardi, apre un bigliettoarrivato per posta. “Pastore, grazie per la predicazione della Parola ogni settimana. La mia famiglia è cresciuta così tanto nel Signore e apprezziamo il tuo duro lavoro nell’insegnarci attentamente la Bibbia”. Infila il biglietto nella sua Bibbia in modo da poterlo leggere spesso.

La sera, il suo telefono squilla alle 22:20, cosa insolita. “Ehi pastore, la mamma non sta bene. L’infermiera dell’ospizio dice che siamo agli sgoccioli”.

“Ok, arrivo subito”. Si alza dal letto e si veste.

 

 

Giovedì

Dopo essere tornato a casa nel cuore della notte, una notifica sul telefono lo sveglia alle 8:45. È stata una lunga notte, ma afferra il telefono e riproduce il messaggio della segreteria. “Pastore, sono passato a trovarti in ufficio… di nuovo. Dove sei? Ho bisogno di parlare con qualcuno e non c’è mai nessuno. Chiamami.” Riattacca il telefono, esausto.

 

 

Venerdì 

Sabato mattina presto.Si siede al tavolo della sua cucina per lavorare al sermone che ha cercato tutta la settimana di finire entro giovedì. Scrive la frase successiva sentendosi deluso da se stesso: un altro sabato in cui ha ancora del lavoro sul sermone da fare.

Sabato sera, verso le 22:30, dopo una giornata piena e divertente con la sua famiglia, dà il bacio della buonanotte a sua moglie e torna al tavolo della cucina per finire il suo sermone. Finalmente dopo ore, si mette tranquillamente a letto e si addormenta pregando.

 

Domenica

La sveglia suona presto la domenica mattina. Il pastore si prepara per la giornata. Si riunisce con i fratelli per adorare Gesù, godere della comunione con i credenti e predicare la grazia e la consolazione di Cristo.

Cammina tra il gregge, stringendo mani, ascoltando le richieste di preghiera e accogliendo volti nuovi. Dopo pranzo, schiaccia un pisolino veloce sulla sua poltrona reclinabile prima che sia ora di svegliarsi per le attività serali. Il suo cuore è grato per la chiamata ad essere un pastore del gregge di Cristo.

 

 

Impressionante e orribile

Ogni pastore può riconoscere in questa appena descritta una delle sue settimane tipiche. Alcune settimane, essere un pastore è come andare sulle montagne russe. Come l’apostolo Paolo, viviamo giorni in cui la nostra preoccupazione per la chiesa è una pressione quotidiana (2 Cor. 11:28). Ma, sempre come Paolo, viviamo momenti in cui siamo in ginocchio a pregare con gli altri, piangendo insieme per le benedizioni del Vangelo (Atti 20:36-37).

Questo è ciò che accade quando “pasciamo il gregge di Dio in mezzo a noi” (1 Pietro 5:2). Il pastore maturo sa tre cose. Primo, Gesù è ilcapo che lo ha chiamato ad essere un pastore del gregge. Secondo, i pastori hanno l’aspetto e l’odore delle pecore, perché sono pecore. E terzo, tutte le pecore hanno un modo di rendere il ministero fantastico e terribile allo stesso tempo.

Dobbiamo ricordare che ciò di cui le pecore hanno davvero bisogno è un cuore così pieno d’amore per Gesù che si riversa in modi che assomigliano e suonano come Gesù. Ecco perché tu sei il loro pastore, per predicare loro la buona notizia di Gesù, per essere in mezzo a loro e insegnare loro a fidarsi di Gesù, e per aiutarle ad arrivare alla fine della loro corsa con gioia in Gesù.

Ogni domenica li accompagnate all’altare verso Gesù. Ricordate loro la Sua grazia, cercate di suscitare speranza e li incoraggiate ricordando che questa vita è un vapore (Giacomo 4:14), che presto si inchineranno con gioia davanti al loro Re nella gloria. In quel giorno, egli asciugherà ogni lacrima. Le montagne russe avranno una fine eterna.

Uno su mille

Ne Il pellegrinaggio del cristiano, c’è un’immagine di un pastore esposto in una stanza della Casa dell’Interprete. Ha “gli occhi alzati al cielo, il migliore dei libri in mano, la legge della verità scritta sulle sue labbra, il mondo alle sue spalle, pronto a supplicare gli uomini, e una corona d’oro che pende sulla sua testa”.

Il cristiano chiede una spiegazione. L’Interprete risponde:

L’uomo in questa immagine è uno dei mille: può generare figli, soffrire nel parto con i figli, e allattarli lui stesso quando nascono… È sicuro che nel mondo che verrà avrà la gloria come ricompensa.

Questo sei tu, pastore. Uno su mille, con speranza di gloria. Sei stato chiamato ad un nobile compito. Rallegrati con quelli che gioiscono, e piangi con quelli che piangono. Corri bene e servi nella forza del Signore, in modo che nel giorno della resa dei conti tu possa presentare con gioia la sposa a Gesù mentre lo senti dire: “Ben fatto, servo buono e fedele”.

 

 

Traduzione a cura di Rebecca Iacone. 

Tematiche: Pastorato, Vita Cristiana

Chris Griggs

È pastore della Denver Baptist Church di Denver, in North Carolina.

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