J. I. Packer (1926-2020)
Il 17 luglio 2020, all’età di novantatré anni, J. I. Packer è andato con il Signore.
Packer è stato un chierico anglicano per tutta la vita. Trascorse la prima metà della sua vita in Inghilterra e la seconda in Canada, anche se forse era più conosciuto negli Stati Uniti, inoltre è ampiamente riconosciuto come uno dei divulgatori di teologia più influenti del XX secolo.
Durante i suoi quasi settant’anni di ministero, Packer enfatizzò quanto fosse importante conoscere, pregare e avere comunione con il Dio trino. Lanciò un appello alla Chiesa affinché essa prendesse seriamente la santità e il pentimento, camminando nello Spirito e combattendo contro il peccato che dimora in noi. Difese l’autorità della Bibbia, promosse la catechesi e fece conoscere a molte generazioni i suoi amati antenati puritani, che egli considerava i pilastri della fede cristiana.
Packer considerava se stesso “una voce che richiamava le persone ai vecchi sentieri di verità e saggezza”. Trascorse tutta la vita resistendo all’idea che “più una cosa è nuova, più essa è vera, che è decente solo ciò che è recente, che qualsiasi cambiamento di idee è un passo avanti e che ogni ultima parola detta deve essere acclamata come se fosse l’ultima parola su un certo tema”.
Nonostante fosse disposto a discutere delle controversie dei suoi tempi, scrisse: “Dovrei desiderare di essere ricordato come uno che puntava ai pascoli”.
L’infanzia
James Innell Packer nacque il 22 luglio 1926 nel villaggio di Twyining, nel nord della contea di Gloucestershire, in Inghilterra. Era il primogenito di James e Dorothy Packer. Sua sorella Margaret nacque nel 1929.
I Packer erano una famiglia anglicana nominale di ceto medio-basso. Frequentavano regolarmente la chiesa locale (la chiesa di St Catharine), ma non parlavano mai delle cose di Dio e non pregavano neanche prima dei pasti.
Nel settembre del 1933, all’età di sette anni, mentre faceva le scuole elementari, il giovane Packer fu inseguito da un bullo fino alla strada, andando a sbattere contro un furgone che trasportava pane. In seguito all’incidente dovette subire un intervento chirurgico al cranio, seguito da una permanenza in ospedale di tre settimane e da una convalescenza di sei mesi a casa, durante i quali non poté andare a scuola. Aveva subito una frattura depressa ed esposta alla parte destra dell’osso frontale del cranio. Successivamente Packer paragonò la sua esperienza alla punta del guscio di un uovo che si rompe quando viene colpita con un cucchiaio. Un abile chirurgo rimosse i frammenti dell’osso rotto nell’ospedale locale. Il dottore gli disse di indossare una placca protettiva nera di alluminio sopra la ferita, la quale era tenuta ferma da una fascia elastica. Inoltre gli fu proibito di praticare qualsiasi sport, il che portò il giovane solitario ad isolarsi ancora di più e a passare il tempo a leggere e a scrivere. Packer indossò la placca protettiva per i successivi otto anni, finché, all’età di quindici anni, si rifiutò di continuare ad indossarla.
La mattina del suo undicesimo compleanno, nel 1937, Packer si svegliò sperando di trovare una bicicletta, il tipico regalo che si riceve quando si raggiunge quell’età e che egli aveva fatto capire di desiderare. Invece, i suoi genitori gli regalarono una vecchia e pesante macchina da scrivere della Oliver in ottime condizioni. Il suo biografo, Alister McGrath, sottolinea la lezione spirituale di quell’esperienza: “Non che Packer l’avesse chiesta; tuttavia quella macchina da scrivere si dimostrò essere ciò di cui aveva bisogno […] il suo miglior regalo e l’oggetto più prezioso della sua infanzia”.
Nell’autunno dello stesso anno, Packer si trasferì dalle scuole elementari alla Crypt School, dove divenne l’unico studente della sua classe a specializzarsi nei classici. Leland Ryken scrive:
“La scuola stessa era prestigiosa, in quanto era stata fondata nel 1539, poco dopo che Enrico VIII si era separato dalla Chiesa di Roma e aveva fondato la Chiesa d’Inghilterra. La scuola si chiamava in quel modo perché era stata fondata nella cripta, ovvero la stanza sotterranea, di un edificio ecclesiastico della parrocchia. Ironicamente, alla luce dell’allora cristianesimo nominale di Packer, ma profeticamente, alla luce di ciò che sarebbe diventato, la scuola annoverava tra i suoi ex studenti il predicatore ed evangelista inglese George Whitefield”.
Packer era solito giocare a scacchi con un compagno di classe il cui padre era un ministro unitariano. Il ragazzo provò a convincere Packer della veridicità dell’unitarianesimo, ma Packer si domandava come fosse possibile accettare alcune parti del Nuovo Testamento rigettando però la divinità di Gesù. Durante l’adolescenza lesse Le lettere di Berlicche di C. S. Lewis, seguito da Scusi… qual è il suo Dio?, inoltre trascorreva parte del suo tempo leggendo anche una copia della Bibbia di re Giacomo che apparteneva a sua nonna; tutto questo rafforzò la base della sua visione del mondo cristiana, nonostante non avesse ancora una fede salvifica. Più tardi disse che a quel tempo era a metà strada.
Packer ricevette la cresima nella St Catharine’s church all’età di quattordici anni, senza aver mai sentito parlare della conversione né della fede salvifica.
La conversione
All’età di diciotto anni, Packer vinse una borsa di studio per l’università di Oxford e fece studi classici presso il Corpus Christi College. Arrivò ad Oxford come un tipo dall’aria intellettuale, stravagante, goffo e timido (secondo la sua descrizione) con una sola valigia in mano. Suo padre era un impiegato della Great Western Railway (la compagnia ferroviaria che collegava Londra all’Inghilterra sudoccidentale), il che permise al giovane Packer di non pagare il biglietto del treno per la sua corsa di un’ora.
Tre settimane dopo, il 22 ottobre 1944, Packer andò in chiesa alla St Aldate’s church, dove ascoltò un sermone evangelistico predicato da un pastore anglicano anziano. Packer fu annoiato dall’esposizione biblica, ma nella seconda metà del sermone, il pastore raccontò di come da ragazzo, durante un campeggio, gli fu chiesto se era veramente cristiano. Packer vide se stesso in quella storia e si rese conto di non conoscere Cristo. A seguito della cerimonia, che si concluse con il canto Just As I Am, (Così come sono) Packer diede la sua vita a Cristo. In quel momento, si trovava a pochi metri dal luogo in cui, nel 1735, si era convertito George Whitefield, l’evangelista del XVIII secolo.
I puritani
In quello stesso anno, il 1944, un chierico anglicano andato in pensione, non riuscendo più a vedere bene, donò la sua grande libreria alla Oxford Inter-Collegiate Christian Union (il gruppo degli studenti cristiani). I leader della OICCU riposero i libri in uno scantinato e chiesero a Packer, il topo di biblioteca, se aveva voglia di catalogarli. Tra quei libri vi erano anche dei classici del XVI e XVII secolo.
Presto Packer si imbatté in una raccolta degli scritti del puritano del XVII secolo John Owen in versione originale. Packer fu particolarmente attratto dal volume che parlava della tentazione e del peccato. Aprì il volume e ne divorò i contenuti. Più tardi scrisse: “Credo di dovere di più a John Owen che a qualunque altro teologo, antico o moderno, e sono sicuro di dovere di più a questo piccolo libro sulla mortificazione del peccato che a qualsiasi altra cosa da lui scritta.”
Successivamente chiese alla gente di considerarlo un puritano moderno, “uno che, come i grandi leader del XVII secolo da entrambi i lati dell’Atlantico, cerca di combinare in sé stesso i ruoli di studioso, predicatore e pastore e che ti parla in queste vesti.”
Spesso confrontava la spiritualità dei puritani con quella degli evangelici del suo tempo, incitando i secondi ad imitare i primi, soprattutto quando si trattava della comunione con Dio:
“Quando i cristiani si incontrano, parlano tra di loro della loro opera e dei loro interessi cristiani, dei cristiani che conoscono, della condizione delle loro chiese e dei problemi teologici, ma raramente parlano della loro esperienza quotidiana con Dio.
Le riviste e i libri cristiani moderni parlano molto della dottrina cristiana, degli standard cristiani, dei problemi della condotta cristiana e delle tecniche di servizio cristiano, ma poco della comunione con Dio.
I nostri sermoni parlano molto della sana dottrina, ma poco della conversazione tra l’anima e il Salvatore.
Non è molto il tempo che passiamo a riflettere, da soli o insieme, su quanto sia meraviglioso il fatto che Dio e i peccatori hanno comunione; no, lo diamo per scontato e occupiamo la nostra mente con altre cose.
Così facendo, dichiariamo che la comunione con Dio conta poco per noi”.
Prime opere e opinioni
Il primo articolo di Packer ad essere pubblicato si intitolava The Puritan Treatment of Justification by Faith (la trattazione puritana della giustificazione per fede), scritto nel 1952 e pubblicato lo stesso anno dalla rivista Evangelical Quarterly (pagine 131-143).
Dopo aver conseguito una laurea presso il Corpus Christi College di Oxford, nel 1948, Packer ricoprì per la prima volta il ruolo di insegnante presso l’Oak Hill Theological College di Londra in qualità di docente di greco e latino e a volte anche di filosofia. Durante quell’anno scolastico (1948-1949), Packer, che allora aveva ventidue anni, andava ogni domenica sera alla Westminster Chapel per ascoltare la predicazione del dottor Martyn Lloyd-Jones, all’epoca cinquantenne. Packer non aveva mai ascoltato una predicazione del genere; essa gli arrivava “con la potenza di una scossa elettrica, dando ad almeno uno degli ascoltatori un senso di Dio più di quanto facesse chiunque altro.” “Era l’uomo più grande che avessi mai conosciuto,” scrisse Packer, “e sono sicuro che sotto la mia pelle si trova più lui che qualsiasi altro insegnante umano.” Man mano che i due si conobbero, Packer propose a Lloyd-Jones di dare il via ad una riunione regolare per aiutare le persone a capire e ad applicare gli insegnamenti dei puritani. Insieme fondarono la Puritan Conference, della quale furono organizzatori per quasi vent’anni.
Nei quattro anni successivi, Packer studiò alla Wycliff Hall di Oxford per essere ordinato come ministro, dopodiché iniziò le sue ricerche di dottorato. Nel 1952 fu ordinato come diacono della Chiesa anglicana e nel 1953 come sacerdote della cattedrale di Birmingham.
Dal 1952 al 1954 Packer servì come cappellano, ovvero come assistente del parroco, preso la St John’s church di Harborne, un sobborgo di Birmingham. Nel frattempo terminò la sua tesi di dottorato di quattrocento pagine sul puritano Richard Baxter all’università di Oxford. Nel 1954 ricevette la laurea magistrale e il dottorato di ricerca.
Il 17 luglio 1954 Packer sposò la gallese Kit Mullet, una giovane infermiera che aveva conosciuto in occasione di un fidanzamento a Surrey, nel 1952, sul finire della primavera. I due avrebbero poi adottato tre bambini: Ruth, Naomi e Martin.
Nel 1955 i Packer si trasferirono a Bristol, dove Packer servì come lettore presso Tyndale Hall per i successivi sei anni. Da questo incarico nacquero due importanti opere.
La prima fu un saggio critico intitolato Keswick’ and the Reformed Doctrine of Sanctification (“Keswick” e la dottrina riformata della santificazione), pubblicato sulla rivista Evangelical Quarterly nel 1955 (pagine 153-167), nel quale Packer identificava questo insegnamento di vita superiore come un perfetto esempio di pelagianesimo. Questo fu Packer al massimo della polemicità, in parte a causa della sua esperienza personale e del suo interesse pastorale per gli altri, il quale lo portava a desiderare che la gente si tenesse alla larga da quella follia pietistica che da studente lo aveva quasi portato alla disperazione. Più tardi scrisse:
“Non hai certo un bel consiglio da dare quando tutto quello che puoi dire è che questo insegnamento potrebbe esserti utile se non prendi i suoi dettagli troppo sul serio.
È proprio brutto dover dire, come credo che dobbiamo fare in questo caso, che se prendi i suoi dettagli sul serio, esso tenderà non ad aiutarti, bensì a distruggerti.”
Il suo biografo, Alister McGrath, ripensando all’effetto di quell’articolo, ha scritto:
“Il gruppo di Keswick non offrì alcuna risposta che si opponesse alla critica di Packer. C’è un grande consenso sul fatto che quella critica segnò, tra i giovani evangelici, la fine della supremazia dell’approccio di Keswick. […] A molti sembrò impossibile rispondere al peso teologico della critica di Packer”.
La seconda opera, pubblicata nel marzo del 1958, all’età di trentun anni, fu il suo primo libro, ‘Fundamentalism’ and the Word of God (Il “fondamentalismo” e la parola di Dio), edito da IVP nel Regno Unito e da Eerdmans negli Stati Uniti. Si tratta di una difesa della posizione protestante storica sull’autorità della Scrittura.
Michael Reeves scrive:
“Quel libro fu il grido di battaglia che tirò su il morale di quegli evangelici che avevano un’alta veduta della Bibbia; innalzò il livello di sofisticatezza con la quale essi vedevano la Scrittura e affermò Packer come leader teologico del movimento”.
Nel 1961, i Packer si trasferirono di nuovo ad Oxford, dove, nei nove anni successivi, James servì prima come bibliotecario e poi come direttore del Latimer House, un centro di ricerca evangelico istituito da lui e da John Stott per rafforzare la Chiesa anglicana dal punto di vista teologico.
Negli anni Sessanta, Elizabeth Braund, direttrice della rivista bimestrale Evangelical Magazine, chiese a Packer di scrivere per la rivista una serie di articoli che spiegassero le basi del cristianesimo. Per cinque anni, Packer scrisse una ventina di articoli al mese.
Nel 1970 Packer tornò a Tyndale Hall per fare il preside. L’anno seguente, Tyndale Hall divenne parte del nuovo Trinity College di Bristol. Alec Motyer fu nominato preside e Packer suo assistente. Questo trasferimento permise a Packer di avere più tempo per scrivere.
Conoscere Dio
All’inizio degli anni Settanta, Packer contattò InterVarsity Press al fine di pubblicare in forma di libro la serie di articoli che aveva scritto per Evangelical Magazine, ma la casa editrice gli disse che avevano bisogno di lui affinché scrivesse riguardo alla questione carismatica che si stava diffondendo a macchia d’olio in tutta la Gran Bretagna prima di poterlo considerare per un libro su un altro tema.
Così, Packer si rivolse alla Hodder & Stoughton, la quale accettò felicemente la sua proposta. Negli Stati Uniti, InterVarsity acquistò i diritti d’autore per la pubblicazione in Nord America. Il libro fu pubblicato nel 1973 con il titolo Knowing God (e in Italia nel 1979 come Conoscere Dio). Il libro gli conferì fama internazionale e vendette più di un milione e mezzo di copie. “La convinzione che sta dietro al libro”, scrisse, “è che la mancanza della conoscenza di Dio è alla radice dell’attuale debolezza della Chiesa”.
L’inerranza della Bibbia
Nel febbraio nel 1977, Packer si riunì con R. C. Sproul, John Gerstner, Norman Geisler e Greg Bahnsen per una conferenza sull’autorità della Scrittura, a Mount Hermon, in California. Più tardi, quello stesso anno, fu fondato l’International Council of Biblical Inerrancy (il consiglio internazionale dell’inerranza biblica), il quale, un anno dopo, produsse la Dichiarazione di Chicago sull’Inerranza Biblica, di cui Sproul fu il principale autore.
Il Regent College di Vancouver
Nel 1979, James Houston, amico di Packer dai tempi dell’università, lo invitò ad unirsi alla facoltà del Regent College di Vancouver. Alla fine, Packer accettò il posto, in quanto gli avrebbe permesso di insegnare senza dover svolgere anche dei compiti amministrativi, così si trasferì dall’altra parte dell’Atlantico con la sua famiglia. Packer ricoprì quel ruolo per il resto della sua vita, smettendo di insegnare a tempo pieno nel 1996, ma continuando a fare l’insegnante part time.
Controversie e separazioni
La vita di Packer non fu priva di controversie dottrinali e di relazioni interrotte.
Nell’ottobre del 1966, in occasione della National Assembly of Evangelicals (l’assemblea nazionale degli evangelici), Lloyd-Jones lanciò un appello agli evangelici affinché abbandonassero le denominazioni dottrinalmente miste, come la Chiesa anglicana, per unirsi alle associazioni di chiese evangeliche indipendenti. John Stott, che presiedeva la sessione, violò le regole non scritte dell’assemblea opponendosi pubblicamente alla proposta di Lloyd-Jones dopo che quest’ultimo ebbe finito di parlare. Packer non era presente all’evento (ne sentì parlare la sera per telefono), ma era d’accordo con Stott. Quel disaccordo iniziale portò ad una rottura totale nel 1970, quando Packer, insieme all’evangelico anglicano Colin Buchanan e a due anglo-cattolici, pubblicò il libro Growing into Union: Proposals for Forming a United Church in England (Crescere nell’unità: proposte per la formazione di una Chiesa inglese unita). Il libro portò Lloyd-Jones a separarsi da Packer, rimuovendolo dal consiglio direttivo dell’Evangelical Magazine e annullando la Puritan Conference che avevano fondato insieme.
Nel marzo del 1994, le tendenze ecumeniche di Packer causarono ulteriori problemi. Insieme ad alcuni evangelici e cattolici-romani, Packer firmò una dichiarazione dal titolo Evangelicals and Catholics Together (Evangelici e cattolici insieme), scritta da Charles Colson e Richard John Neuhaus. In precedenza, R. C. Sproul aveva detto: “Quando la battaglia diventa sanguinosa, voglio Jim Packer nella mia trincea”. Il fatto che Packer firmò la dichiarazione lasciò Sproul e altri perplessi poiché videro nelle parole della dichiarazione un’ambiguità intenzionale che implicava un consenso sul vangelo nonostante alcune differenze teologiche. Packer e Sproul erano d’accordo sulla giustificazione, ma mentre Sproul sosteneva che tale dottrina fosse essenziale, Packer preferiva definirla centrale. Successivamente Packer spiegò il motivo della sua firma.
La terza separazione dolorosa ebbe luogo nel 2002, quando il sinodo della diocesi anglicana di New Westminster, a Vancouver, autorizzò il proprio vescovo a celebrare un culto per la benedizione di unioni tra persone dello stesso sesso. Packer era tra i membri del sinodo che scesero a protestare. Egli spiegò:
“Questa decisione, considerata nel suo contesto, nega il vangelo di Cristo, abbandona l’autorità della Scrittura, mette in pericolo la salvezza di altri esseri umani e tradisce il ruolo che Dio ha dato alla Chiesa, quello di essere il bastione e il baluardo della verità divina”.
Nel 2008, la chiesa di Packer, la St John’s Shaughnessy, la più grande chiesa anglicana del Canada, votò per abbandonare la denominazione e unirsi ad una più ortodossa in Argentina. Di conseguenza, Packer e gli altri chierici furono rimossi dalle loro cariche; l’autorità di predicare la Parola e di amministrare i Sacramenti, la quale era stata loro conferita al momento dell’ordinazione, fu revocata per aver rinunciato pubblicamente alla dottrina e alla disciplina della Chiesa anglicana del Canada e per aver cercato ammissione in un’altra istituzione religiosa al di fuori di quest’ultima.
Packer aveva già spiegato il motivo per cui voleva lasciare quell’istituzione:
“Da decenni, ad ogni svolta del mio percorso teologico, mi chiedo: Paolo sarebbe stato d’accordo con me? Cosa avrebbe detto se fosse stato nei miei panni? Non mi sono mai permesso di esprimere un’idea su un argomento qualsiasi senza avere buone ragioni per pensare che egli mi avrebbe sostenuto”.
Packer, scrittore e lettore
Secondo il suo biografo, Leland Ryken, elaborare una bibliografia completa degli scritti di Packer è pressoché impossibile:
“Tanto nel parlare quanto nello scrivere, Packer è entrato virtualmente in ogni porta che ha trovato aperta davanti a sé. Elencare le sue pubblicazioni è una sfida alla tabulazione, in parte a causa del gran numero di articoli, in parte perché la gamma dei generi è talmente vasta che è difficile distinguere una pubblicazione da un documento stampato per uso personale, in parte perché Packer ha spesso pubblicato uno stesso libro sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito con titoli diversi e in parte perché molti dei suoi scritti sono stati ripubblicati, a volte con titoli nuovi”.
Oltre a Conoscere Dio, le opere più lette e più influenti da lui scritte comprendono i libri Evangelizzazione e sovranità di Dio, pubblicato nel 1971 edito da Coram Deo, e The Quest for Godliness: The Puritan Vision of the Christian Life (la ricerca della santità: la visione puritana della vita cristiana), edito nel Regno Unito nel 1990 con il titolo Among God’s Giants (tra i giganti di Dio). Scrisse inoltre i saggi Saved by His Precious Blood: An Introduction to John Owen’s The Death of Death in the Death of Christ (salvati dal suo sangue prezioso: un’introduzione a “la morte della morte nella morte di Cristo” di John Owen) e What Did the Cross Achieve? The Logic of Penal Substitution (cosa è accaduto alla croce? La logica della sostituzione penale) del 1974.
Oltre ad aver scritto libri e ad aver insegnato, Packer servì come consulente teologico e sostenitore di libri. A partire dai primi anni Ottanta, Packer fu assunto da Christianity Today a Carol Stream, in Illinois, quando il teologo e direttore del giornale, Kenneth Kantzer, tornò ad insegnare alla Trinity Evangelical Divinity School. Mentre ricopriva il ruolo di redattore, Packer faceva regolarmente visita all’ufficio, dava le sue opinioni in ambito teologico e forniva un giudizio su ogni numero dal punto di vista della buona teologia, della sociologia e del giornalismo, nonché su cosa funzionasse a livello grafico e concettuale.
Il motivo che spingeva Packer a sostenere i libri era l’amore e il desiderio di aiutare i laici. Spesso era generoso, forse anche troppo, anche se a chiunque gli avesse chiesto spiegazioni riguardo a una certa decisione, rispondeva dicendo loro di leggere la recensione attentamente, facendo caso non solo a ciò che veniva detto, ma anche a come veniva detto e a ciò che non veniva detto! I suoi giudizi positivi erano spesso dei classici concisi.
Spesso gli veniva chiesto quali libri lo avessero influenzato di più, e di solito dava una variante della seguente lista:
- Istituzione della religione cristiana di Giovanni Calvino
- Holiness (Santità) di J. C. Ryle
- Il viaggio del pellegrino di John Bunyan
- The Reformed Pastor (il pastore riformato) di Richard Baxter
- Il servo arbitrio di Martin Lutero
- Le opere di John Owen, in particolare Indwelling Sin (il peccato che dimora in noi), The mortification of Sin (la mortificazione del peccato), Justification (giustificazione), The Holy Spirit (lo Spirito Santo) e The Death of Death in the Death of Christ (la morte della morte nella morte di Cristo)
Il suo romanzo preferito era I fratelli Karamazov di Dostoevskij, mentre il suo genere letterario preferito per la lettura di piacere era il giallo, tanto che all’età di sette anni divorò la sua prima serie di libri scritti da Agatha Christie.
“Quello che mi piace di più di questi libri è la triste difficoltà del mistero, la superiorità dei ragionamenti del detective e il fatto che venga fatta giustizia, assolvendo l’innocente e rivelando il colpevole”
Tuttavia, il suo libro preferito rimase sempre Il viaggio del pellegrino, che leggeva ogni anno della sua vita cristiana, finché la degenerazione maculare non gli impedì di leggere.
Un altro interesse personale di Packer era il jazz delle origini. Una sera, all’età di tredici anni, mentre Packer stava facendo i compiti a casa sua ascoltando la radio, il conduttore radiofonico decise di trasmettere un brano jazz degli anni Venti: Steamboat Stomp di Jelly Roll Morton. “Ricordo di essermi alzato e di essere andato alla stazione radiofonica; poggiai il mio orecchio sull’altoparlante e fui assorbito dalla musica. Rimasi senza fiato. Mi mancava letteralmente il respiro.” Ad Oxford, suonò il clarinetto in un gruppo jazz chiamato Bandits, anche se poi lo abbandonò sia perché interferiva con gli incontri del gruppo InterVarsity che si tenevano il sabato sia perché gli fu detto che il jazz era diabolico. Tuttavia, più tardi, dichiarò che, sulla base agli “standard cristiani”, credeva che “il jazz delle origini fosse uno dei prodotti culturali più preziosi del XX secolo”.
In una lettera scritta a Packer nel 1970 con la quale poneva fine al suo coinvolgimento nella Puritan Conference, Lloyd-Jones scrisse:
“Nel corso degli anni hai avuto modo di conoscere non solo la mia ammirazione per le tue grandi doti intellettuali, ma anche il profondo rispetto che nutro nei tuoi confronti. Credevo che avresti scritto un’importante opera nella tradizione di Warfield, invece ti sei sentito chiamato ad immischiarti in affari ecclesiastici. Questa è per me niente meno che una grande tragedia e una vera perdita per la Chiesa”.
L’opera di Packer che più si avvicina ad una teologia sistematica è la sua Concise Theology (teologia concisa), nella quale spiega brevemente novantaquattro dottrine, dedicando a ciascuna di esse circa seicento parole. In una tipica frase packeresca, allo stesso tempo estesa e compatta, Packer spiegò il suo progetto:
“Come attività, la teologia è un groviglio di discipline collegate tra loro ma distinte: essa chiarisce il significato dei testi (esegesi), sintetizza ciò che i testi dicono su un certo argomento (teologia biblica), studia il modo in cui la fede è stata formulata in passato (teologia storica), la formula per i nostri giorni (teologia sistematica), cerca le sue applicazioni (etica), la elogia e la difende come verità e saggezza (apologetica), definisce il compito dei cristiani nel mondo (missiologia), accumula risorse utili a condurre una vita in Cristo (spiritualità), nonché per l’adorazione collettiva (liturgia), ed esplora il ministero (teologia pratica)”.
Verso la fine del XX secolo, Packer ebbe un’opportunità, un progetto che egli vide come uno degli investimenti potenzialmente più importanti che si potessero fare per la Chiesa universale. Il dottor Lane Dennis, presidente della casa editrice Crossway Books di Wheaton, in Illinois, propose a Packer di servire come direttore generale di un progetto di traduzione della Bibbia. Alla fine fu Packer a suggerire il nome della traduzione: English Standard Version, la quale fu pubblicata nel 2001.
Successivamente Packer fece la seguente riflessione:
“Ho avuto il privilegio di essere il direttore generale della English Standard Version, e ora che ripenso a quello che abbiamo fatto producendo questa versione, ho il forte sospetto che questa sia la cosa più importante che abbia mai fatto per il regno di Dio”.
L’“ultima crociata” di Packer fu quella di aiutare la Chiesa a recuperare la catechesi. Egli dedicò gli ultimi anni della sua vita a convincere la Chiesa nordamericana del bisogno di rinnovare la catechesi, cioè l’insegnamento della fede cristiana. Questo lavorò culminò nel libro To Be a Christian: An Anglican Catechism (essere cristiano: un catechismo anglicano), il catechismo della Chiesa anglicana del Nord America (ACNA).
L’ultimo lavoro che riuscì a completare durante la sua vita fu quello di apporre delle modifiche all’ultima bozza di un manoscritto, mentre sua moglie glielo leggeva ad alta voce in casa. Questo manoscritto, intitolato The Heritage of Anglican Theology (l’eredità della teologia anglicana), è basato sui suoi anni di insegnamento e sarà pubblicato da Crossway nel maggio del 2021.
Packer, uomo
A volte Packer si domandava se le persone che commentavano la sua carriera teologica e il suo ministero si fossero dimenticate il suo lato personale, compreso l’umorismo che vedeva nella vita e la scintilla nei suoi occhi. Non voleva essere descritto come un cervello in una vasca o un mero sostenitore di idee.
Il suo amico di una vita Timothy George descrisse com’era guardarlo in azione:
“Il suo sorriso irrefrenabile e la sua risata possono portare luce negli incontri più bui.
Il suo amore per tutto ciò che è umano e benevolo traspare.
La sua padronanza delle idee e delle parole più adatte per esprimerle non ha eguali.
Non mostra mai scenate di impazienza, il suo carattere santo e la sua spiritualità sono radicate in lui”.
Personalmente, posso solo aggiungere che ogni volta che avevo il privilegio di incontrarlo, me ne andavo pensando a lui non come a un grande uomo, bensì come a un uomo che aveva conosciuto un Grande Salvatore. In ogni occasione, sentivo un grande desiderio non di essere più simile a Packer, bensì più simile a Cristo”.
In Conoscere Dio, scrisse:
“Se vuoi farti un’idea di quanto una persona capisce il cristianesimo, scopri cosa pensa del fatto di essere figlio di Dio e di avere Dio come Padre.
Se non è questo il pensiero che spinge e controlla la sua adorazione, le sue preghiere e la sua visione della vita, dimostra di non aver ben compreso il cristianesimo”.
Nonostante il suo pensiero spirituale non avesse rivali (1 Cor 14:20), in tutta la sua vita conservò l’umiltà e la fiducia in Dio di un bambino (Mt 18:12) e non dimenticò mai la meraviglia di essere stato conosciuto e adottato dal suo Padre celeste, di essere unito a Cristo, e di camminare nello Spirito.
Nel 2015, mentre stavo girando un breve documentario su Packer per Crossway, arrivò il momento della mia ultima domanda. Mentre le telecamere erano spente, gli chiesi come avrebbe voluto essere ricordato dopo la sua morte.
Fece una pausa, com’era tipico fare da parte sua prima di rispondere ad una domanda qualsiasi, e rispose:
“Quando ripenso alla vita che ho vissuto, vorrei essere ricordato come una voce – una voce che si concentrava sull’autorità della Bibbia, sulla gloria del nostro Signore Gesù Cristo e sulla meraviglia del suo sacrificio sostitutivo e della sua espiazione per i nostri peccati.
Vorrei essere ricordato come una voce che richiamava i cristiani alla santità e a sfidare il declino degli standard morali cristiani.
Dovrei desiderare di essere ricordato come uno che era sempre cortese nelle controversie, ma senza compromessi.
Ti chiedo di ringraziare Dio insieme a me per il modo in cui egli mi ha guidato, e mi auguro, spero e prego che anche tu possa godere, come ho fatto io, della stessa guida chiara e dello stesso aiuto nello svolgere i compiti che egli ti affiderà”.
Ulteriori letture
- I. Packer: A Biography di Alister McGrath
- I. Packer: An Evangelical Life di Leland Ryken
- Packer on the Christian Life di Sam Storms
- “The Puritan Theologizer: J. I. Packer” di Mike Reeves, in Theologians You Should Know
- I. Packer and the Evangelical Future: The Impact of His Life and Thought di Timothy George
Traduzione a cura di Lorenzo Giusepponi
Tematiche: Biografie
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