Il miglior San Valentino!
Mentre ci avviciniamo al giorno di San Valentino, tutti parlano d’amore. Ma se si ascolta attentamente, si scopre che gran parte della conversazione è incentrata su definizioni vaghe o concetti molto astratti.
Cerchiamo invece di essere concreti e specifici: l’amore è un sacrificio volontario per il bene dell’altro che non richiede il contraccambio oppure l’amore è un sacrificio volontario che la persona che si ama merita.
Cosa ha ispirato la mia definizione? L’amore è meglio definito da un evento cioè il sacrificio d’amore di Cristo è la definizione finale che spiega cosa sia e cosa compie l’amore.
“In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amato in questo modo, anche noi ci dobbiamo amare gli uni gli altri” (1 Giovanni 4:10-11, leggi anche i versetti 7-21 per il contesto completo)
Allora spacchettiamo questa definizione. Eccola di nuovo: l’amore è il sacrificio volontario di sé per il bene di un altro che non richiede il contraccambio o è un sacrificio volontario che la persona che si ama merita.
È volontario
Gesù disse: “Nessuno me la toglie, ma la depongo da me stesso; io ho il potere di deporla e il potere di prenderla di nuovo” (Giovanni 10:18). Le decisioni, le parole e le azioni d’amore crescono sempre nel terreno di un cuore volenteroso. In sostanza, non si può costringere una persona ad amare; altrimenti, non si tratterebbe di un amore genuino, orientato verso l’altro, centrato su Cristo.
È il sacrificio di sé
Non esiste l’amore senza sacrificio. Se vuoi amare come Gesù, devi essere disposto a rinunciare al tuo tempo, alle tue energie, al tuo denaro e alle tue preferenze per il bene dell’altro. L’amore serve, aspetta, dona, soffre, perdona… e fa tutte queste cose a ripetizione.
È per il bene dell’altro
L’amore è motivato dagli interessi e dai bisogni degli altri, infiammato dalla prospettiva di alleviare gli oneri e di soddisfare i bisogni. Se sei interessato ad amare le persone solo perché alla fine otterrai qualcosa di buono, non sei motivato dall’amore per loro, ma dall’amore per te stesso.
Non richiede la reciprocità
La Bibbia afferma che Gesù è morto per noi quando eravamo ancora peccatori. Se Dio avesse atteso il nostro intervento fino a quando non fossimo stati in grado di ricambiare, non ci sarebbe stata speranza per noi! L’amore non è un contratto che dice: “Tu mi gratti la schiena e io gratto la tua”. L’amore non significa porre le persone in una condizione di debito verso di noi e aspettare che paghino i loro debiti. L’amore non è una negoziazione per il bene comune. Il vero amore non è motivato dal ritorno personale dell’investimento.
O dal fatto che la persona che si ama è meritevole
L’amore compie la sua funzione migliore quando l’altra persona è immeritevole. Cristo era disposto a salire sulla croce ed era disposto a portare il nostro peccato proprio perché non c’era nulla che potessimo fare per guadagnare, raggiungere o meritare l’amore di Dio.
Ora, forse state pensando: “Non c’è modo che io possa amare in questo modo? Da dove comincio?”. (Bene! La tua disperazione è la porta per sperare in Cristo). Ho una parola su cui potete meditare: gratitudine!
“Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4:19).
L’amore genuino, orientato verso l’altro, centrato su Cristo, non nasce per una malaugurata rinuncia al dovere. No, l’amore nasce dal ricordare e dal celebrare. Quando ricorderò l’amore generoso, fedele, paziente che perdona, che dà forza e che è stato riversato su di me, vorrò naturalmente donare quell’amore anche a qualcun altro.
Quindi, oggi, siate pieni di gratitudine per l’amore di Cristo che vi è stato riversato addosso e che ha cambiato per sempre la vostra traiettoria di vita.
Allora sarete motivati a cercare opportunità per amare come Gesù.
Dio vi benedica.
Tematiche: Donne, Vita Cristiana
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