Genitorialità in una crisi familiare

 

Come dobbiamo comportarci noi genitori in una crisi familiare? Nello scenario di oggi, marito e moglie sono in disaccordo. Il figlio è messo contro il padre. La figlia è contrapposta a sua madre. Anche la nuora si schiera con la figlia contro la mamma. E l’ostilità di tutti contro la madre pesa profondamente sul padre, a tal punto che i peggiori nemici di un uomo sono all’interno della sua stessa casa. Quindi, quando una famiglia si divide in questo modo, cosa deve fare un uomo?

 

Questo scenario è ciò che rende il settimo capitolo di Michea così desolante. È il peggiore dei tempi. La cultura si sta fratturando a causa del peccato. Nessuno può fidarsi di nessuno. E dietro la porta di casa, la famiglia cade in profonda crisi. È tempo, avverte Michea, di “non riporre fiducia in un prossimo; non avere fiducia in un amico; custodisci le porte della tua bocca da colei che giace tra le tue braccia [da una moglie, cioè]; poiché il figlio tratta il padre con disprezzo, la figlia si solleva contro la madre, la nuora contro la suocera; i nemici di un uomo sono gli uomini della sua stessa casa” (Michea 7:5,6).

 

Considerando il dolore di tale caos nella società e nella casa, Michea compie due azioni nel versetto 9. Prima con onestà fa i conti con sé stesso e poi si aggrappa alla sua speranza in Dio. “Sopporterò l’indignazione del Signore perché ho peccato contro di lui, finché non perorerà la mia causa ed eseguirà il giudizio per me. Egli mi porterà alla luce; guarderò alla sua vendetta” (Michea 7:9)

 

“Qui c’è il pastore John che, in un sermone del 2010, spiegò la rilevanza di questo testo per la famiglia in crisi al giorno d’oggi.”

 

Ciò che rende il versetto 9 all’inizio così sbalorditivo -“Sopporterò l’indignazione del Signore perché ho peccato”- è il fatto che lo sta dicendo mentre si trova nel pieno vortice del peccato. Sai che questa è una delle cose più difficili del mondo? È impossibile non peccare contro amici, familiari, colleghi. È praticamente impossibile senza lo Spirito Santo!

 

Considerare il proprio peccato

Quindi Michea sa di aver commesso peccato. Sa anche però che alcune delle accuse contro di lui sono sbagliate. In qualunque modo Dio farà giustizia, e sa che Dio è per lui e non contro di lui. Dio lo porterà dalle tenebre, alla luce. Lo vendicherà. Quindi Michea è determinato nell’avere fiducia nelle parole che afferma, incredibilmente determinato! Tuttavia, ciò su cui attira l’attenzione, per spiegare l’indignazione del Signore, è il suo stesso peccato: “Sopporterò l’indignazione del Signore perché ho peccato contro di lui”.

“L’attitudine speranzosa di un genitore nei momenti peggiori è l’attitudine di un cuore rotto ma determinato”.

 

Sto sostenendo che l’attitudine per essere genitori con speranza nei momenti peggiori è una determinazione spezzata, la prima domanda che mi pongo è, “Perché Michea ha il cuore spezzato?” E il centro della risposta, il nucleo stesso della risposta, non è il peccato di altri contro di lui, ma il suo stesso peccato contro Dio. Questo è il nucleo della sua risposta. E questo è il nucleo della genitorialità. Se ciò non avviene, nient’altro andrà per il verso giusto, niente. Mogli e mariti, ecco dove si inizia (o si ricomincia). L’attitudine della genitorialità con speranza nei momenti peggiori è l’attitudine della determinazione con il cuore spezzato. E il cuore spezzato è prima, e soprattutto, a causa dei propri peccati commessi.

Questa è una grande battaglia che affrontiamo, e possiamo vincerla solo per la grazia di Dio. Prego per voi. Dio conceda che a tutti noi sia dato il miracolo, per mezzo dello Spirito Santo, di un’attitudine di umiltà affinché, mentre siamo nel peccato, confessiamo i nostri peccati a Dio. Questo è un miracolo di guarigione, quel tipo di cosa che dà la speranza dove si pensava che non ce ne fosse più.

Quando ci ritroveremo davanti a Dio nel giorno del giudizio per rendere conto a Lui, indovinate un po’? Egli non vi darà un minuto per commentare le accuse contro di voi, nemmeno uno. Per diversi motivi:

  1. Ha un libro in cui ha scritto tutto; non ha bisogno del tuo aiuto.
  2. Ti sbaglierai sicuramente; la tua memoria non è abbastanza buona.
  3. Useresti quel tempo per l’auto-giustificazione.

 

Non avrai un minuto all’ultimo giorno per parlare del peccato di qualcun altro, nessuno. È solo il tuo il centro del discorso.

 

La determinazione di un cuore spezzato

Quindi, come si fa ad essere genitori nei momenti peggiori con speranza? Come si fa ad essere genitori con speranza quando la famiglia è divisa in due o tre fazioni? Guardate al Signore, gridate al Signore (Michea 7:7), e poi gridate a Lui con due profonde convinzioni, che le tue parole sono guidate dallo Spirito Santo, e che le tue parole sono piene di consapevolezza. Mi state capendo? Solo Dio può portarci a quell’attitudine. La predicazione aiuta, ma solo Dio può portarci lì.

 

Sto cercando di edificare la tua vita in questo momento, come genitori o futuri genitori o persone single, due convinzioni profonde bisogna avere, una convinzione mentale, e una convinzione sincera emotivamente, solo due: determinazione e un cuore spezzato.

 

Prima convinzione: il mio peccato è il mio problema più grande. Il mio peccato è il nostro problema matrimoniale. Il mio peccato è il mio problema genitoriale. Il mio peccato è il mio problema di lavoro. Il mio peccato è il problema della chiesa. E non merito nulla da Dio. Non siamo e non saremo mai genitori perfetti. Abbiamo peccato. Eliminiamo qualsiasi cosa possa ammorbidire questo concetto in noi!

Non siamo sciocchi. Non siamo ingenui. Sappiamo di essere stati anche vittime di peccati altrui. Le mogli peccano contro di noi. I bambini peccano contro di noi. I pastori peccano contro di noi. Lo sappiamo. Ma questo non è il nocciolo del nostro problema. Dio non mi chiamerà a rendere conto del peccato di nessuno contro di me, di nessuno. Mi chiamerà a rendere conto di una cosa: come ho risposto? Ho peccato rispondendo? Si,ho peccato. Solo lo Spirito Santo può farci sentire questa colpa in modo sincero e profondo. Quindi questa è la prima convinzione che sto pregando Dio affinché sia presente nei nostri cuori.

Seconda convinzione: non c’è dio come il nostro Dio. Voglio che tu sia così profondamente convinto che Egli perdona ogni iniquità. Passa sopra la trasgressione. Egli ritira la Sua giusta ira. Si diletta nell’amore incondizionato. Voglio che tu sia profondamente convinto di questo, nello stesso modo in cui tu sei convinto di essere un peccatore.

 

Grande peccatore, Gioioso Salvatore

Riusciamo a comprendere come possono queste due affermazioni coesistere? Questo è molto importante. Concedetemi un minuto. Ho un profondo, profondo senso di convinzione per il mio peccato perché sono consapevole di aver offeso Dio. Sono emotivamente compunto dai miei numerosi fallimenti, e ne sono straziato. Questo è un miracolo. E qui c’è una convinzione massiccia, forte, incrollabile: questo Dio che governa il mondo con la destra della Sua giustizia, perdona la mia iniquità.

Comprendiamo questa associazione tra le due affermazioni? Il primo mi fa restare sbalordito per la grandezza del perdono, ma a meno che non sia fiducioso della Sua misericordia, mentirò a me stesso. Ho intenzione di cortocircuitare questa convinzione. Non lo lascerò andare fino in fondo, non posso perché è devastante. È semplicemente troppo devastante, a meno che non abbia lo sguardo rivolto verso il Salvatore. Comprendete come queste due realtà sono connesse? Non funzionerebbe altrimenti. Non puoi essere gioioso del perdono di Dio se prima non consideri la tua peccaminosità. E non puoi essere compunto del tuo peccato a meno che Dio non sia gioioso di salvarti.

Potresti controbattere e dire “No, non possono funzionare insieme queste cose”, ma appunto io sto affermando che è un vero e proprio miracolo. È un miracolo. Non riesco a spiegare la vita cristiana. Non riesco a spiegare la nuova nascita. Non riesco a spiegare la convinzione del peccato. Non riesco a spiegare come Dio si presenta e fa due cose che dipendono l’una dall’altra allo stesso tempo. Ma lo fa. La maggior parte di voi l’ha sperimentato. È avvenuto. Bisogna andare più in profondità. Ma quasi tutti voi in questa stanza, credo, avete sperimentato ciò di cui sto parlando.

 

Quindi quelle due convinzioni profonde, la determinazione e un cuore spezzato, sono ciò che intendo per genitorialità con speranza nei momenti peggiori. Di solito, non sappiamo nemmeno chi è più colpevole: “Ero principalmente io, o principalmente loro? Non riesco nemmeno a capirlo”. Non lo sappiamo nemmeno. In quel vortice, possediamo ciò che sappiamo: “Sono un grande peccatore, ma Gesù è un grande Salvatore”.

Modellati dalla Croce

Quindi, come si conclude? Potresti concludere dicendo: “Ok, siamo cristiani, e lo sappiamo perché guardiamo da questo lato della croce, mentre se guardiamo nell’altro lato dove Dio ha comprato il mio perdono, entrambe le realtà si intensificheranno”. Si intensificheranno o scemeranno? Non potrai mai conoscere quanto siano gravi i tuoi peccati finché non guardi Gesù morire sulla croce per essi. Non potrai mai. È impossibile che l’uomo riesca. Non possiamo comprendere quanto sia orribile. Non possiamo percepire l’orrore della Croce. Comprenderemo l’atrocità della Croce solo se comprenderemo quanto sia orribile il nostro peccato. Questo è il punto. Non possiamo saperlo.

“Non puoi conoscere davvero quanto sia grave il tuo peccato finché non guardi Gesù morire per esso. Non possiamo farcela. Non possiamo riuscirci”.

 

Pertanto, i cristiani hanno un vantaggio sulla colpa. Siamo i migliori in questo, si spera. Dovremmo essere le persone più pentite del pianeta. Dovremmo essere più devastati di chiunque altro dal senso di colpa. Abbiamo visto la gloria della Croce. E il livello di fiducia nei nostri cuori che contemplano questo orrore dovrebbe salire ad ogni urlo emesso dal Signore trafitto sulla croce. Quindi, da questa parte della croce, ciò che cambia è questo: ora vediamo il prezzo che è stato pagato. Tale realtà intensifica quanto io sia miserabile e intensifica quanto sia totalmente dipendente dal patto che Dio ha pagato, affinché potesse adottarmi nella Sua famiglia nonostante il mio peccato. È semplicemente incredibile!

E per Michea, Gesù era solo una profezia. Ve lo ricordate? Voglio leggervelo!

Ma tu, o Betlemme Efrata, che sei troppo piccolo per essere tra i clan di Giuda, da te uscirà per me uno che deve essere sovrano in Israele, la cui venuta è dall’antichità,
dai tempi antichi. . . .Ed egli starà in piedi e pascerà il suo gregge nella forza del Signore, nella maestà del nome del Signore suo Dio. (Michea 5:2,4)

 

Quel Pastore ha dato la Sua vita per le pecore, e ora vediamo in Lui con grande chiarezza l’orrore del nostro peccato e l’impegno di Dio nel salvarci da esso. Cristo ha preso su di Sé il giusto giudizio al posto nostro.

 

Traduzione di Ismaele Vacca

 

Tematiche: Conflitti, Domande dei lettori al pastore John Piper, Genitori

John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.

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