La migliore genitorialità si fa con la preghiera

 

 

 

Genitori in missione

Come genitori, il Signore ha affidato a tutti noi la missione di annunciare l’amore del Padre ai nostri figli e di incoraggiarli, per quanto possibile, a crederci. Dobbiamo parlare loro della legge, in modo che sappiano che hanno bisogno di essere salvati, e poi dobbiamo parlare loro del Soccorritore che li ha liberati dalla maledizione della legge. Ma questo compito monumentale è assolutamente impossibile da portare a termine da soli. Abbiamo bisogno di soccorso, abbiamo bisogno anche di un Soccorritore. Per questo dobbiamo pregare per chiedere aiuto. Di seguito alcuni esempi di preghiere che Paolo faceva. Illumineranno e orienteranno la nostra preghiera dal genere di preghiera che siamo tentati di fare come genitori – Signore, fa’ che si comportino bene! – a quella che riflette più chiaramente la nostra missione di rappresentanti di Cristo.

Le preghiere di Paolo alle diverse chiese hanno schemi simili. Esplorando questi schemi, possiamo imparare a pregare per il nostro campo di missione personale.

 

 

Grati per i nostri figli

Io (Jessica) ho imparato che la prima sezione delle preghiere di Paolo è sempre piena di gratitudine per le persone a cui stava parlando. In effetti, egli si lascia andare a un’ondata di ringraziamenti, parlando del suo amore per quelle persone in termini stupefacenti. Ascoltate il linguaggio affettuoso che usa con la sua famiglia a Filippi: “Vi desidero tutti con l’affetto di Cristo Gesù” (Fil 1:8). Paolo desiderava vedere i Tessalonicesi e si chiedeva: “Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio per voi?” (1 Tess. 3:9). Per i Romani era pieno di ringraziamenti e desiderava stare con loro (Rom. 1:8, 11). Agli Efesini disse che non cessava di rendere grazie per loro, ricordandoli nelle sue preghiere (Ef. 1:16).

Paolo non ha mai evitato di pregare con affetto fervente per i suoi figli in Cristo. Allo stesso modo, le nostre preghiere per i nostri figli dovrebbero traboccare di ringraziamenti. Certo, Paolo non doveva svegliarsi alle 3 del mattino per dare da mangiare a un bambino urlante,  o interrompere la quattordicesima lite della giornata o sopportare i commenti crudeli di un adolescente arrabbiato. So che Paolo non doveva fare queste cose, ma amava tutte quelle chiese come se fossero suoi figli. Ha dovuto rimproverarle e sopportare che peccassero contro di lui e tra di loro. Non si trattava di chiese modello con congregazioni perfette; erano chiese composte da figli di Dio, peccatori bisognosi di grazia. Paolo cercava di vederle come le vedeva Cristo e di amarle come era stato amato lui.

Allo stesso modo, possiamo chiedere allo Spirito Santo di aiutarci a vedere i nostri figli come li vede lui, con grande speranza e amore. Possiamo chiedergli di aiutarci a essere “detective della grazia”, a essere più consapevoli di come il Signore sta operando nella loro vita che di come stanno fallendo. Sto cercando di imparare a iniziare ogni preghiera per i miei figli con parole simili a queste: Signore, ti ringrazio per Johnnie. Aiutami a vedere dove stai lavorando in lui. Grazie perché hai sostenuto la sua vita. Grazie perché non finge di essere un credente. Grazie perché è ancora nella nostra casa.

 

Pregare per i nostri figli

Dopo il momento di ringraziamento per il popolo, Paolo prosegue raccontando come prega per loro. Prega per loro lo stesso tipo di preghiere per la vita cristiana che preghiamo di solito. Prega perché camminino in modo degno della loro vocazione, facciano il bene e siano pieni di conoscenza e di saggezza. Prega che il Signore dia loro la grazia di amarsi di più e che siano riportati alla perfetta comunione con il Signore e tra di loro. Questi sono i tipi di preghiere che prima offrivo per i nostri figli. Mi concentravo solo sul loro comportamento. Signore, ti prego di aiutare Josh a essere gentile oggi e ad avere autocontrollo. Possiamo pregare per la salvezza dei nostri figli o per il loro futuro coniuge, ma di solito limitavo le mie preghiere ai comportamenti che mi colpivano di più.

 

Dopo questi primi due passi, le preghiere di Paolo sono diverse dal modo in cui prego normalmente. Lui prega perché si amino gli uni gli altri, ma sempre alla luce del modo in cui sono stati amati. Prega che abbiano conoscenza e intuizione, ma sempre una conoscenza e un’intuizione dell’amore di Cristo per loro. Prega che conoscano la potenza di Gesù all’opera in loro. Sì, prega che facciano del bene, ma non per fare bella figura o perché ha lavorato tanto per loro. Prega che rispondano con gratitudine a Gesù Cristo. Chiede al Signore di aiutarli a diventare puri e irreprensibili, ma solo alla luce del fatto che sono già chiamati puri e irreprensibili da Dio.

Se abbiamo figli non convertiti, dovremmo invocare Dio con fervore, supplicando che vedano le ricchezze e la pienezza della grazia di Cristo. In effetti, pregare che ogni membro della famiglia creda nella Sua grazia dovrebbe essere la nostra preghiera costante. Le nostre preghiere dovrebbero fare eco a quelle di Paolo, chiedendo che gli occhi dei nostri figli si aprano alla gloriosa potenza del Dio che ha creato i cieli e si prende intimamente cura delle loro anime.

 

Possiamo chiedere allo Spirito Santo di aiutarci a vedere i nostri figli
come li vede lui, con grande speranza e amore.

 

Credere in Dio con i nostri figli

Paolo emanava fiducia in ogni preghiera per l’opera di Dio nelle chiese. Quando lo ascoltiamo, possiamo sentirlo pregare e credere che le sue preghiere abbiano già dato frutti. Questa fede non derivava dalla fiducia nei suoi compagni di fede; conosceva molto bene i loro fallimenti. La sua fede veniva invece da Dio. Sapeva che con la potenza di un Dio fedele, il Signore li avrebbe fondati e custoditi. Pregava che ciascuno fosse “rafforzato con potenza per mezzo del suo Spirito” (Ef. 3:16), perché “colui che vi chiama è fedele, lo farà sicuramente” (1 Tess. 5:24). Paolo era fiducioso nelle sue preghiere, perché credeva nelle parole di Cristo sulla croce. Quando Gesù pronunciò quelle gloriose parole: “È compiuto” (Giov. 19:30), significava che “colui che ha iniziato in voi un’opera buona la porterà a compimento” (Fil. 1:6).

Io (Jessica) ammetto che a volte la mia preghiera per i miei figli non è altro che incredulità ad alta voce rivolta a Dio. Immaginate che mio figlio sia stato arrabbiato e scortese, e abbia ferito me e gli altri nelle ultime due ore. Quando finalmente viene da me e chiede una preghiera, riesco a malapena a dire: “Signore, aiutalo a smettere di piangere e a essere gentile”. Prego così perché sono arrabbiata e perché ho dimenticato chi è all’opera. Non credo che stia accadendo qualcosa di più di un finto pentimento. Dubito che cambierà mai. Così, quando mi chiede di pregare, lo faccio, ma non ho ringraziamenti o fede per vedere cosa sta facendo il Signore. Dimentico che non saranno i miei deboli tentativi di fare il genitore a cambiare questo bambino. Dimentico che è Dio che opera in lui.

A volte lo Spirito Santo mi ricorda che posso pregare con fiducia che lui cambierà, non grazie alla mia grande preghiera o alla mia genitorialità, ma perché questo è ciò per cui Dio sta lavorando. Ma in quei momenti di rabbia, mi sento sola e impotente nel mio ruolo di genitore. Mi sento completamente confusa e debole nel mio ruolo di genitore. Ma la verità è che non sono sola, ho l’Aiuto, e lui mi sta insegnando che devo avere fiducia nella sua forza, non nella mia.

Così, per fede, sto imparando a riformulare la mia preghiera. Invece di pregare che nostro figlio smetta di piangere e sia gentile, inizio a ringraziare Dio per lui. Ringrazio Dio che nostro figlio sia stato affidato alla nostra famiglia. Ringrazio Dio che nostro figlio sia venuto a chiedermi aiuto e che stia iniziando a credere che la preghiera può fare la differenza. Prego che il Signore lo aiuti ad amare i suoi fratelli e poi comincio a ricordare a entrambi ciò che Gesù ha già fatto per noi. Gesù ha vissuto in una famiglia con fratelli indisponenti. Erano certamente egoisti e peccavano contro di lui, eppure li amava. Ricordo a me stessa e al mio caro figlio, in preghiera, che questo è importante perché, se lui ci credesse, questo primato d’amore potrebbe essere anche il suo. Il Signore ha trasformato meravigliosamente il mio cuore. Invece di concentrarmi su tutto ciò che sto soffrendo, sono in grado di ricordare le sue sofferenze e di guardare a Lui per ottenere la grazia.

 

 

Questo articolo è tratto da Give Them Grace: Dazzling your Kids with the Love of Jesus, di Elyse Fitzpatrick e Jessica Thompson.

 

 

 

Tradotto in italiano da Susanna Giovannini

 

 

Tematiche: Donne, Educazione dei figli, Famiglia, Genitori, Preghiera

Elyse Fitzpatrick

Elyse Fitzpatrick

(MA, TrinityTheologicalSeminary) è consulente, relatrice in ritiri e conferenze e autrice di oltre venti libri, tra cui Because He Loves Me, Comforts from the Cross e Found in Him.

Jessica Thompson 

Jessica Thompson

È autrice di Exploring Grace Together: 40 Devotionals for the Family e coautrice (con Elyse Fitzpatrick) di Give Them Grace: Dazzling your Kids with the Love of Jesus. È moglie, madre di tre figli e membro di una chiesa sul modello di Atti 29.

© Crossway, © Coram Deo

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