Il mondo ha bisogno di donne impegnate nel ministero
Abbiamo ricevuto una e-mail da parte di un’ascoltatrice: “Mi chiamo Sarah e apprezzo il tuo ministero. Ho 19 anni e negli ultimi due ho ascoltato di tanto in tanto i tuoi sermoni che mi hanno aiutato molto a desiderare più Dio. Sto imparando che cosa significa prendere il proprio diletto in Gesù. Frequento un’università cristiana e mi sento chiamata a fare qualcosa nel ministero o nell’evangelizzazione. La domanda che volevo fare è questa: come può una donna essere impegnata nel ministero cristiano e nell’evangelizzazione rispettando i ruoli e le istruzioni bibliche per le donne (per esempio, non usare autorità sull’uomo). Pastore John, vorrei una tua risposta perché ho le idee confuse!”
Dico “amen” al fatto che questa ragazza si sente chiamata al ministero e all’evangelizzazione. Ci tengo qui a ribadire che le donne e gli uomini sono servitori. Ogni visione biblica della mascolinità e della femminilità non implica in nessun modo che gli uomini stanno fuori di casa e sono attivi per Gesù mentre le donne non stanno fuori e non sono attive per Gesù o che stanno in casa e sono attive in Gesù e per Gesù nelle loro famiglie. Perciò dico “amen” a questa domanda, e desidero davvero incoraggiare Sarah e ogni altra donna che si pone la stessa domanda. Insieme a Wayne Grudem ho cercato di porre 50 domande fondamentali (è un libro che è possibile leggere o scaricare gratis dal sito di Desiring God in cui cerco di rispondere a questa domanda e ad altre 49). Mi limito qui a fornire solo alcuni spunti.
Per prima cosa, Sarah ha ragione di preoccuparsi di entrambe le cose, cioè di sognare un ministero e di voler onorare il modello divino di come uomini e donne si relazionano tra di loro in ogni sfera della vita, a casa, nella chiesa e nella società. E ha ragione nel dire che la Bibbia non è poco chiara come alcuni pensano in 1 Timoteo 2:12: “Non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio”. Queste due cose, insegnare e usare autorità, sono proprio le due cose che distinguono un anziano da un diacono. Gli anziani esercitano l’autorità o il governo, e sono coloro che insegnano con autorità nella chiesa. Perciò quello che Paolo sembra dire qui in questo versetto è che dovrebbero esserci anziani uomini nella chiesa, non che ogni forma di insegnamento e di autorità siano proibiti alle donne. A essere proibito è l’insegnamento sugli uomini. Qui c’è un riferimento a un tipo di insegnamento fatto con autorità sull’uomo che compromette il modo in cui Dio ha fatto gli uomini e le donne quando le donne con il tempo diventano l’autorità nella vita spirituale di un uomo. Ne sono assolutamente convinto. Penso che sia per questo motivo che Paolo l’ha scritto qui. Compromette qualcosa a un livello profondo sia nell’uomo sia nella donna. Esistono però infinite opportunità di ministero per le donne in questo mondo che non le mettono in questo ruolo.
Ho scritto un altro libricino che ho intitolato “Quali sono le differenze?”. Alla fine di questo libretto ho fatto un elenco di 80 tipi di ministeri, per fornire alle donne esempi di quali tipi di attività possono svolgere.
Chiudo con un aneddoto. Negli anni ho avuto l’opportunità di parlare in diversi luoghi su temi relativi alla mascolinità e alla femminilità, e devo dire che negli anni 80 ricevevo molte più critiche feroci e commenti negativi di quanti ne riceva oggi. Ricordo una ragazza che era molto arrabbiata con me e che mi disse: Come ti permetti di mettere in discussione la mia chiamata al ministero? Avrei potuto risponderle: non sono io a metterla in discussione, ma Dio. Ma non lo feci. Mi limitai a dire: Sai, forse non hai frainteso la voce di Dio, forse hai solo applicato nel modo sbagliato la voce che hai ascoltato. In altre parole, forse Dio ti sta dicendo: Seguimi. Servimi. Dona tutta te stessa a me. Io mi servirò di te in modo potente per compiere i miei scopi sulla terra per glorificare me stesso, per salvare i peccatori ed edificare i santi. Ti userò per fare questo. E poi forse hai preso questa parola e ti è sfuggita di mano, nel senso che hai creduto di dover fare il pastore ed esercitare autorità su uomini in questo ruolo. E le dissi: Forse non hai capito male quello che Dio voleva dirti, forse hai solo interpretato male la parola.
Se poi mi si chiede: Bene, allora cosa dici che noi donne possiamo fare? La mia risposta è: il 75 per cento dei sette miliardi di abitanti del mondo (l’ho appena verificato per essere sicuro di dire una cosa vera) sono donne o hanno meno di 15 anni. Hanno enormi bisogni di ogni genere, vero? Bisogni fisici, bisogni di istruzione, bisogni spirituali e relazionali, bisogni di aiuto come genitori, bisogni di aiuti umanitari e tantissimi altri. E la mia risposta è: Fate tutto quello che volete. Prendetevi cura di loro, fisicamente e soprattutto in vista dell’eternità, e servite in qualunque modo vi è possibile.
Grazie, Pastore John. Ricordo il titolo dei due libri: “50 Crucial Questions About Manhood and Womanhood” e “Quali sono le differenze?”. Un elenco delle opportunità di servizio per le donne si trova anche in un articolo scritto dal Pastore John intitolato: “A Challenge to Women”, pubblicato il 1 gennaio 1995. I due libri e l’articolo sono disponibili gratuitamente sul sito desiringgod.org.
Il presente articolo è stato pubblicato in precedenza da © IMPATTO ITALIA
Tematiche: Donne, Ministero, Vita Cristiana
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