I tanti benefici di condividere Gesù

 

 

Decorare un albero di Natale con le luci una volta era un vero problema. Oggi, se una lampadina smette di funzionare in una serie di luci natalizie, non è un grosso inconveniente: le altre continuano a brillare perché il circuito è collegato in parallelo, ma quando ero piccolo, le luci dell’albero di Natale erano collegate in serie, quindi se una lampadina si fulminava, l’intera fila si spegneva. L’unico modo per identificare la lampadina bruciata era svitare pazientemente ogni singola lampadina e provare a inserirne una funzionante in ogni portalampada fino a trovare quella difettosa. Solo dopo aver individuato e sostituito la lampadina guasta, l’intera serie di luci si riaccendeva.

 

Le discipline cristiane interagiscono e si rafforzano a vicenda proprio come un circuito in serie. Forse sei fedele nello studio della Bibbia o nella preghiera, eppure senti ancora il desiderio di un rinnovamento spirituale nel tuo cuore. Vorresti sperimentare una vitalità soprannaturale nella tua relazione con Cristo. Magari percepisci che ti manca qualcosa – una lampadina bruciata – e che una svolta spirituale è a portata di mano, se solo riuscissi a capire cosa sta interrompendo il circuito.

 

Molti cristiani hanno una “lampadina bruciata” in particolare che affievolisce la loro vita spirituale: la mancanza di evangelizzazione.

 

Una grande disciplina negletta 

Se vogliamo crescere spiritualmente, dobbiamo includere l’evangelizzazione come parte del nostro ritmo di vita. Perché? Perché la Bibbia mette in guardia dal rischio di essere solo ascoltatori della Parola e non anche praticanti (Gm. 1:22-25; Eb. 5:12-14). Accumulare conoscenza senza mai condividerla trasforma rapidamente la nostra vita in una palude spirituale, anziché in un fiume, un canale, un condotto di benedizione, che è ciò per cui Dio ci ha creati. Come dice spesso un mio amico: “Attento a non permettere che la tua conoscenza superi la tua obbedienza”.

 

Uno dei modi migliori per rafforzare la nostra fede nel Vangelo è proclamarlo ad altri. Quando pensiamo alle discipline spirituali, siamo soliti considerare la lettura della Bibbia, la preghiera, la generosità, l’adorazione, la comunione fraterna, il servizio e persino il digiuno. Tuttavia, spesso non pensiamo all’evangelizzazione come a una disciplina spirituale. Quando comprendiamo che evangelizzare non è un’attività riservata a pochi individui particolarmente dotati, ma un mandato per tutti i credenti (Mat. 28:19; Col. 4:5-6), scopriamo che porta con sé innumerevoli benedizioni inaspettate.

 

Poiché l’evangelizzazione è un’esperienza che coinvolge tutta la persona a livello teologico, relazionale e pratico, essa ha la capacità unica di dare nuova vitalità anche alle altre discipline spirituali, in un processo che chiamo “le benedizioni collaterali dell’evangelizzazione”. In guerra, si parla di danni collaterali quando un attacco militare colpisce inavvertitamente civili o danneggia strutture come scuole o ospedali vicini. Al contrario, le benedizioni collaterali si verificano quando l’obbedienza nel proclamare il Vangelo porta benefici inattesi in altre aree della nostra vita spirituale. Le benedizioni dell’evangelizzazione si sperimentano non solo parlandone, ma mettendola in pratica. Ecco dunque nove benedizioni collaterali che derivano dal fare dell’evangelizzazione una pratica regolare.

 

1. Una vita di preghiera più intensa

Quando inizi a condividere il Vangelo con gli altri, ti rendi conto che solo lo Spirito Santo può trasformare i cuori e questo ti spinge a pregare con maggiore fervore affinché Egli operi convincendo e rigenerando. Supplichi lo Spirito Santo di darti le parole giuste nel momento opportuno. Chi evangelizza affronta una forte opposizione da parte di Satana e delle sue schiere, perché nulla li irrita più del vedere il loro territorio minacciato. La battaglia spirituale affinerà la tua consapevolezza della tua dipendenza da Dio e ti spingerà a pregare con maggiore intensità.

 

2 . Fame delle Scritture

Quando inizi a evangelizzare, potresti conoscere solo alcuni versetti chiave del Vangelo, come Giovanni 3:16 e Romani 6:23, e sia lodato Dio, perché anche solo pochi passi della Scrittura possono essere sufficienti per condurre qualcuno alla fede. Tuttavia, non ti accontenterai di avere solo pochi strumenti a disposizione; desidererai arricchirti di quanti più versetti evangelistici possibile, per essere sempre più efficace nella condivisione della verità.

 

3. Vita santa

Comprendi che sono in gioco anime eterne e non vuoi che alcun peccato nella tua vita ostacoli la tua efficacia nell’evangelizzazione o ti impedisca di essere pienamente preparato per ogni opera buona (2 Tim. 3:17). Coltiverai una sempre maggiore fame e sete di giustizia e svilupperai un odio più profondo per il peccato.

 

Quando il tuo sguardo è rivolto solo a te stesso, rischi di diventare apatico, irrequieto e incline all’autocompiacimento. L’evangelizzazione, invece, sposta la tua attenzione sugli altri, accende nel tuo cuore l’amore per chi è lontano da Dio e trasforma le tue scelte di vita.

 

4. Teologia più approfondita

Quando qualcuno blocca i tuoi sforzi di evangelizzazione ripetendo frasi sentite su YouTube o TikTok, è il momento di diventare esperti di teologia. Le domande sulla natura e sul carattere di Dio non saranno più teoriche, ma diventeranno di rilevanza fondamentale per le tue conversazioni evangelistiche. I teologi cercano di conoscere Dio, mentre gli evangelisti desiderano che altri conoscano Dio. Matthew Barrett unisce questi due aspetti quando scrive: “Guardare la bellezza del Signore è la principale ambizione del teologo, ma il compito del teologo è incompleto se il suo sguardo celeste è rivolto solo a se stesso”.

 

Una buona teologia ci spinge a evangelizzare, perché chiunque sia rapito dalla grandezza di Dio desidererà vedere altre persone provare la gioia che nasce dal conoscere Dio, un desiderio che trabocca nella proclamazione del Vangelo. Non solo, ma gli evangelisti indirizzano i nuovi credenti su una traiettoria teologica, quindi è fondamentale che pongano una solida base teologica. Come diceva uno dei miei professori: “Gli evangelisti sono teologi in prima linea”.

 

5. Apologetica impegnata

Non si sa mai chi potresti incontrare, quindi è importante essere in grado di fornire risposte ponderate e convincenti a possibili obiezioni provenienti da altre culture e religioni. Essere esperti di ogni visione del mondo è impossibile e l’obiettivo non è quello di superare intellettualmente gli altri, ma saper dialogare con altri punti di vista è un atto di amore. Inoltre, comprendere le diverse prospettive ti permetterà di adattare la tua presentazione del Vangelo al tuo pubblico (1 Cor. 9:19-23). Naturalmente, non dovresti aspettare di diventare un esperto prima di parlare, ma non rimanere nemmeno ignorante volontariamente. Dio benedice la preparazione umile, non la presunzione.

 

6. Maggiore gioia

Essere usati da Dio per guidare qualcuno a Gesù è una delle esperienze più esaltanti che si possano vivere. Nessun essere umano può produrre una vera conversione, ma gli evangelisti hanno il privilegio di essere come delle levatrici spirituali quando una persona nasce di nuovo. Coloro che preferiscono restare nella loro zona di comfort si perdono la gioia di essere usati da Dio per la salvezza delle anime.

 

7. Amore per i perduti

È facile rinchiudersi nel proprio mondo, dimenticando che siamo chiamati a essere sale e luce. L’evangelizzazione ci ricorda che ci sono ancora molte persone prigioniere del diavolo (2 Tim. 2:26) e schiave delle passioni mondane (Tt. 3:3), una condizione in cui anche noi ci siamo trovati. Essendo profondamente relazionale, l’evangelizzazione offre l’opportunità di vivere il secondo Grande Comandamento, che ci invita ad amare il nostro prossimo come noi stessi (Mat. 22:39). In effetti, una delle cose più amorevoli che possiamo fare per un’altra persona è offrirle il Vangelo. Condividendo il Vangelo, ci troveremo sempre più preoccupati per le difficoltà, le confusioni, le domande e le difficoltà degli altri, che non conoscono Cristo.

 

8. Speranza celeste

Il Vangelo è il messaggio supremo di speranza. Il Vangelo ri-orienta il nostro sguardo verso il cielo. Più ascoltiamo il Vangelo, più il nostro sguardo si rivolge verso il cielo. Quando evangelizziamo, non solo proclamiamo questa speranza a chi è lontano da Dio, ma ci ricordiamo anche di essa e più interiorizziamo il Vangelo, più diventa facile condividerlo. Più apprezziamo l’amore di Dio manifestato nella vita, morte e resurrezione di Gesù, più l’evangelizzazione diventa un sovrabbondante e gioioso frutto della nostra esperienza sempre più profonda dell’amore di Dio.

 

9. La gloria di Dio

Dio è glorificato quando portiamo molto frutto (Giov. 15:8). Come scrive J.I. Packer, “Noi glorifichiamo Dio evangelizzando, non solo perché l’evangelizzazione è un atto di obbedienza, ma anche perché nell’evangelizzazione raccontiamo al mondo le grandi cose che Dio ha fatto per la salvezza dei peccatori. Dio è glorificato quando le Sue potenti opere di grazia sono rese note” (Evangelism and the Sovereignty of God, 75). Particolarmente quando le proclamiamo con gioia manifesta.

 

Imparare, amare e …lavorare

Il discepolato coinvolge tutta la persona: mente, cuore e mani. I discepoli devono imparare, amare e lavorare affinché anche altri possano imparare ciò che hanno imparato e amare ciò che amano. Hanno bisogno di informazioni, affetto e applicazione. Approcci troppo ristretti finiscono per produrre discepoli incompleti e malformati. È necessario che tutta la persona venga santificata.

 

Naturalmente, l’evangelizzazione non è l’unico ingrediente necessario per una ricetta sana di discepolato, ma è spesso un ingrediente trascurato. L’evangelizzazione è uno strumento potente per il discepolato perché sfida i credenti a crescere in conoscenza, amore e obbedienza. Una volta che è incorporata nel ritmo di vita quotidiano di un credente, l’evangelizzazione crea un’esplosione di benefici collaterali.

 

 

Per approfondire consigliamo Evangelizzazione di J. Mack Stiles, Ed. Coram Deo.

 

Evangelizzazione

Tematiche: Evangelizzazione, Gesù Cristo, Vangelo

Joe M. Allen III

Joe M. Allen III

(@joeyallendazole) Con la sua famiglia hanno prestato servizio nell’Asia meridionale in contesti musulmani e indù per quattordici anni. Joe ora è il presidente di missioni ed evangelizzazione presso il Midwestern Baptist Theological Seminary di Kansas City.

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