In difesa del Calvinismo (parte 2)

 

John Newton raccontava, molto divertito, la curiosa storia di una brava donna che, per dimostrare la dottrina dell’elezione, diceva: “Ah! signore, il Signore deve avermi amato prima che nascessi, altrimenti non avrebbe visto in me nulla da amare dopo”.

 

Sono sicuro che sia vero dentro di me; credo alla dottrina dell’elezione, perché sono sicuro che, se Dio non mi avesse scelto, io non avrei mai potuto sceglierlo. Sono anche sicuro che mi ha scelto prima che nascessi, altrimenti non mi avrebbe mai scelto dopo; e deve avermi eletto per ragioni a me sconosciute, perché non ho mai potuto trovare in me stesso una ragione per cui avrebbe dovuto guardarmi con un amore speciale. Così sono costretto ad accettare questa grande dottrina biblica.

Ricordo un fratello arminiano che mi disse di aver letto le Scritture più e più volte e di non aver mai trovato in esse la dottrina dell’elezione. Aggiunse che sarebbe stato sicuro se l’avesse trovata, perché aveva letto la Parola in ginocchio. Gli dissi: “Credo che tu abbia letto la Bibbia in una posizione molto scomoda e se l’avessi letta sulla tua poltrona, avresti avuto più probabilità di comprenderla. Prega, con tutti i mezzi e più ce n’è, meglio è, ma è una superstizione pensare che ci sia qualcosa di speciale nella postura che un uomo assume quando legge la Parola; per quanto riguarda la lettura della Bibbia, per venti volte, senza aver trovato nulla sulla dottrina dell’elezione, la sorpresa è che tu non abbia trovato nulla: devi averla sfogliata in modo tale da non avere alcuna comprensione del significato delle Scritture”.

 

Sarebbe meraviglioso vedere un fiume scaturire dalla terra, ancora di più una vasta sorgente da cui dovrebbero uscire tutti i fiumi della terra, e un milione di essi appena nati? Che visione magnifica! Chi può concepirla. Eppure l’amore di Dio è proprio quella fonte da cui sgorgano tutti i fiumi di misericordia, che hanno sempre allietato la nostra razza – tutti i fiumi della grazia nel tempo e della gloria eterna – hanno lì la loro origine.

Anima mia, stai in piedi davanti a quella sacra sorgente, adora e loda, nei secoli dei secoli, Dio e Padre nostro che ci ha amati! All’inizio, quando questo grande universo giaceva nella mente di Dio, come foreste non ancora nate all’interno della ghianda, prima che gli echi risvegliassero le solitudini, prima che le montagne fossero innalzate, e prima che la luce lampeggiasse nel cielo, Dio amava le sue creature elette.

Prima che ci fosse un essere creato – quando l’etere non era solcato dall’ala di un angelo, quando lo spazio stesso non aveva un’esistenza, quando non c’era nulla se non Dio solo sin dall’eternità, anche allora, nella solitudine della Deità e in quella profonda quiete, i Suoi sentimenti si agitavano con amore per i Suoi eletti. I loro nomi erano scritti sul suo cuore, ed erano cari alla sua anima. Gesù ha amato il suo popolo prima della fondazione del mondo. Così quando mi ha chiamato mediante la sua grazia, mi ha detto: “Ti ho amato di un amore eterno: perciò con compassione ti ho attirato a me”.

 

Così, nella pienezza dei tempi, Egli mi ha acquistato con il suo sangue; ha lasciato che il suo cuore si spandesse in un unico e profondo dolore per me, prima che lo amassi.

Sì, quando è venuto da me per la prima volta, non l’ho forse disprezzato? Quando ha bussato alla porta e ha chiesto di entrare, non l’ho forse allontanato e non l’ho fatto nonostante la Sua grazia?

Ah, ricordo che lo feci spesso e volentieri, finché, finalmente, con la forza della Sua grazia efficace, disse: “Io entro”. Così trasformò il mio cuore in modo che io lo amai. Tuttavia, fino ad ora avrei dovuto resistere a Lui se non fosse stato per la Sua grazia. Ebbene, allora, poiché mi ha acquistato quando ero morto nei peccati, non ne consegue, come esito necessario e logico, che Egli deve avermi amato per primo?

Il mio Salvatore è morto per me perché io ho creduto in Lui? No; allora non esistevo nemmeno, a quel tempo non vivevo. Poteva dunque il Salvatore morire perché avevo fede, quando io stesso non ero ancora nato? Poteva essere possibile? Poteva essere questa l’origine dell’amore del Salvatore verso di me? Oh! no. Il mio Salvatore è morto per me molto prima che io credessi.

Ma qualcuno dice: “Egli prevedeva che tu avresti avuto fede; e, quindi, ti ha amato”. Che cosa prevedeva della mia fede? Previde che io stesso avrei dovuto avere quella fede, e che avrei dovuto credere in Lui autonomamente? No! Cristo non poteva prevederlo, perché nessun uomo cristiano dirà mai che la fede è venuta da sé senza il dono e senza l’opera dello Spirito Santo. Ho incontrato moltissimi credenti e ne ho parlato con loro, ma non ho mai conosciuto uno che potesse mettere la mano sul cuore e dire: “Ho creduto in Gesù senza l’aiuto dello Spirito Santo!”.

 

Sono fedele alla “dottrina della depravazione del cuore umano” perché mi vedo depravato nel cuore e ho prove quotidiane che nella mia carne non c’è nulla di buono. Se Dio fa un alleanza con l’uomo non decaduto, l’uomo è una creatura così insignificante che deve essere un atto di grazia da parte del Signore. Ma se Dio fa un alleanza con il peccatore, allora è una creatura così ripugnante che deve essere, da parte di Dio, un atto della Sua pura, libera, ricca, sovrana grazia.

Quando il Signore fece un alleanza con me, sono sicuro che è stato solo per la Sua grazia, e nient’altro. Quando ripenso a che tipo di covo di bestie e uccelli impuri era il mio cuore, e quanto era complessa la mia volontà non rigenerata, quanto era ostinata e ribelle contro la sovranità della legge divina, penso che prenderò la stanza più piccola nella casa del mio Padre celeste, e quando entrerò in Cielo, sarà per andare tra coloro che sono i meno santi e con il primo dei peccatori.

 

Il compianto signor Denham fece mettere, ai piedi del suo ritratto, un testo meraviglioso: “La salvezza è del Signore”. Questo è il paradigma del Calvinismo: è la somma e la sostanza di esso. Se qualcuno mi chiedesse cosa significa essere un calvinista, dovrei rispondere: “È colui che dice: La salvezza è del Signore!”. Non posso trovare nella Scrittura altra dottrina che questa. È l’essenza della Bibbia. “Egli solo è la mia roccia e la mia salvezza”. Parlatemi di qualsiasi cosa contraria a questa verità e sarà considerata un’eresia; parlatemi di un’eresia, e troverò la sua essenza, cioè che ci si è allontanati da questo grande fondamento, questa roccia, questa verità che “Dio è la mia roccia e la mia salvezza”.

In cosa consiste l’eresia di Roma, se non l’aggiunta di qualcosa ai meriti perfetti di Gesù Cristo, per promuovere le opere della carne, per guadagnare la nostra giustificazione? E cos’è l’eresia dell’Arminianesimo se non l’aggiunta di qualcosa all’opera del Redentore? Ogni eresia, se messa davanti alla pietra di paragone, verrà scoperta.

La mia opinione personale è che predicare Cristo e Lui crocifisso, non è altro che predicare quello che oggi è chiamato Calvinismo. Calvinismo è solo un soprannome, il Calvinismo è il Vangelo e nient’altro.

 

“Se mai dovesse accadere,

che le pecore di Cristo cadano per sempre,

la mia anima volubile e debole, ahimè!,

cadrebbe mille volte al giorno”.

 

 

 

 

Tematiche: Calvinismo, Teologia, Vangelo

C.H. Spurgeon

C.H. Spurgeon

 

E’ stato un predicatore battista riformato britannico dell’800 la cui influenza continua a rimanere oggi molto grande fra cristiani riformati di diversa denominazione, fra i quali è ancora conosciuto come “il principe dei predicatori”

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