Argomentazioni a favore delle donne diacono
I diaconi sono servitori indispensabili in ogni chiesa vangelocentrica e missionale. Non sono lavoratori di basso rango; sono persone che si mobilitano e servono per l’avanzamento del ministero del Vangelo come vediamo nei primi diaconi di cui si parla in Atti 6. La mia speranza è che le chiese di nuova fondazione diano priorità all’ordinazione dei diaconi più di quanto diano importanza al branding, lanciare una visione e installare macchine del fumo.
Nell’ordinare i diaconi, pastori e fondatori di chiesa devono tenere conto dell’interpretazione valida secondo la quale il diaconato include le donne che soddisfano le qualifiche elencate da Paolo in 1 Timoteo 3:8-13.
Dati biblici
Arriviamo al motivo per cui state leggendo questo articolo. Paolo sta parlando delle mogli dei diaconi o di donne diacono quando scrive: “Allo stesso modo siano le donne dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa” (1 Tim. 3:11)?
Due cose emergono quando si confrontano le qualifiche degli anziani e dei diaconi in 1 Timoteo 3.
1. I diaconi non devono essere capaci di insegnare.
2. Sembrerebbe che Paolo stia elencando le qualifiche delle mogli dei diaconi e non delle mogli degli anziani—e ciò sarebbe strano.
La parola Greca tradotta con “mogli” può essere resa anche con “donne”. Quindi se Paolo non si rivolge alle mogli dei diaconi, sta elencando le qualifiche delle donne diacono—e questo ha molto più senso. Perché mai le mogli dei diaconi avrebbero bisogno di qualifiche e non le mogli degli anziani, dal momento che gli anziani sono coloro che vigilano sulla chiesa?
Febe: diaconessa o serva?
Paolo scrive alla fine di Romani: “Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea . . .” (Romani 16:1-2, Nuova Riveduta). Febe è chiamata serva, diakonos, che è la stessa parola Greca usata per diacono in 1 Timoteo 3 e Filippesi 1:1.
La parola serva usata in alcune traduzioni potrebbe essere tradotta diaconessa, o più esattamente diacono dato che la parola Greca può essere resa al maschile o al femminile. Ha senso tradurre questa parola in diaconessa perché il contesto mostra che Paolo sta scrivendo di Febe, una donna.
Ma questo da solo non significa che lei sia un diacono. Paolo potrebbe chiamarla una serva, ma il contesto e la struttura dimostrano che lei è una diaconessa poiché Paolo cita una chiesa specifica, “della chiesa di Cencrea”. Quando questa struttura viene usata nel Nuovo Testamento e nei documenti della chiesa primitiva, essa segnala una persona specifica in un ruolo ufficiale. Ritengo si possa affermare con certezza che le donne possono servire come diacono. Anche la storia della chiesa lo conferma.
Storia della chiesa
L’evidenza storica di donne diacono è enorme. Troviamo evidenze di diaconesse nel secondo, terzo e quarto secolo. Nel 111 d.C., Plinio, governatore della Bitinia, riferì di aver interrogato (sotto tortura) due donne che si definivano diaconesse sui riti praticati dai cristiani. Alla fine del Periodo Apostolico, abbiamo dunque diaconesse nella chiesa che dichiarano il loro ufficio davanti a ufficiali Romani.
Questa è una citazione del terzo secolo tratta da Costituzioni dei Santi Apostoli, una guida scritta per le chiese basata sugli insegnamenti degli apostoli:
“Che le diaconesse siano diligenti nel prendersi cura delle donne; but both of them pronti a portare messaggi, a spostarsi, ad amministrare e servire . . . Che ciascuno dunque conosca il proprio ruolo, e lo assolva diligentemente con uno stesso sentimento, con una sola mente, conoscendo la ricompensa del proprio servizio”.
La chiesa primitiva scrisse addirittura una preghiera per l’ordinazione delle diaconesse:
“Dio, eterno,
Padre di Nostro Signore Gesù Cristo, creatore dell’uomo e della donna,
tu che hai riempito di spirito Myriam, Debora, Anna e Ulda, che non hai
giudicato indegno che tuo Figlio, l’Unigenito, nascesse da una donna, tu
che nella tenda della testimonianza e nel tempio hai istituito custodi per
le tue porte sante, tu stesso guarda ora la tua serva qui presente, proposta
per il diaconato, donale lo Spirito Santo e purificala da ogni impurità
della carne e dello spirito, perché compia degnamente l’ufficio che le è
stato affidato, per la tua gloria e a lode del tuo Cristo, da cui a te gloria
e adorazione nello Spirito Santo, per i secoli. Amen”
Giovanni Calvino scrisse: “Poiché le diaconesse sono state create non tanto per compiacere Dio con canti o borbottii incomprensibili, né per vivere il resto del loro tempo nell’ozio, ma per assolvere il ministero pubblico della chiesa verso i poveri e per impegnarsi ad amare il prossimo con ogni zelo, costanza e diligenza”. E anche se Charles Spurgeon non offre mai una difesa per le donne diacono, egli si limita a riconoscerle come se fossero un fatto assodato, riferendosi a quello delle diaconesse come a “un ufficio che indubbiamente era riconosciuto nelle chiese apostoliche”.
Nella nostra epoca, pastori e insegnanti come John Piper, Mark Dever e John MacArthur hanno sostenuto argomentazioni a favore delle donne diacono. Data l’evidenza esegetica e storica, penso che avere donne che servono come diaconi sia una cosa che certamente onora Cristo.
In una cultura che tratta le donne in modi peccaminosi, nella chiesa di Gesù Cristo esse possono essere delle servitrici efficaci e fondamentali per la causa di Cristo. Dovremmo unirci ai nostri fratelli della chiesa primitiva e pregare grandi cose per le donne diacono. Sia lode al Signore per i diaconi, uomini e donne!
Per gentile concessione di Impatto Italia
© IMPATTO ITALIA, © Coram Deo
Il presente articolo può essere utilizzato solo facendone previa richiesta a Coram Deo. Non può essere venduto e non si può alterare il suo contenuto.