Il Papa offre misericordia – I Protestanti non accettano l’indulgenza
L’8 dicembre 2015, Papa Francesco ha aperto l’enorme santa porta di bronzo della Basilica di San Pietro per iniziare l’anno di Misericordia. Normalmente chiuso e cementato, il portone simbolizza l’entrata alla presenza di Dio dove il fedele cerca di ottenere grazia.
Una caratteristica centrale dell’anno del Giubileo è la dispensazione delle indulgenze plenarie. Per molti, la parola “indulgenza” evoca immagini delle reliquie di Wittenberg del sedicesimo secolo, che vantavano fra le loro schiere: latte materno della Vergine Maria o un rametto del famoso roveto ardente. Pensiamo a xilografie e affreschi rappresentanti famiglie di anime che languono cercando di uscire dalle fiamme del Purgatorio. Davanti ai nostri occhi vediamo predicatori attraversare campagne della Germania su carri carichi di casse piene d’oro, e certificati firmati dal Papa. Poi pensiamo a Martin Lutero, che finalmente decise di levarsi e dire “Basta!”
Ma la storia ci dice di più.
Indulgenza e incomprensioni
Nella teologia medievale, come anche al giorno d’oggi, il sacramento di penitenza richiedeva al peccatore pentito di compiere alcune opere di grazia corporali o spirituali che fossero, per espiare le proprie trasgressioni. Questo può prendere forma di preghiere, servizio ai poveri, dare elemosine o andare in pellegrinaggio. Nel 1095 Papa Urbano II decretò che i penitenti sarebbero stati liberi da queste loro obbligazioni se si fossero uniti alle milizie della crociata contro i turchi. Altri papi fecero lo stesso offrendo indulgenze in diverse occasioni.
L’usanza di fare affari sulle indulgenze aumentò fino a divenire un flusso di entrate cospicuo nelle casse della chiesa. Un punto di flessione si ebbe nel 1476 quando Papa Sisto IV emanò il “Salvator Noster”, una bolla che estendeva i doveri di penitente anche agli individui deceduti per i quali però fu offerta un’indulgenza. Ad esempio Martin Lutero nel 1510-11 visitò Roma salendo in ginocchio la scalinata di Pilato, scala sancta, pregando ad ogni scalino. Tutto questo per suo nonno morto. Tanta devozione come si può notare era all’ordine del giorno.
Il commercio delle indulgenze arrivò ad un punto critico dopo che Papa Giulio II emanò l’ “indulgenza del Giubileo” nel 1507 per finanziare la costruzione della nuova Basilica di San Pietro in Roma. L’urgenza di sovvenzionare il progetto di questo edificio mise in moto predicatori di indulgenze che viaggiarono per tutta l’Europa ottenendo denaro da famiglie che altrimenti avrebbero usato quelle finanze per sopperire ai bisogni dei propri figli. Dopo tutto ciò seguì la Riforma Protestante, e il resto, come si dice, è storia.
La riforma cattolica poi abolì la vendita delle indulgenze, ma il costume di concederle rimane ancora oggi presente, come dimostra il Giubileo straordinario dell anno di grazia di Papa Francesco, che si è concluso il 20 Novembre 2016. Anche se ci sono stati numerosi sviluppi nella legge canonica per quanto riguarda le indulgenze, la logica di fondo rimane la stessa.
Per comprendere il funzionamento delle indulgenze, bisogna evitare il comune errore che ci porta a pensare che esse provvedano al perdono. Infatti secondo gli insegnamenti cattolici, è il sacramento di penitenza quello che fa giungere al perdono. Le indulgenze invece riguardano l’affrontare le conseguenze del peccato, quelle chiamate “pene temporali”. Nella catechesi Cattolica:
«L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1471)
Ottenere indulgenze oggi
Come si può ottenere un’indulgenza al giorno d’oggi? Per poter estendere questa grazia a quanti più fedeli cattolici possibile, la Chiesa durante l’anno del Giubileo ha aperto la porta Santa di ogni cattedrale e nei maggiori siti di pellegrinaggi sparsi per il mondo. Importante è sapere che un’indulgenza ottenuta passando attraverso una porta santa è un’ “indulgenza plenaria”, cioè una remissione completa di tutte le pene temporali dovute al peccato.
Se è così semplice, basta solo passare attraverso una porta designata in una chiesa? In realtà il processo per ricevere un’indulgenza plenaria è molto più vasto. Ci sono quattro prerequisiti da dover adempiere (le seguenti sono istruzioni trovate all’entrata della porta santa della madonna di San Luca, Bologna):
- Prega (il Credo, il Padre Nostro, l’Ave Maria, il Gloria Padre….) e per le intenzioni del Santo Padre;
- Entro quindici giorni, esegui il sacramento di penitenza, la confessione, e partecipa alla messa, prendendo la Santa comunione;
- Abbi l’attitudine intima di una vera ed effettiva separazione dal peccato, non solo quello grave e mortale, ma anche lieve e veniale;
- Impegnati in un’opera di misericordia, che sia corporale o spirituale.
Una volta soddisfatti questi pre-requisiti, essendo in uno stato di grazia, si può camminare attraverso una porta Santa. In tal modo, si ottiene un’indulgenza plenaria durante il Giubileo, sia per sé stessi sia per le anime dei parenti deceduti o amici in purgatorio. Questa indulgenza si può ottenere una volta al giorno, e ha la durata di un’ intera giornata.
Preghiera. Penitenza. L’Eucarestia. Separazione dal peccato. Buone opere. Se questo modo per trovare grazia da Dio sembra troppo complesso, c’è un altro, più eccellente modo.
Il vangelo della grazia
Dopo la sua visita a Roma , dove passò attraverso una schiera di porte sacre, Martin Lutero cominciò a riflettere più profondamente sul come si ottiene la grazia divina. Già nel 1517, la sua risposta stava cominciando a mettersi a fuoco. Alla vigilia del giorno di Ognissanti si trovò ad approcciare un’altra porta, la porta della chiesa del castello di Wittenberg, sulla quale affisse la lista delle sue 95 tesi. Una di esse era la numero 62: “il vero tesoro della chiesa è il santissimo Vangelo della gloria e grazia di Dio”.
Proprio riguardante questo vangelo, Lutero lo descriverà come la porta di grazia:
“Meditavo giorno e notte finché ho visto la connessione tra la giustizia di Dio e l’affermazione “il giusto vivrà per fede”. Poi ho afferrato che la giustizia di Dio sta in quella rettitudine attraverso la quale la grazia e la misericordia di Dio ci giustifica grazie alla fede. A quel punto, mi sono sentito rinascere e aver attraversato porte aperte fino al paradiso. L’ interezza della Scrittura assunse un nuovo significato, e mentre prima la “Giustizia di Dio” mi aveva riempito di odio, ora mi era diventata indicibilmente dolce. Questo verso di Paolo divenne per me non solo una porta, ma un cancello per il cielo”.
Oltre 500 anni dopo le tesi di Lutero, la sua intuizione della grazia divina continua ad animare la fede evangelica. La porta divina è stretta, ma è comunque aperta a tutti ed è sempre aperta per coloro che sono in Cristo. Anche dopo il 20 Novembre 2016, dopo che il Vaticano ha cementato la porta di bronzo della basilica di San Pietro, i cristiani possono avvicinarsi al Padre senza esitazioni o impedimenti, per conto della giustizia perfetta di Cristo della quale siamo rivestiti.
Tematiche: Cattolicesimo, Riforma, Storia della Chiesa
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