Il dilemma delle domeniche incentrate sulla predicazione

 

Per anni mi sono chiesto perché Paolo chiamasse la predicazione “pazzia” in 1 Corinzi 1:21. La predicazione è il mezzo glorioso attraverso cui lo Spirito Santo salva e santifica i peccatori, il metodo con il quale il Signore edifica la sua chiesa. Quindi come poteva Paolo definirla pazzia?

 

Dopo aver predicato per qualche decennio, sono giunto ad una migliore comprensione della paradossale descrizione fatta da Paolo. Io credo si riferisca alla “pazzia della predicazione” proprio perché il mondo la vede in quel modo. Niente di sorprendente a riguardo.

 

Ciò che invece sorprende è che anche i cristiani hanno considerato qualche volta la predicazione nello stesso modo: come pazzia che va abolita. I riformatori hanno combattuto per riportare la predicazione all’atto centrale dell’adorazione cristiana dopo secoli e secoli di clericalismo guidato dalla Chiesa Cattolica. Negli scorsi anni, altri sostituti della predicazione sono stati inseriti nell’adorazione del Giorno del Signore: rappresentazioni teatrali, racconto di storie, musica, interviste, arte, video ed altre nuove tecnologie, l’Eucarestia/ Santa Cena (nuovamente) ed altro.

 

Perché?

Penso che C.S. Lewis si avvicini alla risposta nel suo libro “Le Lettere di Berlicche” quando lo zio Berlicche dà al giovane tentatore, Malacoda, una strategia ingegnosa per distrarre i credenti: usare la loro inclinazione alla noia contro loro stessi.

“Lavora sul loro orrore per la cosa vecchia, sempre quella. L’orrore per la cosa vecchia, sempre quella, è una delle passioni più importanti che abbiamo prodotto nel cuore umano – una fonte infinita d’eresie in religione, di sciocchezza nel consiglio, d’infedeltà nel matrimonio, e d’incostanza nell’amicizia…Orbene, proprio come diamo rilievo e esageriamo il piacere del mangiare per produrre la golosità così diamo rilievo a codesta naturale piacevolezza del mutamento e lo deviamo verso la richiesta di assoluta novità”.

 

I cristiani si annoiano facilmente. Hanno la tendenza a perdere velocemente la fiducia in metodi che non producono un cambiamento e risultati concreti. Così la storia della chiesa è in parte una narrazione del contrasto tra ortodossia e novità teologica e metodologica per ottenere il primo posto nei cuori dei credenti. E spesso, l’attività diabolica si concentra nel fare confusione con la Parola predicata.

 

Un uomo in piedi davanti ad una congregazione, che predica la Bibbia da 30 a 60 minuti ogni settimana, sicuramente non può fare molto, sostengono alcuni. Ma è proprio lì che si trova la pazzia: una dieta costante centrata su Cristo, la predicazione espositiva delle Scritture è esattamente quello di cui i peccatori hanno bisogno per diventare sempre di più simili a Gesù. Forse non sembra molto, ma è tutto.

 

Questi dovrebbe rimanere il fulcro dell’adorazione nell’assemblea almeno per tre motivi.

 

1. La Bibbia è ricolma di predicazioni e predicatori

Predicare è la travolgente testimonianza delle Scritture con lo scopo di comunicare le parole di Dio. Se le Scritture sono il principio che regola la chiesa – così come molti cristiani, nel corso della storia della chiesa hanno creduto – allora questo è il motivo principale di cui abbiamo bisogno per mantenere i nostri incontri della domenica incentrati sulla predicazione.

 

Mosé ha predicato la Parola di Dio al popolo di Dio, dando due lunghe esortazioni in Deuteronomio sugli obblighi del patto che Israele doveva mantenere. In Neemia 8, Esdra prese la Torah e guidò Israele, “leggevano nel libro della legge di Dio in modo comprensibile; ne davano il senso, per far capire al popolo quello che leggevano” (Neemia 8:8). Egli lesse ed insegnò la Parola davanti all’assemblea del popolo, che rispose “Amen, Amen” alzando le loro mani. Chinarono i loro capi ed adorarono il Signore con la faccia a terra (Neemia 6:6). Così la Parola di Dio guidò l’adorazione.

 

Gesù ha predicato il sermone più famoso in assoluto in Matteo 5-7. Pietro e Paolo tuonarono con alcuni dei sermoni più potenti della storia come troviamo narrato nel libro degli Atti. La chiesa nacque in Atti 2 attraverso la proclamazione del Vangelo. In seguito abbiamo l’incarico che Paolo diede a Timoteo, un invito senza tempo rivolto a tutti i predicatori: “Predica la Parola, insisti in ogni occasione favorevole o sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza” (2 Timoteo 4:2).

 

Martyn Lloyd-Jones ha sintetizzato bene la questione: “Il compito principale della chiesa e del ministro cristiano è la predicazione della Parola di Dio”. Le Scritture espongono chiaramente questa verità. Quindi la domanda reale a cui la chiesa deve rispondere è: “Ha Dio detto veramente questo?”.

 

2. La Parola predicata è il mezzo di trasformazione stabilito da Dio

Dio ha stabilito la Parola predicata in accordo all’azione dello Spirito Santo, come metodo attraverso il quale Egli trasforma nemici mortali in figli adottivi. In Romani 10, Paolo chiede: “E come potranno sentirne parlare, se non c’è chi lo annunci?”. Egli rispose: “Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (v. 17). Quindi come deve essere proclamata la Parola di Cristo? Dalla pazzia della predicazione sulle labbra di deboli vasi di argilla conosciuti come predicatori. Sì, siamo deboli, ma Lui è forte, e l’opera di Dio compiuta come Lui ha stabilito, gli porta gloria: “Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi” (2 Corinzi 4:7).

 

Una delle più forti illustrazioni della potenza creatrice della Parola di Dio si trova in Ezechiele 37, dove Dio invita il profeta a parlare alle ossa secche in modo che vivano: “Ossa secche, ascoltate la Parola del Signore” (Ezechiele 37:4). Immediatamente le ossa si accostarono le une alle altre. Dio soffiò su ciò che prima era morto, e “tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo”. La Sua Parola proclamata porta vita – una vita salvata e santificata – dove prima c’era solo morte.

 

La Parola predicata è stato sempre il mezzo di risveglio di Dio. La Riforma quindi ha recuperato la centralità della predicazione nell’adorazione, non l’ha inventata. La chiesa degli inizi ha modellato la potenza della predicazione attraverso uomini come Crisostomo, Ambrogio, Agostino, ed Attanasio. E dopo, la predicazione ha generato il Primo e il Secondo Grande Risveglio attraverso Jonathan Edwards, George Whitefield, e John Wesley, ed altri uomini meno conosciuti.

 

Con l’aumento della tecnologia, l’invito all’utilizzo di metodi alternativi alla predicazione è cresciuto esponenzialmente. Ma la tecnologia è sempre stata di grande aiuto alla proclamazione del Vangelo e non l’ha sostituita. C’è qualcuno che vorrebbe insinuare che la stampa di Gutenberg non è stata un enorme propulsore per la Parola predicata? La radio ha catturato il suono della predicazione e l’ha rivolta alle masse. La televisione l’ha portata nei nostri soggiorni. Ci sono tanti sermoni e risorse edificanti disponibili oggi su internet e sono personalmente grato per il modo in cui Dio li usa per risvegliare l’amore per la sana dottrina in tante persone. Però, la predicazione rimane l’atto centrale dell’adorazione cristiana!

 

La tecnologia cambierà ancora ed ancora. Se noi cambiamo la predicazione “per essere al passo con i tempi” allora la nostra adorazione, per necessità, cambierà. Ma le Scritture non ci hanno mai autorizzato a attuare questo cambiamento.

 

3. La natura spirituale della chiesa è chiaramente visibile nella predicazione

Dio chiama la sua chiesa a non essere come il mondo. Il mondo non dovrebbe mai essere in grado di rappresentare la chiesa. Ci riuniamo ogni domenica provenendo da situazioni socio-economiche completamente differenti: etnie, luoghi, paesi, di colore, caucasici, asiatici, latino-americani, ricchi, poveri, alti, bassi, atletici, non atletici, dalle campagne, dalle città, dai sobborghi. E ci riuniamo per ascoltare la proclamazione di un libro che è stato scritto migliaia di anni fa. Tutti i più “comuni” mezzi di grazia di Dio sono contro-culturali, e la predicazione non è una eccezione. Egli lo ha ideato in questo modo così che Lui solo ne riceva la lode.

 

Dire che dovremmo gettar via la predicazione in favore di rappresentazioni teatrali, video, dibattiti, musica o qualsiasi altra cosa, significa interpretare erroneamente la natura della chiesa e della sua opera. Portandoci a far parte della Sua chiesa, Dio ci chiama ad annullare noi stessi. Le statistiche mostrano che in media un adulto trascorre 10 ore al giorno attaccato ai mass media. Non sarebbe meglio allontanarci dai nostri smartphone e tablet per due ore ogni settimana (su 168) per ascoltare la Parola da parte di Dio?

 

La genuina adorazione cristiana non è una esperienza che può essere simulata (o sostituita) da qualsiasi cosa fatta da mano d’uomo, non importa quanto creativa possa essere. Sì, siamo diventati una cultura visiva, ma la cristianità è una fede che si esprime a parole, quindi dobbiamo impedire che la visualità prevalga sulla verbalizzazione.

 

Predica la Parola

Io credo che coloro che vogliono abolire la predicazione non abbiano dubbie intenzioni. Dire che la predicazione abbia bisogno di essere sostituita mi porta a pensare che ci sia un tentativo di ricercare una platea più amplia piuttosto che la ricerca di esaltare la Parola. Dire che la predicazione è fuori moda smentisce il più profondo bisogno del cuore dell’uomo (essere salvato dal peccato e da sé stesso) e afferma la superiorità di bisogni percepiti e le proprie preferenze. Inoltre discutere sul fatto che predicatori mediocri dovrebbero essere sostituiti da esperti, ferrati comunicatori, o da qualcosa di migliore e forse anche di più forte, è come dimenticare che la forza di Dio si manifesta attraverso l’improbabile canale della debolezza umana (2 Corinzi 12:10).

 

Come Berlicche disse al nipote, siamo facilmente terrorizzati dalla Stessa Vecchia Cosa – a meno che quella cosa si concentri su noi. Gli Ebrei al tempo di Paolo chiedevano segni e i Greci volevano sapienza, ma Paolo diede loro ciò di cui avevano realmente bisogno:

 

“Ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1 Corinzi 1:23-25).

 

I peccatori hanno sempre bisogno di una trasformazione attraverso la fedele proclamazione della parola di Dio. Questo non è cambiato e le Scritture fanno di questo la priorità numero uno per la chiesa riunita.

Perché mai oseremmo dare al popolo di Dio qualcosa di diverso?

 

 

Tematiche: Predicazione

Jeff Robinson

Jeff Robinson

E’ redattore capo della The Gospel Coalition. Nativo di Blairsville, in Georgia, è anche pastore della Christ Fellowship Church a Louisville, in Kentucky, e serve come ricercatore senior e associato dell’Andrew Fuller Center for Baptist Studies e professore aggiunto di storia della chiesa al Southern Seminary. Prima di entrare nel ministero, ha trascorso quasi 20 anni come giornalista della carta stampata in Georgia, Carolina del Nord e nel Kentucky. È co-autore di To the Ends of the Earth: Calvin’s Mission Vision e co-editore di 15 Things Seminary Could not Teach Me (Crossway, 2018). Jeff e sua moglie Lisa hanno quattro figli.

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