Dovremmo usare l’umorismo nella nostra predicazione?

 

 

Ai tempi di Charles Spurgeon, il ministero e il divertimento non si mescolavano spesso.

Gli evangelici, in particolare quelli di stampo riformato, non erano esattamente noti per il loro senso dell’umorismo. Nella sua autobiografia, Spurgeon scherzava sul fatto che il dodicesimo comandamento doveva essere: “Tu dovrai [indossare] un muso lungo la domenica”.

Spurgeon era in controtendenza: aveva un’intelligenza acuta, e questo si vedeva nei suoi sermoni. Il grande Spurgeon prendeva il Vangelo con la massima serietà, ma non si prendeva affatto sul serio.

Parlando della predicazione, Spurgeon disse che “è meno grave provocare una risata momentanea che un sonno profondo di mezz’ora”. Confessò a un ascoltatore che aveva obiettato a un commento spiritoso che aveva fatto sul pulpito:

Se tu avessi saputo quanti altri ne ho trattenuti, non avresti trovato da ridire su quello, ma mi avresti lodato per la moderazione che avevo esercitato… Se non fossi stato attento, sarei diventato troppo esilarante.

 

Spurgeon usava l’umorismo gratuitamente? Non era consapevole dei pericoli di troppa ironia quando si affrontano le profonde cose di Dio? Nella sua biografia di Spurgeon, Tom Nettles dice che il Principe dei Predicatori vedeva l’umorismo funzionare come una sorta di esca per il suo amo del Vangelo:

Questi tocchi di umorismo, per quanto bassi possano sembrare ad alcuni, Spurgeon li difendeva, cospargendo i suoi messaggi di umorismo come l’uso di “raccogliere l’esca” per far venire il pesce.

Spurgeon disse che alcuni dei [suoi] contemporanei erano “così noiosi, così monotoni, così lunghi e così aspri”, che non si meravigliava che i loro banchi fossero così poco popolati.

 

I predicatori di oggi dovrebbero emulare Spurgeon? C’è posto per la risata spensierata nei sermoni? Penso che Spurgeon stesso avesse la visione più sana della risata nel pulpito: usala se si adatta alla tua personalità, ma fai attenzione a non lasciare mai che distragga o mini le sublimi verità del Vangelo. Susie Spurgeon forse ha espresso al meglio il punto di vista di suo marito sull’umorismo nel pulpito: “Charles non si è mai scomposto per fare una battuta o per evitarla”.

 

Non sono sicuramente l’uomo più divertente del mondo (chiedete ai miei figli!), ma mi piace ridere e apprezzo le persone serie che non si prendono troppo sul serio. Sono d’accordo con Spurgeon che l’umorismo, giustamente praticato, può rendere la predicazione più coinvolgente. Coerentemente con Spurgeon, ecco quattro linee guida che ho trovato utili per gestire l’umorismo nella mia predicazione.

 

1. Usa l’umorismo solo se è spontaneo e collima con il tuo carattere

Ecco come non farlo: Una volta ho sentito un oratore, noto per la sua serietà sanguigna, provare a fare una battuta su sua moglie. La battuta cadde nel vuoto, e lui risultò cattivo. Il silenzio che accolse il suo tentativo di umorismo deve averlo imbarazzato – l’avrei fatto anch’io.

Martyn Lloyd-Jones (che non era contrario a tutti i tipi di umorismo nel pulpito – vedi Preaching and Preachers [Predicazione e predicatori, ed. it. Passaggio Editore] ) è utile in questo caso:

Il massimo che si può dire a favore dell’ umorismo è che è ammissibile solo se è naturale.  L’uomo che cerca di essere ironico è un abominio e non gli dovrebbe mai essere permesso di salire su un pulpito. Lo stesso vale per l’uomo che lo fa deliberatamente per ingraziarsi il popolo.

 

Ci sono molti esempi tra i moderni predicatori evangelici che impiegano efficacemente l’umorismo perché è parte di ciò che sono: Alistair Begg (sicuramente lo scozzese accentua il suo umorismo), Matt Chandler, Kevin DeYoung, Russell Moore, Trip Lee, e il defunto R. C. Sproul.

 

2. Usare l’umorismo con parsimonia

Si può trovare dell’umorismo nella Bibbia. Alcuni proverbi dipingono un quadro dell’assurdità della vita imprudente. All’indolente, per esempio, Salomone dice: “Va’ dalla formica, pigro, e considera le sue vie” (Proverbi 6:6). E Gesù impiegò la satira santificata quando disse ai farisei (e a noi) di togliere la trave dal proprio occhio per poter vedere abbastanza chiaramente da togliere la pagliuzza degli altri (Matteo 7:1-5). Si potrebbero citare altri esempi.

Tuttavia, l’umorismo nelle Scritture è piuttosto raro. La Parola di Dio nel complesso è una questione seria – cosa che la nostra predicazione dovrebbe riflettere di conseguenza.

 

3. Non usare l’umorismo gratuitamente

Quando ho iniziato a predicare, un pastore di lunga data mi ha consigliato di comprare un libro di barzellette e riempire la mia mente con quanti più aneddoti e storie esilaranti possibile.

“Inizio ogni sermone con diverse barzellette per riscaldare la folla”, disse. “Poi divento serio”.

Per fortuna, l’esempio di uomini con cui ero cresciuto ascoltando, come Adrian Rogers e il pastore della mia famiglia, mi ha risparmiato di trovare il suo consiglio convincente. L’umorismo dovrebbe accentuare la nostra comunicazione, non dominarla.

Sia il rigido Lloyd-Jones (che aveva un lato umoristico) sia il vivace Spurgeon erano d’accordo sul fatto che un predicatore non dovrebbe mai sollecitare la risata per amore della leggerezza. L’umorismo sul pulpito non dovrebbe mai equivalere alla frivolezza. Prestate attenzione a Spurgeon:

I servitori di Dio non hanno il diritto di diventare meri intrattenitori del pubblico,  dispensando una serie di barzellette stantie e racconti oziosi senza uno scopo pratico…    Rendere interessante l’insegnamento religioso è una cosa, ma fare dell’allegria sciocca, senza  scopo o finalità, è tutt’altra cosa.

 

 

“L’umorismo dovrebbe accentuare la nostra comunicazione, non dominarla”.

 

 

Anche Lloyd-Jones è saggio:

Non oserei dire che non c’è posto per l’umorismo nella predicazione; ma suggerisco che non  dovrebbe essere un posto molto grande a causa della natura e del carattere della verità con cui abbiamo a che fare.

 

4. Non permettere mai che l’umorismo possa distogliere l’attenzione dalla serietà della Parola di Dio

Ben usato, l’umorismo offre alla mente degli ascoltatori una sorta di respiro – ma può anche fornire ulteriore luce alla verità, in particolare per quanto riguarda la vita quotidiana. Deve essere maneggiato con cura, però. Non userei mai l’umorismo se stessi predicando sull’inferno. Né lo userei in certi momenti del sermone, come quando si espone la santità di Dio, quando si sottolinea la letalità del peccato o si esorta al ravvedimento.

Una volta ho sentito un sermone sull’inferno in cui il predicatore ha praticamente raccontato numerose barzellette. Questo distraeva così tanto dalla solennità dell’argomento che ha minato l’intero sermone. La morte non è divertente. Né lo è l’ira di Dio contro il peccato.

Ogni uso dell’umorismo, quindi, dovrebbe essere adeguatamente calcolato ed espresso con attenzione.

 

Chiacchiere e caricature

Ai suoi tempi, Lloyd-Jones sentiva i predicatori essere criticati perché facevano ridere la gente. Eppure il possibile abuso dell’umorismo, insisteva, non è una ragione per proibirlo:

Fate attenzione a non esagerare [l’abuso dell’umorismo] a tal punto da diventare ottusi, incolori e senza vita. Finché dimenticheremo noi stessi e ci ricorderemo del diavolo, non sbaglieremo mai.

 

E mentre la personalità esuberante di Spurgeon traspariva nei suoi sermoni, non era mai la nota dominante. Riflettendo sulla storia della chiesa, egli osservò che Dio ha usato l’umorismo per portare la luce alla tristezza e la caricatura all’assurdo – per esempio, attraverso Martin Lutero:

A volte [la risata] è l’arma più luminosa della giustizia, che colpisce sia la tristezza sia il peccato… Credo nel mio cuore che ci possa essere tanta santità in una risata quanto in un  pianto… Non so perché si debba attribuire a Satana lo scherzo come arma contro di lui. Mi permetto di affermare che la Riforma doveva quasi tanto al senso del ridicolo negli uomini quanto a qualsiasi altra cosa, e che quegli scherzi e quelle caricature umoristiche, che furono pubblicate dagli amici di Lutero, servirono più ad aprire gli occhi della Germania sugli abomini del sacerdozio che non gli argomenti più solidi e ponderosi contro il Cattolicesimo Romano.

 

Amen. Noi serviamo un Dio sovrano e sì – un Dio gioioso. Siamo pronti a ridere di noi stessi e dei giorni a venire (Proverbi 31:25).

 

Traduzione a cura di Andrea Lavagna

Tematiche: Predicazione

Jeff Robinson

Jeff Robinson

E’ redattore capo della The Gospel Coalition. Nativo di Blairsville, in Georgia, è anche pastore della Christ Fellowship Church a Louisville, in Kentucky, e serve come ricercatore senior e associato dell’Andrew Fuller Center for Baptist Studies e professore aggiunto di storia della chiesa al Southern Seminary. Prima di entrare nel ministero, ha trascorso quasi 20 anni come giornalista della carta stampata in Georgia, Carolina del Nord e nel Kentucky. È co-autore di To the Ends of the Earth: Calvin’s Mission Vision e co-editore di 15 Things Seminary Could not Teach Me (Crossway, 2018). Jeff e sua moglie Lisa hanno quattro figli.

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