Il peccato multidimensionale
Il peccato non è fine a sé stesso; infatti, questo si muove su tre dimensioni: verticale, orizzontale e interiore.
Verticale (offende Dio)
Prima di tutto, il tuo peccato – che sia un atto, un’attitudine o nella tua natura- è un affronto ad un Dio santo. “Io ho peccato contro te, contro te solo, e ho fatto ciò ch’è male agli occhi tuoi…” (Salmi 51:4), dice Re Davide dopo il suo adulterio con Bath-Sceba e l’omicidio di Uria. Prima di parlare di come il peccato influenzi le persone che ti stanno vicine o di come questo sia una forma di auto-afflizione, dobbiamo dire che il peccato offende Dio. Commettine uno e avrai così fallito nell’adempiere tutta la Legge (Giacomo 2:10). Essendo stati “formati in iniquità” (Salmi 51:5), il nostro peccato non riguarda solamente tutti gli sbagli che facciamo (peccati di commissione) o le azioni giuste che non intraprendiamo (peccati di omissione): esso riguarda tutta la nostra natura e tutto il nostro essere. Siamo totalmente depravati, nati ribelli, odiatori di Dio, amanti di noi stessi, ladri di gloria che, se non fosse per il Salvatore, aspetteremmo solo l’ira di Dio. La depravazione totale rappresenta il punto più semplice da dimostrare di tutti i cinque punti del calvinismo.
Orizzontale (ferisce terzi)
Il peccato è una disobbedienza volontaria che offende un Dio santo ma ferisce anche chi ti sta intorno. Più pecchi e più le persone nella tua vita saranno ferite da te; più influenza hai e più gli effetti della tua disobbedienza ricadranno sugli altri (ecco perché risulta particolarmente doloroso quando è un leader a peccare contro di te).
Fammi esprimere il concetto in un’altra maniera. La tua rabbia ingiusta ferisce i tuoi figli. La tua concupiscenza ferisce il tuo coniuge. La tua avidità ferisce il tuo team. Il tuo orgoglio ferisce il tuo Paese. Il tuo rubare ferisce la tua città. La tua pigrizia ferisce la tua azienda.
Il peccato non è fine a sé stesso bensì ha degli effetti sulle tue relazioni.
Pensa di nuovo a Re Davide. L’adulterio e l’omicidio commessi hanno portato dolore nelle vite di Bath-Sheba, di Uria, della sua servitù, del suo popolo Israele e così via. Gli uomini non sposati che guardano del materiale pornografico non stanno facendo un qualcosa che non verrà mai alla luce del giorno, piuttosto, stanno riempiendo un fardello che si porteranno nelle loro relazioni future. Certamente attraverso Cristo abbiamo accesso a misericordia e speranza ma il nostro amore per Lui dovrebbe accendere la nostra motivazione a vincere il peccato, non a starlo a guardare passivamente.
Interiore (ferisce te stesso)
Quindi il peccato non solo aspetta l’ira di Dio e danneggia le tue relazioni bensì viene a colpire anche te, il peccatore. Vista da questa prospettiva, il peccato torna da te come un boomerang. Non è mai la scelta giusta. Quelli che davvero appartengono a Gesù, hanno il desiderio di rompere le catene del peccato e di diventare sempre di più come Cristo. Non per essere un guastafeste ma la santificazione è la via della vera gioia e la via della vera prosperità. Siamo stati creati per glorificare Dio e gioire in Lui e ad obbedire alla Legge della Sua Promessa, però il peccato distoglie la nostra attenzione da questi fini; infatti, il peccare costantemente e il tuo non pentimento ruba la tua gioia, ti condanna o ti colpevolizza e potrebbe privarti del desiderio di condividere la tua vita con Dio.
Riassumendo, il peccato offende Dio, ferisce terzi e poi torna a te come un boomerang. Nessuno è perfetto ma se pensiamo più profondamente all’impatto multidimensionale del peccato, saremo più disposti ad avvalerci dei mezzi di grazia donati da Dio Padre per crescere nell’amore per il nostro Salvatore e nell’odio verso il nostro peccato.
Se ragioniamo sul nostro peccato, non potremo fare a meno di pensare alle parole di Paolo ai Romani: “O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore” (Romani 7:24-25).
Tematiche: Peccato, Teologia, Vita Cristiana
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