Egli non frantumerà la canna rotta
Fu una delle scene più cruente che abbia mai visto in televisione. C’era sangue ovunque e l’agonia permeava la scena. Non era un episodio del Trono di Spade ma un programma di storia naturale sulla BBC: il protagonista era un coccodrillo e la sua vittima era uno gnu.
Durante la migrazione annuale, che vede lo spostamento di un numero incredibile di animali, gli gnu attraversano un fiume mentre i coccodrilli rimangono in attesa. Per loro è il banchetto più grande dell’anno. Non è certo facile abbattere gli gnu: arrivano a pesare fino a 270 chili e sono molto forti, ma è qui che entrano in gioco le mascelle del coccodrillo. Osservare come questi enormi animali venivano abbattuti, annegati e fatti a pezzi dalle fauci dei coccodrilli è stato al contempo orripilante e straordinario.
In un altro momento del programma vediamo le stesse mascelle prendersi cura delle uova. Quelle mascelle, forti abbastanza da abbattere e fare a pezzi un grande gnu erano anche abbastanza gentili da tenere al loro interno un fragile uovo senza romperlo. Questo ci da un’immagine di ciò che la Bibbia intende per gentilezza: non è l’assenza di forza ma l’esercizio della forza in una situazione delicata.
La mansuetudine non è debolezza
Solo Gesù può dimostrare la forza assoluta e poi esercitare quella stessa forza speciale nei modi più dolci. Lo stesso Gesù che ha il potere di rovesciare i tavoli nel cortile del tempio, di cacciare i demoni dai posseduti o addirittura di richiamare un morto dalla tomba, è quello stesso Gesù che ha anche il potere di mostrare dolcezza a coloro che sono più delicati e fragili. Nel vangelo di Matteo leggiamo:
Egli non disputerà e non griderà e nessuno udrà la sua voce per le piazze. Egli non frantumerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, finché non abbia fatto trionfare la giustizia. E le genti spereranno nel suo nome (Matteo 12:19-21).
Non esisteva nessuno più forte di Gesù. Non ebbe mai paura davanti ai Suoi oppositori; non esitò mai nel dire ciò che andava detto, anche quando sapeva che le Sue parole avrebbero provocato una violenta opposizione; teneva testa a coloro che dovevano essere sfidati e rivendicò la vittoria sul peccato e sulla morte. Non era certo un uomo debole.
Portati dal braccio onnipotente
Tuttavia, in Gesù, la grande forza non conduce all’insensibilità. L’abilità di sfidare e fronteggiare non porta necessariamente al conflitto. Gesù non calpestava le persone. Egli è in grado di schiacciare un serpente ma anche di prendersi cura dei più delicati. Ricordiamo ciò che Isaia ha scritto sul Dio che sarebbe venuto per il suo popolo:
Ecco, il Signore, l’Eterno, viene con potenza, e il suo braccio domina per Lui. Ecco il suo premio è con Lui e la sua ricompensa lo precede. Egli pascolerà il suo gregge come un pastore; radunerà gli agnelli col suo braccio e li porterà sul suo seno, e guiderà con dolcezza e cura le pecore che hanno i piccoli (Isaia 40:10-11).
Il braccio con cui Dio esercita il Suo potente dominio è lo stesso che raduna gli agnelli. Il Dio che livella le montagne e rovescia le superpotenze è lo stesso Dio che tiene i più deboli e i più fragili vicino al Suo cuore.
Per la canna rotta
La profezia di Isaia parlò della venuta di qualcuno che non avrebbe frantumato la canna rotta (Isaia 42:3). Questo non vuol dire che Gesù è un debole o un rammollito. Egli sa come applicare la sua forza su ciò che è fragile. Prova a pensare a tutte le cose che potrebbe frantumare e ti meraviglierai nel vedere quante invece non ne avranno alcun danno.
Oppure prova a pensare al lucignolo fumante. Non gli rimane che un debole scintillio, nient’altro che un puntino di luce arancione. Il minimo spostamento d’aria lo spegnerebbe di certo. Eppure Gesù è capace di somministrare la propria cura con tale precisione chirurgica e scientifica in modo che quanto c’è di più fragile e delicato possa essere preso e alimentato con cura e protezione assolute.
Parte della meraviglia è il fatto che Gesù è capace di combinare ciò che noi così facilmente tendiamo a separare. Nella nostra esperienza, quelli che sono più gentili spesso mancano di forza, mentre ai più forti manca la capacità di essere gentili e moderati. Tuttavia Gesù è l’esempio perfetto di gentilezza e di forza straordinaria. Nessuno viene frantumato per sbaglio. Con Gesù non c’è mai alcun pericolo di essere colpito da fuoco amico o di subire danni collaterali.
Egli ti ama di più
Questa combinazione è il motivo per cui Egli è un buon Salvatore a cui rivolgersi. È forte e potente da salvare: può affrontare il più forte dei nostri nemici con la certezza di vincere sempre. Nessuna forza spirituale schierata contro di noi potrebbe mai resistere. Eppure Egli è ineffabilmente delicato e cauto con noi. Non esiste ferita o debolezza che non sia in grado di capire e di gestire con la massima cura. A Lui possiamo affidare le nostre ferite e le nostre fragilità più delicate, ed Egli non le tratterà certo in modo brusco, non ci schiaccerà. Egli può esercitare la Sua forza inimmaginabile su di noi con affetto e sensibilità.
Nel mondo caduto in cui viviamo, tutti noi siamo peccatori e al contempo vittime di peccati altrui. Alcuni di questi peccati possono averci lasciato ferite profonde che sembrano insondabili persino per noi, figuriamoci per gli altri. Tuttavia Gesù ci conosce completamente e ci capisce interamente, ci ama più di quanto noi amiamo noi stessi ed è più impegnato nel renderci perfettamente felici di quanto non lo siamo noi.
Nel nostro dolore e nella nostra confusione, nelle nostre debolezze e nel nostro disordine, possiamo andare a Lui con la certezza che Egli è l’unico degno di fiducia, che ha il potere e l’abilità di aiutarci e la tenerezza e la cura di volerlo fare. Possiamo affidare a Lui i nostri dolori e le nostre ferite più profonde. Non esiste nessuno di più tremendo, ma neppure nessuno di più gentile.
Traduzione a cura di Eleonora Modena
Tematiche: Crescita spirituale, L'amore di Dio, Sofferenza, Teologia, Vita Cristiana
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