La Bibbia è troppo complicata per chi fa fatica a leggere?
Ho imparato a leggere i libri quando avevo 18 o 19 anni. Intendo dire, leggerli sul serio. Prima di allora la mia lettura si limitava al menù di un ristorante o ai risultati di una partita di calcio in televisione. Ma poi lessi un libro particolare e scoprii di apprezzarlo molto. Da lì iniziai a pensare che l’idea di leggere dei libri non era poi tanto malvagia.
Qualcuno mi regalò un piccolo libro scritto da un ragazzo molto intelligente, John Owen (conosciuto anche per i suoi stivali alti di pelle e perché pare sfoggiasse un’enorme quantità di gel nei capelli). Lo divorai. In seguito visitai una libreria locale cristiana per vedere se c’erano altri libri di questo autore. Ne trovai uno dal titolo La morte della morte nella morte di Cristo, (in italiano ne esiste solo un estratto). Lo comprai e me lo portai a casa.
Sulla prima pagina si leggeva:
Al Lettore: se intendi proseguire, ti invito a fermarti. Se, come molti in questa era dell’apparenza, ti fregi di essere un veloce lettore di titoli e consideri i libri come Catone considerava il teatro greco, allora hai ottenuto la tua dose di intrattenimento. Addio!
Facendo una parafrasi: “Se su una scala che va dall’idiota al professore ti posizioni sullo scalino più basso, quello dell’idiota, allora metti lentamente da parte il libro e allontanati.” Una pagina, una frase, una riga e mi sono detto: “Ecco la dose d’intrattenimento. Addio!”. Era come sentire la voce di Owen che mi provocava nei secoli dicendomi: Andy lascia stare; non ci sono immagini nel libro, è troppo difficile per te e va al di là delle tue capacità. Torna davanti alla televisione. Così chiusi il libro e da allora non lo lessi più.
La mia domanda è questa: succede la stessa cosa per la Bibbia? La Bibbia è solo affare per i professori, gli scienziati, gli accademici o per i secchioni? È solo per John Owen e non per me? È soltanto per i predicatori e non per i membri di chiesa? È solo per la classe media? È solo per gli altolocati delle mie parti o per i bassifondi delle tue zone? È troppo difficile? Va al di là della possibilità delle persone normali, rimanendo solo alla portata di pochi privilegiati?
La Parola di Vita
Ascolta la parola del Signore in Deuteronomio 30:14: “Questa parola è molto vicina a te…”.
In questo punto del Deuteronomio Mosè sta davanti al popolo di Dio e prende un profondo sospiro alla fine di tre giganteschi sermoni. Senza dubbio le persone rimangono provate da un’eccessiva predicazione. Ma notate che Mosè termina i suoi sermoni in un acme narrativo che contiene quattro negazioni nel brano al capitolo 30:11-14.
La parola della vita:
- Non è troppo difficile
- Non è irraggiungibile
- Non è nel cielo
- Non è al di là del mare
Dio sta dicendo che la sua parola non è troppo complicata per te. Non è inaccessibile, non è impraticabile, non è impossibile da capire, non è riservata soltanto agli scienziati dei piani alti e non è soltanto per gli anziani o i pastori. Per conoscere Dio e comprendere la sua Parola non devi essere una sorta di super creatura spirituale. Il significato della sua Parola non è nascosto ai più così da poter essere scoperto soltanto dai più intelligenti o da quelli che hanno letto centinaia di libri.
Mosè dice al punto 30:14: “Questa parola è molto vicina a te”. L’affermazione è tanto semplice quanto concisa. La Parola di Dio è molto chiara perché ce l’ha portata molto vicino. Abbastanza vicina da essere vista, abbastanza vicina da essere ascoltata, abbastanza vicina da essere toccata, abbastanza vicina da essere conosciuta. “E’ nella tua bocca e nel tuo cuore”.
Non è la prima volta che nel Deuteronomio viene nominato il concetto della “vicinanza”. In Deuteronomio 4:5-8 leggiamo:
“Ecco, io vi ho insegnato leggi e prescrizioni, come il SIGNORE, il mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nel paese nel quale vi accingete a entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra sapienza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: ‘Questa grande nazione è il solo popolo savio e intelligente!’ Qual è infatti la grande nazione alla quale la divinità sia così vicina come è vicino a noi il SIGNORE, il nostro Dio, ogni volta che lo invochiamo? Qual è la grande nazione che abbia leggi e prescrizioni giuste come è tutta questa legge che io vi espongo oggi?”
La vicinanza di Dio dimostra la sua grandezza e la sua grazia. Un Dio infinito si è reso conoscibile a persone finite. Il Dio dell’universo trasforma delle persone minuscole e insignificanti nell’invidia di tutte le nazioni. Un Dio santo si avvicina a delle persone peccatrici.
Il contesto di Deuteronomio rivela che Mosè sapeva che le persone sarebbero cadute. Infatti era stato previsto; non perché non potessero comprendere i comandamenti di Dio ma perché non vi avrebbero ubbidito. Il contesto mostra l’aspettativa del fallimento e allo stesso modo la formulazione di una promessa. Deuteronomio 30:6 afferma: “Il SIGNORE, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti affinché tu ami il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua, e così tu viva.” La vera risposta alla legge non era semplicemente un’obbedienza da superuomo. Invece si doveva trovare la vita mediante la fede nella promessa di Dio per il futuro. Scegliere la vita significava credere che Dio si era avvicinato nelle sue promesse.
La Parola di Cristo
Scorrendo le pagine della Bibbia attraverso gli anni nella storia della salvezza vedrai il compimento di quella promessa in Romani 10. Qui troviamo Paolo appoggiare il linguaggio di Mosè per giungere ad una valutazione simile ma leggermente sviluppata. Dalla chiarezza delle parole di Dio progredisce verso la trasparenza di Cristo e della salvezza. Paolo cita Deuteronomio 30 per riassumere il vangelo. Allo stesso modo in cui conoscere la legge con la propria bocca ed assimilarla nel proprio cuore non era solo per superuomini in Deuteronomio 30, la salvezza non è riservata soltanto per coloro che hanno delle capacità da superuomini in Romani 10.
La grandezza e la grazia di Dio è evidente nella sua Parola perché nella sua Parola vediamo in modo chiaro il Salvatore, il compimento dell’antica promessa di Dio. In Romani 10 la fotocamera si è focalizzata in una risoluzione straordinariamente definita su Gesù. Non hai bisogno di salire in cielo per conoscere Dio perché Dio è disceso nella persona di suo Figlio. È il modo in cui Egli si è avvicinato.
Il pensiero di Paolo è che la salvezza non si trova nei nostri sforzi estremi di adempiere alla Legge. È troppo difficile per noi. Si trova invece nella grazia. Non siamo superuomini e non abbiamo bisogno di esserlo. Dio si è avvicinato a noi con il suo Uomo-Dio, Gesù il Signore. Questo Gesù, che obbedì quando tu avevi disobbedito, morì per la dannazione della nostra disobbedienza affinchè potessimo vivere nella benedizione della sua ubbidienza. In lui la salvezza è venuta verso di noi, è alla nostra portata ed è accessibile a tutti senza distinzione. L’importanza della perspicuità delle Scritture (ndr precisione, perfezione) è la chiarezza del Salvatore. La gloria della trasparenza delle Scritture è la vicinanza al Salvatore.
Perché è importante
Perché questa dottrina è importante per il ministero? La maggior parte delle persone che ti sta intorno potrebbe leggere anche di più di quanto possiamo leggere io o te, ma molti resteranno analfabeti biblici. Tenendo presente questo, non possiamo non soffermarci sul fatto che Dio ha rivelato se stesso perfettamente e definitivamente in un libro.
Quindi, mentre ci relazioniamo con persone che hanno esperienza nella lettura della Bibbia o hanno il desiderio di approfondirla, con quelli che hanno letto poco oppure non hanno una grande determinazione nella lettura, possiamo essere certi che quando apriremo le sue pagine Dio sarà vicino e Gesù sarà limpido. Sicuramente ci saranno delle cose che loro, e noi, non comprenderanno completamente. La Confessione di Westminster (ndr documento che espone una confessione di fede riformata) sostiene che “Tutte le cose nelle Scritture non hanno lo stesso livello di semplicità”; che vuol dire che alcune parti sono più difficili da comprendere rispetto ad altre. L’apostolo Pietro conferma che le cose che scrive Paolo sono difficili, ma mai impossibili, mai fuori dalla portata.
Perciò il nostro ministero è il ministero della Parola. Quindi il nostro compito è quello di predicare e proclamare la Parola di Dio affinché Egli, attraverso lo Spirito Santo, possa far sì che gli occhi ciechi vedano poiché ne alzerà il velo e farà cadere le scaglie dagli occhi dei nostri ascoltatori.
Nota dell’editore: questo articolo è apparso inizialmente sul sito di 20schemes.
Photo by Aaron Burden on Unsplash
Tematiche: Bibbia, Studio e disciplina, Vita Cristiana
© 9Marks.org, © Coram Deo
Il presente articolo può essere utilizzato solo facendone previa richiesta a Coram Deo. Non può essere venduto e non si può alterare il suo contenuto.