Il veganismo non è più vicino al progetto originale di Dio?

Domanda al pastore John Piper:

 

“Caro pastore John,

diversi miei amici sono o vegani o vegetariani e, benché siano per la maggior parte non credenti, di tanto in tanto mi sfidano da un punto di vista teologico sui perché mangio carne.

 

Vedo nelle Scritture che Dio provvide le quaglie agli israeliti nel deserto e richiese anche sacrifici di animali. Gesù, dopo la risurrezione, mangiò pesce arrostito. Pietro ebbe una visione di animali puri da mangiare. Prima della Caduta, osservano i miei amici, Dio diede all’uomo come cibo solamente piante che producono semi e il frutto di alberi. Nell’eternità, anziché uccidere animali, il leone mangerà paglia come il bue, e non sarà sparso più sangue.

Eppure, più ci penso, meno sono convinto che mangiare carne sia peccaminoso, ma il veganismo non è più vicino all’originale progetto dietetico di Dio per noi, sia prima sia dopo la Caduta?”

 

 

Torniamo all’inizio.

Riguardo ai modelli alimentari, ciò che mi colpisce è che né Gesù né gli apostoli (benché avessero molte possibilità per farlo) hanno ragionato partendo da un modello alimentare pre-Caduta in avanti, o da un futuro modello alimentare escatologico a ritroso, per arrivare al modo in cui dovremmo mangiare oggi. No, non hanno ragionato così!

Un ragionamento del genere avrebbe risolto alcuni gravi problemi nella chiesa di Corinto e di Roma, ma Paolo non tentò quell’approccio, anzi, prese decisamente un’altra direzione.
Ritengo che Paolo non ragionò in quel modo e prese invece l’altra direzione perché aveva capito che Dio non intendeva che né il mondo prima della Caduta né quello post-peccato potessero offrire un modello alimentare per questo mondo. Il Cristo risorto, con il Suo nuovo corpo di risurrezione, è l’idea più vicina che possiamo avere dell’alimentazione nell’età a venire. Egli mangiò pesce – pesce morto.

 

 

La terra è del Signore.

Ora, anziché ragionare in quel modo, Paolo arguì così: “Nessuno cerchi il proprio interesse, ma ciascuno cerchi quello altrui. Mangiate di tutto ciò che si vende al macello senza fare alcuna domanda per motivo di coscienza, perché «la terra e tutto ciò che essa contiene è del Signore»” (1 Cor. 10:24-26).
Questa è una citazione dal Salmo 24 che Paolo usa come punto di base. L’intera questione della carne offerta agli idoli poteva essere risolta, per Paolo, se avesse preso la posizione che mangiare carne sia qualcosa di sub-cristiano in ogni caso. Ma egli sostenne esattamente l’opposto.
Gli animali, che forniscono la carne, non appartengono a loro stessi. Non appartengono alla terra. Appartengono al Signore, che provvede ai bisogni alimentari del Suo popolo. Perciò, mangiateli. “All’Eterno appartiene la terra e tutto quel che è in essa…” (Sl. 24:1) – questa era l’argomentazione di Paolo a favore del mangiare carne.
Affinché non pensiamo che Paolo fosse fuori di testa in questo caso, Marco, nel suo Vangelo, dice che Gesù “dichiarava puri tutti gli alimenti” (Mr. 7:19). Puri, cioè: puliti, accettabili cioè non messi al bando e non illegittimi.

 

 

Amatevi gli uni gli altri.

Qui abbiamo l’insegnamento biblico più importante e urgente riguardo ai modelli alimentari tra i credenti di oggi.

Questo è un classico ed esplicito esempio di ciò che non dovrebbe dividere i credenti né impedire la nostra preziosa, intima e dolce comunione reciproca. Questa era la principale preoccupazione di Paolo nel trattare la questione del mangiare carne.
Egli scrisse Romani 14 per affrontare specificamente la controversia tra i vegetariani e i mangiatori di carne ed è in perfetta attinenza con la domanda iniziale. Ci sono altre questioni in Romani 14 (per esempio, quali giorni onorare, o se sia lecito bere vino oppure no), ma il vegetarianismo e il mangiare carne erano sia l’argomento di partenza sia quello centrale. Ecco che cosa dice Paolo: “L’uno crede di poter mangiare d’ogni cosa, mentre l’altro, che è debole, mangia solo legumi. Colui che mangia non disprezzi colui che non mangia, e colui che non mangia non giudichi colui che mangia, poiché Dio lo ha accettato. Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Stia egli in piedi o cada, ciò riguarda il suo proprio signore, ma sarà mantenuto saldo, perché Dio è capace di tenerlo in piedi.” (Rm. 14:2-4).

Ecco la preoccupazione centrale e l’insegnamento primario a questo proposito, secondo Paolo: “Mangiatori di carne, non disprezzate i vegetariani! Vegetariani, non giudicate i mangiatori di carne!”

 

 

Di primaria importanza.

Su questioni di questo genere, ognuno di noi si pone davanti al Signore per rendere conto di se stesso. Non diventiamo noi “signori”, giudicandoci a vicenda su questo punto. Questo è il messaggio principale.
Poi, Paolo aggiunge: “Io so e sono persuaso nel Signore Gesù, che nessuna cosa è immonda in se stessa, ma chi stima qualche cosa immonda, per lui è immonda. Ma se tuo fratello è contristato a motivo di un cibo, tu non cammini più secondo amore; non far perire col tuo cibo colui per il quale Cristo è morto. Perciò quel che per voi è bene non diventi motivo di biasimo,” (Rom. 14:14-16).
Dopodiché, continua: “poiché il regno di Dio non è mangiare e bere, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. Infatti chi serve Cristo in queste cose è gradito a Dio e approvato dagli uomini.” (Rom. 14:17-18).

Infine, Paolo afferma: “Non distruggere l’opera di Dio per il cibo; certo, tutte le cose sono pure, ma è sbagliato quando uno mangia qualcosa che è occasione di peccato. È bene non mangiare carne, né bere vino, né fare cosa alcuna che porti tuo fratello a inciampare o a essere scandalizzato o essere indebolito” (Rom. 14:20-21).

 

Manifestiamo il Regno di Dio, e amiamoci gli uni gli altri!

 

Non far sì che un tuo fratello incorra in peccato e distruzione a motivo di ciò che mangi. Quello non è amore.
Nel pensiero di Paolo, la questione dei vegetariani contro i mangiatori di carne non è una questione che ha a che fare con la salute. Né è una questione relativa al raggiungimento delle condizioni ideali caratteristiche del pre-Caduta e del post-peccato escatologico. È una questione d’amore. In questo senso è un tema di grande importanza, ma solamente in questo senso! Di per sé, infatti, non è un tema importante.

Ascoltatemi: forse scioccherò qualcuno, ma ciò che mangiamo qui ha un’importanza pari quasi a zero, a confronto con la giustizia, la pace e la gioia nello Spirito Santo, che sono manifestazioni del Regno salvifico di Dio all’interno del Suo popolo. Teniamo le cose in questa prospettiva! Manifestiamo il Regno di Dio, e amiamoci gli uni gli altri!

 

 

Tradizione a cura di Gianfranco Piccirillo

 

 

 

Tematiche: Comunione, Crescita spirituale, Cultura e Società, Domande dei lettori al pastore John Piper, Teologia, Vita Cristiana

John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.

© DesiringGod.org, © Coram Deo

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