Dio non si sorprende quando mi vede soffrire

 

25 Marzo 2020

 

Come andrà a finire? Quanto sarà difficile? Quanto durerà tutto questo?

 

Spesso le mie preoccupazioni ruotano intorno a queste domande. Di solito spero che il mio problema sia solo un piccolo inconveniente, in modo da sentirmi più tranquilla. Desidero che le preoccupazioni che più mi affliggono siano infondate e che tutto si risolva per il meglio.

Qualche giorno fa ero preoccupata per via di un nuovo problema di salute di cui non conoscevo ancora la causa. Questo problema andava a sommarsi al forte dolore cronico che già avevo a causa della mia sindrome post-polio. Era da settimane che mi preoccupavo per via di quel nuovo problema e ancora non avevo trovato una soluzione. Avevo tanti punti interrogativi. Stavo seduta davanti a una Bibbia aperta e leggevo le parole di Dio nella Scrittura, ma la mia mente era altrove.

Presi il telefono e scrissi le mie domande su Google. Cercai e cercai, utilizzando diversi termini e formulando le domande in diversi modi per capire cosa indicassero i miei sintomi. Mi chiedevo se era il caso di preoccuparsi. Volevo essere sicura di star bene. Nonostante avessi trovato delle risposte incoraggianti, ero ancora un po’ turbata. Tornai quindi a leggere la mia Bibbia pensando che sarebbe stato meglio se non avessi interrotto il mio tempo con Dio per quel motivo.

 

La risposta non sta nelle informazioni

Poi lessi “DIO è per noi un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle avversità. Perciò noi non temeremo, anche se la terra si dovesse spostare” (Salmo 46:1-2). In quel momento mi resi conto della mia follia. Perché stavo cercando le risposte da un’altra parte? Perché avevo pensato che il mio problema fosse una mancanza di informazioni? Perché avevo cercato conforto in Google invece che in Dio?

Non sono la sola a cercare risposte su internet. Secondo alcune statistiche, ogni giorno vengono effettuate 5,5 miliardi di ricerche, ovvero 63.000 ricerche al secondo. Tutti cercano informazioni, come se queste fossero la soluzione ai nostri problemi.

Mentre il Salmo 46 riecheggiava nella mia mente, iniziai a scrivere sul mio diario ricordando a me stessa la verità riguardo alla quale scrivo spesso e che desidero fortemente vivere. Tutto quello che avviene è stato determinato da Dio (Isaia 37:26). Dio chiama all’esistenza le cose che non esistono (Romani 4:17). Neanche un passero cade a terra senza il volere del Padre (Matteo 10:29). Non c’è niente che sia troppo difficile per Dio (Geremia 32:17).

 

Dio sa tutto delle barche

Istintivamente scrissi: “Dio sa tutto delle barche”.

Lessi questa frase per la prima volta in un libro di Elisabeth Elliot intitolato Be Still My Soul, in cui l’autrice racconta l’esperienza di Amy Carmichael. Amy, all’epoca giovane missionaria in Giappone, era in viaggio insieme a una coppia di missionari più anziani quando fecero ritardo a causa di una barca che non arrivò mai. Per diversi giorni aspettarono un’altra barca. Amy era preoccupata per il tempo perso e per l’inconveniente che questo aveva causato agli altri, al che l’anziano missionario rispose pacatamente: “Dio sa tutto delle barche”.

“Dio sa tutto delle barche” fu la massima di Amy per tutta la sua vita e ora lo è anche per me. Ci ricorda che Dio è in controllo e conosce ogni dettaglio di ciò che accade. Anche quando aspettiamo delle risposte, non dobbiamo preoccuparci.

 

Cosa può fare Dio di buono?

Mentre ero seduta e pregavo, confessai a Dio che non gli parlavo abbastanza delle mie preoccupazioni.

Magari bisbiglio una preghiera, ma in pratica mi comporto come se tutto dipendesse dalla mia saggezza e penso istintivamente che la saggezza provenga dalle informazioni. Tuttavia, quando mi ricordo che Dio ha reso stolta la sapienza di questo mondo (1 Corinzi 1:20) e che la follia di Dio è più savia degli uomini (1 Corinzi 1:25), mi rendo conto che avere ulteriori informazioni non mi sarebbe di grande aiuto, almeno non per quello di cui ho bisogno io.

Una cosa che potrei fare è smettere di convincermi a tutti i costi che tutto andrà bene e che le cose si sistemeranno. Infatti, noi che siamo in Cristo abbiamo la certezza che tutto ciò che accade nella nostra vita contribuisce al nostro bene. Un giorno saremo grati persino per le cose di cui ci siamo lamentati sulla terra. Possiamo stare certi che Dio non ci negherà mai il meglio di sé.

Con ciò non voglio dire che io non possa fare delle ricerche ragionevoli o cercare di comprendere le cose strane che accadono a me o intorno a me. Potrei aver bisogno di progredire a piccoli passi. Ad ogni modo, ho bisogno di invitare Dio in questo percorso cercando la guida dello Spirito Santo. Non devo lasciarmi prendere dal panico a causa delle cose inaspettate. Dio non si lascerà mai sorprendere da ciò che mi accade.

 

Scambiare “E se” con “Anche se”

Colui a cui parlavo all’inizio, il Dio dell’universo le cui parole sono impresse nelle pagine della Scrittura, è l’unico in grado di cambiare me e la mia situazione. È della sua saggezza e del suo conforto che ho bisogno, non delle conoscenze umane che si trovano su internet.

Qualche anno fa, scrissi un articolo per ricordare a me stessa (e agli altri) che anche se i miei incubi diventassero reali, Dio sarebbe ancora con me, egli continuerebbe a guidarmi e a consolarmi. Quando facciamo delle ricerche su Google in modo ossessivo, spesso ci chiediamo cosa faremmo se accadesse il peggio, oppure cerchiamo di convincerci che il peggio non accadrà per sentirci più tranquilli. Cerchiamo di attenuare le nostre paure attraverso le conoscenze degli altri e attraverso informazioni che ci tranquillizzino.

La verità è che il peggio potrebbe accadere a chiunque.

Fidarsi di Dio significa credere che anche se accadesse il peggio, Dio sarà sufficiente. Sostituire “E se” con “Anche se” è una delle più grandi consolazioni che possiamo avere. Possiamo scambiare le nostre paure irrazionali di un futuro incerto con la certezza di un Dio amorevole e immutabile.

 

Anche se accadesse il peggio

Mentre scrivo, il coronavirus si sta diffondendo, causando grande paura e facendo sì che molte persone si chiedano quanti morti questa pandemia potrebbe causare. Forse migliaia, oppure il virus potrebbe non essere così letale o pericolo come predetto. Tuttavia, anche se accadesse il peggio, Dio sarà presente.

Colui che ci protegge non sonnecchierà. Egli è colui che ci protegge e che custodisce la nostra vita (Salmo 121:3, 5, 7). A prescindere da ciò che potrebbe accadere, anche se le greggi scomparissero dagli ovili e non ci fossero più buoi nelle stalle, potremo ancora esultare nel Dio della nostra salvezza (Abacuc 3:17-18).

Perciò, la prossima volta che mi preoccuperò di qualcosa, rimuginando su di essa durante la giornata e anche la sera prima di addormentarmi, pregherò affinché non mi rivolga al mondo per trovare conforto in esso. Prego di ricordarmi che colui che dice alle onde dell’oceano dove fermarsi (Giobbe 38:11) ha il perfetto controllo della situazione. Prego di non temere ciò che accadrà, di non rivolgermi a Google invece che a Dio e di riposare nella consapevolezza che anche se accadesse il peggio, anche se camminassi nella valle dell’ombra della morte, Dio sarebbe con me (Salmo 23:4).

 

 

Traduzione a cura di Lorenzo Giusepponi

 

 

Photo by Road Trip with Raj on Unsplash

Tematiche: Sofferenza, Sovranità di Dio

Vaneetha Rendall Risner

Vaneetha Rendall Risner 

 

Ha passione per aiutare gli altri a trovare speranza e gioia in mezzo alle sofferenze. Da bambina ha contratto la poliomelite, ha perso un bambino in maniera inaspettata sviluppando una sindrome post-poliomelite e ha affrontato un divorzio non desiderato, tutte situazioni che l’hanno costretta ad affrontare perdite. Oggi Vaneetha e suo marito Joel vivono nella Carolina del Nord ed hanno quattro figlie. Vaneetha collabora regolarmente con Desiring God e Today’s Christian Woman. Scrive per il Dance in the Rain.

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