La pratica pericolosa della costruzione dei propri palcoscenici
Negli ultimi anni ho visto numerosi promettenti cristiani sprofondare nel baratro più profondo.
Ho visto i loro “palcoscenici” (o le loro piattaforme) crollare come delle torri di Babele malamente costruite. Uomini come Mark Driscoll, Tullian Tchividjian, Bill Hybels e Perry Noble.
Ho visto autodistruggersi amici che erano grandi promesse come pastori o servitori di Dio, importanti strumenti nelle Sue mani.
L’elenco potrebbe andare avanti ancora e ancora.
Spesso a causa dell’infedeltà o dell’abuso sessuale o dell’abuso spirituale, molti pastori hanno visto il loro “universo” crollare sotto il peso schiacciante dei loro peccati.
Le “piattaforme” spirituali o pastorali (o come vuoi chiamarle) non sono una cosa nuova. Charles Spurgeon aveva un’immensa piattaforma che gli permetteva di parlare a milioni di persone attraverso i suoi sermoni ed i suoi scritti. Whitefield e Wesley raccoglievano folle immense. Billy Graham viaggiò per tutta l’America con i suoi incontri di risveglio.
Ma negli ultimi anni vi è stata una crescente enfasi degli influencer cristiani che intenzionalmente costruiscono grandi piattaforme mediatiche raccogliendo migliaia di follower sui social. Costruiscono chiese composte da centinaia di membri, con innumerevoli incontri di ogni tipo, bloggando e postando la loro ascesa verso la fama. Naturalmente, tutto ciò è pensato per portare più gloria a Dio, ma è molto facile vedere la mano dell’uomo dietro le quinte.
Alcuni anni fa ho avviato un profilo Twitter intitolato “@celebritypastor” per deridere questa tendenza moderna. Mi diverto a vedere i cannoni spara-fumo sul palco e le acconciature fin troppo elaborate mentre durante l’appello alla salvezza si suona “Vieni così come sei” (con la versione dei Nirvana), rifletto continuamente al pensiero di creare una qualsiasi sorta di mia “piattaforma”.
Vedete, c’è stato un tempo in cui pensavo che sarebbe stato interessante avere una grande platea che mi ascoltasse, avere numerosi follower sui social, parlare alle conferenze ed essere ritenuto importante da molti. La prospettiva era a dir poco allettante.
Ebbi un successo modesto durante i primi passi nel costruire la mia piattaforma. Ero un pastore ed avevo pubblicato un paio di libri quand’ero ancora fin troppo giovane. I libri furono elogiati da persone di cui forse avete sentito il nome. Nella mia cerchia estremamente limitata e piccola, numerose persone ora mi conoscevano. Certo questo voleva dire essere famosi in una scuola cristiana di 15 persone, ma comunque mi faceva sentire piuttosto bene. Ero un pesce di dimensioni medie in uno stagno di dimensioni piccole, in mezzo a pesci ancor più piccoli…
Dopodiché, per la grazia di Dio, tutto ciò che costruii crollò in un attimo. Fortunatamente non fu a causa dell’infedeltà, dell’abuso spirituale od altre cattive azioni. Semplicemente mi sono ritrovato in una situazione malsana in chiesa, situazione che dovevo assolutamente abbandonare.
E quando mollai …non mi rimase più nulla.
Era assolutamente la cosa peggiore e la cosa migliore che mi potesse accadere. Tutto ciò che ero e tutto ciò che pensavo di essere mi venne strappato via. Improvvisamente ero “nessuno”, non avevo nessuna sorta di posizione o d’influenza.
Per un po’ mi sentii incompiuto, distrutto e disorientato, come se non sapessi più chi fossi. Mi sentivo come Jason Bourne in Bourne Identity, a parte il fatto di non aver subito un lavaggio del cervello dai servizi segreti della CIA, di non avere l’abilità di uccidere le persone con un solo pugno e correre un km senza avere il fiatone.
Ma come il tempo passava, nella mia mente si faceva chiarezza. Ho realizzato che m’importa poco di tante cose e tanto di poche cose.
No, non voglio costruirmi un palcoscenico personale, non sono impressionato dalle “chiese appariscenti” e dai “pastori pop-star”. Pochissime persone hanno il carattere e l’abilità necessari per supportare una grande piattaforma e certamente io non sono tra questi.
Non potrò mai dimenticare cosa dicevano le persone mentre pianificavano la costruzione della Torre di Babele:
Poi dissero: “Venite, costruiamoci una città ed una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci la fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra”.
Cercare di “acquistarsi fama” intenzionalmente è un’ottima chance per finire con l’avere Dio stesso contro di te, come chi cercò di costruire la Torre di Babele in Genesi 11.
No, non voglio fare queste “grandi cose” ma essere “fedele in poca cosa”.
Voglio …
- Essere un padre e un marito fedele
- Essere costante nella mia comunione con Dio
- Servire in una chiesa “normale”
- Usare i miei talenti nel modo in cui Dio mi dà occasione, che sia a tempo pieno o meno.
Voglio essere un ragazzo “ordinario” che serve il Signore in un ruolo “ordinario”. Come scrisse Zach Eswine nel suo meraviglioso libro “Il pastore imperfetto”:
“Se fossi infastidito da persone ordinarie in posti ordinari, allora non sarei io annoiato da cose che gratificano Dio? Se pensassi che i limiti di spazio e corpo sono una cosa troppo piccola per una persona dotata come lo sono io, non starei cercando di fuggire da dove Dio piacevolmente dimora ogni giorno? Se osservassi un volto, un fiore, un bambino o una chiesa e dicessi: ‘Ma Dio, non è questo! Io voglio fare qualcosa di grandioso per Te!’ Non starei profondamente fraintendendo quella che è la descrizione delle grandi cose secondo la mente di Dio?”
Se dovessi dire qualcosa a giovani uomini e donne di Dio che ardono d’ambizione e di zelo per Lui, sarebbe questo: sii grato di lasciare che Dio costruisca il tuo palcoscenico!
Per la maggior parte di noi il nostro “palcoscenico” non s’estenderà mai oltre casa nostra, la nostra chiesa e il nostro lavoro. Significherà far conoscere Gesù ai propri figli, condividere una meditazione o cantare nel coro, portare avanti diligentemente il nostro lavoro.
E questa è una cosa gloriosa!
Se poi sarà Dio a darti un “pubblico” più vasto, prega e sii cauto: quindi non sforzarti a costruire una torre che arrivi al cielo.
Sii radicato e rendi sempre conto delle tue responsabilità alla tua chiesa locale. Non credere soltanto a chi è sempre d’accordo con te.
Lo dico perché anch’io mi sono sforzato, spremuto e logorato per queste cose … e sto meglio senza.
Traduzione a cura di Daniel Stefan Nita
Tematiche: Chiesa, Crescita spirituale, Cultura e Società, Ministero, Social media, Sovranità di Dio, Storia della Chiesa
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