La chiesa invisibile

 

 

La sera del 22 marzo, ho pubblicato un breve e innocente tweet che diceva: “Predicare ad una congregazione invisibile è più estenuante di quanto pensassi”. La marea di commenti sinceri ricevuti da pastori e predicatori stanchi mi ha sorpreso.

Perché predicare ad una congregazione invisibile è così estenuante? Cosa possono fare i pastori, i predicatori e le chiese per migliorare le cose? La risposta che daremmo a questa domanda dice molto riguardo alla nostra teologia della predicazione e della chiesa, nel bene e nel male.

Innanzitutto, dobbiamo tenere conto dei limiti delle predicazioni preregistrate e persino di quelle in streaming. Forse, il modo migliore per far capire questo concetto è fare un riassunto delle cose che ho detto nel video del 22 marzo. Ecco un riassunto di quello che ho detto:

Ringraziamo tutti quelli che ci stanno guardando (sia i membri della nostra chiesa sia quelli di altre chiese), ma è necessario ricordare una cosa.

Nonostante alcuni mezzi siano migliori di altri, in quanto offrono diversi modi di comunicare, i video registrati e gli streaming non sostituiscono la comune adunanza, bensì riflettono la sua interruzione.

Nella vera predicazione biblica, un uomo vivente predica in mezzo a degli uomini viventi e davanti al Dio vivente: essa comporta una realtà soprannaturale veicolata da canali prestabiliti; il predicatore e la congregazione sono soggetti alle operazioni immediate dello Spirito Santo e comunicano sotto la sua influenza.

In assenza di una congregazione, le dimensioni della vera predicazione si perdono; inoltre lo streaming e la registrazione riducono ulteriormente questa realtà a causa della distanza.

Perciò non stiamo cercando di fare quello che non si può fare. Non siamo partiti con l’idea di replicare attraverso dei mezzi elettronici la vitale realtà spirituale del popolo di Dio riunito alla sua presenza e sotto la sua Parola.

Questi mezzi non sono dei surrogati della chiesa riunita, bensì un supporto per i suoi membri sparpagliati.

La situazione attuale ci rende spiritualmente affamati; queste provviste temporanee e limitate fanno in modo che non moriamo di fame spirituale.

Con la benedizione di Dio, queste briciole vi daranno il sostentamento necessario, ma dovrebbero anche farci desiderare di tornare al nostro pasto settimanale e di imbandire la tavola per il banchetto eterno.

Questo è il contesto delle sfide che stiamo affrontando. Senza voler negare la cura del nostro Padre Celeste, o la bontà del nostro Buon Pastore, o la potenza e la misericordia dello Spirito Santo, la verità è che questa situazione ci priva dei normali mezzi e dei canali attraverso i quali la predicazione viene solitamente effettuata. Nel triangolo dinamico della predicazione, lo Spirito Santo opera su tre livelli, coinvolgendo Dio e il predicatore, Dio e la congregazione, il predicatore e la congregazione. Ognuno di questi livelli influenza gli altri tramite o sotto la supervisione dello Spirito Santo, ma attualmente a questo triangolo manca un angolo.

Per la congregazione, l’idea di “andare ad adorare” si indebolisce. In circostanze come queste, veniamo incoraggiati a mantenere la routine del lavoro pur non trovandoci nel solito posto di lavoro, bensì lavorando da casa. Similmente, alzarsi, prepararsi, uscire per adorare e andare in un luogo specifico per svolgere un’attività specifica sono tutte cose che ci aiutano a pensare a quello che stiamo facendo.

Aggiungete poi il fatto che la congregazione ora si trova in un ambiente diverso che costituisce un potenziale fattore di distrazione. Rimuovere dal locale di culto gli elementi superflui offre un vantaggio, in quanto ci aiuta a non distogliere i nostri cuori dalla predicazione e dall’ascolto della Parola di Dio. Tuttavia, la mente creativa e distratta troverà centinaia di modi per continuare a distrarsi: l’animale fuori dalla finestra, il numero di pannelli sul soffitto o sul muro, il gioco di luci, gli intercalari del predicatore, l’agitarsi della famiglia con i bambini, il riflesso dell’orologio da polso, ecc…

Ci sono passato anch’io e ho fatto tutte queste cose! Tuttavia, resta il fatto che molti locali di culto sono spazi sgombri pensati appositamente per favorire la concentrazione. Le nostre case sono diverse. Manca lo stimolo positivo della congregazione, il quale contribuisce a stabilire un’atmosfera di riverenza e attenzione. Possiamo alzarci e preparare il tè, mettere il video in pausa, rilassarci sulla nostra comoda sedia e allontanarci. Per di più vi è un fattore nuovo, specialmente per coloro che hanno dei bambini. Il fatto che tutto questo non è “chiesa” può far sì che i nostri bambini abbiano più difficoltà ad adattarsi.

Inoltre, il predicatore stesso non può interagire con i membri della chiesa né accorgersi del loro livello di attenzione. È una situazione che non stimola la reattività. Forse i membri ascoltano qualcuno che non è neanche il loro pastore o predicatore, ovvero qualcuno che sta predicando senza neanche avere loro in mente. La realtà in cui un amministratore specifico, che conosce un gregge specifico, si prende cura del gregge e ne è responsabile davanti a Dio non c’è più.

Forse il predicatore è consapevole di tutto ciò. Forse lui stesso affronta delle sfide molto simili, molti infatti hanno cercato di predicare nel soggiorno, nello studio o in cucina. Il predicatore non si trova nell’ambiente in cui è solito predicare. Forse sta seduto, mentre di solito sta in piedi; forse sta dietro ad una scrivania, mentre di solito sta dietro a un pulpito. Le distrazioni di solito assenti (escludendo quelle dei membri della chiesa!) ora purtroppo sono presenti e cominciano a fare effetto.

Forse il pastore predica in un locale di culto e davanti a sé ha delle file di sedie vuote, magari con qualche membro di famiglia, oppure solo una telecamera e nessuno che lo riprenda. Quello che deve fare è schiacciare un pulsante e poi correre sul pulpito. Ora però non ha quei segnali che, con l’aiuto di Dio, di solito stimolano la sua anima. I ritmi regolari dell’adorazione collettiva, i quali solitamente generano impeto spirituale, sono assenti. Per di più, non ci sono persone, né facce, né reazioni. A prescindere dallo streaming o dalla registrazione, egli è consapevole (o almeno dovrebbe esserlo) di essere chiamato a superare, con l’aiuto di Dio, alcuni svantaggi della chiesa, dovunque i membri siano e in qualsiasi circostanza essi stiano ascoltando.

Così inizia a predicare… anche se si tratta a malapena di una predicazione. La sua capacità di pensare e le sue sensazioni sono compromesse dall’assenza del tipico “botta e risposta” spirituale che caratterizza il vero ministero pastorale. Non è mai stato un mero automa da cui escono parole religiose. Fa fatica a concentrarsi e a mantenere l’entusiasmo; non ha segnali esterni che gli facciano capire l’andamento del sermone, né stimoli che lo aiutino ad ottenere, mantenere o recuperare l’attenzione di un gruppo di persone. Piuttosto che condurre il gregge in verdi pascoli, lancia alle pecore delle compresse di vitamine con una catapulta. Forse non sa se guardare la telecamera, le sedie o fuori dalla finestra. Non vuole limitarsi a leggere, ma fa fatica a spingersi oltre il parlare. Tutto sembra piatto e inoltre c’è il rischio di strafare e di cercare di fare ciò che, in circostanze normali, è quasi impossibile, per poi finire con un completo disastro.

Inoltre, in futuro potrebbe avere l’opportunità di guardare o ascoltare la registrazione, il che, come la maggior parte dei predicatori sa, ci porta a strisciare in un buco oscuro e profondo di lamento e rimorso (o forse un vero buco oscuro e profondo), e a giurare di non predicare mai più, sia per il nostro bene sia per quello di tutti coloro che amiamo, figuriamoci davanti ad una telecamera.

Questo ci porta all’ultimo punto del triangolo dinamico: Dio. È buona cosa concludere con questo punto. Se il Signore non benedicesse il nostro ministero, esso sarebbe, come minimo, pessimo come ciò che ho appena descritto, se non peggiore. È lui che attraverso il suo Spirito stabilisce tutte le connessioni e le rende efficaci con la sua forza divina. Al momento, i tipici mezzi che egli ha stabilito non sono più operativi. I tipici canali di benedizione sono a secco o intasati. Tuttavia, come dice una famosa confessione di fede, “Dio, nella Sua ordinaria provvidenza, fa uso di mezzi, e tuttavia è libero di operare al di fuori, al di sopra, e contro di essi, come a Lui piace”. Dio sia lodato per questo! Quello che stiamo facendo non è chiesa e non è predicazione, ma questo non impedisce al Signore di benedire mezzi tipici in circostanze atipiche, né di utilizzare mezzi atipici per scopi tipici, o mezzi atipici per scopi atipici. Dopotutto, ci sono molti santi in molte chiese che non possono partecipare regolarmente ai culti, eppure il Signore, per la sua misericordia, rende i mezzi solitamente limitati sufficienti non solo per sopravvivere, bensì anche per prosperare. Chi siamo dunque noi per dire che egli non è capace di fare lo stesso, persino in queste circostanze, anche nel nostro caso?

Prendendo in considerazione tutto questo, voglio proporre dei suggerimenti pratici. I membri di una chiesa potrebbero decidere di incontrarsi regolarmente a una certa ora. Individualmente o con la vostra famiglia, preparatevi per essere in un determinato luogo all’ora stabilita, con tutte le cose pronte e, se possibile, fate delle prove. Non presentatevi come dei trasandati, lavatevi e vestitevi come fate quando andate in chiesa. Minimizzate le distrazioni quando ciò è possibile, niente cibo o bevande, silenziate i telefoni, non mettetevi a preparare un pasto e non lasciatevi turbare da altre responsabilità. Pregate prima di far partire il video e concentratevi sulla predicazione della Parola di Dio. Anche se non state adorando insieme alla chiesa, potete e state comunque adorando Dio.

Alcune tecnologie permettono di commentare e di interagire. Forse vale la pena lasciar perdere queste funzioni e concentrarsi solo sulla predicazione. Pregate anche alla fine del sermone, da soli o con altri, per chiedere una benedizione su ciò che avete ascoltato. Successivamente utilizzate le tecnologie disponibili per interagire con gli altri, guardate la predicazione con la famiglia o gli amici e mandate al pastore un messaggio di incoraggiamento per ricordargli che un essere umano si sta impegnando ad ascoltarlo. Siate grati a Dio per i meravigliosi mezzi che avete a disposizione per ricevere qualcosa. Pregate per il vostro pastore. Egli sta cercando di nutrire la vostra anima a distanza. È come un pastore di pecore che sorveglia pascoli distanti osservando da lontano delle pecore incatenate e lanciando loro qualcosa di buono.

Forse anche i pastori dovrebbero cercare di mantenere il più possibile la loro routine, nonostante i loro sermoni siano necessariamente adattati alla situazione attuale e a queste circostanze particolari. Non è una cattiva cosa lavarsi e vestirsi come quando “si va in chiesa”. Se potete, cantate e pregate, anche se siete soli, affinché la vostra anima sia stimolata e ravvivata da questi esercizi spirituali. A prescindere da dove vi troviate, potrebbe essere utile non tanto immaginare la congregazione, ma piuttosto visualizzarla. Ricordatevi le facce delle persone alle quali solitamente predicate. Di solito predicate davanti alle persone che vi stanno di fronte o vorreste che lo fossero, non pensando a chi potrebbe guardarvi in seguito. Allo stesso modo, predicate pensando alle persone che di solito stanno davanti a voi, a prescindere da chi potrebbe ascoltare il sermone successivamente.

Non parlate alla telecamera, ma piuttosto attraverso di essa. Potreste aver bisogno di parlare in modo conciso ed enfatico, sia per aiutare voi stessi a mantenere il vostro entusiasmo sia per aiutare quelli che vi stanno guardando a fare lo stesso. Poi, una volta che avete finito, fate quello che fate di solito: andate a Dio, con tutti i vostri fallimenti e la vostra debolezza, e chiedetegli di benedire ciò che senza la sua aratura e innaffiatura rimarrà sulla superficie dell’anima a prendere polvere. Aspettatevi di essere prosciugati in diversi modi e nei diversi aspetti della vostra umanità. Assicuratevi di risposare e di pensare alle vostre fatiche, e imparate a comunicare meglio la verità in queste circostanze per tutto il tempo che esse potrebbero durare. Dovremmo essere molto grati del fatto che, nonostante siamo fisicamente lontani dal gregge di Cristo, possiamo ancora sopportare questa situazione, sapendo che il Buon Pastore ha promesso che sarebbe stato con esso sempre, fino alla fine dell’età presente!

In fin dei conti, non aspettatevi che tutto questo sia vera chiesa e vera predicazione. Persino con la benedizione del Dio trino, non potrà esserlo e non lo sarà. Perciò, lasciate che i predicatori e gli ascoltatori siano ravvivati dall’impaziente attesa del giorno in cui potremo rivederci faccia a faccia, affinché la vostra gioia sia completa (2 Giovanni 12) e insieme, alla presenza di Dio, ascolteremo di nuovo la parola di vita.

 

 

Traduzione a cura di Lorenzo Giusepponi

 

 

Tematiche: Chiesa, Comunione

Jeremy Walker

Jeremy Walker

 

E’ pastore della chiesa Maidenbower Baptist Church di Crawley, nella contea inglese del West Sussex, dove vive con sua moglie Alissa e i suoi tre figli: Caleb, William e Cerys.

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