La letteratura ha cambiato la mia vita
La letteratura può cambiare la tua vita. Lo so perché leggere buoni libri ha cambiato la mia.
I libri e la loro lettura sono i ricordi più vividi che ho della mia infanzia. Il rituale della lettura comprende un intero bagaglio di cerimonie complicate, regole e tradizioni, non meno che altri più convenzionalmente importanti aspetti della vita.
Ricordo quando leggevo Il libro del piede del Dr. Seuss, per conto mio (stavo ancora imparando a leggere), usando il mio dito per scorrere le parole man mano che le pronunciavo. Accanto a me, una compagna stava leggendo un altro libro silenziosamente, da sola. Fui indignata nell’essere invitata al silenzio da questa ragazzina che era un paio d’anni più grandi me, e che chiaramente non apprezzava la mia incapacità di leggere silenziosamente. Uuufff!
Ricordo i titoli, i disegni, e le parole di molti tra i miei libri preferiti: Il topo e la motocicletta, Clifford e il grosso cane rosso, Harriet la spia, tutti i libri di Nancy Drew, Dove cresce la felce rossa, Lo stallone nero, Billy e Blaze (e qualsiasi altro libro sui cavalli). Come molti altri bambini, avevo letto Il leone, la strega e l’armadio, ma la mia lettura non aveva niente a che fare con l’essere cristiana. Anni dopo, fui meravigliata nello scoprire le relazioni che questo libro aveva con il cristianesimo. Non ne avevo idea, avevo semplicemente amato la storia.
“Dio aveva usato tutte queste parole per mostrarmi meglio chi lui è in quanto parola”
Più avanti, ho letto i classici da adulti come Jane Eyre, Grandi aspettative e Madame Bovary, e le loro parole cambiarono il mio modo di capire il mondo e me stessa. Dio aveva usato tutte queste parole per mostrarmi meglio chi Lui è in quanto Parola, il creatore del linguaggio, e autore dell’unica vera, buona storia.
La storia ci modella
La storia ci modella, prima di tutto, perché siamo fatti a immagine di un Dio che ha creato il mondo attraverso le parole, e le parole includono le storie che noi ci raccontiamo ogni giorno, per tutta la giornata. Narriamo dal momento in cui ci svegliamo e ci vengono in mente le preoccupazioni con cui siamo andati a dormire la sera prima, e le cose che dobbiamo fare durante la giornata fino al momento in cui ci sediamo a tavola la sera e ci raccontiamo com’è andata.
Inoltre, una vita abituata a leggere (e leggere bene buoni libri), prenderà una forma diversa. Una vita formata dall’aver visto mondi diversi, esperienze differenti, e prospettive variegate vedranno anche il mondo reale sotto una luce diversa. Una vita dedita alla lettura, all’interpretazione, all’analisi, alla comprensione e all’applicazione delle parole, leggerà, interpreterà, comprenderà, analizzerà e applicherà meglio anche la Parola.
Anche se noi pensiamo all’interpretazione, all’analisi, all’applicazione di esse come attività della mente razionale, dipendenti dalla nostra capacità di ragionare, la verità è che per fare queste cose ci affidiamo anche all’immaginazione. Senza dubbio, l’abilità della mente umana a immaginare (produrre immagini) riflette il meraviglioso fatto che siamo creati ad immagine di Dio. Siamo il prodotto della sua immaginazione, in senso sia letterale che metaforico. Dio ci ha “immaginati” e formati a Sua immagine. La nostra abilità a immaginare, che pare essere ristretta agli esseri umani, è un’eco di Colui alla cui immagine siamo fatti.
Intesa collettiva
Sebbene ognuno di noi abbia una capacità individuale di immaginare, c’è un modo collettivo in cui la nostra cultura crea, ed è a sua volta formata dall’immaginazione. Un insieme di storie, miti, immagini e idee di una cultura, un insieme che modella la nostra esistenza sociale e le aspettative collettive è definito dai filosofi “immaginario sociale”. Secondo il filosofo Charles Taylor, un immaginario sociale forma l’intesa collettiva di una cultura: un’intesa che stabilisce le norme, le aspettative, le abitudini, e le pratiche di una data società.
L’immaginario sociale è, certamente, un concetto complicato con profonde implicazioni filosofiche, teologiche e sociologiche. Ma non è necessario esaminarle o conoscerle tutte per afferrare l’idea che ciò che immaginiamo delinea come interpretiamo, comprendiamo e narriamo ogni cosa delle nostre vite.
“Ciò che immaginiamo è modellato dalle storie che sentiamo, vediamo e leggiamo”
Ciò che immaginiamo è modellato dalle storie che sentiamo, vediamo e leggiamo; le storie che ascoltiamo nelle nostre famiglie, che vediamo nei telegiornali, che leggiamo nei libri, quelle a cui assistiamo in chiesa la domenica, e quelle che ci raccontiamo l’un l’altro in ogni conversazione. Anche ciò che vediamo, sia esso un quadro, un tramonto, un volto, un fiore, una scena di sofferenza, acquista significato in seguito alle parole che diciamo a proposito di questo. Quindi, in sostanza, l’immaginazione non può essere separata dal potere delle parole.
Immaginazioni modellate dal Vangelo
Naturalmente, l’immaginazione cristiana è formata per la maggior parte dalla storia del vangelo. La grande storia, quella riflessa in tutte le altre buone storie umane, ci mostra come ci incastriamo nel meraviglioso arco di creazione, caduta, redenzione e restauro. Ci aiuta a raccontare cos’è vero di ognuno di noi, così come la storia di tutto ciò che Dio ha fatto.
Se vogliamo formare immaginazioni modellate dal vangelo, e un immaginario sociale modellato dal vangelo, dobbiamo occuparci delle opere di immaginazione. Siano esse opere formate da parole, legno, colori, suoni, argilla, farina e zucchero, germogli, strade, vestiti, o oro, formano e definiscono, non solo la nostra cultura, ma anche le persone che ci sono e le storie che immaginano.
Traduzione a cura di Alessia Pescarmona
Tematiche: Bibbia, Crescita spirituale, Cultura e Società
© TGC, © Coram Deo
Il presente articolo può essere utilizzato solo facendone previa richiesta a Coram Deo. Non può essere venduto e non si può alterare il suo contenuto.