La gioia del passare sopra l’offesa
Io e mia moglie siamo appena tornati da una bellissima vacanza di una settimana in uno dei nostri posti preferiti al mondo – il piccolo villaggio di Iseltwald, appollaiato sul lago di Brienz, a dieci chilometri da Interlaken, in Svizzera. Nessun posto mi rende più felice e desideroso di vivere la vita che godremo nei nuovi cieli e nuova terra.
Ma per quanto sia stato meraviglioso festeggiare il “39esimo compleanno” di mia moglie in Svizzera (siamo sposati da 16 anni), ci sono stati momenti in cui la rudezza dei miei atteggiamenti si è contrapposta alla bellezza delle Alpi.
Quando la vita si fa molto irritante
La mia capacità di aggravare le cose, la mia irritabilità e il mio risentimento mi hanno seguito sul nostro volo verso Zurigo e poi nei vari scenari del paese dello jodel e del cioccolato.
Cosa fa un seguace di Gesù quando:
- I suoi compagni di viaggio mettono il loro bagaglio oversize nello spazio della cappelliera riservato al suo posto?
- Gli attendenti di volo sembrano preoccuparsi di soddisfare le esigenze di tutti quelli che gli stanno attorno, ma trattano lui come un passeggero invisibile?
- Il Wi-Fi gratuito sul volo gli consegna fedelmente tutte le e-mail di feedback, comprese le “critiche costruttive” sul suo ultimo sermone e sull’abito che ha indossato mentre predicava, sul suo accento “agreste”, e sulla sua mancanza di disponibilità la sera tardi?
- Giovani robusti su un autobus affollato non offrono il posto a sua moglie che soffre di mal di schiena?
- Per caso si imbatte in un vecchio amico nello sperduto villaggio di Mürren, che gli parla di un altro amico di università – un amico che gli ha provocato il dolore del tradimento, un dolore dal quale ancora non si è ripreso?
- La prenotazione dell’hotel che ha fatto mesi prima, per la sua ultima notte in Svizzera, improvvisamente sparisce, anche se ha quattro lettere di conferma, e deve arrabattarsi per prenotare di nuovo in una regione i cui hotel sono sempre tutti pieni?
In realtà, che cosa dovrebbe fare un seguace di Gesù in reazione alle cose che accadono ogni giorno in un mondo caduto e a pezzi, in cui ci si imbatte in persone irritanti e circostanze provocanti, insulti intenzionali e sviste meschine?
La buona notizia è che l’evangelo non ci rende meno umani, ma più umani. In quanto seguaci di Gesù, sperimentiamo l’intera gamma di emozioni e delusioni comuni a tutti quelli che portano l’immagine di Dio. Ma, per grazia di Dio, possiamo imparare a gestirle piuttosto che vivere schiavi di esse. Possiamo imparare a reagire il più saggiamente possibile, invece di reagire con egoismo e auto giustificazione. E possiamo in realtà provare gioia quando “soprassediamo ad un’offesa” (Proverbi 19:11).
Cinque motivi di gioia per passare sopra un’offesa
C’è gioia nel passare sopra un’offesa? Sì. Gioia perché? Osserviamo insieme cinque cose che la Bibbia dice possono darci gioia se siamo disposti ad accoglierle.
Ma prima, dobbiamo essere chiari. Passare sopra un’offesa non significa sottomettersi a persone che cercano di abusare di noi o a circostanze moralmente ed eticamente inaccettabili. Gesù ci chiama a lavare i piedi, non ad essere zerbini. Comunque sia, ci sono almeno cinque motivi per cui si ottiene gioia quando si passa sopra un’offesa.
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Acquistiamo sensibilità evangelica
Quando passiamo sopra un’offesa, possiamo gioire perché stiamo crescendo in sensibilità evangelica e stiamo gustando la vera gloria. La Bibbia dice: “Il senno rende l’uomo lento all’ira, ed egli considera un suo onore passare sopra le offese” (Proverbi 19:11). Più veloce sarà la nostra reazione all’ira, più ci offenderemo per qualsiasi cosa o persona. “Il senno” è il buon senso dell’evangelo.
Più la verità dell’evangelo rinnova la nostra mente e modella le nostre prospettive, più velocemente e facilmente passeremo sopra alle cose. Ci importerà più di onorare Gesù con la nostra reazione a persone irritanti e circostanze aggravanti, e abbandoneremo l’illusione di voler una vita priva di problemi e dolori. C’è una grandissima gioia nel preoccuparsi più della gloria di Dio che della nostra reputazione, dei nostri diritti o di quello che ci conviene. Dio sarà sempre più glorificato in noi quanto più noi ci soddisferemo, saremo gioiosi, in pace e liberi in lui.
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Riconosciamo i nostri peccati
Quando passiamo sopra un’offesa, possiamo gioire perché stiamo iniziando a riconoscere i nostri peccati. Iniziamo a capire che la trave nel nostro occhio è più grande del granello che è nell’occhio altrui (Matteo 5:38-42). I cristiani più liberi e più gioiosi che conosco sono quelli che si pentono prima. Non è che hanno meno di che pentirsi, sono semplicemente più veloci a riconoscere i propri sbagli, ad umiliarsi e riposare in Gesù.
Man mano che l’evangelo si sposta dalla condanna di Satana alla convinzione dello Spirito, diventiamo sempre più consapevoli che abbiamo bisogno della grazia di Dio proprio come chiunque pecca contro di noi, e nasce una gioia incredibile quando otteniamo questo tipo di umiltà. Prendiamo meno offese ed estendiamo di più la grazia; siamo più pazienti e meno meschini; impariamo di più a pazientare piuttosto che lamentarci. Diventiamo più realistici sulla vita fra peccatori comuni che, come noi, sanno amare poco – e diventiamo più saggi, capendo ciò che va realmente preso sul serio, e ciò che va invece ignorato completamente.
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Lo Spirito di Dio è all’opera
Quando passiamo sopra un’offesa, possiamo gioire perché la grazia e lo Spirito di Dio sono all’opera, stanno compiendo la loro opera trasformatrice nella nostra vita. In quanto cristiani, siamo chiamati a “crescere nella grazia e nella conoscenza del nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo” (2 Pietro 3:18). Crescere nella grazia è qualcosa che accade quando iniziamo a conoscere meglio Gesù, quando desideriamo avere la pienezza della sua gioia in noi (Giovanni 15:11).
E man mano che ci arrendiamo all’opera dello Spirito nelle nostre vite, cresce in noi un vibrante raccolto di “amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, lealtà e autocontrollo” – il vero anti-frutto di uno spirito che si offende facilmente (Galati 5:22-23). Lo Spirito Santo inoltre ci porta a sperimentare meglio la nostra figliolanza (Romani 8:15-17), che ci porta una gioia ancora maggiore sapendo che il Padre nostro all’opera in tutte le cose per il nostro bene – anche negli scenari più deludenti, irritanti ed offensivi (Romani 8:28). Dio non ci ha mai promesso di renderci tutto facile, ma di far cooperare tutto al bene.
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Veniamo liberati dalla ricerca di approvazione
Quando passiamo sopra un’offesa, possiamo gioire perché ci stiamo liberando dal vivere cercando continuamente l’approvazione altrui. I cristiani sono persone la cui gioia non dipende da quello che gli altri pensano o dicono di loro, o da come si relazionano o reagiscono agli altri. Come dice Proverbi 29:25, “la paura degli uomini è una trappola, ma chi confida nel SIGNORE è al sicuro”.
Temere le persone non significa tanto aver paura di loro, ma piuttosto stimare troppo la loro approvazione. Dobbiamo scegliere di voler o Dio o le persone quale fonte e carburante della nostra gioia. Le persone alla fine sono miseri salvatori. Non possiamo amare liberamente o gioiosamente qualcuno che ha il potere di esaltarci o di affossarci.
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Perdoniamo in quanto perdonati
Quando passiamo sopra un’offesa, possiamo gioire perché stiamo imparando a perdonare meglio gli altri, in quanto siamo noi stessi stati perdonati in Cristo. Non c’è più grande conclusione in tutto l’universo, o nella storia dell’umanità, per quelli che sono stati perdonati da tutti i peccati – ogni singolo pensiero, parola o azione – che quella di rilasciare il perdono ad altri (Matteo 18:21-35).
È stata la bontà del Padre nostro che ci ha portati (e ci porta ancora) al pentimento (Romani 2:4). Allora dove pensiamo possa portare il nostro atteggiamento rigido, permaloso, che tiene subito conto delle attitudini sbagliate degli altri? Come scriveva Paolo, dobbiamo essere “gentili gli uni verso gli altri, teneri, perdonandoci come Dio ci ha perdonato in Cristo” (Efesini 4:32).
La nostra gioia nel perdonare gli altri è strettamente connessa alla gloriosa e ineffabile gioia del perdono di Dio in noi, e del suo compiacersi nelle nostre azioni.
Traduzione a cura di Susanna Giovannini
Tematiche: Perdono, Tentazione, Umiltà, Vita Cristiana
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